Microsoft e OpenAI, l'alleanza mostra le prime crepe: divergenze e tensioni sul futuro dell'IA

La relazione tra Microsoft e OpenAI sta vivendo tensioni crescenti su investimenti, accesso alle tecnologie e strategie per l’intelligenza artificiale generale. Entrambe le aziende cercano maggiore indipendenza, ma rimangono legate da accordi miliardari e clausole contrattuali che potrebbero ridefinire il futuro dell’IA a livello globale
di Andrea Bai pubblicata il 29 Aprile 2025, alle 16:11 nel canale Scienza e tecnologiaOpenAIMicrosoft
La collaborazione tra Microsoft e OpenAI sembra stia iniziando a scricchiolare: celebrata fino a non molto tempo fa come una tra le più solide e visionarie partnership del settore tecnologico, nata quasi per caso da un incontro tra Satya Nadella e Sam Altman, attraverserebbe oggi un momento di tesa complessità che getta ombre sulle strategie future di entrambe le aziende.
E' dal 2018 che le due aziende hanno intrapreso un percorso congiunto, che ha portato Microsoft a investire oltre 13 miliardi di dollari nella startup guidata da Altman, trasformando ChatGPT in un fenomeno globale con oltre 500 milioni di utenti settimanali e triplicando la capitalizzazione di mercato di Microsoft. Oggi, però, il rapporto tra le due aziende sarebbe minato da una serie di tensioni scoppiate su diversi fronti: OpenAI lamenta che Microsoft non fornisce risorse di calcolo sufficienti per sostenere lo sviluppo dei suoi modelli più avanzati, nonostante la partnership preveda l’utilizzo esclusivo di Azure come piattaforma cloud, mentre Microsoft si mostra sempre meno incline ad aprire i cordoni della borsa, soprattutto dopo il temporaneo allontanamento di Altman dal board della startup nel novembre del 2023. In particolare proprio questo episodio, definito internamente “the blip”, avrebbe spinto Nadella a riconsiderare la strategia, rafforzando la convinzione che Microsoft debba elaborare un “piano B” per ridurre la dipendenza da OpenAI e mantenere la propria posizione competitiva nel settore dell’IA.

Satya Nadella, CEO di Microsoft
Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, i dissapori si sarebbero concretizzati in una serie di scontri diretti tra le figure dirigenziali di entrambe le aziende. Il Journal cita in particolare il confronto tra Mustafa Suleyman, nuovo CEO della divisione AI di Microsoft e cofondatore di DeepMind, e i legali di OpenAI, durante una riunione tesa (alla presenza anche dell'ex-CTO di OpenAI, Mira Murati) in cui Suleyman ha apertamente criticato la scarsa trasparenza di OpenAI sulla condivisione delle informazioni relative ai suoi modelli più avanzati. Microsoft ritiene di avere diritto ad accedere alle tecnologie sviluppate grazie anche ai suoi investimenti miliardari, mentre OpenAI teme che un’eccessiva apertura possa favorire la creazione di soluzioni concorrenti in grado di metterla in difficoltà sul mercato.
Uno degli elementi più delicati nel contesto degli accordi di collaborazione tra Microsoft e OpenAI riguarda l'Intelligenza Artificiale Generale: il contratto tra le due realtà prevede infatti che OpenAI possa revocare l’accesso di Microsoft alle sue tecnologie nel momento in cui venga raggiunto un livello di intelligenza artificiale paragonabile a quello umano. Altman si è detto fiducioso di poter raggiungere questo traguardo a breve, mentre Nadella ha ridimensionato le aspettative, definendo la soglia dell’AGI “un benchmark privo di senso” e ribadendo che la tecnologia attuale è ancora lontana da tale obiettivo. La divergenza di vedute tra i due rappresenta motivo di incertezza sull'evoluzione dell'accordo e su quali siano le reali intenzioni di ambo le parti.

Sam Altman, fondatore e CEO di OpenAI
Il Journal, tramite le sue fonti, rileva che anche dal punto di vista operativo i rapporti sono cambiati, diventando più freddi e formali e meno spontanei. Nadella e Altman erano soliti scambiarsi messaggi frequenti e informali, mentre ora i contatti avvengono in via quasi esclusiva tramite videoconferenze settimanali calendarizzate.
Un altro punto di frizione tra le due aziende si sarebbe verificato la scorsa estate, quando OpenAI ha rallentato la consegna del codice del modello di ragionamento allora noto con il nome interno di Strawberry. La società di Altman aveva bisogno più tempo per comprendere le reali capacità del modello, ma i ritardi hanno rallentato le attività di sviluppo congiunto e peggiorato gli attriti tra i team tecnici delle due realtà.
Probabilmente un segnale più concreto dei dissapori latenti tra le due aziende si può leggere, a posteriori, in quanto accaduto con la nascita del progetto Stargate, la joint venture con SoftBank e Oracle che prevede investimenti fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture per l’IA nei prossimi quattro anni. Microsoft, pur restando partner tecnologico chiave di Stargate, ha però perso l’esclusiva sulla fornitura di servizi cloud per OpenAI, mantenendo però un “diritto di prelazione” su future collaborazioni e l’accesso alle API e alla proprietà intellettuale di OpenAI fino al 2030.
next phase of the msft x oai partnership is gonna be much better than anyone is ready for!! pic.twitter.com/LL6rUDDy50
— Sam Altman (@sama) January 28, 2025
Nonostante le tensioni, presunte o reali che siano, i vertici di Microsoft e OpenAI cercano di rassicurare gli osservatori sulla robustezza e solidità della partnership, con Altman e Nadella che hanno di recente pubblicato una foto insieme e rilasciato dichiarazioni ottimistiche sul futuro della collaborazione, affermando che la "prossima fase" sarà "molto migliore di quanto chiunque possa immaginare".
Non va inoltre dimenticato che OpenAI rischia di perdere decine di miliardi di dollari se non riuscirà a convertire la propria struttura in una società for-profit entro la fine dell’anno, mentre Microsoft potrebbe bloccare questa trasformazione sfruttando le clausole contrattuali in essere. Di contro, OpenAI potrebbe interrompere l’accesso di Microsoft alle sue tecnologie più avanzate, mettendo a rischio la posizione dell'azienda di Redmond nel settore dell’IA generativa.
Più probabilmente le due realtà stanno comunque cercando di costruire, parallelamente alla partnerhsip, anche tutti gli elementi che consentano un percorso indipendente per entrambe: verosimilmente non "voleranno stracci", ma il passo da collaborazione a competizione spesso è molto più breve di quanto ci si aspetti.
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Copilot è OpenAI o no ?Bho ...
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