European Chips Act: a che punto siamo? Cifre e forti dubbi sul raggiungimento degli obiettivi

European Chips Act: a che punto siamo? Cifre e forti dubbi sul raggiungimento degli obiettivi

L'Unione europea ha fatto il punto sull'andamento dello European Chips Act. Tra investimenti mobilitati e iniziative, spunta un report della Corte dei conti europea che non lascia speranze: difficilissimo, se non impossibile, arrivare al 20% di quota nel settore dei semiconduttori entro il 2030.

di pubblicata il , alle 09:33 nel canale Processori
 

A poco più di un anno e mezzo dall'entrata in vigore, l'Unione europea ha fatto il punto sull'impatto dello European Chips Act, l'iniziativa volta a rafforzare l'autonomia del Continente nel settore strategico dei semiconduttori, un mercato dominato da colossi asiatici e americani.

L'iniziativa Chips for Europe ha già impegnato oltre l'85% del proprio budget, investendo in cinque linee pilota con un sostegno congiunto europeo e nazionale pari a 3,7 miliardi di euro. Tutti gli Stati membri, compresa la Norvegia, hanno avviato o stanno per avviare centri di competenza dedicati: spazi fondamentali per il trasferimento di know-how e l'accesso alle infrastrutture da parte di PMI e startup.

Entro la fine del 2025, queste realtà potranno anche accedere alla piattaforma di progettazione condivisa. Parallelamente, l'UE ha destinato 200 milioni di euro a sei progetti d'avanguardia nel campo dei quantum chip, mentre il Chips Fund, con il supporto dell'European Innovation Council, fornisce capitali di rischio a nuove imprese del settore.

Sul fronte della produzione industriale, l'UE sostiene di aver già attratto oltre 80 miliardi di euro in investimenti, con sette progetti "first-of-a-kind" che hanno ricevuto l'approvazione della Commissione, mobilitando più di 31,5 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati. A questi si aggiunge IPCEI, un'iniziativa comune di interesse europeo che ha sbloccato ulteriori 21 miliardi di euro per sostenere ricerca e innovazione. Entro l'estate si attende anche la decisione su nuovi impianti di produzione integrata e fonderie aperte.

Infine, lo European Semiconductor Board ha coordinato i dati forniti dagli Stati membri per mappare i principali attori di mercato, identificare rischi nella catena di approvvigionamento e rafforzare la sicurezza economica del settore europeo dei semiconduttori.

Tuttavia, nonostante il dinamismo evidenziato dalla Commissione, una recente relazione della Corte dei conti europea ha lanciato un severo monito: è altamente improbabile che l'UE riesca a raggiungere l'ambizioso obiettivo del 20% della produzione globale di microchip entro il 2030. Secondo la Corte, gli investimenti generati dal Chips Act - pur positivi - non saranno sufficienti a colmare il divario con i giganti mondiali del settore.

Annemie Turtelboom, membro della Corte responsabile dell'audit, ha sottolineato come l'Europa sia ancora lontana dal ritmo di crescita necessario per trasformare l'obiettivo del 20% da aspirazione a realtà. La Commissione europea, che ha contribuito solo con 4,5 miliardi di euro dei circa 86 miliardi previsti fino al 2030, non ha il mandato per coordinare gli investimenti nazionali, il che complica il raggiungimento di una strategia coesa.

Inoltre, diversi fattori strutturali frenano la competitività europea: alti costi energetici, dipendenza dalle importazioni di materie prime, tensioni geopolitiche, normative ambientali stringenti e carenza di personale qualificato. Il mercato europeo dei microchip è inoltre altamente concentrato, con poche grandi imprese che assorbono la maggior parte dei fondi: ciò rende il sistema vulnerabile a ritardi o fallimenti di singoli progetti.

A tal proposito come non ricordare la decisione di Intel di mettere in pausa, fino a data da destinarsi, i progetti di espansione produttiva in Germania e Polonia come misura di contenimento dei costi a fronte delle difficoltà finanziarie che sta vivendo la casa di Santa Clara.

Le previsioni della stessa Commissione, aggiornate al luglio 2024, mostrano uno scenario prudente: anche in caso di successo delle iniziative attuali, la quota europea nella catena del valore globale salirebbe solo dal 9,8% del 2022 all'11,7% nel 2030.

4 Commenti
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Darkon30 Aprile 2025, 11:31 #1
Ci manca poco che siamo messi peggio della Russia ma ci sentiamo di prendere per il culo la litografia Russa.


Troppo poco, troppo tardi, troppo lenti.
supertigrotto30 Aprile 2025, 13:10 #2
Secondo me dovrebbero investire in Italia, Spagna, Portogallo e forse Grecia,in modo da dare ai paesi del sud Europa lo stimolo allo sviluppo,la Germania ha anche troppo potere economico/politico/decisionale e la Francia ha già comunque il suo peso.
Ho detto forse la Grecia perché sarebbe meglio scegliere un paese che sia lontano fisicamente dalla Russia.
Ripper8930 Aprile 2025, 13:20 #3
Originariamente inviato da: supertigrotto
Secondo me dovrebbero investire in Italia, Spagna, Portogallo e forse Grecia,in modo da dare ai paesi del sud Europa lo stimolo allo sviluppo,la Germania ha anche troppo potere economico/politico/decisionale e la Francia ha già comunque il suo peso.
Ho detto forse la Grecia perché sarebbe meglio scegliere un paese che sia lontano fisicamente dalla Russia.

Certo, adesso si ragiona attraverso l'altruismo.
Ogni nazione dovrebbe mirare ad avere sempre più potere per aumentare la propria influenza sugli altri.

Vuoi investire sulla Grecia che è una nazione del terzo mondo dove regna il degrado e non ha più un etnia caucasica ?
Va bene, creiamo un fondo per renderla per intero un grosso e gigantesco HUB per gli immigrati dove possiamo riversarceli senza alcun limite.
Ecco questo sarebbe un investimento che potrebbe attirare in molti.
supertigrotto30 Aprile 2025, 19:54 #4
Originariamente inviato da: Ripper89
Certo, adesso si ragiona attraverso l'altruismo.
Ogni nazione dovrebbe mirare ad avere sempre più potere per aumentare la propria influenza sugli altri.

Vuoi investire sulla Grecia che è una nazione del terzo mondo dove regna il degrado e non ha più un etnia caucasica ?
Va bene, creiamo un fondo per renderla per intero un grosso e gigantesco HUB per gli immigrati dove possiamo riversarceli senza alcun limite.
Ecco questo sarebbe un investimento che potrebbe attirare in molti.

Certo,lascia tutto in mano alla Germania,a livello europeo ci ha sempre inc.... e pure ora che hanno proposto delle cose sulla energia elettrica guarda caso chi ci guadagna e chi si mette contro? La Germania.
Se paghi di più la corrente e il gas è sempre per la Germania.
A questo punto rinuncia allo stipendio e regalalo alla Germania.
Lo sai perché la Grecia è con le pezze al cul... ?
Chiedilo ai Greci ma centra sempre la Germania.
Per caso sei tedesco?

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