ASRock: i dazi di Trump la fanno scappare dalla Cina, ma servirà tempo per spostare la produzione

ASRock ha detto a PCMag che ha intenzione di spostare parte della sua produzione fuori dalla Cina in risposta ai dazi del 10% decisi da Trump sull'importazioni di tutte le merci prodotte in Cina. Servirà tempo e si cercherà di non far pagare il costo ai consumatori finali.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Febbraio 2025, alle 11:16 nel canale Schede Madri e chipsetASRock
ASRock, produttore di motherboard e schede video, sta lavorando per spostare la produzione dalla Cina ad altri mercati. Si tratta di una reazione ai dazi del 10% imposti dalla nuova amministrazione Trump su tutte le merci importate dalla Cina, e che si applica a qualsiasi altro dazio che gli Stati Uniti avevano già imposto su determinati beni.
La società taiwanese ha dichiarato a PCMag di aver "bisogno di tempo per trasferire la produzione in altri paesi" e che intende "lavorare con i produttori in Vietnam e a Taiwan". Non è chiaro quanto tempo serva a migrare la produzione, ma su ciò che avverrà nel mentre non ci sono dubbi: "Nel periodo di transizione, potremmo assorbire parte dei costi e aumentare il prezzo per riflettere l'aumento dei costi".
ASRock, tuttavia, ha fatto intendere che l'aumento del prezzo delle motherboard e delle GPU è ritenuto una "extrema ratio": "Poiché il mercato è ancora altamente competitivo, un aumento dei prezzi non è semplice", sottolinea la società.
L'azienda ha dichiarato di essere già soggetta a dazi del 25% per i suoi alimentatori prodotti in Cina. "Per i prodotti già soggetti a tariffa extra (25%), come gli alimentatori, i produttori continueranno a fare quello che hanno fatto finora".
Da quando si sono intensificate le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti, unitamente alla parentesi del COVID-19, numerose società hanno iniziato a pensare di spostare la capacità produttiva lontano da Pechino, in paesi come India e Vietnam per esempio.
Nei mesi scorsi, in preparazione all'insediamento di Trump, realtà come Dell, HP e Microsoft hanno chiesto ai partner in Cina di massimizzare la produzione a novembre e dicembre per attutire l'impatto delle decisioni del tycoon nel primo periodo.
È chiaro, tuttavia, che i dazi avranno ricadute per le aziende e i consumatori finali. L'auspicio - ma è una flebile speranza - è che si verifichi una svolta politica che porti a una riconciliazione tra le parti, riportando il mercato in condizioni di normalità.
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoBravi: già mezzo mondo non sopporta gli USA, convincono anche l'altra metà e siamo a posto.
si spera di no, in vietnam mi sembrano abbastanza avanti con la produzione di tecnologia
tipo gli hdd sono spesso costruiti la (e in Malesia), ma non solo: componenti pc, fotocamere, smartphone, televisori... ecc
poi uno pensa a contadini straccioni che coltivano un pugno di riso.... magari avere fabbriche così in Italia
link: [U][COLOR="Blue"]https://en.nhandan.vn/vietnams-digital-tech-sector-boasts-nearly-74000-companies-post143637.html[/COLOR][/U]
ciao ciao
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