Così il rover statunitense NASA Perseverance si fa i ''selfie'' su Marte

Così il rover statunitense NASA Perseverance si fa i ''selfie'' su Marte

Il selfie scattato da NASA Perseverance su Marte insieme al drone Ingenuity ha necessitato di un lungo e paziente lavoro. Il JPL nel suo ultimo articolo ha parlato del processo per creare l'immagine e nel video c'è anche il suono marziano.

di pubblicata il , alle 15:12 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

Anche se il rover cinese Zhurong ci ha mostrato un nuovo modo di fare "selfie spaziali", i rover statunitensi in passato ci hanno già fatto vedere fotografie di loro stessi sulla superficie di Marte. Sia NASA Curiosity che NASA Perseverance hanno scattato diversi "selfie" sul Pianeta Rosso che permettono di incuriosire gli utenti e dall'altro consentono di controllare lo stato del rover.

A differenza di Zhurong, che ha depositato sul suolo marziano una piccola fotocamera senza fili, i due rover della NASA impiegano invece il loro lungo braccio robotico sul quale si trovano diversi strumenti scientifici (e fotocamere). Non si tratta comunque di un'unica fotografia ma di un mosaico di diversi "tasselli". Il JPL ha voluto approfondire questo punto.

NASA Perseverance e i selfie su Marte

Il JPL ha voluto prendere in esame l'immagine che il rover si è scattato insieme al piccolo drone Ingenuity. Secondo quanto riportato dagli ingegneri, quel selfie è stato uno dei più complessi mai scattati a un rover e per la prima volta c'è anche una traccia audio abbinata grazie al microfono integrato.

Vandi Verma (ingegnere capo di Perseverance per le operazioni robotiche) era presente durante il selfie di Curiosity del 31 Ottobre 2021 e ha dichiarato "quando abbiamo scattato quel primo selfie, non ci rendevamo conto che sarebbero diventati così iconici e di routine".

nasa perseverance selfie

Come scritto sopra, per riuscire a catturare l'intero rover (che è grande quanto un'utilitaria) sono state necessarie ben 62 fotografie che poi sono state unite per realizzare l'intero mosaico. Il tutto è poi frutto di un lavoro di squadra composto da ingegneri: da chi decide il percorso a chi gestisce le fotocamere. Una settimana di lavoro per un singolo selfie lavorando anche di notte.

La fotocamera impiegata è quella chiamata WATSON (Wide Angle Topographic Sensor for Operations and eNgineering). In realtà lo scopo di questa fotocamera è quella di catturare immagini ravvicinate di strutture rocciose che sono poi utili ai geologi sulla Terra.

Selfie marziani: un lavoro di editing e di pazienza

Una volta programmati i movimenti del braccio robotico di NASA Perseverance, le immagini vengono catturate. A questo punto devono essere inviate sulla Terra attraverso il Deep Space Network (e ci possono volere alcuni giorni solo per queste operazioni).

Qui inizia il lavoro di assemblaggio. I singoli scatti sono ripuliti dalle imperfezioni (come la sabbia che si può accumulare sulla lente) per poi essere uniti coerentemente con i bordi. Infine ci si occupa di correggere la prospettiva per dare all'immagine una parvenza di una fotografia scattata da una persona fisicamente su Marte.

nasa perseverance

Considerando che il braccio robotico ha una lunghezza di 2,1 metri e un software monitora che questo non entri in collisione con il corpo del rover stesso. Delle simulazioni sulla Terra permettono di correggere la traiettoria (processo che avviene decine di volte).

Per quanto riguarda il suono, è stato impiegato il microfono nella zona della SuperCam (quello che sembra l'occhio del rover sulla torretta). Quello che si sente è il suono prodotto dai motori che riverberano contro il telaio del rover stesso nella tenue atmosfera marziana. Un "selfie spaziale" non è quindi come farsi una fotografia sulla Terra ma comprende molti più passaggi e operazioni per portare a casa il risultato.

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1 Commenti
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Moffus9830 Giugno 2021, 11:27 #1
Bellissimo

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