Google e l'aggiramento delle protezioni di Internet Explorer, atto secondo

Spuntano curiosi dettagli circa l'accusa portata avanti da Microsoft nei confronti di Google: il protocollo P3P, che verrebbe aggirato dal popolare motore di ricerca, sarebbe infatti aggirato anche da servizi come Facebook e da portali come live.com
di Gabriele Burgazzi pubblicata il 22 Febbraio 2012, alle 10:06 nel canale MultimediaGoogleMicrosoft
Ieri ci siamo occupati, con questa notizia, di riportare la posizione di Microsoft nei confronti di Google: sulla scia del report pubblicato dal Wall Street Journal, circa l'aggiramento da parte del noto motore di ricerca delle impostazioni di privacy di Safari, è infatti arrivata anche l'accusa di Microsoft.
E secondo il colosso di Redmond, l'azienda avrebbe fatto la stessa cosa con Internet Explorer, aggirando le protezioni della privacy. L'articolo redatto da Microsoft indica chiaramente come Google andrebbe a sfruttare un buco delle specifiche P3P per andare ad aggirare le preferenze di gestione dei cookie.
La posizione di Google in merito alla questione è piuttosto chiara: "Microsoft identifica nel protocollo P3P il problema, sviluppato nel 2002 e che di fatto chiede ai siti di riportare le proprie pratiche di privacy in modo che siano leggibili dai sistemi" e continua: "Sanno tutti, Microsoft stessa, che è questa pratica è inattuabile se si vuole rispondere alle esigenze di quella che è l'esperienza di utilizzo moderna del web". L'intervento di conclude con un lapidario: "oggi la policy di Microsoft non è assolutamente operativa".
Oltre 11,000 siti (dei 33,139 con P3P), secondo quanto emerge attraverso un report pubblicato nel 2010 dalla Carnegie Mellon University non forniscono informazioni P3P che rientrino negli standard.
Ed è prorio analizzando quali siano questi 11,000 siti che la vicenda si fa ancora più interessante. Perchè ad esempio tra i siti che non forniscono informazioni P3P che rientrano negli standard spunta Facebook, come riporta Techpolicy a questo indirizzo. E Microsoft detiene il 5% dell'azienda, oltre ad avere una importante partnership che permette di andare a fornire personalizzazioni per Bing.
E tra i siti che non sono in grado di andare a fornire informazioni che rientrino negli standard P3P, troviamo anche i portali live.com e msn.com, di diretta proprietà dell'azienda di Redmond.
7 Commenti
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Faccio notare che invece, a caldo, avevano detto agli utenti di passare ad IE, proprio per evitare di essere spiati. Almeno si mettessero d'accordo tra di loro su cosa dire e se passare per vittime o campioni.
Comunque pare proprio che tutti ormai vogliano mungere la vacca grassa, con scuse più o meno giustificate dai fatti. Ah, non dimentichiamo le cause brevettuali contro android!!!
Mi chiedo se, di questo passo, nel 2020 esisterà ancora l'industria IT.
quoto tutto.
ah santa google
ah santa google
Lo fa anche Facebook, società partner di MS, ma però questo si guardano bene dal dirlo. Questa è una guerra che non ha certo come punto cardine la privacy degli utenti ma il successo commerciale di colossi disposti a giocare ogni carta pur di annullare la concorrenza.
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