Caso Huawei a Bruxelles: primo arresto legato alla politica

Si tratta della segretaria dell'eurodeputato di Forza Italia Fulvio Martusciello. Secondo le autorità belghe avrebbe commesso reati di tipo associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione
di Rosario Grasso pubblicata il 20 Marzo 2025, alle 16:21 nel canale TelefoniaHuawei
Lucia Simeone, assistente del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello, è stata arrestata nel casertano e condotta nel carcere di Secondigliano, secondo quanto riferisce Ansa.it. Si tratta del primo arresto legato alla politica all'interno del cosiddetto caso Huawei, esploso nella giornata di giovedì a Bruxelles.
Si tratta di un caso di presunta corruzione che coinvolge Huawei e il Parlamento Europeo. Le autorità belghe hanno arrestato diversi lobbisti legati all'azienda cinese, sospettati di aver corrotto attuali ed ex eurodeputati per influenzare le politiche commerciali dell'Unione Europea a favore di Huawei.
L'operazione, iniziata nel 2021, ha portato a 21 perquisizioni in Belgio e Portogallo e ha coinvolto oltre 100 agenti federali. Le accuse includono corruzione attiva, falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro. Tra gli arrestati figura l'italo-belga Valerio Ottati, considerato il principale indagato, mentre un consulente italiano di Huawei è stato rilasciato con condizioni. Le indagini hanno portato al sequestro di uffici all'interno del Parlamento Europeo, tra cui quelli associati ad assistenti di europarlamentari italiani.
In risposta, il Parlamento Europeo ha immediatamente revocato l'accesso ai lobbisti di Huawei, in linea con le sue norme di sicurezza. Huawei ha dichiarato la sua volontà di collaborare con le autorità per chiarire la situazione ma, con la notizia di oggi, le indagini sembrano poter prendere una nuova direzione che riguarda in maniera più diretta la politica.
La controversia tra Huawei e i governi occidentali è nata ormai qualche anno fa, dopo che gli Stati Uniti hanno inserito Huawei nella Entity List impedendole di acquistare tecnologia americana senza una licenza speciale. Questo ha colpito duramente l’azienda, che ha perso l’accesso ai chip di Qualcomm, ai servizi Google (su Android) e ad altre tecnologie fondamentali per i suoi smartphone e dispositivi di rete. Secondo le istituzioni occidentali, Huawei avrebbe legami con il governo cinese e potrebbe facilitare attività di spionaggio attraverso le sue infrastrutture di telecomunicazioni, in particolare con le reti 5G, che dominano le connessioni europee e statunitensi.
Molti paesi hanno escluso Huawei dallo sviluppo delle proprie reti 5G, mentre l'azienda ha cercato di diversificare il business, puntando su software, cloud computing e componenti per auto elettriche. Più recentemente, Huawei ha trovato soluzioni alternative, come la produzione di chip proprietari (Kirin), il lancio del sistema operativo HarmonyOS e una maggiore espansione nel mercato interno cinese. Tuttavia, le restrizioni continuano a limitare la sua competitività a livello globale e per questo sta cercando vie alternative per la riabilitazione.
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