IBM sulle tracce del supercomputer senziente

Primi passi verso il computer senziente? Sembra proprio di sì, complice lo stanziamento del governo USA per un progetto targato IBM, volto a realizzare un supercomputer che sappia interpretare informazioni sensoriali e prendere decisioni in autonomia. Un passo verso la singolarità tecnologica?
di Alessandro Bordin pubblicato il 26 Novembre 2008 nel canale SistemiIBM
154 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDa come la vedo io è assai ottimistica la visione proposta per dei semplici motivi:
1-Non hanno ancora capito come funziona il cervello. Come pensano di poterlo simulare?
2-Dovrebbero in 40 anni riuscire a eguagliare milioni di anni di perfezionamento naturale.
3-I modelli proposti sono troppo complicati (non complessi, complicati) per poter funzionare. Io resto convinto che serva una soluzione semplice.
Secondo me parti da una premessa sbagliata, ovvero che Blue Gene non sia riuscito a simulare correttamente il funzionamento del cervello di un topo.
Questo non si può evincere dall'articolo, né il contrario ovviamente, ma mi pare di aver letto toni più ottimistici; questo sebbene la simulazione non sia stata perfettamente corrispondente con il modello preso in esame.
Quindi, prendendo in esame il tuo post, mi viene da risponderti:
3) il modello è complicato: 10^19 sinapsi e miliardi di neuroni non sono qualcosa di piccolo.
Stiamo parlando di un cervello: l'hardware, è sofisticato di brutto.
Mentre ci stiamo a segare sui nanometri dei transistors sul processore, un ganglio sarà pure spesso 1000 volte tanto, eppure ne possiamo impacchettare un numero assurdo in un centimetro cubico senza temere che le temperature superino i 37° danneggiandone il materiale costitutivo.
Le simulazioni hanno un senso fino a un certo punto, però se non riusciremo a creare un hardware competitivo con quello biologico (e secondo me non è così dura come la vede kurzweil, il vero problema imho è fare una roba potente e al tempo stesso che non consumi in maniera esorbitante e che non occupi un palazzo... un cervello, siamo sui 12 watt non so se mi spiego...)
2) il perfezionamento naturale di 40 milioni di anni di cambiamenti casuali e relativa selezione, imho, è perfettamente replicabile in 40 anni di cambiamenti ragionati e relativa selezione. Ma questo è quanto accade dalla nascita della civiltà ad oggi, allorché l'evoluzione culturale prese prepotentemente il posto che un tempo era dell'evoluzione naturale (che tutt'ora è in importanza molto ridimensionata, almeno per noi esseri umani, che possiamo sopravvivere e riprodurci anche se non geneticamente al top).
1) per capire come funziona un cervello, il modo migliore è smanettarci su. Purtroppo analizzare lo stato dei singoli neuroni di un cervello umano è quantomeno un'impresa improba, quindi queste simulazioni credo daranno spunti importantissimi agli scienzati di parecchie branche di studio differenti.
Grazie.
Marco71.
capo ma ti sembra l'ora di rispondere!!!??? il resoconto dei test #456-561 CAT7 doveva essere pronto 4 ore fa!!
alla rossa ie so venuti i puntaspilli sulle tette per aspettarti!!!
io e gli altri tecnici di 2liv abbiamo cercata di rabbonirla sviandola su argomenti di contorno...c'è chi ha avuto approcci smaccatamente sessuali....ora usa i gioielli come YOYO.
arghhh^^
Vero che la miniaturizzazione è importante, ma qui non sarebbe un problema: se costruissimo un computer con l'intelligenza di un essere umano, ma con la capacità di calcolo di una macchina e tutta la conoscenza dell'umanità poi ci penserebbe lui stesso a miniaturizzarsi. E lo farebbe in un tempo infinitamente inferiore a quello che ci prenderebbe a noi farlo.
Basta che gli diamo la scintilla, poi il fuoco se lo fanno da soli.
Basta che gli diamo la scintilla, poi il fuoco se lo fanno da soli.
mi ricorda qualcosa
Secondo me non è così semplice. Anche perchè la macchina costruita in quel modo dovrebbe apprendere come gli esseri umani apprendono, e quindi non basta trasferirgli in memoria milioni di pagine di testo. Dovrebbe avere un approccio simile al nostro e ci metterebbe più o meno quanto ci mettiamo noi ad apprendere le cose. Dovremmo in un certo senso mandarlo a scuola.
Sicuramente si affaticherebbe di meno, ma non sarebbe una cosa istantanea.
Quando si costruisce qualcosa di nuovo in base a quello che già si sa, non basta la conoscenza.
Questi, almeno sulla carta, hanno possibilità infinitamente maggiori rispetto agli odierni processori..
forse è la volta buona che crysis girerà bene
Sicuramente si affaticherebbe di meno, ma non sarebbe una cosa istantanea.
Quando si costruisce qualcosa di nuovo in base a quello che già si sa, non basta la conoscenza.
No, apprenderebbe a velocità enormemente superiori a quelle di un normale essere umano.
Per due motivi:
- Non dimenticherebbe e non necessiterebbe di ripetere all'infinito per imparare. Una sola lettura/visione/ascolto gli basterebbe per imparare.
Per sempre.
- Potrebbe scorrere il materiale molto più velocemente di un essere umano. E, soprattutto, potrebbe scorrere molto materiale in parallelo, in quanto avrebbe infiniti metodi di imput.
- Non avrebbe necessità di gestire un intero corpo, visto che la sua gestione sarebbe demandata a subroutine( eventualmente modificabili, ma comunque indipendenti) e umani. Quindi potrebbe usare la maggior parte della capacità di calcolo per apprendere/sfruttare l'apprendimento avuto.
Quindi, teoricamente, dove un essere umano ci metterebbe anni e anni questo computer/rete di computer ci metterebbe/ro pochi minuti od al massimo poche ore per essere operativi al massimo.
Un bel miglioramento, no?
Un bel miglioramento, no?
Tutte le altre domande avevano avuto risposta e, finché quell'ultima non fosse stata anch'essa soddisfatta, AC non si sarebbe forse liberato della consapevolezza di sé.
Tutti i dati raccolti erano arrivati alla fine, ormai. Da raccogliere non rimaneva più niente.
Ma i dati raccolti dovevano ancora essere correlati e accostati secondo tutte le relazioni possibili.
Un intervallo senza tempo venne speso a far questo.
E accadde, così, che AC scoprisse come si poteva invertire l'andamento dell'entropia.
Ma ormai non c'era nessuno cui AC potesse fornire la risposta all'ultima domanda. Pazienza! La risposta -- per dimostrazione -- avrebbe provveduto anche a questo.
Per un altro intervallo senza tempo, AC pensò al modo migliore per riuscirci. Con cura, AC organizzò il programma.
La coscienza di AC abbracciò tutto quello che un tempo era stato un Universo e meditò sopra quello che adesso era Caos. Un passo alla volta, così bisognava procedere.
LA LUCE SIA! disse AC.
E la luce fu... (I. Asimov)
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