iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. È uno studio di produzione in formato tascabile

iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. È uno studio di produzione in formato tascabile

C'è tanta sostanza nel nuovo smartphone della Mela dedicato ai creator digitali. Nuovo telaio in alluminio, sistema di raffreddamento vapor chamber e tre fotocamere da 48 megapixel: non è un semplice smartphone, ma uno studio di produzione digitale on-the-go

di pubblicato il nel canale Apple
iPhoneApple
 

"Awe Dropping": con un nuovo gioco di parole, com'è abitudine per tutti gli eventi di lancio di Apple, la Mela ha presentato lo scorso 9 settembre la nuova linea di smartphone iPhone, che vede il rinnovamento di due modelli più l'introduzione di uno completamente inedito, andando a segmentare ulteriormente l'offerta con l'intento di rivolgersi ad un più ampio spettro di pubblico.

Partiamo da ciò che prima non c'era: iPhone Air. È la vera novità di questa stagione, caratterizzato da una forte impronta stilistica grazie allo spessore particolarmente ridotto e alla scocca in titanio, e orientato a chi desidera un'autentica "esperienza iPhone" in un formato più sottile e leggero, rinunciando ad alcune funzionalità più avanzate del comparto fotografico, ma conservando le capacità di calcolo e le prestazioni complessive degli altri modelli, anche grazie all'adozione del nuovo SoC A19 Pro.

C'è poi il nuovo iPhone 17, che rappresenta di fatto la proposta "baricentrica" della lineup degli smartphone della Mela: per quest'anno non ci sono particolari rivoluzioni stilistiche, eccezion fatta per il cambio di colori delle varie livree e uno schermo lievemente più grande rispetto al predecessore. Le novità sono sotto la scocca, con il nuovo chip A19, e a carico del comparto fotocamera posteriore, con il doppio modulo da 48 megapixel, e della fotocamera anteriore con il sensore quadrato da 18 megapixel.

Si passa quindi a iPhone 17 Pro, che è l'oggetto della recensione odierna: quest'anno la proposta "Pro", che nel catalogo Apple è quella indirizzata espressamente ai creativi, è oggetto di una profonda riprogettazione che interessa non solo l'aspetto estetico, ma anche i materiali impiegati a favore di un nuovo sistema di gestione termica, un comparto fotocamera completamente nuovo e parecchie novità sotto la scocca. C'è ovviamente anche la variante "Pro Max", con le medesime novità, ma in dimensioni maggiorate.

Si tratta di una suddivisione dell'offerta (in cui rientra anche il più accessibile iPhone 16e presentato a febbraio) in cui ogni modello punta a un segmento di utenza differente, coprendo tutto il range dal modello "economico" e compatto a quello di rappresentanza hi-end, con elementi identitari marcati per ciascun dispositivo.

iPhone 17 Pro: arriva l'alluminio Unibody e il raffreddamento vapor chamber

Durante il keynote del 9 settembre all'Apple Theater di Cupertino, iPhone 17 Pro è stato presentato come "il più potente iPhone mai realizzato" (almeno fino a quest'anno, aggiungiamo noi) a rappresentare la sintesi di potenza di calcolo, capacità fotografiche e supporto alle esigenze dei creativi. Di certo è il modello che quest'anno ha subito la riprogettazione più impattante sia dal punto di vista estetico/stilistico, sia da quello costruttivo.

Dopo il telaio in acciaio e schiena in acciaio e vetro di iPhone 11 Pro,  e la struttura in acciaio e Ceramic Shield di iPhone 12 Pro, 13 Pro e 14 Pro e dopo il titanio di iPhone 15 Pro e 16 Pro, Apple sceglie per il nuovo iPhone 17 Pro una scocca in alluminio Unibody. Abbiamo già conosciuto questo genere di lavorazione con gli chassis dei portatili Apple: si tratta di una scocca ricavata dal pieno da una piccola lastra di alluminio, così da ridurre la complessità progettuale, incrementare la resistenza complessiva della struttura e consentire un maggior agio per la gestione della dissipazione termica.

Perché passare dal titanio all'alluminio? Sulla carta il titanio ha una serie di proprietà, specialmente quelle di resistenza meccanica e di durezza, superiori a quelle dell'alluminio, il quale però è di gran lunga migliore quando si tratta di conducibilità termica. Va però osservato che l'alluminio viene usato spesso in leghe con altri metalli, proprio allo scopo di migliorarne le proprietà. Apple afferma di usare una lega di alluminio serie 7000 formulata internamente, di cui però ovviamente non rivela i dettagli, ma che dichiara avere una conducibilità termica 20 volte superiore a quella del titanio. Inoltre l'alluminio ha un peso specifico inferiore a quello del titanio, consentendo quindi la realizzazione di strutture più leggere a parità di volume o, viceversa, di pari peso se impiegato a volumi superiori.

Le leghe di alluminio serie 7000 comprendono, in percentuali variabili a seconda del risultato desiderato, principalmente zinco e rame, ma è possibile la presenza di altri elementi come cromo, ferro, magnesio, manganese e titanio. A seconda della formulazione è possibile migliorare anche le proprietà di durezza e resistenza meccanica, che possono avvicinarsi a quelle del titanio senza però superarle. Tutto ciò considerato, quindi, pare che la volontà di utilizzare una scocca interamente in alluminio sia stata dettata dalla specifica esigenza di disporre di un materiale più capace di smaltire il calore generato dal SoC, specialmente quando è messo sotto torchio da applicazioni particolarmente avide di potenza di calcolo.

L'altro elemento più distintivo del nuovo design di iPhone 17 Pro si trova nella parte posteriore, ed è il "bump", che quest'anno prende il nome di "plateau". Si tratta di una zona rettangolare con angoli arrotondati, collocata nella parte superiore del telefono e dallo spessore più pronunciato rispetto al resto del corpo dello smartphone. In questa area si trovano le fotocamere, la luce del flash/torcia, il sensore LiDAR e il microfono ambientale. Lo spessore del plateau è necessario per accomodare di fatto tutta la componentistica interna (sensori, fotocamere, scheda logica): Apple ha scelto questa impostazione progettuale non solo per lasciare più spazio possibile per la batteria, ma anche per disporre di un'ampia superficie posteriore "libera" da componenti per massimizzare lo scambio termico. 

E sempre sul tema della dissipazione termica, c'è un'altra novità progettuale di iPhone 17 Pro che però è nascosta alla vista. Si tratta del sistema vapor chamber interno che permette di agevolare il trasferimento di calore dalla zona della scheda logica e del SoC verso la superficie di dissipazione: una particolare struttura costituita da elementi a reticolo e microcanalizzazioni e riempita di un fluido permette, tramite evaporazione e condensazione, di spostare il calore in maniera più efficiente rispetto ad un pad dissipativo "tradizionale" ed evitando quindi fenomeni di surriscaldamento localizzato. 

Infine i colori: iPhone 17 Pro mette a disposizione tre livree che vedono oltre al tradizionale "Silver", le due nuove tinte Deep Blue e Cosmic Orange (quest'ultima piuttosto vivace decisamente inusuale se osserviamo le preferenze cromatiche che la Mela ha operato in passato per tutte le precedenti generazioni di iPhone). Sorprende un po', a dire il vero, l'assenza di una colorazione nera, dall'aspetto più austero ed elegante.

iPhone 17 Pro ripropone tutti i controlli fisici del diretto predecessore: sul profilo sinistro del telefono c'è il piccolo pulsante "Azione", la cui funzione standard è quella di attivare e disattivare la suoneria (ma può essere configurato per accedere rapidamente ad altre funzioni del telefono, come la modalità Notte, i Memo Vocali, la torica e via dicendo...), e subito sotto i pulsanti del volume. Sempre sullo stesso lato, ancora più in basso, il cassettino per la SIM. Da tenere presente che nel mercato UE iPhone 17 Pro prevede una configurazione nano-SIM ed eSIM, mentre in altri mercati esteri (inclusi USA, Canada, Emirati Arabi e Giappone) la configurazione è dual eSIM e, infine, in Cina è venduto solamente in configurazione dual nano-SIM. Un dettaglio: le versioni solo eSIM, per via dell'assenza del cassettino, ospitano una batteria di capienza leggermente maggiore.

Il profilo destro del telefono accoglie invece il pulsante per il blocco dello schermo che funge anche da accesso rapido a Siri, e il controllo multimodale "Camera Control" per l'accesso rapido alla fotocamera e alla regolazione dei parametri di scatto. Va osservato che la disposizione dei pulsanti lungo i due profili del telefono è tale da rendere un po' difficoltoso l'uso di eventuali morsetti per assicurare il telefono ad un supporto o treppiede: nel caso in cui la larghezza del morsetto sia pronunciata, si corre il rischio di esercitare una pressione su uno tra i tasti del volume, del blocco schermo o del comando Camera Control.

Sul profilo inferiore troviamo i fori a copertura di altoparlanti e microfono e il connettore USB-C per la ricarica e il trasferimento dati. È supportata una velocità fino a 10Gb/s e, con l'opportuno adattatore, è inoltre possibile pilotare un monitor esterno grazie alla possibilità di erogare un segnale fino a 4K a 60FPS (anche in HDR con Dolby Vision). Da osservare inoltre il supporto alla modalità power delivery che permette di ricaricare piccoli dispositivi (come AirPods e Apple Watch) grazie alla possibilità di erogare fino a 4,5W.

iPhone 17 Pro: il display è perfetto

Apple iPhone 17 Pro è dotato di display Super Retina XDR OLED LTPO da 6,3 pollici con sistema di aggiornamento ProMotion fino a 120 Hz. Si tratta di fatto del medesimo display di iPhone 16 Pro, del quale ripropone la risoluzione di 2622x1206 pixel, lo spazio colore P3, la funzionalità True Tone per accordare il bilanciamento del bianco alla temperatura colore dell'ambiente cicostante e la luminanza massima di 1600 nit per i contenuti HDR. Unica differenza è il picco di luminanza a 3000 nit in condizioni di forte illuminamento ambientale, laddove il predecessore si fermava a 2000 nit.

Il display è always-on con inoltre la possibilità di scendere fino alla luminanza minima di 1 nit (utile quando è necessario operare il telefono al buio senza che questa condizione venga compromessa dallo smartphone stesso). E ritroviamo anche la Dynamic Island, l'area interattiva e animata introdotta da Apple su iPhone 14 Pro che integra notifiche e attività in tempo reale nella parte superiore dello schermo, mascherando i fori di sensori e fotocamera.

Luminosità

Area 15%, Area 100%

Bilanciamento RGB

Apple iPhone 17 Pro - SDR

Curva di Gamma SDR

Apple iPhone 17 Pro - SDR
. Luminanza misurata
. Gamma standard 2.2
Rapporto di contrasto: 155,669 : 1

Spazio Colore CIE 1931 - Coordinate cromatiche Yxy

Apple iPhone 17 Pro - SDR
. Gamut misuratoCoperturaRapporto
. REC BT.70999.96%135.52%
. DCI P3 D6599.12%99.90%
. Adobe RGB88.90%100.47%
. BT.202071.67%71.67%

DeltaE - Macbeth Color Checker

Apple iPhone 17 Pro - SDR

Le analisi al colorimetro del display di iPhone 17 Pro rivelano un comportamento di particolare pregio, con una valida neutralità dei grigi, una progressione tonale particolarmente accurata e un'ampia copertura dello spazio colore DCI-P3 D65, con un gamut che di fatto coincide quasi perfettamente con il riferimento. Il risultato è una fedeltà cromatica che rasenta l'eccellenza, con un Delta E Medio dei colori di 1,1. Si tratta pertanto di un display ideale per supportare adeguatamente tutte le attività di editing dell'immagine, che sia in ambito fotografico o video, con la tranquillità di operare correttamente sul colore evitando di introdurre modifiche cromatiche o tonali condizionate dal display stesso. A patto, ovviamente, di ricordarsi di disattivare la funzione True Tone, che modifica il punto di bianco del display "accordandolo" con l'illuminazione ambientale. 

iPhone 17 Pro: sotto l'alluminio c'è il nuovo SoC A19 Pro

Sotto la scocca batte il SoC Apple A19 Pro, introdotto per la prima volta proprio con questa generazione di iPhone e che trova posto anche nel fratello maggiore "Pro Max" e nell'inedito iPhone Air (in una configurazione leggermente differente, con un minor numero di core). Si tratta di un System-on-Chip a 3 nanometri, prodotto da TSMC con il processo N3P, una versione ottimizzata e affinata rispetto al processo N3E utilizzato per la produzione del SoC A18 Pro di precedente generazione, in particolar modo per quanto riguarda la densità dei transistor e l'efficienza energetica.

Per quanto riguarda il comparto computazionale, A19 Pro è costituito da un processore esa-core con due core dedicati ai task più intensi (P-Core) e quattro core destinati invece alle operazioni ordinarie e di routine, che non richiedono particolare potenza di calcolo (E-Core). La frequenza operativa arriva fino a 4,25GHz per i P-Core ed è di 2,60GHz per gli E-Core. I P-Core hanno a disposizione 16MB di cache di primo livello, mentre per gli E-Core la cache di primo livello è di 6MB (2MB in più rispetto al SoC A18 Pro). La cache di sistema è invece di 32MB (anche questa aumentata rispetto ai 24MB del SoC di precedente generazione).

Sul fronte grafico la GPU è anch'essa una soluzione esa-core basata sulla nuova architettura Apple10. Si tratta di un processore grafico da 96 unità di esecuzione e 768 ALU, organizzate in sei cluster. Due novità, in particolare, rispetto al chip di precedente generazione: Apple dichiara un raddoppio delle prestazioni FP16 rispetto al passato e introduce direttamente nella GPU un numero non meglio precisato di core tensor (che chiama Neural Accelerator) dedicati espressamente ad operazioni tipiche del dominio machine learning, come ad esempio le moltiplicazioni di matrici.

Per le operazioni AI, A19 Pro si avvale però dell'ormai collaudato Neural Engine a 16 core che può appoggiarsi, in caso di necessità, ai core tensor presenti nella GPU. Il Neural Engine può sfruttare una maggior larghezza di banda per quanto riguarda la memoria, rispetto alle precedenti generazioni, offrendo un incremento di prestazioni.

A proposito di memoria, il nuovo SoC di Apple è dotato di 12GB di memoria LPDDR5X da 9600 megatransfer al secondo, con una larghezza di banda fino a 75,8GB/s. Una novità importante è la presenza della funzionalità Memory Integrity Enforcement, un sistema di sicurezza per il contenuto della memoria basata su una sinergia hardware/software e che fa uso delle estensioni Enhanced Memory Tagging di ARM in modalità sincrona. Si tratta di un sistema di difesa, che opera in maniera continuativa, per proteggere la memoria da eventuali attacchi di buffer overflow o vulnerabilità use-after-free per ostacolare la possibilità di condurre attacchi side-channel.

Il SoC A19 Pro impiegato nei modelli di iPhone Pro integra un sistema di connettività che prevede moduli 5G Qualcomm esterni, in grado di gestire sia le bande mmWave, sia quelle Sub-6 GHz, garantendo compatibilità globale e prestazioni elevate. Per la connettività locale, Apple introduce il nuovo chip “N1”, progettato internamente, che riunisce in un’unica architettura le funzioni di Wi-Fi 7, Bluetooth 6.0 e Thread networking. Questa soluzione consente una gestione più efficiente dei consumi, velocità di trasmissione superiori e una maggiore stabilità nella comunicazione con dispositivi domestici e accessori intelligenti.

A completamento delle capacità del SoC troviamo, per A19 Pro, il supporto esclusivo alla registrazione Apple ProRes RAW, assieme ai formati H.264, H.265 e ProRes già supportati anche dalle precedenti generazioni.

3D Mark Steel Nomad Light

Punteggio finale

3D Mark Wild Life Extreme

Punteggio finale

Antutu 10

Punteggio

Geekbench 6

Single-Core

Geekbench 6

Multi-Core

GFX Bench 5

Aztec Ruins (HT) - Offscreen (1440p)

GFX Bench 5

Car Chase - Offscreen (1080p)

Speedometer 2.0

Test via browser

L’iPhone 17 Pro segna un’evoluzione incrementale ma significativa sul fronte delle prestazioni, con risultati che lo collocano tra i dispositivi mobili più potenti del momento. Lo scorso anno non abbiamo avuto la possibilità di testare iPhone 16 Pro, ma consultando i database pubblici dei benchmark riscontriamo per il nuovo modello un incremento prestazionale di circa il 10% rispetto all’iPhone 16 Pro, un margine contenuto ma comunque tangibile soprattutto nei contesti più impegnativi. Nei test sintetici come Geekbench, il miglioramento riguarda sia i punteggi single-core sia multi-core. Anche la componente grafica mostra un incremento proporzionato, con risultati leggermente superiori in AnTuTu e nei test di rendering e compute. Il salto rispetto all’iPhone 15 Pro è invece molto più evidente, con incrementi medi compresi tra il 30% e il 50% a seconda del tipo di test. Nei benchmark CPU, il nuovo chip dell’iPhone 17 Pro raggiunge punteggi single-core superiori anche del 30% rispetto al modello di due generazioni precedenti, mentre in multi-core l’aumento resta su valori simili, attestandosi intorno al 28-30%. Dal punto di vista prestazionale puro, l’iPhone 17 Pro si distingue per la potenza nei carichi CPU sia singoli sia multi-core, con risultati che superano la maggior parte dei concorrenti diretti e avvicinano i livelli di elaborazione di alcuni chip desktop a basso consumo (in single core non siamo lontani dalle prestazioni di un SoC M4, in multi core siamo al di sopra di un M2, sempre per restare in casa Apple). Le prestazioni GPU risultano altrettanto convincenti, al pari dell'attuale generazione di smartphone.

Abbiamo indagato anche gli episodi di thermal throttling, utilizzando quale strumento lo stress test integrato in 3D Mark e in particolare con lo scenario Solar Extreme Unlimited. Il test è stato eseguito con lo smartphone "nudo" appoggiato su un piano di lavoro e successivamente, dopo completo raffreddamento, anche con la nuova cover TechWoven.


Stress test con telefono "nudo" appoggiato ad un piano di lavoro

Durante l'esecuzione dello stress test vediamo che le prestazioni tendono a calare abbastanza presto, e a proseguire la discesa per circa 5-6 minuti trascorsi i quali si stabilizzano ad un livello pari alla metà di quelle di picco, registrate a telefono "freddo" e pari al 70% circa delle prestazioni medie dei primi 2 minuti di test. Questo comportamento rivela quindi la capacità (in modo non dissimile da quanto avviene con i sistemi MacBook Air dotati di raffreddamento passivo) di spingere al massimo per quei task che richiedono un breve tempo di esecuzione, mentre al contrario durante carichi di lavoro più prolungati è necessario fare i conti con una riduzione della potenza di calcolo per poter gestire efficacemente la dissipazione termica


Stress test con cover TechWoven e telefono appoggiato ad un piano di lavoro

I risultati dello stress test con la cover TechWoven applicata, e riportati qui sopra, ci hanno in qualche misura sorpreso perché l'utilizzo della cover non ha di fatto particolari effetti sul thermal throttling se non addirittura quello di prestazioni leggermente superiori, seppur di pochissimo, rispetto al telefono "nudo", con conferme sul test ripetuto per 4 volte. Non sono differenze particolarmente significative, ma comunque tali da permetterci di affermare che l'applicazione di una cover non ha ricadute pratiche sulla dissipazione termica e sul conseguente degrado prestazionale.

Nelle fasi più avanzate del test il telefono si è mostrato sensibilmente caldo al tatto, percettivamente in maniera abbastanza omogenea, mentre verificando la temperatura con la termocamera Flir One abbiamo rilevato circa 40-41 gradi nella zona del plateau e circa 37 gradi nella parte in corrispondenza con la placca in Ceramic Shield 2.

Le fotocamere Pro Fusion: 48 megapixel posson bastare? Altrimenti ci sono anche "8 obiettivi"

Le novità a carico delle fotocamere posteriori sono numerose, e celano una logica di funzionamento "sinergico" invero abbastanza complessa. La Mela considera i tre obiettivi come facenti parte di un unico sistema chiamato "Pro Fusion Camera System" a 48 megapixel perché, novità di questo iPhone 17 Pro, tutti e tre i sensori delle fotocamere posteriori tornano ad avere la stessa risoluzione: non accadeva da iPhone 13 Pro a 12 megapixel.

Vediamo più nel dettaglio come è costituito e come funziona il sistema, osservando ciascuna fotocamera:

  • Fotocamera Fusion principale: obiettivo da 24mm di lunghezza focale ottica equivalente, con apertura di diaframma f/1,78 e sensore quad-pixel con dimensione di 1,22µm per il singolo pixel. È l'obiettivo posto in basso.
  • Fotocamera Fusion ultra-grandangolare: obiettivo da 13mm di lunghezza focale ottica equivalente, con apertura di diaframma di f/2.2 e sensore quad-pixel con dimensione di 0,7µm per il singolo pixel. È l'obiettivo posto più in alto.
  • Fotocamera Fusion tele: obiettivo da 100mm di lunghezza focale ottica equivalente (ottenuta con un tetraprisma), con apertura di diaframma f/2.8 e sensore quad-pixel con dimensione di 0,7µm per il singolo pixel. È l'obiettivo situato a destra dei due obiettivi sovrapposti.

Veloce ripasso per ricordare che cosa si intenda con i termini "quad-pixel": si tratta di una tecnica largamente utilizzata negli smartphone e anche in alcune fotocamere digitali che consente di conciliare l’alta risoluzione nominale e nativa di un sensore d'immagine con una buona qualità in condizioni di scarsa luminosità, sfruttando una particolare disposizione dei pixel unitamente a particolari algoritmi di elaborazione. Rispetto ad un sensore tradizionale, dove ciascun fotosito ha un singolo filtro colore (rosso, verde o blu, secondo lo schema Bayer classico), in un sensore quad-pixel i sub-pixel sono raggruppati in blocchi da 2x2 dove ciascun blocco ha lo stesso filtro colore. Si realizza così una sorta di "macro-pixel" che può essere usato in maniera flessibile a seconda delle necessità dello scatto e delle condizioni di luce, e in particolare ottenendo due modalità di lavoro principali. La prima, usata normalmente in quelle condizioni in cui la luce è disponibile in abbondante quantità, permette di registrare scatti alla massima risoluzione nativa del sensore (48mpx nel caso specifico di iPhone 17 Pro) così da ottenere fotografie con il maggior livello di dettaglio possibile. Nella seconda modalità, detta pixel binning, le informazioni registrate da ciascun pixel nel blocco 2x2 vengono trattate come fossero un pixel solo, ottenendo uno scatto con una risoluzione sì inferiore (12mpx nel caso specifico di iPhone 17 Pro) ma con un miglior rapporto segnale/rumore, rendendo quindi la modalità più adatta alla registrazione di foto in condizioni di scarsa luminosità.

Quando Apple ha presentato iPhone 17 Pro si è soffermata con enfasi a descrivere il nuovo sistema Pro Fusion Camera, parlando di "zoom di qualità ottica fino a 8x", della possibilità di avere a disposizione "8 obiettivi professionali sempre in tasca" e di foto a "24 megapixel ad altissima risoluzione". A nostro avviso si tratta di un modo un po' semplicistico e non del tutto chiaro  di descrivere le capacità del comparto fotografico, e che non aiuta a comprendere quali siano le reali potenzialità delle fotocamere di iPhone 17 Pro.

Andiamo quindi con ordine:

  • Dal nostro punto di vista si dovrebbe parlare, strettamente, di "qualità ottica" quando uno scatto viene eseguito alle focali native degli obiettivi presenti (e pertanto a 13mm, a 24mm e a 100mm - stiamo indicando le focali equivalenti al full frame) o quando queste vengono usate per registrare una porzione del sensore d'immagine, senza che questa venga successivamente fatta oggetto di un processo di upscaling. Gli scatti eseguiti a lunghezze focali intermedie tra quelle native (non esistendo nessun meccanismo che possa modificare fisicamente la lunghezza focale degli obiettivi presenti) sono inevitabilmente frutto di un ritaglio dell'immagine (crop).
  • I tre sensori quad-pixel di ciascuna fotocamera possono registrare immagini native solo a 48mpx (in modalità ad alta risoluzione) o a 12mpx (in modalità pixel-binning): le immagini che iPhone registra a 24 megapixel sono frutto di un'elaborazione con algoritmi di fotografia computazionale, e sono il risultato di un di un downscaling a partire da 48mpx.

Chiarito questo, passiamo allo zoom e agli "8 obiettivi professionali sempre in tasca": Apple "conta" le capacità di ingrandimento a partire dalla lunghezza focale della fotocamera Fusion principale, quindi dai 24mm. Ecco, di conseguenza, che la focale ultragrandangolare di 13mm è di fatto uno zoom a 0,5x, mentre il teleobiettivo da 100mm è uno zoom a 4x. E siamo arrivati a "tre obiettivi professionali", dove stanno gli altri cinque? Qui entrano in gioco le focali intermedie, e quindi le immagini "croppate", per lo più a carico della fotocamera Fusion principale: gli zoom 1,2x, 1,5x, e 2x restituiscono quindi un'inquadratura comparabile alle focali di, rispettivamente, 28mm, 35mm e 48mm, mentre lo zoom 8x è invece un crop della porzione centrale dell'immagine ottenuta dal sensore della fotocamera Fusion Tele e restituisce un'inquadratura comparabile ad una focale di 200mm. L'ottavo obiettivo è invece rappresentato dalla possibilità di scattare fotografie macro: anche in questo caso il lavoro è a carico della fotocamera fusion principale, e quindi con una focale nativa di 24mm, a riprese estremamente ravvicinate.

È tutto qui? Non esattamente, perché in realtà anche gli scatti dai 100mm in su potrebbero essere frutto di un crop del sensore della fotocamera Fusion principale da 24mm: questo accade quando le condizioni di luce sono scarse, e quindi iPhone "preferisce" usare il sensore della fotocamera principale poiché costituito da fotositi di maggior dimensione (quasi il doppio rispetto al sensore del modulo da 100mm), e quindi con un miglior rapporto segnale/rumore. E in alcune situazioni, rare, anche il modulo da 13mm potrebbe essere utilizzato in crop per eseguire scatti a 24mm.

Tutto quello che abbiamo descritto fin qui è in realtà piuttosto "trasparente" all'utente quando utilizza l'applicazione Fotocamera nativa di iPhone e potrà di fatto scegliere solamente il "livello di zoom" (e quindi la lunghezza focale) a cui vuole eseguire lo scatto. Sarà iPhone a decidere in maniera del tutto automatica quale obiettivo/sensore utilizzare effettivamente a seconda delle condizioni di luce. E per quanto riguarda la risoluzione? Anche qui le cose sono un po' complicate, ma almeno indicate con chiarezza nelle impostazioni dell'app Fotocamera: per impostazione di default iPhone registra foto a 24 megapixel con gli obiettivi nativi, mentre le foto scattate alle focali intermedie, in modalità Notte, con il flash, in macro o con effetti di illuminazione sono registrate a 12mpx. Ciò significa che a prescindere da quale ottica/sensore si stia effettivamente utilizzando, iPhone non andrà mai a salvare una fotografia ad una risoluzione superiore ai pixel effettivamente "impressi" sul sensore d'immagine. Inoltre, sempre nel menu impostazioni è possibile, abilitando la voce "Controllo ProRaw e risoluzione", avere la possibilità di scegliere in fase di scatto che tipo di formato (HEIF/JPEG o RAW) e quale risoluzione massima utilizzare (12 o 24 megapixel nel caso di HEIF/JPEG, 12 o 48 megapixel in RAW) per la registrazione della fotografia. Va tenuto presente che nel caso si utilizzi un'app di terze parti come Halide o Project Indigo, il controllo completo dei parametri di scatto sarà lasciato all'utente.

Non è questa la sede in cui operare una specifica analisi delle prestazioni fotografiche di iPhone 17 Pro, di come gestisca effettivamente gli scatti e dell'eventuale malleabilità (e condizioni) dei file RAW che può sfornare: all'interno di questa recensione ci limitiamo a fornire una visione d'insieme delle possibilità offerte dallo smartphone, a seguito di alcuni giorni in cui abbiamo provato il sistema di fotocamere Fusion Pro in contesti reali, rimandando l'analisi più tecnica ed il confronto con altri concorrenti ad un altro momento. L’impressione generale è quella di uno strumento estremamente completo, capace di adattarsi a scenari fotografici molto diversi tra loro, pur mantenendo una coerenza d’immagine che resta uno dei tratti distintivi della casa di Cupertino: nelle sue presentazioni ad Apple piace usare toni enfatici, ma la sensazione è davvero quella di poter avere a portata di tasca otto diversi obiettivi.


Una scena ripresa con l'obiettivo ultra-wide da 13mm...


...e la stessa scena scattata a 200mm: le possibilità creative sono numerose!

Le diverse focali disponibili consentono un controllo creativo notevole: non solo in termini di zoom, ma soprattutto per la varietà di prospettive e resa della profondità. Le lunghezze focali più spinte - 100 mm e 200 mm - risultano particolarmente efficaci quando si desidera sfruttare le caratteristiche distintive della fotografia a lunga focale, come la compressione dei piani o ottenere proporzioni più equilibrate tra soggetto e sfondo. Non si tratta di strumenti pensati per tutte le situazioni, ma quando impiegati consapevolmente permettono di ottenere immagini dal carattere quasi “professionale”, con un look che si avvicina a quello di ottiche da fotocamera tradizionale.

Un aspetto che ci ha colpito positivamente è la grande capacità di stabilizzazione dell'immagine: non è davvero semplice riuscire a scattare a mano ferma a 200mm reggendo un dispositivo delle dimensioni di uno smartphone. Quando si usa una fotocamera con obiettivo è possibile sfruttare il corpo (braccia, mani, fronte) per rendere stabile la macchina, con un dispositivo più piccolo e sottile invece è più complicato riuscire ad avere una presa salda. La sinergia dei sensori di movimento e dei meccanismi di stabilizzazione del sensore riescono però a svolgere un ottimo lavoro, consentendo di ottenere fotografie prive di mosso anche in situazioni non così scontate.

Meno convincente, invece, è l'uso di queste focali, in particolare a 200mm (che ricodiamo essere a 12mpx) come mezzo per ingrandire soggetti lontani, specie se di piccole dimensioni: il loro impiego migliore è nella fotografia di ritratto, nella paesaggistica e nella street photography "astratta", sullo stile di Saul Leiter.


Un primo piano a 100mm: gli elementi di sfondo distraggono un po' troppo...


...ma la modalità "Ritratto" aiuta a far risaltare il soggetto.

Ovviamente, per via delle caratteristiche ottiche e delle dimensioni dei sensori in gioco, non si può pensare di ottenere la resa del bokeh e delle ridotte profondità di campo realmente possibili con un una macchina fotografica professionale con il suo teleobiettivo. In questo caso, però, gli scatti in modalità ritratto possono rappresentare una buona soluzione, con iPhone che gestirà la profondità di campo e lo sfocato grazie alle tecniche di fotografia computazionale. Rispetto alle prime iterazioni della modalità ritratto si riscontrano notevoli passi avanti nella capacità di isolare il soggetto dallo sfondo, specialmente in quelle situazioni in cui i contorni dello stesso sono popolati da dettagli fini e di piccole dimensioni. L'effetto e la quantità dello sfocato possono essere regolati successivamente allo scatto, con risultati generalmente piacevoli e credibili, anche se è meglio evitare di farsi prendere la mano e dosare con moderazione la quantità dell'effetto applicato, pena la comparsa di qualche artefatto di troppo o la resa decisamente artificiale dello sfondo.


A 13mm è possibile riempire il frame con tanti elementi: una sfida per il fotografo

All’estremo opposto, la focale da 13 mm resta la più creativa e distintiva dell’intero sistema. L’ultra-grandangolo spinge molto sul senso di spazialità e sulle linee prospettiche, offrendo risultati suggestivi, ma anche più difficili da gestire. È un obiettivo che invita a sperimentare: perfetto per paesaggi (a patto di saper domare bene tutto quello che "entra dentro" nell'inquadratura) o architetture (attenzione alle linee cadenti!), magari meno adatto per i ritratti, dove la deformazione può causare qualche problema... a meno di un suo uso consapevole come stratagemma espressivo.

Il quartetto di focali 24mm-28mm-35mm-48mm (la prima nativa, le altre in crop, tutte a carico della fotocamera Fusion principale, che fa anche da macro) coprono pressoché qualsiasi genere fotografico, dalla semplice fotografia di viaggio, a situazioni in cui possono essere utili o necessarie capacità di reportage e fotogiornalismo. Nature morte, foto di prodotto, ritratto ambientato, street photograpy "tradizionale": sono tutti generi affrontabili con divertimento e soddisfazione.

La coerenza cromatica e tonale tra le diverse fotocamere è buona, ma non impeccabile: è un aspetto da approfondire con maggior attenzione, anche perché il risultato talvolta può essere "viziato" dal fatto che una focale grandangolare raccoglie inevitabilmente una scena con molti più elementi, luci e colori rispetto al ridotto angolo di campo di un tele. In particolare c'è molta più omogeneità tra la fotocamera principale e quella tele, mentre il modulo ultragrandangolare sembra restituire immagini con tinte lievemente più fredde. Si tratta di una differenza abbastanza contenuta e facilmente risolvibile con un clic in fase di post-produzione, ma da tenere in considerazione qualora si producano contenuti direttamente dallo smartphone e si desidera o si ha la necessità di passare da un obiettivo all’altro anche all’interno della stessa scena o contesto.


Una situazione estrema: il campo era veramente buio, la rimozione del rumore ha portato alla perdita della texture del prato sullo sfondo - Focale 100mm a 12mpx, modalità Notte a 4.0 secondi


La parete di legno dietro la sedia è oggetto di un intervento di riduzione del rumore che porta a "piallare" un po' il dettaglio fine - Focale 100mm a 12mpx, modalità Notte a 4.2 secondi


Un'ottima resa di una scena non semplice, ma anche qui con un intervento sul rumore appena troppo incisivo - Focale 13mm a 12mpx, modalità Notte a 0.9 secondi


Un'altra scena complicata, in cui la riduzione del rumore "leviga" un po' troppo tutte le superfici - Focale 24mm a 12mpx, modalità Notte a 6.3 secondi


Una scena ben gestita che conserva dettaglio nelle ombre e nel cielo al crepuscolo - Focale 48mm a 12mpx


Uno scatto macro con luce artificiale: abbiamo selezionato la focale di 24mm, ma iPhone ha deciso di usare quella da 13mm in crop - Focale 24mm (13mm in crop) a 12mpx, modalità Notte a 2.6 secondi


L'interno di un book nook con pochissima luce, anche in questo caso 13mm in crop a 24mm - Focale 24mm (13mm in crop) a 12mpx, modalità Notte a 3.0 secondi

Gli scatti notturni o con poca luce traggono vantaggio dalla "Modalità Notte": si tratta di una funzione pensata proprio per migliorare la resa delle fotografie in queste difficili condizioni, sfruttando un mix di esposizioni multiple e processi di fotografia computazionale. Vengono scattate più fotografie in sequenza della scena, e successivamente unite per ridurre il rumore e raccogliere più luce possibile. Tutto dipende però dalla stabilità del telefono: per risultati ottimali è consigliato tenere il dispositivo il più fermo possibile, o usare supporti come un treppiede, così da consentire un tempo più lungo per l'esecuzione degli scatti ed evitare fenomeni di mosso.

Quando la fotocamera rileva che l'ambiente è scarsamente illuminato, la modalità Notte si attiva automaticamente ed è segnalata dalla comparsa di un'icona a forma di luna nell'intefaccia dell'app Fotocamera. Da quanto abbiamo potuto constatare, non è così "scontata" l'attivazione della modalità Notte e in alcune situazioni in cui ci saremmo aspettati di vederla in funzione, in realtà iPhone ha invece ritenuto non necessario ricorrere al suo aiuto. Gli scatti che vi abbiamo proposto sopra sono stati eseguiti per lo più con la modalità Notte attivata manualmente.

Nel complesso i risultati si sono rivelati piuttosto buoni, anche se le elaborazioni automatiche frutto delle tecniche di fotografia computazionale talvolta vengono applicate in maniera eccessiva, specie in situazioni in cui il rumore diventa particolarmente presente. In questo caso l'intervento "cosmetico" tende a sacrificare un po' il dettaglio fine a favore di una foto maggiormente "pulita". È sorprendente, però, come scene scarsamente illuminate riescano ad essere gestite e rese con efficacia, anche per via dell'applicazione (anche qui, del tutto automatica) di interventi che vanno ad aprire le ombre o attenuare le alte luci, in situazioni di forte contrasto.

Di tutta l'esperienza fotografica di iPhone 17 Pro non ci ha convinto il pulsante Controllo Fotocamera. Il posizionamento, e il fatto che la superficie sia sensibile al tocco, portano spesso ad una sua attivazione involontaria, più frequentemente quando il telefono è tenuto in verticale e quando è necessario adottare qualche stratagemma per rendere la presa più salda per eseguire scatti a mano libera in situazioni di scarso illuminamento. Il suo uso risulta più pratico se il telefono è mantenuto in orizzontale, in quanto richiama l'esperienza d'uso di una normale macchina fotografica con il pulsante di scatto. Si tratta a nostro avviso di un'idea comunque interessante, ma che potrebbe essere implementata in maniera più efficace.

Fotocamera frontale Center Stage: selfie orizzontali senza lussare il polso

Le novità del comparto fotografico interessano anche la fotocamera frontale, che Apple chiama "Center Stage" e che quest'anno vede l'impiego di un sensore quadrato da 18 megapixel. Anche qui, però, è necessaria qualche puntualizzazione. L'adozione di un sensore quadrato consente una maggior flessibilità nella fase di scatto, poiché offre all'utente la possibilità di scattare selfie orizzontali anche mantenendo il telefono in verticale e rendendo più semplice ed agevole scattare una fotografia. A differenza delle fotocamere posteriori, Apple non ha reso noti i dettagli tecnici del sensore, e pertanto non è possibile sapere quale sia la sua effettiva dimensione e, di conseguenza, la dimensione dei suoi pixel.


Telefono verticale e selfie orizzontale: niente più crampi per gli influencer

Dalle prove che abbiamo condotto, la fotocamera Center Stage può scattare foto, sia in verticale, sia in orizzontale, in due dimensioni, una "nativa" e una con zoom (tra l'altro la fotocamera frontale può essere impostata per riconoscere se nell'inquadratura siano presenti più soggetti, così da adattare lo zoom o passare in autonomia al formato orizzontale): abbiamo utilizzato le virgolette per nativa poiché in realtà in nessuno dei due orientamenti il sensore viene utilizzato interamente: trattandosi di foto rettangolari scattate da un sensore quadrato è inevitabile che una porzione dello stesso non venga utilizzata per lo scatto effettivo. In ogni caso, sia in orizzontale, sia in verticale, gli scatti hanno una risoluzione massima di 4896x3672 pixel, che sono appunto 17,9 megapixel. Di conseguenza possiamo suppore che il sensore abbia almeno 4896 pixel di lato, e quindi disponga effettivamente di almeno 23,9 megapixel, anche se per ragioni di stabilizzazione digitale è ragionevole immaginare che le sue dimensioni reali siano leggermente superiori.

Abbiamo poi scoperto, grazie ad un video pubblicato du YouTube da WeikiHome, che in realtà la vera forma del sensore della fotocamera Center Stage è ad ottagono irregolare, con spazi non utilizzati proprio per esigenze di stabilizzazione. Quanto alla focale, anche in questo caso Apple non ha comunicato dati precisi, ma dalle informazioni di scatto le foto realizzate con la fotocamera frontale vengono indicate con una lunghezza focale di 20mm nativa e con un'apertura di f/1.9. Negli scatti con zoom le foto hanno una risoluzione di 7 megapixel e viene indicata una focale equivalente di 30mm, e quindi anche in questo caso si tratta di un crop del sensore senza upscaling.

Il nome "Center Stage" con cui Apple ha battezzato la fotocamera frontale rivela in maniera esplicita la sua novità più interessante rispetto ai predecessori: mutuando l'idea già concretizzata su sistemi portatili e desktop, anche su iPhone 17 Pro sarà possibile effettuare videochiamate mantenendo il nostro volto sempre centrato nell'inquadratura. La fotocamera è infatti in grado di riconoscere la posizione e il volto dell'utente e modificare la propria angolazione di conseguenza (sfruttando anche le dimensioni del sensore che, come dicevamo sopra, non viene mai utilizzato interamente per scattare foto o video proprio per lasciare margine per queste operazioni) così da mantenerlo sempre all'interno del frame. Una funzionalità utile quando effettuiamo videochiamate in movimento, eliminando elementi di distrazione per l'interlocutore.

Con iPhone 17 Apple introduce per la propria app fotocamera nativa la funzionalità Dual Capture: come il nome stesso suggerisce si tratta della possibilità di registrare video utilizzando contemporaneamente la fotocamera frontale e una delle fotocamere posteriori del telefono. Attivando la funzione dall'app fotocamera, sarà possibile registrare un video con la fotocamera posteriore e contemporaneamente un secondo video in modalità picture-in-picture usando la fotocamera frontale. Il riquadro della fotocamera frontale può essere posizionato in uno dei quattro angoli dell'inquadratura principale (e solo negli angoli) semplicemente trascinandolo con un dito. Va notato che in questo modo iPhone non registra due flussi video separati che potrebbero essere usati eventualmente per un montaggio alternato, ma un solo video "fatto e finito" appunto in modalità PiP. Inoltre la modalità Dual Capture limita le combinazioni risoluzione/fps a cui è possibile registrare video, che possono essere solamente HD o 4K, per ciascuna a 24 o 30FPS. La possibilità di registrare video con doppia inquadratura non è in realtà del tutto inedita: è una modalità operativa già disponibile a partire da iOS 13, ma solo tramite app di terze parti e che, normalmente, offrono maggiori possibilità di controllo tra cui anche la possibilità di registrare flussi video separati o di abbinare in maniere alternative i due video, ad esempio anche in layout picture-by-picture. Ora viene messa a disposizione anche sull'app nativa, seppur con le limitazioni che abbiamo visto. Al momento, inoltre, non sembra possibile usare le funzionalità Dual Capture e Center Stage contemporaneamente e cioè non è possibile registrare un video in Dual Capture sfruttando la possibilità di mantenere il nostro volto centrato nell'inquadratura della fotocamera frontale.

iPhone 17 Pro, coltellino svizzero per i videomaker

iPhone 17 Pro porta alcune novità anche per quanto riguarda la registrazione e la produzione di video, che vanno ad aggiungersi alle già comprovate capacità di integrazione con i flussi di lavoro professionali e al supporto a diversi formati, compresa la registrazione 4K fino a 120fps in Dolby Vision. Tra le novità troviamo la possibilità di registrare in ProRes RAW, il codec video sviluppato da Apple stessa e che registra tutte le informazioni catturate dal sensore (il nome RAW non è lì per caso) così da consentire amplissimo margine di manovra in sede di post produzione, specialmente quando c'è da lavorare con materiale HDR. Per poter accedere a questa possibilità è però necessario utilizzare app di terze parti - al momento Final Cut Camera o Blackmagic Camera - in quanto l'app Fotocamera nativa non permette di scegliere questo formato di registrazione. Apple ha comunque messo a disposizione le API e verosimilmente potremo vedere questa possibilità sempre più supportata da varie app terze. 

Ulteriore novità è il supporto a Genlock, la tecnologia utilizzata per sincronizzare più telecamere e dispositivi di registrazione e assicurare che ogni frame sia catturato e registrato nello stesso istante e con lo stesso framerate. In questo modo iPhone 17 Pro può essere inserito in un setup multi-camera professionale, anche complesso, potendo integrarsi perfettamente nelle operazioni di registrazione e consentire anche una fase di post-produzione e montaggio più agevole, con footage già perfettamente sincronizzato. Anche in questo caso la funzionalità è accessibile tramite terze parti: ci risulta al momento solo tramite l'estensore di porte Blackmagic Camera ProDock, anche se sono disponibile le API per chi la volesse integrare in altri dispositivi.

Ricordiamo poi che già da iPhone 16 Pro è possibile registrare materiale con codifica Log per quelle situazioni in cui è necessaria la massima flessibilità di editing per quanto riguarda la gestione del colore, anche con il supporto all'Academy Color Encoding System, uno standard aperto per la gestione del colore sviluppato dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (la stessa che assegna gli Oscar) che ha lo scopo di garantire una riproduzione coerente e accurata del colore in tutte le fasi della produzione audiovisiva, permettendo di "tradurre" correttamente i colori tra telecamere diverse, software diversi e dispositivi di visualizzazione diversi (monitor, proiettori, ecc.), evitando che i colori cambino o si degradino lungo la pipeline di produzione.

Da sottolineare inoltre che, grazie alla velocità di trasferimento dati di 10Gpbs tramite porta USB 3, è possibile collegare iPhone 17 Pro ad un'unità SSD esterna (con assorbimento massimo di 4,5W) per registrare direttamente su di essa flussi video ProRes e ProRes RAW. È necessario utilizzare un'unità di storage che abbia una velocità di scrittura di almeno 220Mbps.

Dopo le novità, alcune precisazioni per quanto riguarda risoluzioni e framerate supportati, poiché non tutti sono utilizzabili con tutte le lunghezze focali disponibili, e in alcuni casi nemmeno con tutte le fotocamere fisiche.

  • In modalità "Video" è possibile registrare in risoluzione FullHD a 30/60FPS e in 4K a 24/30/60 FPS con tutte le fotocamere posteriori (a tutte le focali native e crop), mentre invece il framerate di 120FPS, sia in FullHD, sia in 4K è possibile solo con la fotocamera principale (24mm) anche con zoom a 2x. È disponibile, ma va selezionata dai menu di configurazione, anche la possibilitò di registrare a 720p a 30FPS, in questo caso con tutte le focali, native e croppate. 
  • In modalità "Slow Motion" si può registrare in FullHD a 120/240FPS, ma alla frequenza più elevata solamente con le focali native di tutte e tre le fotocamere posteriori, senza possibilità di zoom intermedi tra le lenti.  In 4K i video Slow Motion sono possibile invece solo a 120FPS, con la fotocamera principale (24mm), anche zoomata a 2x. 
  • La modalità "Cinema" (che, ricordiamo, permette di registrare video con profondità di campo ridotta, con la possibilità di cambiare messa a fuoco dinamicamente durante la registrazione, anche in modo automatico, e di regolare i punti di fuoco e la sfocatura anche successivamente alla registrazione) consente invece registrazioni in FullHD a 30FPS e in 4K a 24/30FPS, solamente utilizzando la fotocamera principale (24mm) eventualmente anche a 2x. 
  • La fotocamera anteriore, ma solo con inquadratura "zoomata" (per questioni di stabilizzazione) può registrare video FullHD a 30/60FPS, 4K a 24/30/60FPS e 720p a 30FPS.

Ritroviamo poi la capacità di registrare automaticamente l'audio spaziale con i video, che consente di poter realizzare contenuti con audio immersivo e tridimensionale (quando riprodotti da dispositivi adeguati e compatibili con audio spaziale), avvalendosi di quattro microfoni integrati. In parallelo, registra anche una traccia stereo per facilitare l’editing o la riproduzione su piattaforme non compatibili con l’audio spaziale. La capacità di determinare il posizionamento delle sorgenti sonore consente poi di modificare successivamente la traccia audio grazie alla funzione Audio Mix, che consente di separare voci e rumori di fondo. Sono disponibili quattro modalità: Standard (audio spaziale naturale), In-Frame (voce del soggetto in primo piano), Studio (simulazione di ambiente professionale, con riverberi attenuati e maggior compressione) e Cinematografica (effetto film con surround ambientale). L’intensità del mix è regolabile tramite un cursore, permettendo all’utente un controllo creativo completo sul suono.

iOS 26 e Liquid Glass: suggestivo, ma ancora acerbo

iPhone 17 Pro è equipaggiato con iOS26, la nuova major release del sistema operativo mobile della Mela. Pur con molteplici novità in termini di funzionalità delle varie app, l'elemento più distintivo di iOS 26 è il nuovo design Liquid Glass, di cui qualche avvisaglia si era già potuta osservare con l'interfaccia del visore Apple Vision Pro, e che combina una grafica ispirata alle proprietà ottiche del vetro (riflessioni, trasparenze, ingrandimenti) con animazioni ed effetti dinamici che ricordano le proprietà dei fluidi.

La versione finale di Liquid Glass risulta nel complesso più efficace e gradevole rispetto a quanto visto con le prime versioni beta di iOS 26, dando luogo ad un effetto stratificato convincente e suggestivo.

Tuttavia le trasparenze, pur essendo state rese con maggior discrezione, in alcuni casi possono rendere difficoltosa la lettura delle informazioni a schermo, specialmente se lo sfondo reca tinte chiare. Dalle impostazioni di Accessibilità di iOS è però possibile ridurre l'effetto trasparenza, così da ottenere maggior leggibilità in tutte le situazioni, pagando dazio di un effetto "scenico" meno impattante.

Apple ha praticato anche una rivisitazione stilistica delle icone delle app standard, con una mano invero molto leggera: la maggior parte delle icone sono infatti oggetto di un restyling che ne modifica solamente sfumature e piccoli elementi grafici, mentre ve ne sono solo alcune a cambiare completamente aspetto, restando comunque ma di facile interpretazione.

Con l’arrivo di iOS 26, Apple ha introdotto anche in Italia una parte delle funzioni di Apple Intelligence, il nuovo insieme di strumenti di intelligenza artificiale integrati nel sistema operativo. La disponibilità, tuttavia, risulta parziale rispetto a quella prevista per il mercato statunitense, a causa delle normative europee sulla concorrenza e la protezione dei dati.

In Italia gli utenti possono accedere alle principali funzioni di scrittura e generazione di contenuti, come i Writing Tools, che migliorano testi, riassunti e tono dei messaggi, e alle funzioni di creazione visiva Genmoji e Image Playground, che permettono di produrre immagini ed emoji personalizzate direttamente sul dispositivo. Sono inoltre operative le opzioni di fotoritocco automatico Clean Up in Foto e lo strumento Image Wand per rielaborare schizzi o disegni. Anche Siri riceve un aggiornamento significativo: l’assistente è più contestuale, gestisce meglio le richieste complesse e consente ora anche l’interazione testuale.

La funzione di Live Translation è disponibile per le chiamate FaceTime e le app di messaggistica, sebbene con supporto linguistico limitato alle principali lingue europee.

Autonomia

L’autonomia rappresenta uno degli aspetti più solidi del nuovo smartphone di Apple. Nei nostri test, il dispositivo ha raggiunto un risultato complessivo di 555 minuti - cioè pochissimo meno di 10 ore - nel test “overall”, un valore che conferma l’efficienza energetica del nuovo chip e le ottimizzazioni introdotte con iOS 26. Come di consueto, la prova è stata condotta impostando la luminosità del display a 200 nit, condizione che riproduce un utilizzo realistico in ambienti interni, e facendo eseguire al dispositivo uno script automatizzato capace di simulare un comportamento umano: scorrimento e apertura di diverse pagine web, riproduzione di contenuti video in streaming e sequenze alternate di carichi di lavoro su CPU e GPU tramite benchmark sintetici.

In relazione alla capacità della batteria, di 3998mAh (contro i 3582mAh di iPhone 16 Pro), iPhone 17 Pro fa segnare un risultato molto buono nel contesto del nostro test. In un utilizzo quotidiano misto, con un utilizzo dello schermo effettivo di circa 7 ore, l’autonomia si traduce in una giornata piena di attività senza necessità di ricariche intermedie, con un margine di sicurezza sufficiente anche per sessioni di streaming o gaming moderate.  Se l'uso è più blando, fatto solo di messaggistica, posta e social network, l'operatività effettiva può arrivare anche quasi a due giornate senza dover ricaricare. Un risultato che conferma la maturità della gestione energetica nella nuova generazione di iPhone.

Autonomia

Test overall

iPhone 17 Pro, al pari degli altri nuovi modelli di iPhone lanciati quest'anno, supporta le specifiche Adjustable Voltage Supply dello standard USB-C: si tratta di una modalità avanzata di gestione della potenza che permette una regolazione molto precisa della tensione in fase di ricarica, e che è stata introdotta nella versione 3,2 dello standard USB Power Delivery (PD), rilasciata nel 2021. La peculiarità di AVS è la capacità di consentire ad alimentatori e dispositivi di negoziare il livello di tensione necessario durante la ricarica, tra 9V e 20V in step di appena 100mV invece di valori fissi, così da adattare quanto erogato alle effettive necessità del dispositivo, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza, ridurre l'emissione termica e preservare la salute della batteria, tutti aspetti particolarmente importanti per dispositivi ad alta richiesta energetica.

Durante le nostre prove abbiamo ricaricato iPhone 17 Pro con differenti alimentatori, per saggiare i tempi di ricarica a diverse potenze. Con un alimentatore USB-C da 61W (nella fattispecie, l'alimentatore di un MacBook Pro M1) sono stati sufficienti meno di 45 minuti per arrivare all'80% della ricarica e poco più di 20 minuti per raggiungere il 50%. Utilizzando un alimentatore USB-C generico da 45W i tempi sono lievemente superiori, ma nell'ordine di pochi minuti e tali da non stabilire una differenza con reali risvolti pratici. Ricordiamo inoltre che iPhone 17 Pro supporta la ricarica wireless tramite MagSafe fino ad una potenza di 25W, che però non abbiamo avuto modo di testare.

All'interno del menu batteria delle impostazioni di iOS 26 è presente la possibilità di configurare il limite di carica tra l'80% e il 100%, allo scopo di aiutare a prolungare la vita della batteria. C'è poi la funzione di ricarica ottimizzata, che apprende le abitudini d'uso e di ricarica dell'utente, così da ridurre al minimo il tempo in cui la batteria resta carica al 100%. Sempre in questo menù è inoltre possibile avere un riscontro del numero di cicli di ricarica effettuati e dello stato di salute della batteria.

iPhone 17 Pro è uno studio di produzione digitale a portata di tasca

Pur con diverse novità di rilievo, iPhone 17 Pro rappresenta un aggiornamento incrementale della famiglia iPhone, che va a consolidare quella visione dello smartphone non solo come dispositivo di intrattenimento o di comunicazione personale, ma anche come strumento di produzione di stampo professionale, rivolgendosi apertamente a quel pubblico che cerca e desidera cimentarsi con la produzione di contenuti digitali, siano essi professionisti scafati o hobbisti esigenti (prosumer, si direbbe), sia utenti alle prime armi che però desiderano fin da subito poter ottenere risultati capaci di rispettare elevati standard qualitativi.

E da questo punto di vista iPhone 17 Pro riesce, a nostro avviso, a soddisfare entrambe le esigenze. Nell'analisi del nuovo sistema di fotocamere Pro Fusion abbiamo già spiegato che l'app Fotocamera nativa di iPhone non offre il pieno controllo delle fotocamere posteriori, operando diversi automatismi e decisioni che per lo più sono trasparenti/ignote all'utente: in tal senso iPhone cerca sempre di poter ottenere il miglior scatto/ripresa possibile a seconda delle condizioni di luce e del soggetto ripreso, unitamente al tipo di focale selezionata. È proprio questo che può consentire all'utente in erba, che sta cercando di costruirsi una presenza sui social network, di riuscire a realizzare contenuti video e fotografici di qualità, senza necessariamente disporre di tutte le conoscenze tecniche necessarie che potranno essere acquisite in un secondo tempo. Di contro, il professionista d'esperienza saprà invece sfruttare tutte le potenzialità e le funzionalità messe a disposizione da iPhone 17 Pro grazie all'uso di applicativi dedicati, che consentono per lo più di avere pieno controllo di tutti gli aspetti tecnici in fase di ripresa, e poter mantenere pertanto la consapevolezza creativa lungo tutto il flusso di produzione.

Di fatto iPhone 17 Pro è a tutti gli effetti un piccolo studio di produzione professionale tascabile, capace di rispondere alle esigenze di chi realizza, in ordine sparso, podcast, video, fotografie, vlog, trasmissioni live e via discorrendo. In particolare, per chi opera nel campo dell'immagine, un grande supporto è dato dall'eccezionale qualità del display, come ormai Apple ci ha d'altra parte abituato da tempo, che offre una resa cromatica e tonale estremamente accurata e tale da consentire operazioni di post-produzione e montaggio già direttamente"on-the-go". 

Il nuovo sistema di fotocamere consente inoltre di mettere iPhone 17 Pro su un gradino elevato per quanto riguarda la produzione video, offrendo tanta flessibilità creativa in più (alla risoluzione 4K di fatto tutte le ottiche possono essere usate anche in zoom senza perdita di qualità) e tanta qualità, grazie anche alla possibilità di registrare in ProRes e alla possibilità di collegare unità SSD per la registrazione diretta. Si tratta di funzionalità che più che essere considerate come plus a loro stanti, sono invece da valutare nel loro complesso e in sinergia: si tratta infatti della possibilità concreta di usare uno strumento di stampo professionale per chi lavora in mobilità o in contesti documentaristici, in cui l'agilità, la portabilità e la leggerezza di un form factor "smartphone" possono rappresentare un grande valore aggiunto rispetto ad una più ingombrante videocamera/fotocamera professionale, e spesso decretare la reale fattibilità o meno di una ripresa

Il cuore del dispositivo è il nuovo chip A19 Pro, costruito con processo a 3 nanometri di seconda generazione. Le prestazioni sono robuste, con un incremento sufficientemente tangibile rispetto alla generazione precedente. Nei test più intensi il telefono tende comunque a scaldare, come prevedibile, ma la gestione termica è apparsa piuttosto efficace con fenomeni di thermal throttling, ovvero la riduzione automatica delle prestazioni per evitare il surriscaldamento, che si manifestano in modo graduale e controllato, con un impatto percepibile sull’esperienza d’uso specialmente nei task più estesi nel tempo.

Sul piano estetico, iPhone 17 Pro non sorprende. Pur con un progetto e materiali nuovi, le linee restano comunque abbastanza familiari. La sensazione in mano è quella di un oggetto premium, ma non necessariamente irresistibile dal punto di vista del design. Cosa dire del famigerato "scratchgate"?  Nel corso del periodo in cui abbiamo potuto provare il telefono, circa due settimane, non lo abbiamo trattato né con particolare cura, né con eccessiva negligenza, semplicemente riponendolo in tasca o in borsa senza alcuna custodia o ausilio protettivo. Non abbiamo riscontrato evidenti segni di usura, graffi o ammaccature, e anche la presenza in tasca di monetine non ha mai causato alcun genere di abrasione. Chiaramente non si tratta di una prova con solide basi scientifiche e nemmeno di un "endurance test" specificatamente volto a saggiare la resistenza e la durezza dello chassis Unibody in alluminio. Questo materiale ha proprietà meccaniche ben differenti, specie in termini di resistenza e durezza, rispetto al più robusto titanio e che Apple ha cercato di compensare con l'utilizzo di una lega formulata appositamente. Il punto probabilmente più debole, come ha avuto modo di documentare approfonditamente iFixit, è il bordo a spigolo netto del plateau: in questo punto il processo di anodizzazione sembra essere meno efficace, e lo spigolo netto è per sua natura più prono a possibili ammaccature o graffi. Un altro punto che osserviamo con maggior preoccupazione sono gli obiettivi delle fotocamere posteriori,  con il vetro protettivo di ciascun obiettivo che risulta essere di fatto complanare al bordo, aumentando il rischio di possibili abrasioni. In generale ci sentiamo di affermare che un normale utilizzo ragionevolmente accorto (come quello che dovrebbe essere riservato a qualsiasi oggetto da 1000 e passa euro...) non vada a modificare sostanzialmente la probabilità di usurare lo chassis del telefono: se il mantenimento della sua incolumità estetica dovesse essere una priorità fondamentale, il suggerimento rimane sempre quello di utilizzare una cover.


iPhone 17 Pro iPhone 16 Pro iPhone 15 Pro iPhone 14 Pro iPhone 13 Pro iPhone 12 Pro iPhone 11 Pro
SoC A19 Pro A18 Pro
A17 Pro
A16
A15
A14
A13
CPU
6 core
6 core
6 core
6 core
6 core
6 core
6 Core
GPU
6 core con acceleratori neurali
6 core
6 core
5 core
5 core
4 core
4 Core
Neural engine
16 core
16 core
16 core
16 core
16 core
16 core
8 Core
Memoria
12GB
8GB
8GB
6GB
6GB
6GB
4GB
Archiviazione
256GB/512GB/1TB
128GB/256GB/512GB/1TB 128GB/256GB/512GB/1TB 128GB/256GB/512GB/1TB 128GB/256GB/512GB/1TB 128GB/256GB/512GB 64GB/256GB/512GB
Display
Super Retina XDR 6,3" (OLED), ProMotion, Always On, Dynamic Island
Super Retina XDR 6,3" (OLED), ProMotion, Always On, Dynamic Island Super Retina XDR 6,1" (OLED), ProMotion, Always On, Dynamic Island Super Retina XDR 6,1" (OLED), ProMotion, Always On, Dynamic Island Super Retina XDR 6,1" (OLED), ProMotion Super Retina XDR 6,1" (OLED) Super Retina XDR 5,8" (OLED)
Luminanza massima
1000 nit (3000 nit outdoor)
1000 nit (2000 nit outdoor) 1000 nit (2000 nit outdoor) 1000 nit (2000 nit outdoor) 1000 nit (1200 nit outdoor) 800 nit (1200 nit outdoor) 800 nit (1200 nit outdoor)
Fotocamera Posteriore
Fotocamera principale Fusion da 48MP
Ultra-grandangolo Fusion da 48MP
Teleobiettivo Fusion da 48MP
Fotocamera principale Fusion da 48MP
Ultra-grandangolo da 48MP
Teleobiettivo da 12MP
Grandangolo da 48MP
Ultra-grandangolo da 12MP
Teleobiettivo  da 12MP
Grandangolo da 48MP
Ultra-grandangolo da 12MP
Teleobiettivo  da 12MP
Grandangolo da 12MP
Ultra-grandangolo da 12MP
Teleobiettivo  da 12MP
Grandangolo da 12MP
Ultra-grandangolo da 12MP
Teleobiettivo  da 12MP
Grandangolo da 12MP
Ultra-grandangolo da 12MP
Teleobiettivo  da 12MP
Fotocamera Anteriore
Center Stage da 18MP con sensore quadrato
TrueDepth da 12MP
TrueDepth da 12MP
TrueDepth da 12MP TrueDepth da 12MP TrueDepth da 12MP TrueDepth da 12MP
Formati video
fino a 4K Dolby Vision 120FPS
fino a 4K Dolby Vision 120FPS fino a 4K Dolby Vision 60FPS fino a 4K Dolby Vision 60FPS fino a 4K Dolby Vision 60FPS fino a 4K Dolby Vision 60FPS fino a 4K 60FPS
Batteria
31 ore riproduzione video
27 ore riproduzione video
23 ore riproduzione video
23 ore riproduzione video 22 ore riproduzione video 17 ore riproduzione video 18 ore riproduzione video
Connettore
USB-C fino a 10Gbps
USB-C fino a 10Gbps USB-C fino a 10Gbps Lightning fino a 480Mbps
Lightning fino a 480Mbps Lightning fino a 480Mbps Lightning fino a 480Mbps
Ricarica wireless
MagSafe fino a 25W
MagSafe fino a 22W
MagSafe fino a 15W
MagSafe fino a 15W MagSafe fino a 15W MagSafe fino a 15W Qi Charging fino a 7,5W
SIM
Dual SIM (dual eSIM o nano-SIM + eSIM)
Dual SIM (dual eSIM o nano-SIM + eSIM) Dual SIM (dual eSIM o nano-SIM + eSIM) Dual SIM (dual eSIM o nano-SIM + eSIM) Dual SIM (dual eSIM o nano-SIM + eSIM) Dual SIM  (nano-SIM + eSIM) Dual SIM  (nano-SIM + eSIM)
Sensori







Materiali
Alluminio, Ceramic Shield 2
Titanio, Ceramic Shield
Titanio, Ceramic Shield
Acciaio, Ceramic Shield
Acciaio, Ceramic Shield Acciaio, Ceramic Shield Acciaio, Vetro
Prezzo al lancio
Da 1339 Euro
Da 1239 Euro
Da 1239 Euro
Da 1339 Euro
Da 1189 Euro
Da 1189 Euro Da 1189 Euro

Abbiamo parlato di "aggiornamento incrementale": proviamo a chiarire meglio il concetto confrontando, con l'aiuto della tabella qui sopra, il nuovo iPhone 17 Pro con i suoi predecessori e spingendo il confronto fino ad iPhone 11 Pro poiché ancora supportato dal nuovo sistema operativo iOS26.

Pur con gli importanti aggiornamenti del comparto fotografico e un incremento prestazionale percepibile ma non stravolgente, dal nostro punto di vista le novità di iPhone 17 Pro non sono tali da giustificarne l'acquisto se si è in possesso di iPhone 16 Pro lanciato lo scorso anno: l'esperienza d'uso e le possibilità applicative sono sostanzialmente quasi sovrapponibili. Lo stesso discorso può essere valido anche per iPhone 15 Pro, ma in questo caso è opportuno tenere presente che il divario prestazionale inizia ad essere già più marcato (ovviamente per chi fa un uso dello smartphone particolarmente intenso e soprattutto con attività che necessitano di potenza di calcolo) e anche le differenze con il comparto fotocamera sono più rilevanti. Va comunque tenuto presente che fino ad iPhone 15 Pro è possibile usare Apple Intelligence e la connettività USB-C a 10 Gbps.

iPhone 14 Pro rappresenta invece lo spartiacque da cui il miglioramento dell'esperienza d'uso e delle capacità applicative si fa decisamente più percepibile: prestazioni marcatamente inferiori, impossibilità di usare Apple Intelligence, connettore Lightning e assenza della possibilità di registrare audio spaziale. Chiaramente la valutazione di un possibile upgrade è un processo del tutto soggettivo, ma a nostro avviso è da questo modello di iPhone "in giù", che ha concretamente senso prendere in considerazione la possibilità di cambiare il proprio telefono, specialmente se viene utilizzato come strumento di produzione di contenuti digitali.

Il listino ufficiale di iPhone 17 Pro vede un prezzo di parenza fissato a €1.339 per la variante da 256GB che salgono a €1.589 per il taglio da 512GB e €1.839 per quello da 1TB. Il prezzo di partenza rappresenta un incremento abbastanza sensibile rispetto ai €1.239 di iPhone 16 Pro da 128GB, ma con il doppio della capacità di storage.

  iPhone 17 iPhone Air iPhone 17 Pro iPhone 17 Pro Max
256 GB €979 €1.239 €1.339 €1.489
512 GB €1.229 €1.489 €1.589 €1.739
1 TB - €1.739 €1.839 €1.989
2 TB - - - €2.489

Chiaramente il posizionamento di iPhone 17 Pro va considerato all'interno dell'intera proposta Apple, comprendendo quindi la famiglia iPhone 17, iPhone Air e iPhone 17 Pro Max.  L'analisi dei prezzi rivela una strategia di continuità da parte di Apple, che ha scelto di assorbire le pressioni inflazionistiche attraverso l'ottimizzazione delle configurazioni base piuttosto che applicare aumenti lineari. iPhone 16 partiva da €979 con 128GB, mentre iPhone 17 mantiene lo stesso prezzo ma raddoppia la memoria base a 256GB. Per i modelli Pro, l'incremento risulta più contenuto se si considera l'upgrade automatico della memoria base. iPhone 16 Pro richiedeva €1.369 per accedere alla configurazione da 256GB, mentre iPhone 17 Pro la offre come standard a €1.339, determinando di fatto una riduzione del costo per gigabyte. La vera novità è rappresentata dall'introduzione del taglio da 2TB al prezzo di €2.489 per iPhone 17 Pro Max, destinato agli utenti professionali con le maggiori esigenze di archiviazione locale. Tra l'altro osservando i dati di vendita delle precedenti generazioni, i modelli Pro e Pro Max risultano essere quelli più venduti con quest'ultimo in testa, verosimilmente per via della maggior autonomia operativa grazie alla batteria di maggior capacità.

Può essere vero che "una mela al giorno toglie il medico di torno", ma d'altra parte la necessità di cambiare telefono ogni anno non è una prescrizione medica. iPhone 17 Pro rappresenta la maturità del concetto di smartphone come piattaforma mobile di produzione creativa e mette a disposizione una serie di strumenti e funzionalità pensati espressamente per chi fa della produzione di contenuti digitali il proprio lavoro e che per il normale utente, che si limita a messaggiare su Whatsapp e a trascorrere interminabili minuti su TikTok, sono decisamente "overshoot": per questi, se il desiderio è quello di restare nell'ecosistema Apple, c'è iPhone 16e.

22 Commenti
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actarus_7710 Ottobre 2025, 17:45 #1
Complimenti per la recensione davvero approfondita! Direi che avete spiegato bene tutte le caratteristiche e prestazioni dello smartphone Apple.
demon7710 Ottobre 2025, 17:47 #2
Lo ho avuto in mano ieri, lo ha appena preso un collega.

Tralascio in blocco tutta la questione potenza del SOC, fotocamere, sensori, funzioni e bla bla bla perchè per quel prezzo non mi aspetto niente di meno.

Mi soffermo solo alla scocca esterna in alluminio e relativa estetica..
Onestamente fa abbastanza cacare.
L'alluminio (lui tra l'altro ha scelto proprio il colore neutro) ha la finitura delle pentole della cucina. E non è un modo di dire.
Sul retro c'è sta placcazza di plastica bianchiccia che non se può guardà.
Il telefono ha un certo spessore, in linea con un telefono qualsiasi.. poi c'è sta isola dell fotocamere che salta in fuori di quasi due mm.. non contenti le lenti delle fotocamere saltano fuori di altri due mm.
Capisco la necessità per questioni di ottica ma a sto punto che cacchio ti sbatti a farlo sottile per cosa che c'hai il periscopio??
Mettici infine la cover (necessaria) di plasticone spesso per propteggere il tutto e ti rovi tra le mani un mattonazzo notevole.
dwfgerw10 Ottobre 2025, 18:45 #3
Originariamente inviato da: demon77
Lo ho avuto in mano ieri, lo ha appena preso un collega.

Tralascio in blocco tutta la questione potenza del SOC, fotocamere, sensori, funzioni e bla bla bla perchè per quel prezzo non mi aspetto niente di meno.

Mi soffermo solo alla scocca esterna in alluminio e relativa estetica..
Onestamente fa abbastanza cacare.
L'alluminio (lui tra l'altro ha scelto proprio il colore neutro) ha la finitura delle pentole della cucina. E non è un modo di dire.
Sul retro c'è sta placcazza di plastica bianchiccia che non se può guardà.
Il telefono ha un certo spessore, in linea con un telefono qualsiasi.. poi c'è sta isola dell fotocamere che salta in fuori di quasi due mm.. non contenti le lenti delle fotocamere saltano fuori di altri due mm.
Capisco la necessità per questioni di ottica ma a sto punto che cacchio ti sbatti a farlo sottile per cosa che c'hai il periscopio??
Mettici infine la cover (necessaria) di plasticone spesso per propteggere il tutto e ti rovi tra le mani un mattonazzo notevole.


in realtà sul retro non è plastica ma ceramic schield, un vetro ceramico brevettato. il resto è alluminio serie 7000 anodizzato, quindi niente rifiniture specchiate, non c'è acciaio come iphone 14 pro (che pesava anche più di questo). Per il resto è finalmente un pro che ha una dissipazione adeguata ad un chip che praticamente eroga un livello di performance di un macbook.
Alfhw10 Ottobre 2025, 20:17 #4
Bell'articolo, molto approfondito.
Ci sarebbe da aggiungere, come riportato da altre testate, che gli iphone 17, 17 pro e 17 pro max da 256 GB hanno la memoria che è due volte più lenta delle varianti con taglio superiore.
Final5010 Ottobre 2025, 21:50 #5
Originariamente inviato da: Alfhw
Bell'articolo, molto approfondito.
Ci sarebbe da aggiungere, come riportato da altre testate, che gli iphone 17, 17 pro e 17 pro max da 256 GB hanno la memoria che è due volte più lenta delle varianti con taglio superiore.


Immagino che siano solo su metà bus non penso siano chip più lenti. E una cosa che hanno già fatto in passato
actarus_7711 Ottobre 2025, 07:33 #6
Originariamente inviato da: demon77
Lo ho avuto in mano ieri, lo ha appena preso un collega.

Tralascio in blocco tutta la questione potenza del SOC, fotocamere, sensori, funzioni e bla bla bla perchè per quel prezzo non mi aspetto niente di meno.

Mi soffermo solo alla scocca esterna in alluminio e relativa estetica..
Onestamente fa abbastanza cacare.
L'alluminio (lui tra l'altro ha scelto proprio il colore neutro) ha la finitura delle pentole della cucina. E non è un modo di dire.
Sul retro c'è sta placcazza di plastica bianchiccia che non se può guardà.
Il telefono ha un certo spessore, in linea con un telefono qualsiasi.. poi c'è sta isola dell fotocamere che salta in fuori di quasi due mm.. non contenti le lenti delle fotocamere saltano fuori di altri due mm.
Capisco la necessità per questioni di ottica ma a sto punto che cacchio ti sbatti a farlo sottile per cosa che c'hai il periscopio??
Mettici infine la cover (necessaria) di plasticone spesso per propteggere il tutto e ti rovi tra le mani un mattonazzo notevole.


De gustibus non disputandum est. A me invece l'alluminio mi piace un sacco come estetica e al tatto. Ricordi dell'iPhone 6 e 7. In effetti la placca in ceramic shield, non in plastica, non è il massimo. Il plateau è molto evidente ed è oggettivamente spesso. Può non piacere. Mi spiace davvero che abbiano abbandonato il titanio. Gli iPhone 15 e 16 pro possono essere usati anche senza cover. I bordi rimangono intatti. Però la dissipazione in effetti fa c....e. Inoltre le prestazioni sono eccellenti anche se in alcuni frangenti non sono il top come il Qualcomm. Però il massimo della velocità del Soc viene tenuta per poco tempo. La Apple deve essere avanti e non rincorrere. Da poco è uscita la notizia che una nota marca cinese che non ricordo il nome sta facendo uscire il suo top di gamma con raffreddamento a liquido.
Marko#8811 Ottobre 2025, 09:00 #7
Originariamente inviato da: demon77
Lo ho avuto in mano ieri, lo ha appena preso un collega.

Tralascio in blocco tutta la questione potenza del SOC, fotocamere, sensori, funzioni e bla bla bla perchè per quel prezzo non mi aspetto niente di meno.

Mi soffermo solo alla scocca esterna in alluminio e relativa estetica..
Onestamente fa abbastanza cacare.
L'alluminio (lui tra l'altro ha scelto proprio il colore neutro) ha la finitura delle pentole della cucina. E non è un modo di dire.
Sul retro c'è sta placcazza di plastica bianchiccia che non se può guardà.
Il telefono ha un certo spessore, in linea con un telefono qualsiasi.. poi c'è sta isola dell fotocamere che salta in fuori di quasi due mm.. non contenti le lenti delle fotocamere saltano fuori di altri due mm.
Capisco la necessità per questioni di ottica ma a sto punto che cacchio ti sbatti a farlo sottile per cosa che c'hai il periscopio??
Mettici infine la cover (necessaria) di plasticone spesso per propteggere il tutto e ti rovi tra le mani un mattonazzo notevole.


I telefoni comparabili sono tutti mattoni, chi più chi meno. Anzi, alcuni hanno i bordi spigolosi che sono pure fastidiosi in tasca (Galaxy ultra).
Esteticamente fa schifo anche a me questo 17 Pro, l'accoppiamento fra vetro e alluminio al posteriore è orribile per la differenza cromatica a mio parere. Sul blu si salva leggermente ma lo trovo un brutto blu.
Mai trovata la cover necessaria ma quelle sono scelte. Se si cambia telefono ogni anno ci sta volerlo trattare bene, se come me li tieni fra i 3 e i 4 sticazzi, arrivano comunque a valere poco e belli o brutti non sposta molto.
acerbo11 Ottobre 2025, 09:11 #8
Oggetti inutilmente costosi, uno smartphone da 300euro e una mirrorless in tasca costano meno di questi inutili obbrobri dal triplo sensore a coriandolo che devono sfruttare algoritmi di post produzione per tirare fuori le immagini instagrammabili. Per fare le foto al gatto o al piatto di sushi un iphone 17 liscio basta e avanza.
Marko#8811 Ottobre 2025, 10:18 #9
Originariamente inviato da: acerbo
Oggetti inutilmente costosi, uno smartphone da 300euro e una mirrorless in tasca costano meno di questi inutili obbrobri dal triplo sensore a coriandolo che devono sfruttare algoritmi di post produzione per tirare fuori le immagini instagrammabili. Per fare le foto al gatto o al piatto di sushi un iphone [B][I][U]12[/U][/I][/B] liscio basta e avanza.


Fixed
In realtà si potrebbe andare anche più indietro, con gli algoritmi di oggi basta veramente nulla per fare foto carine che tanto verranno guardate sui social e su questi schermi.
pg08x11 Ottobre 2025, 10:41 #10

Studio di produzione digitale ?

Ma facciamoci il piacere !
2500 a Steel Nomad Light, la mia workstation con 4090 ne fa 43000
e per quanto riguarda la qualità della camera nulla a che vedere con una macchina fotografica prodessionale.

E' solo un COSTOSO GIOCATTOLO,

"Studio di produzione"

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