"Non dovreste più imparare a programmare": un'altra voce si aggiunge al coro

Amjad Masad, fondatore di Replit, sostiene che l'apprendimento della programmazione stia diventando obsoleto a causa dell'avanzata dell'intelligenza artificiale, confermando una tendenza già indicata da Google e Anthropic
di Andrea Bai pubblicata il 02 Aprile 2025, alle 11:31 nel canale WebAmjad Masad, fondatore e CEO di Replit, sostiene che l'apprendimento della programmazione stia diventando obsoleto a causa dell'avanzata dell'intelligenza artificiale. In un post pubblicato su X, Masad ha dichiarato: "Non penso più che si debba imparare a programmare", riflettendo la rapida evoluzione che l'avvento dell'IA ha portato nel mondo dello sviluppo software, con gli strumenti generativi che stanno assumendo un ruolo predominante nella scrittura di codice.
Le dichiarazioni di Masad non sono isolate: altre personalità di spicco del panorama tecnologico si sono già espresse in tal senso, sottolineando l'impatto dell'intelligenza artificiale. Sundar Pichai, CEO di Google, aveva rivelato in precedenza che il 25% del nuovo codice prodotto dall'azienda è generato dall'intelligenza artificiale, anche se rimane soggetto a revisione da parte degli ingegneri. Dario Amodei, CEO di Anthropic, ha spinto questa previsione ancora oltre, affermando che entro sei mesi l'IA potrebbe essere responsabile della generazione fino al 90% del codice globale.
I no longer think you should learn to code. https://t.co/UNkOEmotwQ
— Amjad Masad (@amasad) March 27, 2025
Fondata nel 2016, Replit è una piattaforma online che funge da ambiente di sviluppo integrato basato su cloud che supporta oltre 50 linguaggi di programmazione, tra cui Python, JavaScript, Go e C++, ed è progettato per essere utilizzabile direttamente dal browser senza necessità di configurazioni locali. La peculiarità di Replit è la sua natura collaborativa: gli utenti possono condividere uno spazio di lavoro con altre persone, visionare le modifiche ai file in tempo reale e comunicare attraverso messaggi integrati. Anche Replit offre uno strumento IA integrato: si tratta di "Ghostwriter", che offre suggerimenti di programmazione, spiega concetti e aiuta gli utenti a realizzare un codice più efficente. Il modello IA è stato addestrato su codice pubblico allo scopo di fornire suggerimenti contestuali basati sulle preferenze degli utenti e sui linguaggi di programmazione utilizzati.
Masad ha definito questa trasformazione come una "consapevolezza agrodolce", specie se si considera il suo impegno per rendere la programmazione accessibile ad un pubblico sempre più ampio tramite progetti come la stessa Replit, o l'impegno in iniziative open-source come Codecademy. Il fondatore di Replit però suggerisce un cambio di paradigma: più che concentrarsi sulle competenze tecniche legate alla sintassi dei linguaggi di programmazione, è opportuno apprendere come pensare in modo critico, scomporre i problemi in problemi più piccoli e comunicare in maniera efficace sia con le persone che con le macchine.
48 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoa parte che non si capisce come uno possa rivedere il codice generato se non sa cosa vi è scritto...
ma poi, in termini totalmente pratici, io spesso lo uso, a volte è comodissima, mi preapara la mia bella funzioncina, la guardo un attimo, la copio e la vado a mettere nel posto giusto
ora, io vorrei capire come pensano che una persona senza alcuna conoscenza di programmazione possa sapere qual'è il punto giusto...poi, mettiamo caso che il tutto si evolva a tal punto da leggere tutto il progetto e sapere anche il punto giusto, facciamo finta che succederà a breve...mi viene in mente un altro piccolo problema non indifferente: il debug, se una cosa non funziona come deve cosa succederà? si starà li a cercare per ore di spiegare all'AI cosa non funziona? risolto quello magari trovo un altro bug e mi devo rimettere a parlare per ore con l'AI di turno...???
sinceramente mi sembra molto piu pratico sapere bene cosa si sta scrivendo.
io ho chiesto a chatgpt di scrivermi un intero sistema operativo per computer con driver per periferiche e applicazioni native
ho dovuto insistere un po', e non ho la minima idea se funzioni, ma a breve lo inizierò a distribuire e vendere su tutti i pc
Quindi qualcuno che deve saper programmare c'è sempre
Sicuramente le cose miglioreranno, ma ancora campa cavallo. Alla lunga comunque si, passeremo dal coding al Vibe Coding.
a parte che non si capisce come uno possa rivedere il codice generato se non sa cosa vi è scritto...
ma poi, in termini totalmente pratici, io spesso lo uso, a volte è comodissima, mi preapara la mia bella funzioncina, la guardo un attimo, la copio e la vado a mettere nel posto giusto
ora, io vorrei capire come pensano che una persona senza alcuna conoscenza di programmazione possa sapere qual'è il punto giusto...poi, mettiamo caso che il tutto si evolva a tal punto da leggere tutto il progetto e sapere anche il punto giusto, facciamo finta che succederà a breve...mi viene in mente un altro piccolo problema non indifferente: il debug, se una cosa non funziona come deve cosa succederà? si starà li a cercare per ore di spiegare all'AI cosa non funziona? risolto quello magari trovo un altro bug e mi devo rimettere a parlare per ore con l'AI di turno...???
sinceramente mi sembra molto piu pratico sapere bene cosa si sta scrivendo.
Ma perche non serve capire il codice, basterà che uno del board della ditta spiega a grandi linee cosa serve che debba fare un programma e lia fara il 100% nno una parte da integrare, certa non fra 6 mesi, ma ben ben ben prima che un programmatore odierno si possa riqualificare in qualsiasi altro lavoro. l'IA poteva essere usata per il bene umano, sarà usata per incul@re la gente al 99% dei casi.
ma questa cosa non è ragionevole...
non è in alcun modo ragionevole deployare una roba senza sapere cosa faccia, che risorse necessiti, che struttura....appena parte qualcosa sei fottuto.
poi chiaro, se uno vuole fare una roba amatoriale senza pretese potrà anche starci ma chi baserebbe un business su una roba ignota alla spera in Dio?? io mai...
io non sono contrario, io lo uso spesso, ne traggo grande giovamento ma appena si cerca di andare un po' oltre, appena si va a toccare qualcosa di un po' delicato e ampio è meglio lasciar perdere..
quindi scatta il solito suggerimento: scomponi in piccoli problemi....e io rispondo, FALLO TU, ci metto molto meno a scrivere direttamente io facendomi scrivere/suggerire le parti banali su cui può effettivamente fare cose buone..ma l'insieme non è in grado di gestirlo, al momento perde precisione appena il prompt si allunga....siamo lontanissimi dal momento in cui potranno digerirsi prompt molto lunghi e molto dettagliati...
inoltre mi fa un po sorridere che lo slogan di replit è : "Turn your ideas into apps with AI."
certamente a questi venditori di pale automatiche conviene che gli scavatori abbiano braccia molto deboli.
però in merito al codice per estrarre informazioni dalle basi dati (sql, sas, spss, sa dio che altro), le grandi aziende si stanno attivando per fare si che la richiesta non venga più mandata ai data analyst (che poi la traducono in codice) ma "spiegata" alla IA.
che poi la IA non riesca, ad oggi, a correggere richieste incomplete, imprecise o proprio sbagliate, quello è - per ora - un altro paio di maniche.
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