Google, Apple e Dropbox bacchettate dall'Antitrust per le clausole vessatorie sul cloud

L'AGCM ha verificato l'esistenza di clausole vessatorie contro i consumatori nei contratti dei servizi cloud proposti da Google Dropbox e Apple. Le tre aziende hanno proposto modifiche alle condizioni contrattuali e dovranno pubblicare sui rispettivi siti il testo del provvedimento.
di Manolo De Agostini pubblicata il 30 Settembre 2021, alle 12:01 nel canale WebAppleDropboxGoogleGoogle Cloud
Si sono concluse le indagini aperte nel settembre dello scorso anno dall'Antitrust (AGCM) contro Google, Apple e Dropbox per i rispettivi servizi cloud e, più in particolare, per presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della direttiva sui diritti dei consumatori, ma anche per supposte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.
L'AGCM ha riconosciuto (qui il bollettino) l'esistenza di clausole vessatorie a danno dei consumatori nei contratti proposti e le tre aziende hanno proposto modifiche alle condizioni contrattuali per superare i profili di vessatorietà oggetto di istruttoria. L'Autorità ha ordinato a Google, Dropbox e Apple la pubblicazione, sui rispettivi siti italiani, del provvedimento con cui le clausole vengono riconosciute come vessatorie.
Per quanto riguarda Google Drive, l'AGCM ha rilevato clausole vessatorie nelle condizioni contrattuali imposte ai propri clienti, in materia di responsabilità contrattuale, sospensione o interruzione dell'accesso ai servizi Google e modifiche ai termini.
Nel caso di Dropbox, sono state oggetto di indagine le clausole contenute nei Termini di utilizzo in lingua italiana del servizio cloud della Società, relativamente alla versione in lingua inglese dei Termini di utilizzo del servizio, all'Interruzione dei servizi, ai Servizi "COSÌ COME SONO" [o "A SCATOLA CHIUSA"], alla Limitazione di responsabilità e alle Modifiche contrattuali.
Per quanto riguarda, infine, Apple, sono finite nel mirino dell'Autorità le clausole contenute nel modello contrattuale reso disponibile da Apple ai propri clienti del servizio iCloud, nella sezione Legal del proprio sito, e disponibili nella versione in lingua italiana, in materia di Modifiche al Servizio, Backup, Esclusioni delle garanzie.
"Si tratta di una importante vittoria dei consumatori e contro i giganti dell'hi-tech", ha commentato il Codacons. "Le clausole concedevano ai colossi l'ampia facoltà di sospendere e interrompere il servizio o prevedevano l'esonero di responsabilità anche in caso di perdita dei documenti conservati sullo spazio cloud dell'utente. E ancora: la possibilità di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali; la prevalenza della versione in inglese del testo del contratto rispetto a quella in italiano".
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