Il primo supercomputer europeo exascale: processore indigeno e acceleratori NVIDIA, CPU x86 snobbate
Con la firma dei contratti di fornitura prende una forma definitiva il primo supercomputer exascale europeo: Jupiter sarà installato in Germania nel corso del 2024. Al suo interno vedremo per la prima volta un processore indigeno, il Rhea1 di SiPearl, affiancato da acceleratori NVIDIA. I processori x86 rimangono al palo.
di Manolo De Agostini pubblicata il 05 Ottobre 2023, alle 06:11 nel canale Server e WorkstationNVIDIA
Ha preso forma, con la firma del contratto per la sua costruzione, il primo supercomputer exascale europeo, capace di toccare 1 exaflop o, se preferite, 1 miliardo di miliardi di calcoli al secondo. Jupiter, questo il suo nome, non vedrà al suo interno - almeno nella fase iniziale - componenti di Intel o AMD, che si tratti di CPU x86 o acceleratori, bensì metterà insieme i processori Rhea di SiPearl - basati su architettura ARM - con acceleratori NVIDIA.

Jupiter richiederà un esborso di 273 milioni di euro per la sua costruzione e sarà installato presso il Jülich Supercomputing Centre, vicino Monaco di Baviera, con lavori a partire da inizio 2024. Il budget originario per il sistema era di 500 milioni di euro, ma è costato poco più della metà, di cui il 50% sostenuto da EuroHPC JU e la parte restante dal Ministero Federale Tedesco dell'Istruzione e della Ricerca e dal Ministero della Cultura e della Scienza del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia.
Il supercomputer è di proprietà di EuroHPC JU (European High-Performance Computing Joint Undertaking), l'iniziativa comune che mette insieme Europa, Stati europei e partner privati per portare il Vecchio Continente nel futuro del supercomputing. A occuparsi della costruzione saranno Eviden - parte di Atos Group - e ParTec.
Jupiter eseguirà applicazioni di calcolo classiche ed è progettato anche per tecnologie di intelligenza artificiale tra cui simulazioni per accelerare la scoperta di nuovi farmaci o la simulazione di problemi meteorologici per fare previsioni o comprendere il cambiamento climatico.
Jupiter sarà basato su due parti principali, un "Booster Module" con acceleratori di NVIDIA - si presume soluzioni Hopper, ma staremo a vedere - e un "Cluster Module" con i processori SiPearl Rhea (nome ufficiale Rhea1) basati su architettura Neoverse V1 di ARM. Il supercomputer è stato progettato per essere modulare e permette a diversi acceleratori di essere collegati al sistema centrale, mentre il processore supporta memoria HBM e DDR5.
Insomma, se è improbabile l'integrazione di CPU x86 al sistema, future espansioni di Jupiter potrebbero introdurre in linea teorica anche acceleratori di casa AMD e Intel, con cui SiPearl sta lavorando da diverso tempo sul supporto alle soluzioni AMD Instinct e Intel Data Center GPU Max (Ponte Vecchio).
L'Europa sta cercando di recuperare la sovranità tecnologica troppo a lungo snobbata nei decenni precedenti e Jupiter è solo il primo di una serie di supercomputer exascale che nascerà in futuro.
Un secondo progetto, ad esempio, prevede la costruzione di un supercomputer exascale in Francia, attivo dalla fine del 2025. Il sistema sarà gestito dal consorzio Jules Verne che include le istituzioni francesi GENCI (Grand Equipement National de Calcul Intensif), CEA (the Alternative Energies and Atomic Energy Commission) e il centro di supercalcolo olandese SURF.










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3 Commenti
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Da noi.. forse non sarebbe bastato aggiungere uno 0 al preventivo per vederlo realizzato.
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