La CPU per i supercomputer europei SiPearl Rhea ottiene 90 milioni di euro di finanziamento

SiPearl, realtà francese nata per dare all'Europa un processore indigeno per i supercomputer exascale, ha ricevuto un'importante mole di finanziamenti per portare il frutto del suo lavoro, Rhea, dal laboratorio alla realtà. Il chip sarà pronto all'inizio del 2024.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Aprile 2023, alle 10:01 nel canale ProcessoriSiPearl
SiPearl, la società francese che sta realizzato Rhea, il microprocessore HPC europeo, ha raccolto 90 milioni di euro in un round di finanziamento di Serie A. Si tratta di una buona notizia visto che si punta alla commercializzazione del processore all'inizio del 2024.
Quest'ultima tranche di finanziamenti vede il coinvolgimento di Arm, Atos Group, European Innovation Council (EIC), governo francese e include fino a 25 milioni di euro in debito convertibile dalla European Investment Bank (EIB). Ulteriori investitori si uniranno a questo round entro la fine dell'anno.
In totale a oggi SiPearl ha raccolto 110,5 milioni di euro per il progetto, perché ai 90 milioni indicati si aggiungono 20,5 milioni di euro di sovvenzioni da UE e Francia fornite tramite EPI, European Processor Initiative, consorzio in cui troviamo anche le italiane E4 Engineering, Università Alma Mater di Bologna, Università di Pisa, Cineca, Leonardo e STMicroelectronics.
Rhea è un processore su base ARM (core ARM Neoverse V1) pensato per i futuri supercomputer exascale. Ideato per lavorare con acceleratori di terze parti (negli scorsi mesi vi abbiamo riportato accordi con AMD, NVIDIA e Intel, ma anche Graphcore), Rhea punta a dare all'Europa la "sovranità tecnologica" in svariati settori: ricerca medica, intelligenza artificiale, sicurezza, gestione energetica e mitigazione del cambiamento climatico con un ridotto impiatto ambientale.
SiPearl è nata nel giugno 2019 all'interno del programma Horizon 2020 dell'UE, diventando subito il cuore dell'ecosistema EuroHPC Joint Undertaking, l'impegno comune che con un budget di oltre 8 miliardi di euro punta a creare una rete di infrastrutture di calcolo exascale nel Vecchio Continente.
Trattandosi di una realtà fabless, SiPearl ha affidato la produzione di Rhea a TSMC, mentre il progetto è portato avanti da 130 persone in Francia (Maisons-Laffitte, dove ha sede il quartier generale, Grenoble, Massy, Sophia Antipolis), Germania (Duisburg) e Spagna (Barcellona). L'obiettivo è arrivare a oltre 1000 dipendenti entro la fine del 2025.
"Storicamente in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina, l'Europa è diventata un leader globale nell'HPC grazie all'iniziativa EuroHPC, posizionando per la prima volta due sistemi tra i quattro più potenti supercomputer nel mondo, con LUMI in Finlandia e Leonardo in Italia. L'arrivo sul mercato del microprocessore Rhea di SiPearl, che alimenterà i supercomputer europei con una limitata impronta ambientale, sarà un altro passo decisivo per l'indipendenza e la sovranità tecnologica dell'Europa", ha affermato Philippe Notton, CEO e fondatore di SiPearl.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuindi: paghiamo noi,
Il merito e i soldi li prendono i MANGIARANE e la produzione è COMUNQUE a Taiwan…..Ma perché ai francesi riesce sempre di FREGARCI????
Ma perché ai francesi riesce sempre di FREGARCI????
Perche' non sono paese occupato, come invece e' l'italia.
Ma perché ai francesi riesce sempre di FREGARCI????
perchè qui da noi siamo occupati a pensare alle minchiate come vietare la carne coltivata ( che ci fara solo perdere tempo in ricerca e sviluppo e ci lascera in dietro come al solito ) o a sovvenzionare improbabili salvataggi di aziende che non ha nessun senso tenere in vita.
Sono passati i tempi in cui IBM veniva a studiare i mainframe di Olivetti.....
Sono passati i tempi in cui IBM veniva a studiare i mainframe di Olivetti.....
"qualche ingordo" chi sarebbe?
il nostro governo di incapaci si preoccupa di arricchire i balneari, i taxisti e i professionisti a flat-tax.
in francia si preoccupano di cose un po' più strategiche.
coglioni gli italiani che scelgono gli incapaci, non si può dire altro...
Sono passati i tempi in cui IBM veniva a studiare i mainframe di Olivetti.....
più che ingordi, gli usa non volevano essere secondi...
I soliti noti capitani di industria che abbiamo qui in Italia,d'altra parte personaggi come il compianto Lanci,ma pure Faggin non verrebbero mai a lavorare in Italia.
Faggin mi diceva,dopo averlo visto a Thiene,che non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto se fosse rimasto in Italia,qui le imprese vogliono tutto e subito,anzi vogliono guadagnare già da ieri senza avere piani di investimento,ricerca e sviluppo a lungo termine,un esempio?
Il direct drive delle lavatrici coreane,ha avuto uno sviluppo quasi ventennale fra prototipi,miglioramenti, esperimenti e quant'altro,cosa che nel bel paese sarebbe impossibile perché,i capitani di industria che abbiamo vogliono i risultati già da domani.
Ma di esempi ce ne sarebbero a bizzeffe.
Guarda come è finita la nostra industria,anche nell'automazione i tedeschi che normalmente li tenevano secondi,hanno cominciato ad innovare di nuovo e adesso siamo noi a rincorrerli.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".