Apple vuole un nuovo campus nella Silicon Valley. Apple Park non basta più

Apple investe altri 365 milioni di dollari acquistando il Mathilda Campus di Sunnyvale, portando i suoi investimenti immobiliari 2025 a quasi 900 milioni. Un'espansione strategica nell’epicentro tecnologico e un segnale forte per tutto il mercato della Bay Area.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 31 Luglio 2025, alle 17:01 nel canale AppleApple
L’espansione di Apple nella Silicon Valley non accenna a rallentare: la multinazionale di Cupertino è pronta a chiudere uno degli affari immobiliari più rilevanti dell’anno nella zona di San Francisco, con l’acquisto del Mathilda Campus a Sunnyvale per la cifra impressionante di 365 milioni di dollari. Si tratta della terza maxi-operazione in pochi mesi e la conferma della strategia di irrobustimento della presenza territoriale, a dispetto delle difficoltà vissute dal settore uffici nella regione.
I dettagli dell’accordo
Il Mathilda Campus oggetto dell’intesa si estende su quattro edifici ai numeri 505-599 North Mathilda Ave. e 605 West Maude Ave., già ampiamente occupati dal colosso della Mela che ne affitta oltre l’88%, pari a circa 581.000 dei 663.000 piedi quadrati disponibili (circa 61.500 m² su 63.000 totali). La struttura, acquistata dal colosso immobiliare Kilroy Realty, verrà rilevata a un prezzo di 550 dollari al piede quadrato, in linea con il valore crescente delle proprietà di zona. Il contratto dovrebbe essere perfezionato entro la fine del terzo trimestre 2025.
Una strategia aggressiva: le altre acquisizioni recenti
Negli ultimi due mesi, Apple ha già finalizzato altre due acquisizioni di prim’ordine nella medesima area:
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350 milioni di dollari per il sito a uso uffici di 615 e 625 North Mathilda Avenue, confinante con il Mathilda Campus, che copre circa 382.000 piedi quadrati e potrebbe ospitare fino a 1.900 dipendenti.
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166,9 milioni di dollari per il Cupertino Gateway, un complesso di tre edifici da 220.000 piedi quadrati al 10200 North Tantau Avenue, a pochi passi da Apple Park.
Considerando tutte e tre le operazioni, l’esborso totale per gli investimenti immobiliari di Apple nella Bay Area raggiunge la soglia di 882 milioni di dollari in appena settimane.
Perché Apple sta comprando così tanto?
Quella di Cupertino è una strategia chiara: convertire le proprietà già in locazione in investimenti di lungo periodo, blindando strutture chiave ed evitando l’incertezza degli aumenti d’affitto. Una prassi sempre più comune per Apple, che in passato preferiva estesi leasing pluriennali e ora investe direttamente nella proprietà degli immobili.
Kristina Raspe, vicepresidente globale della divisione Real Estate, aveva già chiarito la visione aziendale: “La Santa Clara Valley è la casa di Apple da oltre 40 anni, siamo orgogliosi di continuare a investire in strutture di livello mondiale per i nostri team”. Un segnale di quanto l’anima dell’innovazione Apple dipenda, ancora oggi, dalla fisicità dei luoghi d’incontro e ricerca.
Apple Park: il cuore pulsante ma… non più sufficiente
Pur essendo mastodontico - 708.000 m², con oltre 12.000 dipendenti, laboratori di R&S e servizi unici come uno dei centri fitness corporate più grandi al mondo - l’attuale Apple Park sembra non bastare più. L'espansione immobiliare testimonia la necessità di nuovi spazi per accogliere progetti futuri, favorire la creatività e mantenere il distretto californiano quale centro nevralgico aziendale e tecnologico.
Apple non è sola in questo “shopping tour”: Nvidia ha speso oltre 700 milioni di dollari nell’ultimo periodo solo a Santa Clara fra nuove sedi e ampliamenti, mentre Microsoft e LinkedIn seguono la scia con acquisizioni mirate. Il tutto in un periodo in cui il mercato degli uffici, pur soffrendo la transizione verso il lavoro ibrido e il calo degli investimenti, tiene botta soprattutto grazie ai big dell’hi-tech. La situazione di Sunnyvale è emblematica: qui il tasso di uffici vuoti è al 18%, sotto la media della Valley (20,7%) e molto lontano dai valori quasi drammatici di San Francisco, dove la percentuale di spazi inutilizzati supera il 30%. Segno che le zone vicine ai colossi tech restano un porto sicuro per la domanda di spazi di qualità.
Nonostante il trend globale di licenziamenti tech, riduzioni di budget e crescente diffusione del lavoro da remoto, la Silicon Valley sembra vivere una fase di ritorno massiccio in ufficio: i dati di luglio 2025 segnalano un ritorno fisico pari al 51,5% rispetto al periodo pre-pandemico, fra i livelli post-Covid più elevati d’America. Apple, a differenza di moltissimi rivali, ha evitato licenziamenti massivi e continua a puntare sul capitale umano locale e su ambienti di lavoro innovativi e attrattivi.
Apple sta raddoppiando, letteralmente, sulla sua casa storica. L’acquisizione del Mathilda Campus e delle altre proprietà a Sunnyvale e Cupertino non solo consolida la leadership territoriale ma invia un messaggio chiaro: per Cupertino la Silicon Valley resta il cuore pulsante dell’innovazione mondiale, nonostante le nuove sfide digitali e il lavoro da remoto. E mentre molti tagliano, la Mela investe, rafforzando la fiducia nel valore dei propri spazi, delle proprie persone e del territorio. Una scommessa che si gioca fra cemento, vetro e pixel e che potrebbe, ancora una volta, ridefinire il futuro stesso della Valley.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer Apple, quella cifra "impressionante" è lo 0,22% dei soldi liquidi che ha a disposizione.
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