Intel, fondi del CHIPS Act 'congelati'? Washington vuole certezze dalla società

Intel, uno dei principali beneficiari del CHIPS Act, sta affrontando significativi ritardi nell'erogazione dei fondi promessi dal governo degli Stati Uniti. La situazione finanziaria dell'azienda è critica, con perdite ingenti e licenziamenti, mentre il governo esige risultati concreti prima di rilasciare i fondi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 11 Settembre 2024, alle 10:50 nel canale ProcessoriIntel
Secondo quanto riportato da Bloomberg, l'erogazione dei fondi promessi a Intel nell'ambito del CHIPS Act sarebbe stata congelata, o comunque rallentata. Il colosso dei semiconduttori, che si trova in una situazione finanziaria difficile, deve prima dimostrare al governo federale di essere in grado di soddisfare le aspettative concordate durante le trattative iniziali. Questo implica superare rigorosi controlli di due diligence, volti a garantire che i miliardi di dollari investiti dai contribuenti non vadano sprecati.
A marzo l'amministrazione Biden aveva annunciato che la casa di Santa Clara e il Dipartimento del Commercio avevano "siglato un accordo preliminare non vincolante" che avrebbe permesso a Intel di ottenere fino a 8,5 miliardi di dollari di finanziamenti diretti per i progetti nell'ambito dei semiconduttori ai sensi del CHIPS and Science Act.
In base all'intesa, Intel aveva anche la possibilità di attingere a prestiti federali fino a 11 miliardi di dollari e richiedere il credito d'imposta sugli investimenti (ITC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, che dovrebbe coprire fino al 25% degli investimenti - 100 miliardi di dollari in cinque anni.
I fondi sono strategici per permettere a Intel di portare avanti la costruzione dei nuovi impianti per la produzione di semiconduttori e i suoi progetti di ricerca e sviluppo nei campus in Arizona, New Mexico, Ohio e Oregon, aree che Intel ha ribattezzato rispettivamente Silicon Desert, Silicon Mesa, Silicon Heartland e Silicon Forest.
Washington, sulla spinta delle sfide globali, ha deciso di aprire i cordoni della borsa per tornare protagonista della produzione di chip, ma i fondi stanziati non sono privi di vincoli e condizioni, e le recenti difficoltà finanziarie di Intel hanno messo il governo in una posizione di cautela.
Nel secondo trimestre di quest'anno, Intel ha registrato una perdita di 1,6 miliardi di dollari, un segnale allarmante. Inoltre, l'azienda ha annunciato la decisione di licenziare oltre il 15% della sua forza lavoro, una notizia che ha ulteriormente messo l'amministrazione USA sul "chi va là", considerando che il CHIPS Act era stato concepito anche come un modo per incentivare l'occupazione.
Azionisti fanno causa a Intel e al CEO Gelsinger: nascosta la gravità della situazione?
E mentre il titolo di Intel in borsa ha perso moltissimo negli ultimi mesi, minacciandone la presenza nell'indice Dow Jones, i vertici stanno lavorando su misure drastiche per affrontare la crisi. Sul tavolo ci sono il taglio delle attività non performanti, come la sospensione della costruzione della fabbrica di chip a Magdeburgo in Germania e la vendita di Altera.
Nonostante le difficoltà, Intel ha dichiarato che sta continuando a lavorare sui progetti americani e di essere ansiosa di finalizzare l'accordo con il governo federale. Secondo indiscrezioni, Intel vorrebbe che i fondi del CHIPS Act vengano erogati quanto prima e ritiene che Washington stia allungando i tempi. Ma come dar torto al governo USA che desidera rassicurazioni, specie in un anno elettorale?
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerchè mai? TSMC sta già costruendo FAB con processo avanzato negli USA ed ha già buscato parte dei finanziamenti governativi americani.
Inoltre la posizione finanziaria/economica è nettamente migliore rispetto ad Intel...
Inoltre la posizione finanziaria/economica è nettamente migliore rispetto ad Intel...
un giorno si e l'altro pure la cina minaccia di invaderla a quindi fine della festa, tu ci investiresti? parlo realmente con soldi veri
... il che quasi sicuramente vorrebbe dire statalizzazione di TSMC-USA o cose simili, rendendo il doppio dei soldi investiti....
Bello sto damage control basato sul FUD
Intel deve dare garanzie di riuscire a fare la sua parte. Oppure farsi coprire da nuovi azionisti di peso.
Intel deve dare garanzie di riuscire a fare la sua parte. Oppure farsi coprire da nuovi azionisti di peso.
Il problema è proprio questo: le garanzie. Intel ha speso più di un anno e mezzo girando per il mondo, Italia compresa, per propagandare il suo progetto di espansione e raccogliere più fondi possibili per pagarsi i nuovi impianti, ma alla fine i ( grossi ) nodi contabili sono arrivati al pettine e il suo piano si è dimostrato non così granitico. Dopo le dichiarazioni di Gelsinger delle settimane scorse, con espliciti richiami a cessioni e tagli degli investimenti, gli Stati interessati dai piani di espansione produttiva di Intel si sono trovati a dir poco spiazzati visto che i miliardi in ballo sono tanti e le fondamenta di Intel non sono così solide come ha tentato di far credere.
La paura, più che comprensibile, è che a fronte di una valanga di soldi pubblici venga partorito il classico topolino o, peggio come caso estremo, non si arrivi a nulla!
Intel si è giocata una grossa fetta di credibilità in una situazione strategicamente non così chiara visto che, alla fine dei conti, l'unica ancora di salvezza è il processo 18A. Insomma se questo nuvoo processo litografico non si dovesse dimostrare così competitivo con quelli della concorrenza Taiwanese, pare di capire che non ci sia un " piano B ".
Tutto ciò è abbastanza chiaro anche ai privati che potrebbero investire in Intel a patto di avere un accesso preferenziale ai processi produttivi che garantiscano buone rese a costi ragionevoli.
Però la realtà è questa: per le sue nuove CPU Core Ultra Intel, per la prima volta nella sua storia, si è affidata alla sua concorrente più grande e non gli costerà poco.
Intanto a poco più di un mese dal tracollo in borsa un rimbalzo, anche tecnico, non c'è stato: sostanzialmente il mercato con Intel è diventato molto diffidente.
Gli USA hanno già dato una parte di soldi a TSMC per una FAB negli USA, TSMC ha da tempo iniziato i lavori e dovrebbe essere operativa al 100% nel 2027. Ma di questo si è certi... ma di Intel?
E poi l'erogazione di soldi degli USA aveva anche come obiettivo nuovi posti di lavoro... non è certamente "bello" che una azienda incassa soldi per nuovi posti di lavoro e contemporaneamente ne manda a casa 15.000..
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