Intel, il crollo azionario non conosce fine: e ora il titolo rischia l'esclusione dall'indice Dow Jones

Intel, il crollo azionario non conosce fine: e ora il titolo rischia l'esclusione dall'indice Dow Jones

La profonda crisi di Intel potrebbe essere aggravata ulteriormente da un altro aspetto: il crollo del prezzo azionario ha fatto venir meno le basi per l'inclusione nell'indice Dow Jones, in cui è presente dagli anni '90

di pubblicata il , alle 09:01 nel canale Mercato
Intel
 

Come abbiamo ampiamente avuto modo di raccontare nelle scorse settimane Intel, un tempo gigante indiscusso del settore dei semiconduttori, si trova ad affrontare una crisi senza precedenti: l'azienda, che è stata tra le prime due società tech (l'altra è Microsoft) ad entrare nell'indice Dow Jones Industrial Average durante il boom delle dot-com alla fine degli anni '90, rischia ora di uscirvi a seguito del crollo del prezzo delle azioni che ha investito la società durante i mesi passati.

Quest'anno le azioni Intel hanno subito un tracollo di oltre il 60%, con il titolo che ha mostrato la peggiore prestazione tra tutti i componenti dell'indice Dow Jones. Il crollo del prezzo ha portato il titolo Intel ad essere il più basso all'interno dell'indice ponderato per i prezzi. L'eventuale esclusione dall'indice Dow Jones non avrebbe solo un impatto simbolico, ma potrebbe innescare un'ulteriore flessione del titolo sulla spinta di ulteriori vendite, in particolare di tutti quei fondi di investimento attivi e passivi che usano come strategia di investimento proprio la replica dell'indice Dow Jones. Le azioni Intel sono inoltre scese di oltre il 70% rispetto al massimo storico raggiunto nell'agosto 2000, portando la capitalizzazione di mercato dell'azienda sotto i 100 miliardi di dollari per la prima volta in 30 anni. E anche negli ultimi giorni il titolo continua a soffrire in borsa, facendo segnare -8,8% e -3,33% nelle giornate del 3 e del 4 settembre rispettivamente, anche sulla scia dei problemi riscontrati con il processo produttivo 18A durante la produzione di test con Broadcom.

Ma quanto è probabile questa prospettiva? Anzitutto è opportuno considerare che per l'inclusione nel Dow Jones il prezzo rappresenta un parametro chiave (a differenza, ad esempio, di un indice come lo S&P500 in cui è la capitalizzazione di mercato a rappresentare il parametro di riferimento): il comitato di selezione del Dow Jones monitora il titolo con il prezzo più alto all'interno dell'indice e se risulta superiore di 10 volte rispetto al titolo col prezzo minore è probabile che si verifichi un confronto per una ricomposizione dei costituenti. Al momento è il titolo UnitedHealth Group (604,18 dollari, al momento in cui scriviamo) quello con il prezzo più alto, che è di circa 31 volte superiore a quello di Intel (19,43 dollari al momento in cui scriviamo).

Il comitato del Dow Jones non ha al momento rilasciato alcun commento in merito alla possibilità di rimuovere Intel dall'indice. Inoltre le eventuali modifiche ai costituenti non avvengono su base periodica, ma solo in caso di necessità: nel caso del Dow l'ultimo aggiornamento è stato condotto a febbraio, quando Walgreens Boots Alliance ha lasciato il posto ad Amazon.

Chi potrebbe prendere il posto di Intel all'interno del Dow Jones? Il primo nome che balza alla mente, sia "intuitivamente" sia per questioni più concrete, è quello di NVIDIA: oltre a rappresentare una pedina cruciale nel settore dell'intelligenza artificiale, la società ha visto il suo titolo raggiungere un picco di crescita di quasi il 200% da inizio anno. Va però osservato che le azioni NVIDIA sono oggetto spesso di forte volatilità e il Dow Jones preferisce selezionare titoli il cui prezzo è meno soggetto a movimenti particolarmente ampi.

Nel frattempo Intel sta cercando di fare tutto ciò che è materialmente possibile fare per rimettere il treno sui binari e puntarlo nella giusta direzione. Il processo di ristrutturazione pianificato da Pat Gelsinger è però anche costoso, e la società ha deciso di sospendere i dividendi (altra misura che ha innescato vendite del titolo) e varare un'operazione di controllo di costi per recuperare ogni risorsa necessaria. Nei giorni scorsi, inoltre, la società ha avviato un tavolo di lavoro con istituti bancari e d'investimento per valutare diverse opzioni strategiche, tra le quali non vi è da escludere le cessioni di rami d'azienda.

38 Commenti
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agonauta7805 Settembre 2024, 09:09 #1
Io non ho ben chiaro il motivo , qualcuno può in 2 righe spiegarlo evitando battute ?
Saturn05 Settembre 2024, 09:12 #2
Non voglio sembrare solenne od eccessivamente tragico ma non avrei mai pensato di vedere Intel in una situazione del genere...certo non "piacevole"...
marcram05 Settembre 2024, 09:19 #3
Mi ricordo di discussioni passate (ma non ricordo l'argomento, forse su Risc-V?) in cui qualcuno portava Intel ad esempio di una azienda tanto solida e grande da non poter fallire in nessun caso...
Eh già...
Gringo [ITF]05 Settembre 2024, 09:26 #4
Ormai è un Effetto Domino, o interviene il Governo o perderanno
una pedina importante del "governo" USA.

Sembrava impossibile ma sta arrivando la Tempesta Perfetta
che potrebbe anche portare ad un Reale Fallimento, con Smembramento
dell'Azienda e vendita dei brevetti..... magari alla cina.... LOL
AlexSwitch05 Settembre 2024, 09:42 #5
Originariamente inviato da: agonauta78
Io non ho ben chiaro il motivo , qualcuno può in 2 righe spiegarlo evitando battute ?


Il motivo di cosa? Del probabile delisting dal Dow Jones? Se guardi il grafico del valore azionario da inizio anno c'è da spararsi o da buttarsi dalla finestra!!
A Settembre 2023 Intel valeva 38,18 USD per azione, oggi ne vale meno di 20 ( 19,43 all'ultimo fixing ). Ma il tracollo c'è stato negli ultimi nove mesi dove si è passati da un massimo di 49,55 USD per azione a 19,43: valore più che dimezzato!!
Cosa ci dicono questi numeri? Ci dicono che il mercato ha perso fiducia su Intel e sulla sua capacità di produrre margini e pagare dividendi ( che quest'anno non verranno appunto versati agli investitori ) e poco crede, per usare un eufemismo, nel progetto di Gelsinger sulle fonderie aperte a terzi. D'altronde le nuove CPU Core Ultra 200 e le prossime per la fascia desktop saranno prodotte da TSMC con il suo nodo a 3nm e il nuovo processo 18A pare che abbia dei problemi ( a meno che in Broadcomm non si siano bevuti il cervello ).
TSMC invece in un anno ha aumentato il suo valore di più del 70% con un picco a Luglio del 91%.
io78bis05 Settembre 2024, 09:47 #6
E pensare che fino a 2 settimane fa c'era qualcuno che sosteneva che Intel aveva liquidità sufficiente a resistere alle cazz@@@@ che l'hanno travolta nell'ultimo anno.

Grandi,enormi o colossi tutti possono crollare se non ricevono aiuti esterni ricattando disoccupazione
ninja75005 Settembre 2024, 09:54 #7
jensen comprala tu
agonauta7805 Settembre 2024, 10:06 #8
Quindi se la Cina invade taiwan rimaniamo col cul0 per terra ? Tutte queste fantomatiche fabbriche all'estero dove sono ?
Pkarer05 Settembre 2024, 10:06 #9

La crisi era già in atto da tempo

La crisi era già in atto da quando stavano insistendo con la tecnologia a 14nm.
14nm
14nm+
14nm++
14nm+++ ecc ecc poi l'anno scorso son passati ai 10nm..

Quante famiglie hanno prodotto con i 14nm senza inserire grandi innovazioni?

Infine lo scandalo è vedere che la 12a, 13a e 14a famiglia sono pressochè identiche..
Alla fine il vero balzo è dalla 12a alla famiglia Core Ultra... (dove quest'ultima per i desktop ancora non è uscita)
Max Power05 Settembre 2024, 10:07 #10
Notizia fresca del "fallimento" di Intel 20A.

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