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#21 | |
Junior Member
Iscritto dal: Apr 2006
Messaggi: 0
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Come era il discorso della pagliuzza e della trave? ![]() Cmq credo che ricordare chi ha combattuto ed è morto per dare la speranza di un Italia migliore e unita sia il minimo, al di là questo dell'inutile retorica e di prese di posizione preconcette. Ciao |
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#22 | |
Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 297
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speranza per italia migliore? contadini presi dalle campagne, fucilazione per chi non partiva o per chi nelle trincee scappava e tutto ciò per guadagnare cosa? dimmi cosa? per anni i due eserciti sono stati preticamente fermi ...con guadagni tranne casi particolare di qualche km max e poi vogliamo ricordare quanti italiani morirono al confronto degli austriaci? solo nel corso della sola decima battaglia dell isonzo(12 maggio-4 giugno 1917) gli italiani contarono 175 mila morti, 75 mila tra le forze austriache. speranza per un italia migliore? ma dove la vedi? solo interessi di qualche persone a giocare a fare la guerra...chediavolo abbiamo guadagnato dopo la 1 guerra mondiale? sarà brutale ma quoto sto articolo La riscossa di Vittorio Veneto? E' una pura invenzione Lorenzo Del Boca* Nemmeno la storia della prima guerra mondiale ce l'hanno raccontata giusta. I libri di scuola stentano a mettere in evidenza che l'Italia di quel periodo si barcamenava fra coalizioni avversarie tentando di raccattare qualche utile, con il risultato di apparire un paese di piccoli imbrogli. Alla vigilia della dichiarazione di guerra, per un mese, si trovò alleata contemporaneamente con gli austro-ungarici e con i francesi e gli inglesi che già si massacravano sulle loro frontiere. Il nostro esercito le aveva prese anche da Menelik ed era del tutto evidente che non si trovava nelle condizioni di affrontare una guerra. Vittorio Emanuele III restava un re piccolo-piccolo cui avevano dovuto accorciare la sciabola perché non risultasse più lunga delle sue gambe corte. Chi percorre la selva di memoriali dell'epoca s'imbatte, a ogni passo, nella questione dei cappotti che non c'erano. Mancavano i fucili; mancavano gli automezzi; mancavano i rifornimenti alimentari e non c'erano medicine. Ma, soprattutto, mancavano le idee. Di presunzione, gli ufficiali degli alti comandi ne disponevano in abbondanza e se fossero stati in grado di ottenere risultati proporzionali all'arroganza che esibivano avrebbero conquistato il pianeta. In realtà, riuscirono soltanto a trasformare le prime linee in un lager dove gli uomini ai loro ordini furono sottoposti a ogni genere di prevaricazioni anche psicologiche. I soldati potevano soltanto soffrire, dannarsi e morire. Al fronte ci mandarono vagonate di operai e contadini che non erano guerrieri e che la guerra non volevano. Per qualche settimana di addestramento, si trovarono con un bastone in mano. Poi gli misero in spalla un fucile vero che non avevano mai usato e li allinearono in faccia al nemico. Nemmeno i gironi infernali potevano essere più spaventosamente crudeli. Le prime linee erano delle catacombe a cielo aperto che si rincorrevano per centinaia di chilometri. In quelle tane, sparpagliate in un territorio sterminato, i soldati vissero quattro anni come gli uomini delle caverne. Tutti dentro, uno addosso all'altro - come nelle Malebolgie della Divina Commedia - diventando fisicamente insopportabili gli uni agli altri. Ammassati, in quei cunicoli artificiali, dove mangiavano e andavano al gabinetto, resistevano alla puzza che prendeva il cervello e si lasciavano vincere dalla nostalgia, tentavano di dormire quando era necessario risposare e si sforzavano di stare svegli quando montavano di guardia. C'era la guerra lì davanti ma occorreva combattere anche la fame e la sete, la pioggia e la melma, i topi e gli scarafaggi, le cimici e la dissenteria, la febbre e la cancrena che afferrava i piedi e saliva fino alle ginocchia. Il terrore, alla vigilia degli assalti, prendeva la gola. Tuttavia, la battaglia più faticosa si rivelò quella contro gli alti ufficiali che, più salivano di grado, più si comportavano come se avessero a che fare con dei servi della gleba. Per gli alti comandi tormentare quegli uomini in uniforme, con imposizioni vanamente disumane e colpevolmente inutili, sembrava diventato un dovere cui dedicare impegno ed energia. Verrebbe da sostenere che il conflitto vero e proprio - contro gli austro-ungarici - sarebbe stato una passeggiata, se non ci fossero stati i generali italiani. I guai maggiori di chi combatteva per l'Italia vennero dagli stessi italiani. I comandanti si armarono di ordini assurdi. Pretesero di mandare le truppe all'assalto anche quando ogni logica l'avrebbe sconsigliato. Insistettero nello sfidare le leggi della fisica per fortificare posizioni insostenibili. Per ottenere un'obbedienza supina, fucilarono quelli che apparvero più riottosi o anche solo meno pronti a sacrificarsi. Instaurarono un regime di oppressione che sarebbe risultato odioso per una qualunque dittatura. E provocarono la morte di un numero imprecisato di loro uomini, piazzando le mitragliatrici dei carabinieri dietro le file destinate all'assalto, con la disposizione di aprire il fuoco alla schiena dei soldati, se avessero appena ritardato a lanciarsi fuori dalle trincee. Le corti marziali lavorarono a pieno ritmo e i magistrati, seduti sulle stufe arroventate dal fuoco per paura di prendersi un raffreddore, spedirono davanti al plotone di esecuzione una quantità di poveracci analfabeti che il fango delle trincee aveva mutilato. La giustizia del senno di poi avrebbe suggerito di fucilare direttamente il generalissimo Luigi Cadorna (comandante in capo all'inizio del conflitto) e di impiccare Pietro Badoglio: unica opportunità che l'Italia poteva giocarsi per evitare l'otto settembre 1943. La sconfitta di Caporetto fu un disastro che grida vendetta. Poteva essere evitato e si realizzò solo per il concorso determinante della dabbenaggine dei generali dello Stato Maggiore. Ignoranti con i gradi sulla giubba sacrificarono decine di migliaia di uomini e poi li marchiarono con l'accusa di essere stati dei vigliacchi. In questa occasione, come sempre nella storia tricolore, le polemiche si sprecarono ma restarono rigorosamente sigillate nei palazzi del potere. E alla fine - questa volta ma come sempre - non si riuscì a individuare un colpevole o qualcuno più responsabile degli altri. Anzi, si trovò il modo di premiare l'errore e di ricompensare lo sbaglio. Tornarono tutti a casa con le spalle incurvate dal peso delle medaglie. Invece di licenziarli e chiedere loro il risarcimento per i disastri commessi, preferirono promuoverli, aumentare loro lo stipendio e accettare che continuassero a far danni, in nome dei traguardi raggiunti. Anche la cosiddetta riscossa di Vittorio Veneto esiste soltanto sulla carta perché, in quella settimana del 1918, non ci fu nessun assalto e nessuno sfondamento. Gli italiani avanzarono perché gli austriaci si stavano ritirando: e gli austriaci si ritiravano perché era diventato inutile continuare una guerra che era irrimediabilmente perduta. Non a caso il comandante in capo di allora, Armando Diaz - informato di una travolgente avanzata italiana che, evidentemente, non aveva ordinato né che era a conoscenza si stesse sviluppando - tuffò la testa nella cartina geografica, alla ricerca del teatro della sua rivincita. E poiché faticava a individuare il luogo della battaglia, chiese soccorso agli uomini dello Stato Maggiore che gli stavano intorno: «Ma Vittorio Veneto 'ndo cazzo stà. ?» *presidente dell'Ordine dei giornalisti
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#23 | |||
Junior Member
Iscritto dal: Apr 2006
Messaggi: 0
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Beh cosa abbiamo guadagnato? mmm dunque fammi pensare: Trento? Bolzano? Trieste? l'Istria? Zara? L'ingresso dell'Italia nel novero delle grandi potenze (unica volta nella sua storia occasione che poi però si bruciò a parigi)? Adesso lasciamo stare che magari probabilmente a molti non importa che Trento e Trieste siano italiane (ma a me si) o del resto (e qui concordo) però non si può dire che non abbiamo guadagnato niete. La prima guerra mondiale fu per molti aspetti il continuo delle guerre risorgimentali (anche se con un aggiunta di un tocco di imperialismo tipico delle potenze del tempo). Numero di morti:scusa ma perchè non predi il dato finale di quanti morti italiani e di quanti morti austriaci ci furono? Questi dati non si prendono alla fine di una guerra? Cmq è naturale che nella X avemmo più morti noi visto che attaccavamo noi. In una guerra dove la difesa predominava nettamente sull'attacco mi sarei meravigliato non di poco se fosse stato il contrario. Perchè non vedi quanti morti costò alla fr e uk la battaglia delle somme e quanti alla germania quella delle verdun? Oltre a questo si deve considerare anche il fatto che le postazione austriache erano nettamente in posizione favorevole rispetto a quelle italiane. Adesso veniamo all'articolo (prendo solo alcuni punti xchè altrimenti ci dovrei passare la notte a smentire le cretinate che dice) Quote:
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Tralascio il sarcasmo sulla statura del re: il re fu piccolo piccolo (non solo fisicamente) durante la WW2 mentre nella prima credo che ci sia poco da criticara (basta vedere il suo contegno durante caporetto) La parte centrale è abbastanza corretta solo faccio notare che tutti quei problemi che si denunciano erano tipici di TUTTI ma di TUTTI gli esercito del tempo. Infine sullo sfondamento di VV. Beh qui il giornalista da il meglio di se. LA battaglia ci fu e fu vera basta vedere quanti morti costò. L'esercito austriaco combattè fino all'ultimo e cedette proprio a VV. Poi cmq su questa storia è il colmo: prima si accusano gli alti comandi di mandare gli uomini a morire per niete e poi quando il comandante aspetta il momento giusto per attaccare lo si critica xchè ha ottenuto una vittoria facile. W la coerenza. Detto questo proprio xchè sappiamo quanto quei soldati hanno sofferto, magari anche per una causa che non ritenevano loro, mertiano il nostro rispetto e ricordo ciao |
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#24 | ||
Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Vicenza
Messaggi: 297
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Ma se Versailles ci hanno trattato come mosche, dopo che a Londra i polli al governo avevano creduto alle grandi promesse Bolzano (bolzano ....è italia ora?nella cartografia), Trentino ecc conquistate? ma se diploticamente senza tirare lanciare una bomba l'austria pur di farci star fuori dalla guerra ci dava il trentino e il friuli...se non oltre quando dichiarammo guerra La prima guerra mondiale fu per molti aspetti il continuo delle guerre risorgimentali (anche se con un aggiunta di un tocco di imperialismo tipico delle potenze del tempo). Quote:
Ah beh ataccare? vogliamo parlare di caporetto? ma anche nella Strafexpedition ne prendemmo, quando abbiam guadagnato di grazia? 650.000 morti (Le perdite dell'Italia nella prima guerra mondiale: 650.000 morti; 947.000 feriti, mutilati e invalidi; 600.000 prigionieri e dispersi. Su 5.615.000 uomini mobilitati si ebbe un totale di 2.197.000 perdite, pari al 39 % degli uomini sotto alle armi.)o più, riguardo alle vittime austriache solo sul fronte italiano stranamente non riesco a trovare dati certi
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#25 | |
Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 58
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le travi molto probabilmente potresti cercarle nei tuoi occhi; oltretutto non è argomento attinente al thread. L'ignoranza di la russa, così come al sua inutile retorica ampiamente mostrata in televisione, sono invece triste realtà.
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#26 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2003
Città: Nella terra degli Antani Prematurare e Circolare
Messaggi: 2945
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![]() ![]() la guerra in cui abbiamo fatti i neutrali e poi in cambio di un pò di terra abbiamo "tradito" la triplice alleanza per accordarsi di nascosto con gli altri??? ![]() abbiamo un concetto un pò vago di vittorie,allenaze,neutralità... ![]() |
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