ESA Hera: la missione per studiare gli effetti dell'impatto di NASA DART sull'asteroide Dimorphos

In questi minuti è stata lanciata la missione europea ESA Hera (che comprende anche i due Cubesat Juventas e Milani) diretta verso l'asteroide Dimorphos per studiare gli effetti dell'impatto della sonda NASA DART nel 2022.
di Mattia Speroni pubblicata il 07 Ottobre 2024, alle 17:00 nel canale Scienza e tecnologiaSpaceXNASAESA
Circa due anni fa la sonda spaziale NASA DART (Double Asteroid Redirection Test) impattò contro l'asteroide Dimorphos sotto l'occhio vigile del Cubesat italiano LICIACube e di altri telescopi, sia spaziali che terrestri. Si è trattato del primo esperimento di questo tipo per cercare di comprendere come poter deviare un asteroide potenzialmente pericoloso, nel caso questo si dirigesse verso la Terra. I dati sono tutt'ora in fase di analisi, ma sappiamo che effettivamente l'impatto della sonda ha ottenuto qualche effetto.
Nella giornata odierna è stata lanciata la missione europea ESA Hera che permetterà di analizzare da vicino i risultati dell'impatto di NASA DART così da comprendere al meglio gli effetti sul sistema binario Didymos-Dimorphos e le possibili implicazioni per la difesa planetaria. Lo scopo ultimo è cercare il sistema più efficace per evitare impatti devastanti per il nostro Pianeta e di come le varie tipologie di asteroidi potrebbero rispondere a questo genere di missioni.
Il lancio della missione europea ESA Hera che raggiungerà Dimorphos
Il decollo della sonda spaziale europea è avvenuto alle 16:52 di oggi (ora italiana) grazie a un razzo spaziale Falcon 9 dallo Space Launch Complex 40 (SLC-40) della Cape Canaveral Space Force Station in Florida. La problematica principale è stata legata alle condizioni meteo avverse a causa dell'avvicinarsi dell'uragano Milton che ha anche fatto posticipare il lancio della missione Europa Clipper, previsto sempre per questa settimana.
Per quanto riguarda invece la sospensione dei voli del vettore di SpaceX, dovuta a un problema riscontrato durante il rientro del secondo stadio impiegato per il lancio di Crew-9, l'FAA ha chiarito con un comunicato ufficiale, che "il veicolo SpaceX Falcon 9 è autorizzato a tornare a volare solamente per la missione Hera già pianificata, il cui lancio è previsto per il 7 ottobre dalla Cape Canaveral Space Force Station in Florida". L'agenzia ha aggiunto "che l'assenza di un rientro del secondo stadio per questa missione mitiga adeguatamente il rischio primario per la pubblica sicurezza nel caso della ripetizione dell'incidente verificatosi con la missione Crew-9".
Il primo stadio (codice B1061) è giunto così al suo 23° lancio e non sarà recuperato a causa del profilo missione scelto. Questo booster è stato impiegato per le missioni Crew-1, Crew-2, SXM-8, CRS-23, IXPE, Transporter-4, Transporter-5, Globalstar FM15, ISI EROS C-3, Korea 425, Maxar 1, ASBM e 10 missioni Starlink.
Dopo il lancio di oggi, ESA Hera dovrà attendere fino a dicembre 2026 prima di incontrare l'asteroide-bersaglio Dimorphos. Stando ai dati ufficiali, la sonda spaziale ha una massa complessiva di 1081 kg e, insieme al carico utile principale, sono presenti due Cubesat chiamati Juventas e Milani. Questi saranno impiegati per raccogliere ulteriori dati sull'asteroide da 150 metri di diametro permettendo così agli scienziati di migliorare la comprensione dell'oggetto e la sua dinamica.
Il primo ha a bordo un radar per eseguire l'analisi della struttura interna dell'asteroide e un gravimetro per il rilevamento della gravità. Milani (dedicato ad Andrea Milani, matematico dell'Università di Pisa, scomparso nel 2018) invece ha una fotocamera multispettrale per mappare la mineralogia superficiale oltre a un rilevatore della polvere rilasciata dopo l'impatto di NASA DART.
I due Cubesat saranno rilasciati inizialmente spinti da una molla che li allontanerà dal corpo principale di ESA Hera, quando si troveranno nei pressi dell'asteroide. I due satelliti rimarranno però inizialmente collegati alla sonda con un cavo per la trasmissione dei dati e dell'alimentazione. Una volta che i sistemi saranno attivi e verificati (in circa 24 ore) ci sarà il rilascio definitivo per permettere di svolgere la missione ai tre orbiter.
ESA Hera invece ha a bordo 11 strumenti scientifici che consentiranno di catturare diversi dati scientifici di Dimorphos. L'alimentazione della sonda è fornita da due pannelli solari da 5 metri di lunghezza mentre il propellente per le manovre orbitali è basato su idrazina. Grazie alle informazioni aggiuntive si potrà capire se l'asteroide è un sistema di tanti sassi e rocce tenuti insieme grazie alla gravità (ma con molti spazi vuoti) oppure se è un corpo unico con una superficie dove sono presenti rocce.
Verrà studiato anche il movimento di Dimorphos rispetto al più grande Didymos (compreso il centro di massa del sistema binario). La superficie del primo sarà mappata con una risoluzione di 10 cm/pixel mentre una fotocamera a infrarossi permetterà di avere altri dati relativi alla temperatura dell'asteroide. Un'altra fotocamera sarà impiegata per raccogliere immagini con 25 lunghezze d'onda differenti (dal visibile al vicino infrarosso). Sia Juventas che Milani completeranno la loro missione effettuando un atterraggio morbido sulla superficie dell'asteroide mentre ESA Hera potrebbe atterrare sulla superficie, ma questa parte finale è ancora in fase di valutazione.
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