NASA DART ha modificato l'orbita dell'asteroide Dimorphos, è ufficiale

La missione di NASA DART ha effettivamente modificato l'orbita dell'asteroide Dimorphos. La conferma ufficiale è arrivata poche ore fa dall'agenzia spaziale statunitense che ha diffuso i primi dati del periodo orbitale dopo l'impatto.
di Mattia Speroni pubblicata il 11 Ottobre 2022, alle 23:03 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESAArgotec
Quando c'è stato l'impatto tra la sonda spaziale NASA DART (Double Asteroid Redirection Test) e l'asteroide Dimorphos una delle domande più frequenti è stata "ma allora il test ha avuto successo?". Purtroppo non era possibile saperlo negli istanti immediatamente successivi al test, nonostante sapessimo che il satellite si era effettivamente scontrato correttamente contro il corpo celeste come previsto. Ora abbiamo la conferma ufficiale: sì, il test ha avuto successo. Il periodo orbitale di Dimorphos è stato modificato.
Live Now: #DARTMission experts discuss early results from the spacecraft’s planned impact with asteroid Dimorphos — the world’s first #PlanetaryDefense test.
— NASA (@NASA) October 11, 2022
Remember: DART is a test and there are no known asteroid threats to Earth. https://t.co/tnmJraBycM
Ricordiamo che questo era solo un test. L'obiettivo scelto è stato un sistema doppio costituito da due asteroidi chiamati Didymos e Dimorphos con il primo che ha un diametro di circa 780 metri mentre il secondo è di circa 163 metri. Il sistema sia prima che dopo l'impatto non costituisce un pericolo per la Terra ed è per questo che è stato oggetto del test dell'agenzia spaziale statunitense (osservato a breve distanza dal piccolo Cubesat LICIACube dell'ASI realizzato da Argotec). Ecco quello che sappiamo.
Il test di NASA DART contro l'asteroide ha avuto successo
L'agenzia spaziale ha riportato ufficialmente che il test ha avuto successo. La NASA ha scritto che "l'impatto cinetico del veicolo spaziale con il suo asteroide bersaglio, Dimorphos, ha alterato con successo l'orbita dell'asteroide". Si tratta del primo test di protezione planetaria che è stato messo in atto e il primo test che ha anche avuto successo. Questo darà modo a scienziati e ingegneri di capire come potrebbe effettivamente essere possibile modificare l'orbita di un oggetto che dovesse essere in rotta di collisione con la Terra (e non andrà come nei film di Hollywood).
In particolare sapevano che l'orbita di Dimorphos intorno a Didymos aveva una durata di 11 ore e 55 minuti. Dopo la collisione di NASA DART avvenuta il 27 settembre alla 1:14 (in Italia) invece il periodo orbitale ha una durata di 11 ore e 23 minuti con un'incertezza di +/- 2 minuti. 32 minuti di differenza che rappresentano comunque un risultato importante. La stessa NASA aveva stimato che l'orbita si sarebbe modificata di 73 secondi, questo significa che nella realtà le cose sono andate diversamente (in meglio) e che quindi ci saranno nuovi modelli da realizzare.
Bill Nelson (amministratore della NASA) ha dichiarato "tutti noi abbiamo la responsabilità di proteggere il nostro Pianeta natale. Dopotutto, è l'unico che abbiamo. Questa missione mostra che la NASA sta cercando di essere pronta per qualsiasi cosa l'universo ci getti addosso. La NASA ha dimostrato che siamo seri come difensori del pianeta. Questo è un momento spartiacque per la difesa planetaria e per tutta l'umanità, a dimostrazione dell'impegno dell'eccezionale team della NASA e dei partner di tutto il Mondo".
Oltre alla modifica del periodo orbitale, gli scienziati stanno analizzando le polveri che si sono sollevate e sono state disperse nello Spazio per capire come l'asteroide ha "reagito" all'impatto di NASA DART. Importante è sapere la costituzione dell'asteroide stesso (ce ne sono di diversi tipi nell'Universo) e quindi come potrebbero modificarsi gli scenari in base al bersaglio. Nancy Chabot (di APL) ha dichiarato "il team DART sta continuando a lavorare su questo ricco set di dati per comprendere appieno questo primo test di difesa planetaria nella deflessione degli asteroidi".
Importante sarà quindi l'apporto di LICIACube di ASI. Le sue immagini, catturate con una vista privilegiata, potranno dare ulteriori dati da studiare in particolare per quanto riguarda la superficie, il materiale espulso e altro ancora. Poi ci saranno i dati raccolti dalla missione HERA dell'ESA che andrà ad analizzare da vicino il punto dell'impatto di NASA DART. Per rendersi conto del materiale disperso basti pensare che la "coda" mostrata nelle immagini di Hubble è lunga circa 10 mila chilometri. Se l'umanità potrà sopravvivere a un potenziale impatto di un corpo celeste, sarà anche merito di questa missione.
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7 Commenti
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Sono ignorante, ma non so quanto una bomba atomica possa fare meglio di un corpo lanciato a gran velocità...
Tralasciando il piccolo problema di doverla portare in sicurezza in orbita...
E se non è armata, quanto è sicura?
Perché un razzo pieno di carburante sulla rampa di lancio fa un bel botto...
Perché un razzo pieno di carburante sulla rampa di lancio fa un bel botto...
Dipende dall'entità della testata e dell'asteroide in arrivo: se la testata è grossa significa che lo è anche l'asteroide da colpire, quindi significa che si tratta di scegliere tra la devastazione del pianeta e un rischio minimo di dispersione di materiale radioattivo nell'atmosfera. Ricordiamo che una testata nucleare non armata NON può esplodere, al massimo viene fatta a pezzi.
Certo, se stesse per arrivare un asteroide, una bomba esplosa sulla rampa di lancio sarebbe il male minore...
Ma ancora non sono convinto che una bomba nucleare nello spazio riesca ad imprimere più energia direzionale di un satellite pesante sparato a folle velocità...
Il fatto che abbiano fatto questo esperimento mi porterebbe a pensare che sia appunto questo il metodo più efficace...
Ah, non lo sapevo. Pensavo che comunque pressioni e temperature alte potessero innescarla.
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