L'open-source costa troppo, e Pesaro torna al software a pagamento

L'amministrazione di Pesaro utilizza dal 2014 Office 365, dopo una breve parentesi di qualche anno avuta con OpenOffice. Il software proprietario ha permesso di risparmiare circa l'80% nei costi legati al software rispetto alla suite open-source
di Nino Grasso pubblicata il 19 Agosto 2015, alle 13:31 nel canale ProgrammiMicrosoft
159 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCioè i costi di migrazione delle infrastrutture dati.
Bisogna parlare di soldi, ma non nei costi di licenza che sono nulla.
Si deve parlare di controllo totale sullo sviluppo e scopo del programma, di manutenzione facile (se sei una PA puoi assoldare dei programmatori per sistemare eventuali problemi, se usi Office sei esattamente uguale al consumatore medio e MS ti risponde picche al 99%), di costi di training azzerati in futuro (visto che nessuno si sogna di cambiare l'interfaccia così come fa MS ogni tanto), 0 possibilità di incompatibilità future (vedere passaggio da doc a docx e stesso per excel) di funzionalità ad-hoc facilmente aggiungibili, eccetera.
[modifica]
Come detto in un post sopra, i motivi per cui almeno il pubblico dovrebbe essere obbligata a passare all'open source sono ben altri, ma tant'è...
[/modifica]
Chiaramente ci sono problemi più o meno rilevanti riguardo l'interoperabilità, però se vogliamo analizzare la situazione e non tifare per una parte piuttosto che un altra, il discorso è un pò più complesso.
Ad esempio i problemi della interoperabilità, da cosa derivano? Dal fatto che si cerca di usare un file proprietario in un programma open source? Dal fatto che per poter arrivare a questo risultato cè stato un grande, grandissimo lavoro di reverse engineering, considerato il grande ostruzionismo che la Microsoft ha fatto e continua a fare (in generale, non solo in questo punto)? E allora perchè addossare la responsabilità che non funziona l'interoperabilità all'open source? L'open source i suoi file li ha, sono ben supportati (e standardizzati) e interoperabili (come molti programmi open source per altro).
Un altro esempio, i costi.
In questo articolo, già dal titolo, si legge : "L'open-source costa troppo..."
L'open source...a me sembra che i costi proibitivi (? cè da fidarsi) riguardino i corsi di formazione (chiamiamoli cosi) del personale, e l'adattamento del software / file alla nuova piattaforma. Questi costi non hanno nulla a che vedere con l'open source. Ma piuttosto con il fatto che la Microsoft sia stata e continui ad essere in regime di monopolio. Con qualsiasi altra piattaforma ci si ritroverebbe a sostenere i stessi costi, o forse di più, per via delle maggiori licenze....
Se il mondo fosse stato invaso dall'open source
La Microsoft nel corso degli anni ha lavorato di brutto
E questo è un danno non solo per chi non usa l'ecosistema Microsoft, come abbiamo visto. Ha creato un danno a tutti noi. Ed il fatto che un comune, o azienda che sia, sia OBBLIGATA a ritornare ad usare un sistema che aveva deciso di abbandonare sta li ad dimostrarcelo, quanto esso sia grave.
quelle ore annuali che servirebbero a insegnare al lavoratore come si usa un utensile (tastiera e mouse) utile per lo svolgimento del suo lavoro dove son finite ????
e sopratutto... l'ibridazione office - openoffice è na gran castronata...
1. se hai a fianco office in un modo o nell'altro l'hai pagato...
2. se hai la vecchia soluzione a fianco a portata di mouse è ovvio che l'utente torna ad usarlo per chè comodo...
3. magari una completa conversione a seguito di un bel corso fatto bene avrebbe risolto tutto questo giro...
anche perchè, cosa che nessuno mai dice, office ogni tanto va aggiornato, pertanto prima o poi la licenza la ripaghi (come fu per 2003-2006 con lo scherzetto dei docx & company).
fortuna che dopo anni forse a settembre riuscirò ad avere la prima postazione linux a lavoro. meno manutenzione, meno rogne, meno virus
La notizia non specifica niente al riguardo ma vorrei fare presente che LibreOffice, come molti altri applicativi liberi, è di tipo multipiattaforma, quindi non è indispensabile cambiare SO.
Giusto per eliminare qualche falso mito che associa l'uso di programmi liberi unicamente nel caso venga deciso di passare a Linux.
Uso Libreoffice (e prima Openoffice) su Windows da molti anni con soddisfazione.
E' però vero che se qualche volta mi invio a casa dall'ufficio una presentazione fatta in PowerPoint (e parlo di una semplice successione di pagine, senza animazioni né tantomeno macro), quando la apro con Impress trovo font e allineamenti tutti sballati. Neanche a pensarci di poter fare una qualsiasi modifica, salvarla in .pptx e sperare di poterla riaprire in ufficio senza doverla rifare da capo.
Conclusione: uso i formati open per tutti i miei documenti personali, ma al lavoro MSOffice è un obbligo.
in tutte queste installazioni ho sempre impiegato 3/4 del tempo per eliminare le feci esistenti piuttosto che concentrarmi nella fornutura dei nuovi servizi con conseguenti grattacapi in fase di fatturazione o risse in azienda con chi aveva (non) fatto l'analisi preventiva dal cliente
Dalla mia esperienza quindi, molto spesso purtroppo, l'open è implementato male o in maniera approssimativa, creando grossi problemi a chi poi arriva dopo e deve metter mano chissà dove.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".