Intel in Italia: 'le trattative non sono interrotte'. Aggrappiamoci alle parole di Luca Zaia
Della trattativa tra il governo e Intel per l'apertura di una fabbrica in Italia non si sa più nulla da diverso tempo. L'operazione saltata con Tower Semiconductor, che opera nel nostro Paese con STM, ha fatto pensare che la partita fosse chiusa. Il governatore del Veneto Zaia, però, tiene accesa la speranza.
di Manolo De Agostini pubblicata il 23 Agosto 2023, alle 14:01 nel canale MercatoIntel
"Dagli ultimi contatti che ho avuto con Intel non ci sono interruzioni nelle trattative. Non ci sono altri aggiornamenti, ma il dialogo con la società è confermato". Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, tenendo accesa la speranza che si trovi l'accordo per portare un importante impianto di back-end del colosso statunitense nel nostro Paese.
Come riportato in passato, sembra che in pole position vi sia Vigasio, in provincia di Verona. "Per noi la trattativa resta aperta", ha dichiarato Zaia, "ma non ho mai negato che per l'area in questione ci siamo mossi anche su altri fronti. Su Vigasio abbiamo talmente la situazione in mano, che ci possiamo candidare anche per altri contest internazionali. L'obiettivo, però, è Intel", ha concluso.
Nel marzo 2022 Intel annunciò un "potenziale investimento fino a 4,5 miliardi di euro" in Italia, per una fabbrica in grado di creare "circa 1500 posti di lavoro in Intel e altri 3500 posti di lavoro fra fornitori e partner". Al centro dell'impianto le ultime tecnologie di packaging (da non confondersi con le scatole, come spiegato qui) messe a punto dagli ingegneri di Intel.

Il punto è che oltre a essere passati molti mesi da quella promessa potenziale, in Italia abbia avuto un avvicendamento al governo e, nonostante alcune dichiarazioni del ministro del Made in Italy Urso che tirava la palla nel campo di Intel, poco è trapelato sull'effettivo prosieguo della trattativa. In realtà sono più le voci che vedono l'operazione andata a "carte 48" che i commenti positivi, specie dopo che è fallita l'acquisizione di Tower Semiconductor, già presente in Italia grazie a una partnership con STMicrolectronics. Zaia, insomma, è una goccia nel mare, ma a qualcosa bisogna pur aggrapparsi.
Tutto questo mentre Intel ha rinegoziato il suo accordo con la Germania ottenendo maggiori sussidi (da 6,8 a circa 10 miliardi di euro) sulla scia delle mutate condizioni economiche che incidono sul prezzo dei materiali e dell'energia. La società ha inoltre annunciato un importante impianto in Polonia legato alla fase di "assembly & test", differente da quello oggetto di interlocuzioni aperte con il governo italiano. Il suo piano europeo che prevede 80-100 miliardi di euro di investimenti sta prendendo forma.
È abbastanza chiaro che il nodo della vicenda siano i sussidi garantiti dal governo italiano, probabilmente non così competitivi rispetto ad altre parti d'Europa. Si sa, i conti pubblici zoppicano, e sembra che l'intesa di massima che aveva trovato Mario Draghi - circa il 40% dell'investimento totale a carico statale - non sia così facilmente onorabile.
Sarebbe però necessario fare lo sforzo, perché sarebbe un investimento fondamentale per il futuro - sia in ottica puramente economica che lavorative - vista la gamma di tecnologie relative al packaging nell'arsenale di Intel e l'importanza del package per tutti i chip che usciranno nei prossimi anni.
Non è un caso che, come riportato dalla testata Nikkei, la casa di Santa Clara punti a quadruplicare entro il 2025 la sua capacità produttiva in fatto di tecnologie di packaging e, per riuscirci, abbia intenzione di creare un "gemello" del presunto impianto italiano anche in Malesia.










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11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTranquilli, prima di avere una decisione finale probabilmente cambierà altre tre volte il governo.
O come disse qualcuno , l'importante è crederci
Mettono 1€ se noi ne mettiamo 2 di soldi pubblici..... ci sono ricadute sul territorio ok sotto forma di salari e indotto, stop. Nessuna crescita tecnologica e nemmeno nessuna "resilienza" aumentata in caso di nuovi shock globali es post pandemia......
Tutto quello che viene fatto lì verrà venduto ad altri attraverso magari nuovi canali di distribuzione e stop, non potremo requisire o nazionalizzare alcunchè essendo noi una succursale americana in europa.
Per dire, in Germania hanno avuto l'ok dopo che hanno messo sul piatto 10 MLD, praticamente un terzo di una manovra italiana (!!!!) per un investimento PRIVATO. La domanda vera sarebbe: cosa potremmo fare con quei soldi "localmente" e con compartecipazione o addirittura tutto pubblico? Creare una nuova industria legata al silicio, elettronica in generale come eravamo pionieri negli anni 60-70-80? Naaaaaaaaa meglio mettere soldi per i privati finchè va bene e quando va male pagare poi gli ammortizzatori sociali per quando se ne andranno da un'altra parte (innumerevoli esempi negli ultimi 20 anni)
Ci vogliono anni ok, ma almeno si da una prospettiva di lungo respiro e con ricadute vere occupazionali e di know how tecnologico...abbiamo eccellenze mondiali in fatto di fisica e studio dei materiali, basterebbe metterle in uso in applicazioni reali invece di aspettare che qualche multinazionale o università esteri ce li ciuli tutti uno a uno come accade da anni...
Non essere pessimista se ci si mette lui apriranno quattro stabilimenti, dopo i lavoratori saranno una matriosca di sei cooperative estere come in sanità, quindi ultra sottopagati, probabilmente con 2Euro lordi all'ora Intel se la cava con lui.
E logico che i 98 euri ora rimanenti per pagare la coop poi li metteranno gli Italiani, anche perchè non ci sono Italiani che vogliono lavorare in Veneto lo dicono tutte le testate verdi.
Ovviamente spero che l'accordo vada in porto, ma seriamente, non vedo perché razionalmente ad oggi scegliere l'Italia, se non forse per il basso costo della manodopera, ma anche in quel caso ci sono paesi più convenienti, nella stessa UE.
Secondo me Intel sta giocando anche al rialzo: quanta pecunia ci metterà il singolo stato europeo.
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