Intel in Italia, scatto in avanti del Veneto: approvata una risoluzione per favorire l'insediamento nel Veronese

Il Consiglio regionale del Veneto ha votato all'unanimità una risoluzione per dare sostegno alla Giunta regionale affinché l'insediamento di Intel in Italia si concretizzi in quel di Vigasio, nel Veronese.
di Manolo De Agostini pubblicata il 18 Gennaio 2023, alle 15:31 nel canale MercatoIntel
Non c'è ancora un accordo definitivo sul potenziale investimento di Intel in Italia, annunciato lo scorso anno dalla società statunitense all'interno del suo piano europeo per creare un ecosistema produttivo volto a sostenere le necessità dell'industria hi-tech locale, come quella dell'auto tedesca.
Nei mesi scorsi sembrava che l'intesa fosse a un passo, e già si parlava di uno stabilimento in quel di Vigasio, in Veneto. La conferma non è arrivata e anche il Piemonte sembrerebbe in corsa: il cambio di governo avvenuto alla fine dello scorso anno potrebbe aver mischiato le carte. In una partita con continui cambi di fronte, l'ultima notizia arriva dal Consiglio regionale del Veneto.
In una nota pubblicata a questo indirizzo si legge che il Consiglio ha approvato all'unanimità la risoluzione, presentata dal consigliere Alberto Bozza (FI), intitolata "Azioni regionali per l'insediamento di Intel nel territorio veronese".
"Il provvedimento offre sostegno alla Giunta regionale nello sforzo di favorire, in sinergia con il mondo industriale, l'insediamento della multinazionale statunitense, che produce chip e semiconduttori, a Vigasio, nel Veronese. La Risoluzione auspica anche che la Giunta regionale dia corso ad una intensificazione della fase precontrattuale, al fine di poter proporre al partner soluzioni di mercato migliorative rispetto ad altri potenziali interlocutori".
Ora, non si tratta di una conferma che lo stabilimento - incentrato sulle tecnologie di back-end e packaging, tema che abbiamo spiegato esaustivamente in questo articolo per chi volesse approfondire - sorgerà in Veneto, ma certamente segna un punto per la regione guidata da Luca Zaia.
L'impianto, sulla base delle iniziali stime di Intel, prevede un investimento fino a 4,5 miliardi di euro e la creazione un totale di 5000 posti di lavoro, 1500 in Intel e altri 3500 fra fornitori e partner. Le cifre potrebbero però essere cambiate nel corso del tempo e peserà anche l'entità dei sussidi statali (con il benestare dell'UE) a sostegno dell'operazione, un impegno da parte dello Stato che non deve stupire e che interessa tutti i Paesi dove sono presenti i grandi player del mercato dei semiconduttori.
D'altronde in un anno lo scenario è cambiato, con l'impennata dell'inflazione che ha certamente avuto un impatto sui costi, a cui si è aggiunto il rallentamento della domanda di semiconduttori. Il piano di Intel però non è di breve respiro, ma di lungo periodo, e recentemente il Chief Global Operations Officer Keyvan Esfarjani l'ha spiegato molto bene in riferimento al principale tassello del piano di espansione europeo, le due Fab che sorgeranno a Magdeburgo.
"Siamo impegnati a garantire il successo del progetto di Magdeburgo", ha detto Esfarjani a Reuters. "Anche se dobbiamo districarci nell'ambiente attuale, non possiamo distogliere lo sguardo dall'obiettivo". La scorsa settimana il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito l'impegno del governo nell'assicurarsi l'investimento di Intel.
"Siamo sempre determinati a lavorare in modo positivo e costruttivo per raggiungere i nostri obiettivi", ha affermato a Reuters il ministro, rispondendo a una domanda se il governo fosse preoccupato che il progetto potesse alla fine non essere realizzato.
A fine 2022, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, il primo ministro Giorgia Meloni ha dichiarato di considerare l'investimento di Intel altamente strategico e si è detta pronta a un incontro con Intel per esplorare soluzioni per agevolarlo.
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