Stabilimento Intel in Italia, il Piemonte vuole battere il Veneto in zona Cesarini
Il governatore del Piemonte non si è arreso all'ipotesi di strappare al Veneto lo stabilimento relativo al packaging dei chip che Intel ha intenzione di aprire in Italia. Previsto un "blitz" a Roma per provare a rimescolare le carte.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Ottobre 2022, alle 11:21 nel canale MercatoIntel
Sul finire di settembre la partita sull'ubicazione dello stabilimento Intel in Italia sembrava chiusa: Reuters riportava indiscrezioni secondo cui la scelta era praticamente stata fatta, ed era ricaduta su Vigasio, a 15-20 chilometri da Verona. Adesso, complice anche l'insediamento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, potrebbero esserci spiragli per evoluzioni.
Secondo il nuovo ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, in una dichiarazione ad Adnkronos, "sarà l'azienda a decidere la sede dell'investimento rispetto alle condizioni che riterrà più congeniali mentre il compito del governo è di creare, insieme con le Regioni, le migliori condizioni per portare in Italia questo importante e significativo investimento in un asset strategico per l'economia nazionale. Infatti, non dobbiamo dimenticare che si tratta di un'iniziativa privata a cui dobbiamo fornire il migliore supporto. Agiremo come una squadra nazionale".

In un'altra dichiarazione all'Arena di Verona, Urso ha confidato di aver messo subito le mani sul dossier Intel. "Verona è un punto di riferimento importante per tutta l'economia italiana per il sistema fieristico e per quello logistico, un esempio per tutto il Paese. Quando parliamo di attrarre gli investimenti stranieri in Italia possiamo pensare a Intel. Un'occasione importante. Un minuto dopo il giuramento ci siamo incontrati per il passaggio di consegne. Non siamo andati nemmeno a festeggiare, ho incontrato al Dicastero il ministro Giancarlo Giorgetti con cui ho affrontato anche il dossier Intel".
"Ne avevo parlato una decina di giorni fa, senza sapere che cosa sarebbe successo, anche con Vittorio Colao, l'ex ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. Lo stesso avevo fatto con il presidente del Veneto, Luca Zaia. Ora dobbiamo creare le condizioni ideali per portare in Italia questo investimento senza dimenticare che si tratta di un'iniziativa privata e toccherà all'azienda la decisione finale. Sono comunque fiducioso".
In questa partita però continua il pressing del Piemonte, capitanato dal governatore Alberto Cirio, non certo tranquillo per l'indubbio legame tra Urso e il Veneto, visto che è nato a Padova ed eletto nel Nord-Est. La Repubblica riporta di un "blitz" a Roma da parte di Cirio per "incontrare ministri e parlamentari, si tratta di una partita fondamentale per il Piemonte". Il tentativo, che appare in extremis, potrebbe rimescolare le carte, ma più che altro dilatare nuovamente i tempi di una decisione definitiva sul tema. Qualcosa che, temiamo, potrebbe portare Intel a stancarsi e a rivedere i propri piani. Incrociamo le dita.
A marzo Intel annunciava l'intenzione di investire sull'Italia fino a 4,5 miliardi di euro, per creare uno stabilimento adibito al packaging dei chip (qui spieghiamo cosa significa) da 1500 posti di lavoro in Intel e altri 3500 posti di lavoro fra fornitori e partner. Considerando che la costruzione di un impianto legato ai semiconduttori richiede anni per essere finalizzato, lo stabilimento italiano di Intel potrebbe diventare operativo in un periodo tra il 2025 e il 2027. Al momento non ci sono dettagli certi sui sussidi che l'Italia metterà a disposizione di Intel, ma si vocifera di cifre intorno ai 2-2,5 miliardi.










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19 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoScherzi a parte, credo che logisticamente sia meglio avere fabbriche vicine tra loro, non una in Portogallo, una in Sicilia, una in Lapponia e una in Ucraina.
Nah, il sud è turismo, è sole, turismo, cibo, turismo, gente simpatica, turismo, e tutto deve ruotara attorno al turista in calzini e bermuda che per una settimana viene a farsi due selfie, le restanti 51 non contano, attenzione a questi punti che sono i capisaldi, una granita, due pitoni, due RANCINE e via, "mi quanto stanno brutti ma si magna bene"
Fermo restando che in questa fabbrica faranno giusto due ihs e il resto saranno ggiovani barbamagliettati che fanno idee, probabilmente ha più senso la stm o come si chiama a catania, che fra l'altro produce ottimi pannelli fotovoltaici, ma tant'è
Se non ho capito male l'area di destinazione sarebbe anche vicina al casello di Nogarole Rocca, quindi... boh?
"Logisticamente andava fatta sull'isola dell'asinara......"
" no dai sul pinnacolo del K2 era più corretta....."
Dai, dai che perdiamo anche questa occasione.
Su, possiamo farcela!!
Fermo restando che in questa fabbrica faranno giusto due ihs e il resto saranno ggiovani barbamagliettati che fanno idee, probabilmente ha più senso la stm o come si chiama a catania, che fra l'altro produce ottimi pannelli fotovoltaici, ma tant'è
Catania era stata considerata, ma la Regione Sicilia non è stata in grado di proporre un piano industriale convincente. Insomma, eleggere politici locali capaci aiuta.
PS: Che la facciano in Veneto o altrove dove la faranno non cambierà nulla, grazie ai Governatori Locali V2.0 ci lavoreranno lavoratori messi da una Cooperativa a prezzo bassissimo, che potrebbero anche essere Cinesi o Direttamente dei Bot....
Esatto, io sono di Verona e uno dei motivi è proprio quello della comodità logistica.
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