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Bannato
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40 Anni fa moriva CHE GUEVARA
![]() senza perdere la tenerezza "...la vera rivoluzione dobbiamo cominciare a farla dentro di noi......lasciatemi dire, a costo di sembrare ridicolo, che il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d'amore..." "...Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del Mondo..." Era il 9 ottobre 1967, morì nella foresta boliviana ROMA Quarant’anni fa, il 9 ottobre 1967, Ernesto Guevara, detto il «Che» (per la sua abitudine di pronunciare questa breve parola in mezzo ad ogni suo discorso, una specie di cioè), veniva assassinato da un gruppo di militari boliviani dopo la sua cattura. Dopo aver partecipato da protagonista alla rivoluzione cubana, dopo aver spostato il movimento castrista e lo stesso Fidel Castro su posizioni comuniste, Guevara aveva abbandonato i suoi incarichi di governo e aveva cominciato una nuova impresa rivoluzionaria in Bolivia. Un tentativo disperato compiuto con un gruppo ristretto di seguaci senza alcun sostegno da parte di Cuba e del movimento comunista internazionale. Forse la ricerca di una morte gloriosa che ponesse fine alle sue contraddizioni di rivoluzionario davanti ai problemi del socialismo reale. A 40 anni dalla morte, la sua figura resta un mito per molti giovani di tutto il mondo. Al di là delle ideologie ha rappresentato e rappresenta l’inquietudine, il coraggio e la romantica sfortunata disperazione di chi si trova ad affrontare una morte precoce per rendere immortali i suoi principi. Diventato un vero e proprio mito laico, un martire dei «giusti ideali», Guevara ha indubbiamente rappresentato per i giovani della sinistra europea (e non solo) un simbolo dell’impegno politico rivoluzionario, talvolta svilito a semplice gadget o icona da stampare sulle magliette. Figlio della piccola borghesia agiata, Ernesto «Che» Guevara de la Serna nasce il 14 giugno 1928 a Rosario de la Fe in Argentina. Il padre Ernesto è ingegnere civile, la madre Celia una donna colta, grande lettrice, appassionata soprattutto di autori francesi. Sofferente di asma fin da bambino, nel 1932 la famiglia Guevara si trasferisce vicino a Cordoba per consiglio del medico che prescrive per il piccolo Che un clima più secco (ma in seguito, fattosi più grandicello, la malattia non gli impedirà di praticare molto sport). Studia con l’aiuto della madre, che avrà un ruolo determinante nella sua formazione umana e politica. Nel 1936-1939 segue con passione le vicende della guerra civile spagnola, per la quale i genitori si sono impegnati attivamente. A partire dal 1944 le condizioni economiche della famiglia peggiorano, ed Ernesto comincia a lavorare più o meno saltuariamente. Legge moltissimo, senza impegnarsi troppo nello studio scolastico, che lo interessa solo in parte. Si iscrive alla facoltà di Medicina e approfondisce le sue conoscenze lavorando gratuitamente all’istituto di ricerche sulle allergie, a Buenos Aires (dove la famiglia si è trasferita nel 1945). Con l’amico Alberto Granados, nel 1951, parte per il suo primo viaggio in America Latina. Visitano il Cile, il Perù, la Colombia e il Venezuela. A questo punto i due si lasciano, ma Ernesto promette ad Alberto, che lavora in un lebbrosario, di rincontrarsi appena finiti gli studi. Ernesto Guevara nel 1953 si laurea, riparte per mantenere la promessa fatta a Granados. Come mezzo di trasporto usa il treno sul quale a La Paz incontra Ricardo Rojo, un esule Argentino, insieme al quale comincia a studiare il processo rivoluzionario che è in corso nel paese. A questo punto decide di rimandare la sua carriera medica. L’anno successivo il Che giunge a Città di Guatemala dopo un viaggio avventuroso, con tappe a Guajaquil (Ecuador), Panama e San Josè de Costa Rica. Frequenta l’ambiente dei rivoluzionari che sono affluiti in Guatemala da tutta l’America Latina. Conosce una giovane peruviana , Hilda Gadea, che diventerà sua moglie. Il 17 giugno, al momento dell’invasione del Guatemala da parte delle forze mercenarie pagate dall’United Fruit, Guevara tenta di organizzare una resistenza popolare, ma nessuno gli dà ascolto. Il 9 luglio 1955, intorno alle ventidue, al numero 49 di via Emperàn a Città del Messico, nella casa della cubana Maria Antonia Sanchez, Ernesto Che Guevara incontra una figura decisiva per il suo futuro, Fidel Castro. Fra i due scatta subito una forte intesa politica e umana, tanto che si parla di un loro colloquio durato tutta la notte senza alcun dissenso. Oggetto della discussione sarebbe stata l’analisi del continente sudamericano sfruttato dal nemico yankee. All’alba, Fidel propone ad Ernesto di prendere parte alla spedizione per liberare Cuba dal «tiranno» Fulgencio Batista. Ormai esuli politici, parteciparono entrambi allo sbarco a Cuba nel novembre 1956. Fiero guerriero dall’animo indomito, il Che si rivela abile stratega e combattente impeccabile. A fianco di una personalità forte come quella di Castro ne assume le direttive teoriche più importanti, assumendo l’incarico della ricostruzione economica di Cuba in qualità di direttore del Banco Nacional e di ministro dell’Industria (1959). Non completamente soddisfatto dei risultati della rivoluzione cubana, però, avverso ad una burocrazia che si andava sclerotizzando malgrado le riforme rivoluzionarie, irrequieto per natura, abbandona Cuba e si avvicina al mondo afro-asiatico, recandosi nel 1964 ad Algeri, in altri paesi africani, in Asia e a Pechino. Nel 1967, coerente con i suoi ideali, riparte per un’altra rivoluzione, quella boliviana, dove, in quell’impossibile terreno, viene tratto in agguato e ucciso dalle forze governative. Non si conosce la data esatta della sua morte, ma sembra ormai accertato con buona approssimazione che il Che sia stato assassinato il 9 ottobre di quell’anno. da La Stampa Miracolato dai Cubani l'assassino del Che Di quell'uomo che dovevano operare, i medici cubani, non sapevano praticamente nulla. Né il nome, né tanto meno la storia. Sapevano però che quel vecchietto di cui si dovevano occupare era praticamente cieco. Un caso difficile, certo, ma come tanti altri che avevano trattato lì nel centro oftalmico di Santa Cruz, in Bolivia. Mai, però, quei medici avrebbero minimamente sospettato di aver ridato la vista a Mario Teran, l'uomo che 40 anni fa assassinò Ernesto Che Guevara. E la cosa più curiosa è che quell'operazione fu eseguita gratuitamente. Perché - come racconta il giornale di Santa Cruz, "El Deber" - l'ex sergente boliviano che su ordine della Cia tolse la vita ad uno dei leader più amati della rivoluzione castrista ha beneficiato di un programma di Cuba, che offre gratuitamente interventi chirurgici agli occhi in diversi paesi dell'America Latina. L'operazione è avvenuta lo scorso anno. Ma la notizia si è saputa solo ora perché il figlio dell'ex sergente ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al giornale di Santa Cruz per ringraziare pubblicamente i medici cubani «che hanno ridato la vista a mio padre». Non sono moltissimi quelli che a Cuba ricordano il nome dell'uomo che assassinò Ernesto Che Guevara. Anche perché - come ricordano a L'Avana - Mario Teran in fondo era un anonimo militare che quel 9 ottobre del 1967 si tramutò in killer per ordini imposti direttamente da Washington. Più che sull'ex sergente boliviano quell'assassinio è sempre stato messo giustamente in conto alla Cia. E infatti Granma, il giornale del Partito comunista cubano, nel raccontare la storia dell'operazione, ha sentito il bisogno di attaccare il pezzo così: leggete bene questo nome, Mario Teran; nessuno si ricorda più di lui, anche "se 40 anni fa lo fecero diventare una notizia". Oggi però, dice il giornale cubano, quel nome dovete tenerlo in mente perché quell'ex sergente «educato con l'idea di uccidere, torna a vedere grazie ai medici che seguono le idee della sua vittima». Mario Teran voleva uccidere un'idea e un sogno, nota ancora Granma, ma a 40 anni esatti della sua morte Che Guevara torna a vincere un'altra battaglia: «Un vecchio può apprezzare nuovamente il colore del cielo e dei boschi, sfruttare il sorriso dei suoi nipoti, guardare una partita di pallone». Tutto bene dunque? Niente affatto. Perché il giornale cubano sferra un duro fendente al «vecchio che ha riacquistato la vista» perché «sicuramente mai sarà capace di vedere la differenza tra le idee che lo portarono ad assassinare un uomo a sangue freddo» e quelle di questi medici abituati a soccorrere nello steso modo amici e nemici feriti. Il Che diventa un romanzo Una fotografia che cerca di mostrare anche i lati oscuri del celebre rivoluzionario ROMA - Il 9 ottobre 1967 Ernesto Che Guevara veniva ucciso in Bolivia. In occasione del quarantennale della sua morte, Dario Fertilio ne rivisita il mito e i suoi lati oscuri nel libro «La via del Che - Il mito di Ernesto Guevara e la sua ombra» edito da Marsilio. Una Cuba inquieta e spettrale, al crepuscolo del regime di Fidel Castro, accoglie Riccardo Modena, agente letterario di un'importante casa editrice, sulle tracce dei mitici diari mancanti di Che Guevara. Su quegli scritti pericolosi del celebre eroe rivoluzionario, a lungo proibiti perchè in odore di eresia, si è scatenata da tempo una ridda di ipotesi e un'infinitá di interpretazioni: ora però, con la prospettiva di un contratto di favore e la benedizione delle massime autoritá cubane, il protagonista si sente a un passo dal grande colpo editoriale. Riccardo Modena, tuttavia, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia. Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell'eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell'aria. Scoprirá così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l'esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull'autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l'immagine di lui diffusa in Occidente. da Corsera fg |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2004
Città: verona
Messaggi: 1467
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di sicuro non mi manchera' ...
pace all'anima sua e che resti sottoterra ancora per parecchio tempo ... ![]() ![]() |
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#3 |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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#4 |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Messaggi: 3918
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Un grande personaggio, tutto sommato
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Città: Stella di serramazzoni
Messaggi: 410
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fosse morto un pò prima sarebbe stato molto meglio.
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#6 |
Member
Iscritto dal: Feb 2005
Messaggi: 47
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mah guarda manco a me...
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FORZA MAGICO MILAN!! ![]() ![]() 30/05/05 - Milano - System Of A Down --- Non basta essere bravi bisogna essere i migliori --- ITALIA AGLI ITALIANI |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Messaggi: 4357
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#8 |
Member
Iscritto dal: May 2006
Città: A 32 km da Ferrara, 35 da Bologna e 38 da Modena
Messaggi: 201
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Ha fatto grandi cose, dalla parte sbagliata...ma grandi
![]() Come Voldemort in pratica ![]() |
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#9 |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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#10 |
Member
Iscritto dal: Jan 2007
Città: Ankon : "In quel loco fu' io Pier Damiano, e Pietro Peccator fu' nella casa, di Nostra Donna in sul lito adriano" D.Alighieri-Divina Commedia
Messaggi: 287
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Condivido perfettamente ! ! !
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- - - Sony VAIO FW21M - - -== == Ankon Dorika Civitas Fidei== == Nick PS3 : Marco83_an
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2006
Messaggi: 2071
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• Feedbacks Mercatino - non molto aggiornato, ammetto • Vendo giochi PS2 • Vendo giochi PC/WII/GC•
{Nessun titolo ha più valore della Lealtà e dell'Onore - INTER -} |
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#12 |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Messaggi: 3918
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Como (PDN)
Messaggi: 428
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Giusto un paio di citazioni:
“Urlerò come un indemoniato, assalirò barricate e trincee, macchierò la mia arma di sangue e, consumato dalla rabbia, scannerò tutti i nemici su cui metterò la mano” "Amo l’odio, bisogna creare l’odio e l’intolleranza tra gli uomini, perché questo rende l’uomo un’efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere" Proprio una gran persona!!! Fortuna che è sottoterra. Peccato per i beoti che ancora oggi inneggiano a lui. Specialmente quelli che lo prendono come icona del pacifismo ![]()
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Qualcuno qui dentro ritiene di essere l'illuminato, di avere la saggezza e che gli altri siano un branco di poveri idioti. Per questo se non è in grado di argomentare seriamente delle risposte, se non la pensi come lui o se provoca e gli rispondi fugge dal thread e ti mette in ignore list |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2005
Città: San Vito
Messaggi: 3396
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Quote:
![]() non mi mancherà
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Corsair VX550W || E6750@3.2GHz || Asus P5k || 2x1GB OCZ Platinum XTC DDR2 800 || Gigabyte GTX660Ti OC 2GB || 500 GB Seagate Barracuda ------ Vendo componenti pc socket 478 |
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#16 |
Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Oldest Republic
Messaggi: 74
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Gran demolitore un po meno bravo come costruttore.
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#17 | |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Quote:
fg |
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#18 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Città: prov di NA
Messaggi: 888
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#19 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Città: prov. di Alessandria
Messaggi: 5201
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non era il santo a cui molti inneggiano......non era il diavolo a cui molti lanciano maledizioni.
Contestualizzato al suo periodo era un idealista senza alcuna base di applicazione pratica delle sue idee (e vorrei vedere come avrebbe potuto averla). Morale? Una persona diventata simbolo (probabilmente per caso) di qualcosa molto più grande di lui
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Addio Pierpo, motociclista. Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale. |
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#20 | |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Quote:
Bisognerebbe riflettere. In una sede romana del vecchio MSI c'era un suo poster. Il Che va oltre le ideologie. fg |
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