Cina, effetto sanzioni USA: Cambricon - la 'NVIDIA cinese' - registra ricavi record nel terzo trimestre
Cambricon Technologies, spesso definita la "NVIDIA cinese", ha registrato un aumento dei ricavi di 14 volte nel terzo trimestre, trainata dalla crescente domanda interna di chip per l'AI. L'azienda beneficia del piano di Pechino per sostituire l'hardware statunitense, con previsioni di crescita record per l’anno.
di Manolo De Agostini pubblicata il 18 Ottobre 2025, alle 16:11 nel canale Schede VideoCambricon Technologies
Cambricon Technologies, uno dei principali produttori cinesi di chip per l'intelligenza artificiale, ha registrato un aumento dei ricavi del 1300% nel terzo trimestre. Lo riporta Bloomberg.
Secondo quanto comunicato alla Borsa di Shanghai, l'azienda ha chiuso il trimestre di settembre con un utile netto di 567 milioni di yuan (circa 79,6 milioni di dollari), ribaltando la perdita di 194 milioni di yuan dello stesso periodo del 2024. I ricavi si sono attestati a 1,73 miliardi di yuan, sostenuti dalla crescente adozione dei chip AI Cambricon da parte dei principali sviluppatori locali.
La società, spesso definita la "NVIDIA cinese" dagli investitori, si è affermata come uno dei protagonisti della corsa nazionale all'AI, accanto a nomi riconosciuti come Huawei Technologies. Il contesto di restrizioni sulle esportazioni di acceleratori NVIDIA verso la Cina ha accelerato la transizione verso soluzioni domestiche, favorendo aziende come Cambricon, che forniscono acceleratori per l'addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.
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Sviluppatori cinesi come Alibaba Group e DeepSeek stanno aumentando l'utilizzo di hardware locale per sostituire gli acceleratori NVIDIA, molti dei quali rimangono soggetti a divieti di esportazione da parte degli Stati Uniti. Allo stesso tempo, Pechino scoraggia l'uso di alternative "parzialmente disponibili" e, per questo motivo, le realtà occidentali sono fuori dai giochi.
"Al momento, siamo fuori dalla Cina al 100%, quindi la Cina è allo 0%. Siamo passati da una quota di mercato del 95% allo 0%, quindi non riesco a immaginare che qualche politico possa pensare che questa sia una buona idea. In tutte le nostre previsioni, ipotizziamo uno zero per la Cina. Se dovesse succedere qualcosa in Cina, sarebbe un bonus", ha dichiarato Jensen Huang di NVIDIA nelle scorse ore al Citadel Securities Future Of Global Markets 2025.
Nonostante un recente calo superiore al 20% rispetto ai massimi di agosto, le azioni Cambricon hanno raddoppiato il loro valore da luglio, in linea con l'euforia che circonda il settore AI a livello globale. Tuttavia, il mercato mostra segni di cautela, con gli investitori che temono una possibile sopravvalutazione simile a quella osservata nei titoli tecnologici statunitensi.
Nel mese di agosto, l'azienda ha stimato un fatturato annuo compreso tra 5 e 7 miliardi di yuan, un netto balzo rispetto agli 1,2 miliardi registrati l'anno precedente. Se le proiezioni verranno confermate, Cambricon si confermerà come una delle realtà più dinamiche dell'ecosistema AI cinese, simbolo della capacità del Paese di reagire alle sanzioni trasformandole in un volano di crescita industriale.
Al momento non è chiaro quali società stiano guidando la crescita di Cambricon, ma un post su X di settembre derivante dall'analisi dei bilanci semestrali può essere, in qualche modo, d'aiuto.
"I primi cinque clienti hanno rappresentato il 94,6% delle vendite e un solo cliente ha raggiunto la percentuale sbalorditiva del 79,1%. Nel bilancio la situazione è la stessa: quel singolo cliente rappresenta il 42,5% di tutti i ricavi (1,22 miliardi di yen). Ciò significa sostanzialmente che Cambricon funziona con un unico motore. Se quel cliente starnutisce, l'azienda si prende il raffreddore", si legge nel tweet.
"Di chi si tratta? Il documento riporta solo la dicitura 'partner di lunga data'. Le voci di mercato indicano spesso ByteDance, che sta silenziosamente costruendo un'infrastruttura di intelligenza artificiale e testando acceleratori domestici. Se fosse vero, le sorti di Cambricon sarebbero legate alla velocità con cui ByteDance intende scalare i propri modelli interni", conclude il post su X.










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27 Commenti
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Gli americani hanno il dominio incontrastato del tech e della finanza e difficilmente questo cambierà nel giro di breve.
Se non fosse stato per Trump, continuavano ancora a produrre tutto in cina.
Almeno hanno capito l'errore, anche se in ritardo e stanno cercando di invertire la rotta, ci vorrà tempo, ma forse questo salverà l'occidente dalla piaga comunista cinese. Non so se l'europa ancora l'ha capito, ma considerato le menti eccelse progressiste che la governano, dubito, visto che saranno ben oliati dal Partito Comunista Cinese.
Ma i cinesi non sono comunisti canonici.
Hanno trovato un modo tutto loro di coniugare il mercato con il socialismo.
E' un capitalismo controllato da un partito comunista, che si legittima con risultati economici e patriottismo, più che con l'ideologia marxista tradizionale.
La legittimazione ideologica si è spostata da “lotta di classe” a “prosperità comune” e da “internazionalismo proletario” a “rinascita della nazione cinese”.
Il Partito Comunista Cinese non è più il “partito dei poveri”, ma il partito della modernizzazione, dell’orgoglio nazionale, del successo economico che costituiscono le basi del "sogno cinese" alternativo al sogno americano perchè è basato su basi collettive invece che individuali.
È un autoritarismo meritocratico ed efficientista,il che è veramente incredibile considerando che sono un'autocrazia, in cui il consenso si costruisce più sui risultati che sull’ideologia.
I ricchi non sono estromessi dalla società, ma sono politicamente irrilevanti e sottoposti al controllo del Partito.
La globalizzazione ha reso la Cina strutturalmente interconnessa al resto del mondo. Né sanzioni, né dazi, né decoupling possono disfare ciò che è stato costruito in 40 anni.
Il vaso di pandora è stato aperto, ritornare indietro è impossibile.
La Cina c'è e rimarrà un degli assi del nuovo mondo multipolare, non credo che Trump o qualcun' altro possa farci molto.
Sottovalutarli ancora sarebbe un grosso errore perchè di fatto in occidente ben pochi capiscono il fenomeno cinese.
La vera domanda dovrebbe essere un’altra:
le democrazie liberali sapranno ritagliarsi un posto nel mondo che viene?
Perché, a guardare bene, non stiamo certo vivendo il nostro momento migliore.
Hanno trovato un modo tutto loro di coniugare il mercato con il socialismo.
E' un capitalismo controllato da un partito comunista, che si legittima con risultati economici e patriottismo, più che con l'ideologia marxista tradizionale.
La legittimazione ideologica si è spostata da “lotta di classe” a “prosperità comune” e da “internazionalismo proletario” a “rinascita della nazione cinese”.
Il Partito Comunista Cinese non è più il “partito dei poveri”, ma il partito della modernizzazione, dell’orgoglio nazionale, del successo economico che costituiscono le basi del "sogno cinese" alternativo al sogno americano perchè è basato su basi collettive invece che individuali.
È un autoritarismo meritocratico ed efficientista,il che è veramente incredibile considerando che sono un'autocrazia, in cui il consenso si costruisce più sui risultati che sull’ideologia.
I ricchi non sono estromessi dalla società, ma sono politicamente irrilevanti e sottoposti al controllo del Partito.
La globalizzazione ha reso la Cina strutturalmente interconnessa al resto del mondo. Né sanzioni, né dazi, né decoupling possono disfare ciò che è stato costruito in 40 anni.
Il vaso di pandora è stato aperto, ritornare indietro è impossibile.
La Cina c'è e rimarrà un degli assi del nuovo mondo multipolare, non credo che Trump o qualcun' altro possa farci molto.
Sottovalutarli ancora sarebbe un grosso errore perchè di fatto in occidente ben pochi capiscono il fenomeno cinese.
La vera domanda dovrebbe essere un’altra:
le democrazie liberali sapranno ritagliarsi un posto nel mondo che viene?
Perché, a guardare bene, non stiamo certo vivendo il nostro momento migliore.
Hai usato l'AI per scrivere questo, vero?
Perché ha proprio quel tono impeccabilmente equilibrato che ormai riconosco subito, che è un insieme di transizioni perfette ("da... a...", "non è..., ma..."
Sembra tipo la sintesi di un LLM ben addestrato in geopolitica con azione pulita, razionale, priva di voce personale e/o piccoli controssensi o magari qualcosa di personale.
E come paradosso, ho fornito il tuo testo ad un IA chiedendoli, se secondo lui era scritta da IA o Umano, confermando ovviamente IA,
Vedo spesso gente che si stupisce del fatto che la Cina sia diventata una superpotenza, o che ormai abbia chiaramente superato l'Occidente. Ma era ovvio.
Se per decenni sposti tutta la produzione in paesi che esportano dieci volte più di quanto importano, cosa ti aspetti?
Se il 90% della produzione mondiale, anche quella del lusso, passa inevitabilmente da lì, se non per il prodotto finito almeno per le componenti, cosa ci stupiamo?
Se, pur di non pagare qualcuno un salario dignitoso, le aziende spostano tutto in Cina solo per guadagnare di più, cosa ci stupiamo?
La verità è che abbiamo costruito con le nostre mani la dipendenza che ora fingiamo di temere.
E poi c'è chi parla della "bolla dell'AI" senza capire nemmeno di cosa si tratti.
Il 90% pensa che la bolla riguardi l'intelligenza artificiale in sé, quando invece si parla solo di mercati finanziari, di investitori e speculazioni.
L'AI non si ferma: continuerà a crescere, a svilupparsi, e le aziende la useranno sempre più per ridurre costi e personale.
La Cina, che sta già separandosi dall'Occidente e producendo hardware interno, non solo non importerà più, ma inizierà a esportare anche questa parte del futuro.
Negli Stati Uniti almeno qualcuno si sta svegliando, cercando di riportare parte della produzione in casa.
L'Europa invece continua a fare l'esatto contrario: delocalizza, taglia, delega.
E mentre il mondo si prepara alla prossima rivoluzione industriale, qui si discute di leggi per vietare ai prodotti vegani di chiamarsi "burger", "wurstel" o "salsiccia".
Questo, più di ogni altra cosa, spiega perché l'Europa rischia il collasso.
Nel giro di dieci anni, se continua così, non resterà molto da salvare.
Altro che alleanze con gli Stati Uniti: l'Europa dovrebbe rompere la sudditanza, aprire canali reali con la Cina e rinegoziare la produzione qui, creando lavoro, potere d'acquisto e un futuro autonomo.
Invece siamo governati da incapaci, e la direzione è chiara: dritti verso il baratro, applaudendo mentre affondiamo.
Hanno trovato un modo tutto loro di coniugare il mercato con il socialismo.
E' un capitalismo controllato da un partito comunista, che si legittima con risultati economici e patriottismo, più che con l'ideologia marxista tradizionale.
La legittimazione ideologica si è spostata da “lotta di classe” a “prosperità comune” e da “internazionalismo proletario” a “rinascita della nazione cinese”.
Il Partito Comunista Cinese non è più il “partito dei poveri”, ma il partito della modernizzazione, dell’orgoglio nazionale, del successo economico che costituiscono le basi del "sogno cinese" alternativo al sogno americano perchè è basato su basi collettive invece che individuali.
È un autoritarismo meritocratico ed efficientista,il che è veramente incredibile considerando che sono un'autocrazia, in cui il consenso si costruisce più sui risultati che sull’ideologia.
I ricchi non sono estromessi dalla società, ma sono politicamente irrilevanti e sottoposti al controllo del Partito.
La globalizzazione ha reso la Cina strutturalmente interconnessa al resto del mondo. Né sanzioni, né dazi, né decoupling possono disfare ciò che è stato costruito in 40 anni.
Il vaso di pandora è stato aperto, ritornare indietro è impossibile.
La Cina c'è e rimarrà un degli assi del nuovo mondo multipolare, non credo che Trump o qualcun' altro possa farci molto.
Sottovalutarli ancora sarebbe un grosso errore perchè di fatto in occidente ben pochi capiscono il fenomeno cinese.
La vera domanda dovrebbe essere un’altra:
le democrazie liberali sapranno ritagliarsi un posto nel mondo che viene?
Perché, a guardare bene, non stiamo certo vivendo il nostro momento migliore.
Molti analisti economici studiano il fenomeno ed il gruppo Sole24ore lo ha trattato più volte e la conclusione è che il ns. "libero mercato", inteso fino ad oggi, ne uscirà perdente difronte al sistema/metodo economico Cinese. Niente di ideologico, semplicemente perché il loro è più efficiente.
...poi il resto è tutta propaganda, da una parte che dall'altra
Hanno trovato un modo tutto loro di coniugare il mercato con il socialismo.
E' un capitalismo controllato da un partito comunista, che si legittima con risultati economici e patriottismo, più che con l'ideologia marxista tradizionale.
La legittimazione ideologica si è spostata da “lotta di classe” a “prosperità comune” e da “internazionalismo proletario” a “rinascita della nazione cinese”.
Il Partito Comunista Cinese non è più il “partito dei poveri”, ma il partito della modernizzazione, dell’orgoglio nazionale, del successo economico che costituiscono le basi del "sogno cinese" alternativo al sogno americano perchè è basato su basi collettive invece che individuali.
È un autoritarismo meritocratico ed efficientista,il che è veramente incredibile considerando che sono un'autocrazia, in cui il consenso si costruisce più sui risultati che sull’ideologia.
I ricchi non sono estromessi dalla società, ma sono politicamente irrilevanti e sottoposti al controllo del Partito.
La globalizzazione ha reso la Cina strutturalmente interconnessa al resto del mondo. Né sanzioni, né dazi, né decoupling possono disfare ciò che è stato costruito in 40 anni.
Il vaso di pandora è stato aperto, ritornare indietro è impossibile.
La Cina c'è e rimarrà un degli assi del nuovo mondo multipolare, non credo che Trump o qualcun' altro possa farci molto.
Sottovalutarli ancora sarebbe un grosso errore perchè di fatto in occidente ben pochi capiscono il fenomeno cinese.
La vera domanda dovrebbe essere un’altra:
le democrazie liberali sapranno ritagliarsi un posto nel mondo che viene?
Perché, a guardare bene, non stiamo certo vivendo il nostro momento migliore.
Molti analisti economici studiano il fenomeno ed il gruppo Sole24ore lo ha trattato più volte e la conclusione è che il ns. "libero mercato", inteso fino ad oggi, ne uscirà perdente difronte al sistema/metodo economico Cinese. Niente di ideologico, semplicemente perché il loro è più efficiente.
...poi il resto è tutta propaganda, da una parte che dall'altra
Hanno trovato un modo tutto loro di coniugare il mercato con il socialismo.
E' un capitalismo controllato da un partito comunista, che si legittima con risultati economici e patriottismo, più che con l'ideologia marxista tradizionale.
La legittimazione ideologica si è spostata da “lotta di classe” a “prosperità comune” e da “internazionalismo proletario” a “rinascita della nazione cinese”.
Il Partito Comunista Cinese non è più il “partito dei poveri”, ma il partito della modernizzazione, dell’orgoglio nazionale, del successo economico che costituiscono le basi del "sogno cinese" alternativo al sogno americano perchè è basato su basi collettive invece che individuali.
È un autoritarismo meritocratico ed efficientista,il che è veramente incredibile considerando che sono un'autocrazia, in cui il consenso si costruisce più sui risultati che sull’ideologia.
I ricchi non sono estromessi dalla società, ma sono politicamente irrilevanti e sottoposti al controllo del Partito.
La globalizzazione ha reso la Cina strutturalmente interconnessa al resto del mondo. Né sanzioni, né dazi, né decoupling possono disfare ciò che è stato costruito in 40 anni.
Il vaso di pandora è stato aperto, ritornare indietro è impossibile.
La Cina c'è e rimarrà un degli assi del nuovo mondo multipolare, non credo che Trump o qualcun' altro possa farci molto.
Sottovalutarli ancora sarebbe un grosso errore perchè di fatto in occidente ben pochi capiscono il fenomeno cinese.
La vera domanda dovrebbe essere un’altra:
le democrazie liberali sapranno ritagliarsi un posto nel mondo che viene?
Perché, a guardare bene, non stiamo certo vivendo il nostro momento migliore.
Molti analisti economici studiano il fenomeno ed il gruppo Sole24ore lo ha trattato più volte e la conclusione è che il ns. "libero mercato", inteso fino ad oggi, ne uscirà perdente difronte al sistema/metodo economico Cinese. Niente di ideologico, semplicemente perché il loro è più efficiente.
...poi il resto è tutta propaganda, da una parte che dall'altra
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