Torna indietro   Hardware Upgrade Forum > Off Topic > Discussioni Off Topic > Storia, politica e attualità (forum chiuso)

iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. È uno studio di produzione in formato tascabile
iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. È uno studio di produzione in formato tascabile
C'è tanta sostanza nel nuovo smartphone della Mela dedicato ai creator digitali. Nuovo telaio in alluminio, sistema di raffreddamento vapor chamber e tre fotocamere da 48 megapixel: non è un semplice smartphone, ma uno studio di produzione digitale on-the-go
Intel Panther Lake: i processori per i notebook del 2026
Intel Panther Lake: i processori per i notebook del 2026
Panther Lake è il nome in codice della prossima generazione di processori Intel Core Ultra, che vedremo al debutto da inizio 2026 nei notebook e nei sistemi desktop più compatti. Nuovi core, nuove GPU e soprattutto una struttura a tile che vede per la prima volta l'utilizzo della tecnologia produttiva Intel 18A: tanta potenza in più, ma senza perdere in efficienza
Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Forest
Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Forest
Intel ha annunciato la prossima generazione di processori Xeon dotati di E-Core, quelli per la massima efficienza energetica e densità di elaborazione. Grazie al processo produttivo Intel 18A, i core passano a un massimo di 288 per ogni socket, con aumento della potenza di calcolo e dell'efficienza complessiva.
Tutti gli articoli Tutte le news

Vai al Forum
Rispondi
 
Strumenti
Old 13-06-2006, 21:45   #1
zerothehero
Senior Member
 
L'Avatar di zerothehero
 
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14058
Iraq: il Kurdistan verso la secessione?

Iraq: il Kurdistan verso la secessione

I curdi sparsi su un vasto territorio appartenenti a cinque stati (Turchia, Iran, Siria, Iraq, Armenia), sembrano in questo momento vicini al sogno di costruire uno stato autonomo, così come riuscirono gli ebrei decenni fa, e come ancora oggi i palestinesi auspicano di fare.

Domenico Guglielmi

Equilibri.net (13 giugno 2006)

Gli attori sulla scena del Kurdistan sono molti: la Turchia, colonna portante della Nato, alleato di Washington, che considera i curdi come parte integrante del paese “come turchi di montagna”; l’Iran, stato dove i curdi denunciano persecuzioni; l’ex repubblica sovietica dell’Armenia; la Siria settentrionale (che ne ospita 2 milioni); e infine l’Iraq. Proprio l’occupazione americana di quest’ultimo ha sparigliato nuovamente le carte della secolare questione curda, la quale non può essere analizzata chiaramente senza porla nel quadro più ampio dell’intera situazione del Medio Oriente. Nell’Iraq occupato la minoranza curda gode della protezione americana e di una indipendenza di fatto prossima alla secessione. Da pochi giorni il Parlamento del Kurdistan ha unificato formalmente l'amministrazione delle tre province a maggioranza curda nel nord, mettendo fine al sistema precedente con due amministrazioni separate. L'unificazione dei due governi regionali, uno controllato dal Partito Democratico, (KDP) e l'altro dall'Unione Patriottica (PUK), è stata approvata all'unanimità dai 105 membri del parlamento curdo. E' stato creato un Consiglio dei ministri congiunto, di 32 membri, nel quale i due maggiori partiti avranno la maggioranza dei ministeri. Il resto andrà ad altri partiti minori. In particolare, al PUK del Presidente iracheno Jalal Talabani, al quale andranno 14 ministeri, fra cui gli interni e la difesa (che controlla l’esercito curdo). Alla votazione erano presenti funzionari internazionali guidati dall'ambasciatore Usa in Iraq, Zalmay Khalilzad.

La strada della secessione ormai sembra inevitabile, anche perché l’inefficacia che ha dimostrato il governo di Baghdad in questi ultimi anni non sembra rendere possibile altra soluzione. Dall’inizio dell’occupazione americana ad oggi, il Kurdistan iracheno, è stata la sola regione del Paese che abbia conosciuto un certo sviluppo e un miglioramento nelle condizioni di vita. Da un lato un governo di Baghdad che non ha mai funzionato, e dall’altro un Kurdistan che ha rafforzato il suo sentimento di indipendenza traducendolo in realtà con la nascita di una vera e propria struttura statale: rafforzando le sue istituzioni, il suo esercito (addestrato e armato anche dagli israeliani) e sviluppando fortemente la sua economia. Attualmente, proprio a conferma del forte sviluppo della regione, il Governo regionale curdo (GRK) sta negoziando con il governo iraniano l’acquisto di elettricità per soddisfare l'accresciuta domanda della regione. Secondo Hersh Muharam, un alto funzionario curdo, la parte orientale della regione ha bisogno di circa 1.000 m.w. di elettricità, mentre il governo centrale ne fornisce attualmente solo circa 150, che non sono sufficienti per dare avvio alle decine di progetti industriali. Lo stesso Muharam, ha ribadito che è previsto che una delegazione curda ad alto livello si rechi presto in visita a Teheran per mettere a punto un accordo mediante il quale l'Iran costruirebbe centrali elettriche supplementari nei pressi dei suoi confini con l'Iraq, per fornire al Kurdistan circa 132 m.w. di elettricità, anche se, come lo stesso Muharam sostiene, questo non sarà sufficiente. I grandi progetti sono soprattutto legati allo sfruttamento delle risorse petrolifere ed energetiche ancora da scoprire, che saranno gestite dal Ministero per le risorse nazionali presiedute dal Primo Ministro Nechirvan Barzani, che ha già messo in moto la diplomazia curda. A metà maggio c’è stato un incontro al vertice con l’Emiro del Kuwait, nel quale sono stati discussi piani di investimento kuwaitiani in Kurdistan, con scambio di delegazione specializzate. I settori del gas, degli oli, del turismo e dell’agricoltura sono stati i settori di maggiore attrazione. Da questo incontro è emerso come ormai il parlamento curdo operi in modo sovrano. Dalle stesse agenzie di stampa che hanno trattato dell'incontro, è emersa palesemente la distinzione tra “popolo del Kurdistan” e “popolo dell’Iraq”: lo stesso emiro del Kuwait ha sottolineato come solo il Kurdistan è pronto per ricevere gli investimenti dell’Emirato, mentre Baghdad dovrà aspettare che la situazione interna si stabilizzi. La premiership irachena dal canto suo ha ribadito che non prenderà alcuna posizione circa i contratti per il petrolio in Kurdistan, prima di aver tenuto estesi dialoghi con i leader curdi. Secondo alcune fonti ci sono incomprensioni tra il presidente iracheno Talabani e il Primo ministro Al-Maliki. Da queste incomprensioni le compagnie petrolifere curde dovrebbero uniformarsi con le decisioni del Ministro del petrolio di Baghdad, Al-Shahrastani, che non ha alcuna intenzione di provocare scontri, anche se ribadisce illegali i contratti che non saranno approvati dal suo ministero. Negli ultimi anni troppe compagnie petrolifere straniere hanno scavalcato Baghdad e ratificato contratti con il GRK, per sfruttare le risorse petrolifere del Kurdistan . In questo quadro vanno segnalati i successi nel coordinamento tra l’OCUNA (Office of Coordination for United Nations Agencies) stanziato ad Erbil da ormai un anno ed il GRK, in merito a numerose attività, tra le quali spiccano quelle legate a far conoscere il GRK alla comunità internazionale. Molte agenzie e organizzazioni internazionali estere, con staff tecnici al seguito, hanno visitato il Kurdistan. Gli argomenti trattati sono stati quelli della sicurezza della regione ( migliore rispetto a quella dell’intero Iraq), degli investimenti stranieri per lo sviluppo economico, dei rifugiati curdi in Europa.

Quali scenari futuri?

L’ormai scontata secessione del Kurdistan iracheno rappresenta un grosso rischio per tutte l’area mediorientale. Come accennato all’inizio la “questione curda” non riguarda solo l’Iraq. ma coinvolge almeno altri quattro paesi, tra cui la Turchia. Un Kurdistan autonomo rende l’opposizione turca la questione più spinosa: Ankara, uno dei pilastri più importanti della Nato e fedele alleato di Washington, ha ammassato 250 mila militari al confine con l’Iraq settentrionale (che secondo alcune fonti stanno compiendo raid proprio in territorio iracheno contro gli esponenti del PKK). Ciò genera problemi con Washington ( risalenti già all’invasione Usa dell’Iraq). Il 3 maggio Ankara ha ricevuto con tutti gli onori Ari Larjani, il diplomatico iraniano per la questione nucleare. Un incontro chiesto dall’Iran, ma che la Turchia aveva sospeso per settimana per evitare di creare imbarazzo a Washington. La visita tenutasi al più alto livello, tra Larjani ed il primo ministro turco Erdogan, accompagnato dal ministro degli esteri Gul, ha avuto come tema centrale il “problema Pkk”. Anche per l’Iran (con il 14% della popolazione di etnia curda), come per la Turchia, il curdi sono un problema prioritario: anche il governo di Theran ha ammassato truppe al confine settentrionale, per fronteggiare l’infiltrazione del Pkk nel suo territorio. Lo stesso governo iracheno ha contestato, a sua volta, le incursioni sul proprio da parte dell’Iran, il quale ha colpevolizzato gli americani di armare il Pkk proprio per destabilizzare l’Iran. Un accusarsi a vicenda che rischia di generare un conflitto, dalle conseguenze incalcolabili. Tuttavia, nonostante i forti legami economici tra i Turchia e Iran, sembra difficile poter accettare la teoria di una strategia comune tra un paese Nato e uno “stato canaglia”, nonostante fonti sostengano che Theran abbia offerto di condividere la tecnologia nucleare alla Turchia. Sembra non reale la visione di molti analisti che vedono la Turchia affrontare una crisi diplomatica senza precedenti, divisa tra Washington e Theran. La crisi con gli Usa è una “crisi di facciata”: prima del viaggio della delegazione iraniana ad Ankara il 3 maggio, Condoleeza Rice ha incontrato i vertici turchi, per assicurarsi la fedeltà anche per il possibile futuro attacco all’Iran. Il ministro degli esteri turco Gul si è dichiarato pronto a fare qualsiasi cosa per la sicurezza della Turchia, ribadendo che proprio in termini di sicurezza “gli Stati Uniti sono quelli che comprendono meglio la posizione turca”. Crediamo che la diplomazia americana abbia ottenuto l’appoggio incondizionato di Ankara, la quale ha avuto come contropartita la sicurezza “dell’esodo turco” nella “Terra Promessa”( il nuovo Kurdistan iracheno). Un modo per Ankara per risolvere definitivamente il problema curdo senza il rischio di secessione. Chi pagherà la nascita del nuovo stato sarà probabilmente l’Iran: Washington ha un arma di ricatto in più sulla questione nucleare. Sospendere l’arricchimento dell’uranio da un lato, potrebbe garantire dall’altro che al Kurdistan iracheno non sarà integrato quello iraniano, dopo un attacco americano. Ma la predisposizione di Theran, a tale “baratto” non sembra al momento una strada percorribile.

Conclusioni

Sulla questione curda Mosca arriva a temere un ampliamento imprevedibile del conflitto, fino a “una nuova guerra mondiale”. L’ha detto il generale Yuri Baluyevsky, capo dello Stato maggiore, durante la parata della piazza Rossa. Affermando che la stabilità del mondo è meglio servita dalla “diplomazia preventiva” che dalla “guerra preventiva”.
Perché solo oggi il Kurdistan indipendente è diventato necessario? Nel mondo alcuni stati nascono “a tavolino” per enormi interessi internazionali. Gli stessi probabilmente che non permettono ad altri stati di autodeterminarsi. Che gli americani abbiano bisogno del Kurdistan autonomo è fatto chiarissimo: l’Iraq instabile e in costante guerra civile, genera il Kurdistan secessionista, il quale diventa arma fondamentale per ricattare gli altri due “stati canaglia”del Medio Oriente: l’Iran e la Siria.
__________________
We are the flame and darkness fears us !
zerothehero è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 22:29   #2
bjt2
Senior Member
 
L'Avatar di bjt2
 
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
Messaggi: 6817
Basta che si scelgano un terreno arido, deserto e senza una goccia di petrolio... Vedi che glielo lasceranno fare...
__________________
0 A.D. React OS
La vita è troppo bella per rovinarsela per i piccoli problemi quotidiani...
IL MIO PROFILO SOUNDCLOUD! IL MIO CANALE YOUTUBE! IL MIO PLUGIN VST PROGRAMMABILE!
bjt2 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 22:46   #3
Faethon
Senior Member
 
L'Avatar di Faethon
 
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 834
Quote:
Originariamente inviato da bjt2
Basta che si scelgano un terreno arido, deserto e senza una goccia di petrolio... Vedi che glielo lasceranno fare...
Kirkuk,pieno ti petrolio iracheno,è in pieno territorio curdo.Non so cosa succederà,ma di certo penso che i curdi ci proveranno a fare un loro stato.Se il tentativo avrà successo o meno è un' altra storia,ma l' aspettano da un secolo o da sempre,se vogliamo andare all' antichità.

E sarà un casino...Molto dipenderà dalla posizione USA.Se USA vedrà nei suoi interessi uno stato curdo,allora forse ce la faranno.Se no,la Turchia invaderà e si salvi chi può.
Faethon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 22:53   #4
kaioh
Senior Member
 
L'Avatar di kaioh
 
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Loreggia--Padova
Messaggi: 4850
Quote:
Originariamente inviato da bjt2
Basta che si scelgano un terreno arido, deserto e senza una goccia di petrolio... Vedi che glielo lasceranno fare...
oppure che scelgano il pezzo più ricco di petrolio chiedendo la " protezione " degli USA .
__________________
I love FireFox 0.8 ......bye bye Internet Explorer. Since Nov-2003
Lo so bene che è uscita l'ultima versione ! Ricordatevi di fare il backup della cartella di configurazione dopo ogni modifica, o almeno una volta al mese, sia di Firefox che Thunderbird.
kaioh è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 22:58   #5
Faethon
Senior Member
 
L'Avatar di Faethon
 
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 834
Quote:
Originariamente inviato da kaioh
oppure che scelgano il pezzo più ricco di petrolio chiedendo la " protezione " degli USA .
Esattamente la cosa che farei anchio.Anzi,darei pure un paio di basi militari agli Americani proprio a Kirkuk.Contenti loro che proteggono gli interessi delle ditte che hanno i diritti di estrazione,contenti anche i curdi che sono protetti Mah,vedremo.E gioco duro per tutti.
Faethon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 23:02   #6
bjt2
Senior Member
 
L'Avatar di bjt2
 
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
Messaggi: 6817
Ma chi sono?!?!? I "pappa" del petrolio????

"Tu lo chiami solo un vecchio e sporco imbroglio.
Ma è uno sbaglio... è il petrolio...
Comunque se ami più del fuoco il fumo di un cero.
Non usare... L'oro nero..."
__________________
0 A.D. React OS
La vita è troppo bella per rovinarsela per i piccoli problemi quotidiani...
IL MIO PROFILO SOUNDCLOUD! IL MIO CANALE YOUTUBE! IL MIO PLUGIN VST PROGRAMMABILE!
bjt2 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-06-2006, 23:25   #7
Adric
Senior Member
 
L'Avatar di Adric
 
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
Messaggi: 9300
La questione curda riguarda non solo i cinque paesi geograficamente facenti parte dell'area del Kurdistan che ospitano i curdi, ma anche potenze come USA e Russia e le repubbliche sia caucasiche che dell'Asia Centrale.
In particolare l'Azerbaigian; in Iran quasi un quarto della popolazione è di etnia azera (ben più numerosi dei curdi) che costituisce la maggioranza nella parte nord occidentale iraniana (la regione di Tabriz), pertanto gli azeri presenti in Iran sono più del doppio di quelli nello stesso Azerbaigian.
Alla lunga questo potrebbe risvegliare tendenze secessioniste nel nord dell'Iran o/e rivendicazioni territoriali dell'Azerbaigian sull'Iran (anche se al momento le tensioni maggiori sono verso l'Armenia per la questione del Nagorno-Karabah)
In Iran più del 60% degli abitanti ha meno di 25 anni, vale a dire è nato dopo la rivoluzione khomeinista del 1979. Molti di questi giovani, specie quelli che vivono nelle città sono poco religiosi e molto occidentalizzati; è fin troppo facile prevedere che il contrasto politico tra l'oligarchia religiosa al potere ed i giovani è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni.
La convergenza di interessi tra Turchia e Iran contro un Kurdistan iracheno indipendente è complicata da altre questioni in cui i due paesi sono rivali; anzitutto la rispettiva influenza sulle repubbliche ex sovietiche del'Asia Centrale (Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan), i differenti rapporti dei due stati con Usa e Israele, ma anche dal punto di vista della religione musulmana una Turchia sunnita ed un Iran sciita...
C'è poi l'inimicizia tra le confinanti Siria e Iraq; la Siria fu l'unico stato arabo a schierarsi con l'Iran nella guerra tra Iran e Iraq.
__________________

Guida CDR
- SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts -
Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue

non rispondo a msg privati sui monitor

Ultima modifica di Adric : 13-06-2006 alle 23:47.
Adric è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 14-06-2006, 00:02   #8
von Clausewitz
Bannato
 
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
Quote:
Originariamente inviato da zerothehero
Iraq: il Kurdistan verso la secessione

I curdi sparsi su un vasto territorio appartenenti a cinque stati (Turchia, Iran, Siria, Iraq, Armenia), sembrano in questo momento vicini al sogno di costruire uno stato autonomo, così come riuscirono gli ebrei decenni fa, e come ancora oggi i palestinesi auspicano di fare.

Domenico Guglielmi

Equilibri.net (13 giugno 2006)

Gli attori sulla scena del Kurdistan sono molti: la Turchia, colonna portante della Nato, alleato di Washington, che considera i curdi come parte integrante del paese “come turchi di montagna”; l’Iran, stato dove i curdi denunciano persecuzioni; l’ex repubblica sovietica dell’Armenia; la Siria settentrionale (che ne ospita 2 milioni); e infine l’Iraq. Proprio l’occupazione americana di quest’ultimo ha sparigliato nuovamente le carte della secolare questione curda, la quale non può essere analizzata chiaramente senza porla nel quadro più ampio dell’intera situazione del Medio Oriente. Nell’Iraq occupato la minoranza curda gode della protezione americana e di una indipendenza di fatto prossima alla secessione. Da pochi giorni il Parlamento del Kurdistan ha unificato formalmente l'amministrazione delle tre province a maggioranza curda nel nord, mettendo fine al sistema precedente con due amministrazioni separate. L'unificazione dei due governi regionali, uno controllato dal Partito Democratico, (KDP) e l'altro dall'Unione Patriottica (PUK), è stata approvata all'unanimità dai 105 membri del parlamento curdo. E' stato creato un Consiglio dei ministri congiunto, di 32 membri, nel quale i due maggiori partiti avranno la maggioranza dei ministeri. Il resto andrà ad altri partiti minori. In particolare, al PUK del Presidente iracheno Jalal Talabani, al quale andranno 14 ministeri, fra cui gli interni e la difesa (che controlla l’esercito curdo). Alla votazione erano presenti funzionari internazionali guidati dall'ambasciatore Usa in Iraq, Zalmay Khalilzad.

La strada della secessione ormai sembra inevitabile, anche perché l’inefficacia che ha dimostrato il governo di Baghdad in questi ultimi anni non sembra rendere possibile altra soluzione. Dall’inizio dell’occupazione americana ad oggi, il Kurdistan iracheno, è stata la sola regione del Paese che abbia conosciuto un certo sviluppo e un miglioramento nelle condizioni di vita. Da un lato un governo di Baghdad che non ha mai funzionato, e dall’altro un Kurdistan che ha rafforzato il suo sentimento di indipendenza traducendolo in realtà con la nascita di una vera e propria struttura statale: rafforzando le sue istituzioni, il suo esercito (addestrato e armato anche dagli israeliani) e sviluppando fortemente la sua economia. Attualmente, proprio a conferma del forte sviluppo della regione, il Governo regionale curdo (GRK) sta negoziando con il governo iraniano l’acquisto di elettricità per soddisfare l'accresciuta domanda della regione. Secondo Hersh Muharam, un alto funzionario curdo, la parte orientale della regione ha bisogno di circa 1.000 m.w. di elettricità, mentre il governo centrale ne fornisce attualmente solo circa 150, che non sono sufficienti per dare avvio alle decine di progetti industriali. Lo stesso Muharam, ha ribadito che è previsto che una delegazione curda ad alto livello si rechi presto in visita a Teheran per mettere a punto un accordo mediante il quale l'Iran costruirebbe centrali elettriche supplementari nei pressi dei suoi confini con l'Iraq, per fornire al Kurdistan circa 132 m.w. di elettricità, anche se, come lo stesso Muharam sostiene, questo non sarà sufficiente. I grandi progetti sono soprattutto legati allo sfruttamento delle risorse petrolifere ed energetiche ancora da scoprire, che saranno gestite dal Ministero per le risorse nazionali presiedute dal Primo Ministro Nechirvan Barzani, che ha già messo in moto la diplomazia curda. A metà maggio c’è stato un incontro al vertice con l’Emiro del Kuwait, nel quale sono stati discussi piani di investimento kuwaitiani in Kurdistan, con scambio di delegazione specializzate. I settori del gas, degli oli, del turismo e dell’agricoltura sono stati i settori di maggiore attrazione. Da questo incontro è emerso come ormai il parlamento curdo operi in modo sovrano. Dalle stesse agenzie di stampa che hanno trattato dell'incontro, è emersa palesemente la distinzione tra “popolo del Kurdistan” e “popolo dell’Iraq”: lo stesso emiro del Kuwait ha sottolineato come solo il Kurdistan è pronto per ricevere gli investimenti dell’Emirato, mentre Baghdad dovrà aspettare che la situazione interna si stabilizzi. La premiership irachena dal canto suo ha ribadito che non prenderà alcuna posizione circa i contratti per il petrolio in Kurdistan, prima di aver tenuto estesi dialoghi con i leader curdi. Secondo alcune fonti ci sono incomprensioni tra il presidente iracheno Talabani e il Primo ministro Al-Maliki. Da queste incomprensioni le compagnie petrolifere curde dovrebbero uniformarsi con le decisioni del Ministro del petrolio di Baghdad, Al-Shahrastani, che non ha alcuna intenzione di provocare scontri, anche se ribadisce illegali i contratti che non saranno approvati dal suo ministero. Negli ultimi anni troppe compagnie petrolifere straniere hanno scavalcato Baghdad e ratificato contratti con il GRK, per sfruttare le risorse petrolifere del Kurdistan . In questo quadro vanno segnalati i successi nel coordinamento tra l’OCUNA (Office of Coordination for United Nations Agencies) stanziato ad Erbil da ormai un anno ed il GRK, in merito a numerose attività, tra le quali spiccano quelle legate a far conoscere il GRK alla comunità internazionale. Molte agenzie e organizzazioni internazionali estere, con staff tecnici al seguito, hanno visitato il Kurdistan. Gli argomenti trattati sono stati quelli della sicurezza della regione ( migliore rispetto a quella dell’intero Iraq), degli investimenti stranieri per lo sviluppo economico, dei rifugiati curdi in Europa.

Quali scenari futuri?

L’ormai scontata secessione del Kurdistan iracheno rappresenta un grosso rischio per tutte l’area mediorientale. Come accennato all’inizio la “questione curda” non riguarda solo l’Iraq. ma coinvolge almeno altri quattro paesi, tra cui la Turchia. Un Kurdistan autonomo rende l’opposizione turca la questione più spinosa: Ankara, uno dei pilastri più importanti della Nato e fedele alleato di Washington, ha ammassato 250 mila militari al confine con l’Iraq settentrionale (che secondo alcune fonti stanno compiendo raid proprio in territorio iracheno contro gli esponenti del PKK). Ciò genera problemi con Washington ( risalenti già all’invasione Usa dell’Iraq). Il 3 maggio Ankara ha ricevuto con tutti gli onori Ari Larjani, il diplomatico iraniano per la questione nucleare. Un incontro chiesto dall’Iran, ma che la Turchia aveva sospeso per settimana per evitare di creare imbarazzo a Washington. La visita tenutasi al più alto livello, tra Larjani ed il primo ministro turco Erdogan, accompagnato dal ministro degli esteri Gul, ha avuto come tema centrale il “problema Pkk”. Anche per l’Iran (con il 14% della popolazione di etnia curda), come per la Turchia, il curdi sono un problema prioritario: anche il governo di Theran ha ammassato truppe al confine settentrionale, per fronteggiare l’infiltrazione del Pkk nel suo territorio. Lo stesso governo iracheno ha contestato, a sua volta, le incursioni sul proprio da parte dell’Iran, il quale ha colpevolizzato gli americani di armare il Pkk proprio per destabilizzare l’Iran. Un accusarsi a vicenda che rischia di generare un conflitto, dalle conseguenze incalcolabili. Tuttavia, nonostante i forti legami economici tra i Turchia e Iran, sembra difficile poter accettare la teoria di una strategia comune tra un paese Nato e uno “stato canaglia”, nonostante fonti sostengano che Theran abbia offerto di condividere la tecnologia nucleare alla Turchia. Sembra non reale la visione di molti analisti che vedono la Turchia affrontare una crisi diplomatica senza precedenti, divisa tra Washington e Theran. La crisi con gli Usa è una “crisi di facciata”: prima del viaggio della delegazione iraniana ad Ankara il 3 maggio, Condoleeza Rice ha incontrato i vertici turchi, per assicurarsi la fedeltà anche per il possibile futuro attacco all’Iran. Il ministro degli esteri turco Gul si è dichiarato pronto a fare qualsiasi cosa per la sicurezza della Turchia, ribadendo che proprio in termini di sicurezza “gli Stati Uniti sono quelli che comprendono meglio la posizione turca”. Crediamo che la diplomazia americana abbia ottenuto l’appoggio incondizionato di Ankara, la quale ha avuto come contropartita la sicurezza “dell’esodo turco” nella “Terra Promessa”( il nuovo Kurdistan iracheno). Un modo per Ankara per risolvere definitivamente il problema curdo senza il rischio di secessione. Chi pagherà la nascita del nuovo stato sarà probabilmente l’Iran: Washington ha un arma di ricatto in più sulla questione nucleare. Sospendere l’arricchimento dell’uranio da un lato, potrebbe garantire dall’altro che al Kurdistan iracheno non sarà integrato quello iraniano, dopo un attacco americano. Ma la predisposizione di Theran, a tale “baratto” non sembra al momento una strada percorribile.

Conclusioni

Sulla questione curda Mosca arriva a temere un ampliamento imprevedibile del conflitto, fino a “una nuova guerra mondiale”. L’ha detto il generale Yuri Baluyevsky, capo dello Stato maggiore, durante la parata della piazza Rossa. Affermando che la stabilità del mondo è meglio servita dalla “diplomazia preventiva” che dalla “guerra preventiva”.
Perché solo oggi il Kurdistan indipendente è diventato necessario? Nel mondo alcuni stati nascono “a tavolino” per enormi interessi internazionali. Gli stessi probabilmente che non permettono ad altri stati di autodeterminarsi. Che gli americani abbiano bisogno del Kurdistan autonomo è fatto chiarissimo: l’Iraq instabile e in costante guerra civile, genera il Kurdistan secessionista, il quale diventa arma fondamentale per ricattare gli altri due “stati canaglia”del Medio Oriente: l’Iran e la Siria.
mi sembra eccessivamente catastrofista per non dire campata in aria questa
analisi
e quando si mette in mezzo il parere del solito generalone dell'armata rossa-russa, gonfio delle solite medaglie, decorazioni e velate minacce, allora vuol dire che si è sconfinati nella fregnaccia pura e semplice
von Clausewitz è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 14-06-2006, 00:11   #9
von Clausewitz
Bannato
 
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
Quote:
Originariamente inviato da Faethon
Kirkuk,pieno ti petrolio iracheno,è in pieno territorio curdo.Non so cosa succederà,ma di certo penso che i curdi ci proveranno a fare un loro stato.Se il tentativo avrà successo o meno è un' altra storia,ma l' aspettano da un secolo o da sempre,se vogliamo andare all' antichità.

E sarà un casino...Molto dipenderà dalla posizione USA.Se USA vedrà nei suoi interessi uno stato curdo,allora forse ce la faranno.Se no,la Turchia invaderà e si salvi chi può.
dunque....
i curdi lì, il petrolio pure, ovviamente non potevano mancare gli interessi USA
se no alla fine naturalmente la Turchia invaderà e allora si salvi chi può
però hai dimenticato i tuoi connazionali greci
eh, mica potranno stare alla finestra a vedere tutto quello che combinano i turchi, vero?
von Clausewitz è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 14-06-2006, 07:56   #10
Faethon
Senior Member
 
L'Avatar di Faethon
 
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 834
Quote:
Originariamente inviato da von Clausewitz
dunque....
i curdi lì, il petrolio pure, ovviamente non potevano mancare gli interessi USA
se no alla fine naturalmente la Turchia invaderà e allora si salvi chi può
però hai dimenticato i tuoi connazionali greci
eh, mica potranno stare alla finestra a vedere tutto quello che combinano i turchi, vero?
Ah Von Clasewitz,mi chiedevo,"perchè sta tardando troppo a dire la sua solita per i Greci?" Hai ragione, nelle numerose operazioni fatte nel passato dai Turchi in Iraq contro i curdi negli ultimi 15 anni,la Grecia ha sempre risposto con proprie mosse militari ,quindi aspettiamo Forse firmerà un patto di difesa coi curdi,quindi appena i Turchi attaccano il Kurdistan,la Grecia attacca la Turchia. Magari chiediamo pure aiuto a Wanna Marchi per sapere se ci conviene.

Ultima modifica di Faethon : 14-06-2006 alle 07:58.
Faethon è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 14-06-2006, 08:13   #11
Cfranco
Senior Member
 
L'Avatar di Cfranco
 
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11725
Potenzialmente la questione curda è persino peggio di quella israeliana , certo che oggi si vede bene quanto siano state scellerate le politiche inglesi tra il 1918 e il 1945 , con una Turchia over-size che ha avuto mano libera per fare disastri , stati e territori promessi e poi dimenticati ( oltre ai curdi ci sono anche gli armeni che ne hanno fatto le spese ) , confini tirati alla ca##o di cane secondo gli interessi e fregandosene della gente che ci viveva , di solito si parla sempre della gestione della Palestina , ma anche gli altri territori in medio-oriente non sono stati gestiti meglio .
__________________
Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn
Cfranco è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
 Rispondi


iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. È uno studio di produzione in formato tascabile iPhone 17 Pro: più di uno smartphone. &Eg...
Intel Panther Lake: i processori per i notebook del 2026 Intel Panther Lake: i processori per i notebook ...
Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Forest Intel Xeon 6+: è tempo di Clearwater Fore...
4K a 160Hz o Full HD a 320Hz? Titan Army P2712V, a un prezzo molto basso 4K a 160Hz o Full HD a 320Hz? Titan Army P2712V,...
Recensione Google Pixel Watch 4: basta sollevarlo e si ha Gemini sempre al polso Recensione Google Pixel Watch 4: basta sollevarl...
Disney+ cambia: arriva Hulu, ma il servi...
Google annuncia Gemini Enterprise: l'IA ...
Battlefield 6 debutta tra code infinite ...
Gli iPhone di seconda mano dominano il m...
Pavel Durov (Telegram) lancia l'allarme:...
Occhiali Smart come lo smartphone: il fu...
Arriva NVIDIA GB300 NVL72, il cluster di...
Copilot si collega a OneDrive, Gmail e D...
Il Liquid Glass di iOS 26 è stato...
I biocarburanti fanno più danni d...
ELF, il Frankenstein di Mercedes che ant...
Da Kia arriva il passaporto per le batte...
The Elder Scrolls 6 renderà omagg...
YouTube dà una 'seconda chance' a...
Attacco hacker a Oracle E-Business Suite...
Chromium
GPU-Z
OCCT
LibreOffice Portable
Opera One Portable
Opera One 106
CCleaner Portable
CCleaner Standard
Cpu-Z
Driver NVIDIA GeForce 546.65 WHQL
SmartFTP
Trillian
Google Chrome Portable
Google Chrome 120
VirtualBox
Tutti gli articoli Tutte le news Tutti i download

Strumenti

Regole
Non Puoi aprire nuove discussioni
Non Puoi rispondere ai messaggi
Non Puoi allegare file
Non Puoi modificare i tuoi messaggi

Il codice vB è On
Le Faccine sono On
Il codice [IMG] è On
Il codice HTML è Off
Vai al Forum


Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 20:17.


Powered by vBulletin® Version 3.6.4
Copyright ©2000 - 2025, Jelsoft Enterprises Ltd.
Served by www3v