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#41 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Città: era una bella città,ma uora ie bellissima.Il sole,il mare, i fichi d'india,le empedocle,li archimedi....
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#42 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#43 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#44 | |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2002
Città: LA CITTA' PLURI-CAMPIONE D'ITALIA!
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#45 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#46 |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2007
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per chi parlava di zeman o che prendeva tre goal a partita...
Foggia 1991/92 9° posto 35pt 12V11p11s 58GF (2°) 58GS (17°) Foggia 92/93 11° 32pt 10v12p12s 39gf (15°) 55gs (17°) Foggia 93/94 9° 33pt 10v13p11s 46gf (5°) 46gs (13°) Lazio 94/95 2° 63pt 19v6p9s 69gf (1°) 34gs (5°) Lazio 95/96 3° 59pt 17v8p9s 66gf (1°) 38gs (7°) Lazio 96/97 (esonerato a fine gennaio) 4° 55pt 15v10p9s 54gf (2°) 37gs (4°) Roma 97/98 4° 59pt 16v11p7s 67gf (1°) 42gs (8°) Roma 98/99 5° 54pt 15v9p10s 69gf (1°) 49gs (10°) 6° 54pt 16v10p8s 57gf (4°) 34gs (3°) dali in poi la carriera di zeman penso che sia finita. nessuno gli da una squadra degna di nota (l'ultimo fu il lecce del 2004/05) in rosso la roma di capello 1999/2000, identica a quella di zeman ma con un montella in più... ps l'anno 1998/1999 fu l'anno di tantissimi arbitraggi contro... strano vero? nell'estate del 1998 zeman se ne usci con delle dichiarazioni scomode... |
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#47 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2006
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capello avra pure portato gurenko ma ha pure voluto samuel batigol emerson cassano e da ultimo mancini |
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#48 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2007
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#49 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2006
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appunto io voglio il meglio !!!
e poi andatevi a vedere il lecce , l'ultimo difensore giocaa centrocampo |
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#50 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
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#51 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2006
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si
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#52 | |
Bannato
Iscritto dal: Jan 2007
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una domanda: ma voi preferite che il difensore sbagli a 60m dalla vs porta o a 10m? |
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#53 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2000
Città: di origine, di nascita, di residenza, di domicilio, di lavoro: Roma...però nel cuore c'è solo l'INTER!
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di Paolo Ziliani Scripta manent 18.01.07 1. È veramente difficile per un allenatore fare una figura peggiore di quella che sta rimediando Capello al Real Madrid: sia dal punto di vista sportivo, sia dal punto di vista umano. E lo diciamo nonostante i risultati e le classifiche lascino ancora al Real la possibilità di giocarsi le proprie carte sia in campionato che in Champions League. Ci sono due istantanee che danno l’idea di cos’è stata, e cos’è, la seconda avventura spagnola dell’ex allenatore della Juventus: 1) Capello a Pantelleria che brinda con Mijatovic all’accordo col club spagnolo (giugno 2006); 2) Capello al Bernabeu che mostra il dito indice ai tifosi che lo contestano al termine di Real-Saragozza 1-0 (gennaio 2007). A corredo, in questo immaginario – ma non tanto – album dei ricordi, altri significativi scatti: Cannavaro che cade a terra scherzato dai centravanti avversari; Cassano che si fa beffe dell’allenatore improvvisandone l’imitazione a bordo campo; Beckham appollaiato in tribuna a seguire, ormai da ex, le partite dei Galacticos; e potremmo andare avanti pagina per pagina. Sta veramente toccando il fondo, Capello, al Real Madrid: e l’impressione è che raramente abbia dato il peggio di sé - come allenatore e come uomo – come gli sta riuscendo quest’anno. Seguiteci. Quando Fabio, a Pantelleria, con le macerie della Juve ancora fumanti sullo sfondo, sigla l’accordo che lo lega al club madrileno, presenta al presidente Calderon la sua personale lista della spesa: in pratica, la luna nel pozzo, se è vero che l’elenco si apre col nome di Kakà, il miglior giocatore del mondo al pari di Ronaldinho (che per ovvi motivi di concorrenza non è avvicinabile). Calderon non è Gesù Cristo e Kakà non arriva: ma molte delle richieste di Capello vengono esaudite e il Real spende una montagna di milioni per assicurare al suo allenatore Van Nistelrooy (Manchester United), Diarra (Lione), Emerson e Cannavaro (Juventus); senza contare il colossale esborso che il club spagnolo affronterà al mercato di riparazione, di lì a poco, per dare a Capello i migliori giovani talenti del Sudamerica: Higuain, Gago, Marcelo. Tra cartellini e ingaggi, una cifra monumentale. Particolare importante: a fronte del gravosissimo impegno economico fatto sostenere al club, Capello – con l’organico rigonfio di “Palloni d’Oro” e di vecchie glorie – si guarda bene dal chiedere al presidente uno sfoltimento della rosa (e quindi dei costi). La stiva della nave madrilena è piena zeppa di campioni, ma a parte Zidane - che spontaneamente, dopo il Mondiale di Germania, si ritira – non ce n’è uno che venga fatto scendere. Addirittura, negli ultimi giorni di mercato il Milan va a Madrid in missione ufficiale per Ronaldo, ma scoraggiato dall’altissima richiesta del Real è costretto a ripiegare sull’acquisto di Oliveira, del Betis. Ebbene, dopo aver fatto svenare il suo presidente, oggi – di colpo – Capello decide che è giunta l’ora dell’epurazione: e dando al tutto la massima pubblicità possibile, in un clima che definire isterico è dire poco, Fabio manda alla gogna i più celebrati campioni – indicandoli come i veri responsabili dei tracolli di fine 2006 -, da Ronaldo a Beckham, da Cassano a Salgado, da Emerson a Roberto Carlos, abbattendo quasi interamente il loro valore di mercato. Senza contare le critiche pubbliche rivolte ad altri campioni (vedi Diarra, vedi Cannavaro), che non vengono emarginati ma sulle spalle dei quali Capello scarica la responsabilità delle sconfitte della squadra, a fronte del super-esborso sostenuto per ingaggiarli. In pratica: in 6 mesi Capello è riuscito nell’impresa di dissanguare, a più riprese e in modi diversi, le casse del club madrileno, ma quel che è peggio, facendo la figura dell’alieno sbarcato da Marte, unico in tutta la galassia a meravigliarsi di trovare un Ronaldo grasso e pigro, un Cassano arlecchino, un Beckham pop star, un Roberto Carlos monumento, un Cannavaro sprovveduto, un Emerson spremuto come un limone. Perché una cosa è certa: se Capello non è ET, ma è l’allenatore che ha vinto scudetti a Milano, Madrid, Roma e persino (sia pure taroccati) a Torino, allora non può recitare, oggi, la parte di chi – folgorato come San Paolo sulla via di Damasco – scopre all’improvviso, dopo un filotto di orripilanti sconfitte, che i suoi giocatori sono un branco di lazzaroni, una squadra composta da dr. Jeckyll e mr. Hyde che fino al suo arrivo non avevano dato alcun segno di devianza o di incontrollabilità. Siccome anche i bambini sanno chi sono, nel bene e nel male, Beckham e Ronaldo, Cassano e Cannavaro, la domanda è: perché Capello, in estate, non ha presentato a Calderon un piano di alleggerimento dell’organico che permettesse al club di risparmiare milioni e a lui di evitare sconfitte, problemi e incazzature? Perché non ha dato il suo okay alla cessione – ad esempio – di Ronaldo, o di qualche altro campione che ora espone con tanto disprezzo al pubblico ludibrio? Se è vero – com’egli stesso ha ammesso – che Beckham è stato, al di là della resa in campo, un professionsta irreprensibile, più e più volte elogiato per l’impegno e l’attaccamento al lavoro, come si permette Capello di cancellarlo dal Real Madrid solo perché David ha dato l’annuncio del suo passaggio, a fine stagione, ai Galaxy Los Angeles, nel pieno rispetto dei tempi e dei regolamenti? La verità è che Capello, a Madrid, dopo aver dato le più ampie assicurazioni che con Van Nisterlooy, Diarra, Emerson, Cannavaro e i campioni che trovava in dote, avrebbe riportato il club ai successi di un tempo, è stato completamente incapace di assemblare in modo decente una squadra piena zeppa di campioni per gran parte scelti e voluti da lui, ed è stato un uomo completamente incapace di stabilire uno straccio di rapporto umano con un gruppo di ragazzi viziati, magari, ma pur sempre professionisti. Se non andiamo errati, Ronaldo e Beckham, Salgado e Roberto Carlos, persino Robinho e Cassano, sono arrivati a Madrid ben prima di Capello: eppure, lo sfascio ambientale che oggi è sotto gli occhi di tutti è datato 2006-2007, la stagione del Capello-bis. Insomma: potremmo sbagliarci, ma l’unico vero tracollo della tormentata stagione madrilena è quello cui è andato incontro Fabio Capello. Un allenatore che ha preteso di nuotare nell’oro ma che non è stato capace, per presunzione e limiti caratteriali, di restare a galla. Capello, adesso, ha giocato la carta della disperazione. Quando la nave affonda, lui fa l’unica cosa che è veramente capace di fare: butta a mare gli altri. ziliani su lasettimanasportiva |
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#54 | |
Senior Member
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#55 |
Bannato
Iscritto dal: Mar 2004
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![]() Sempre le solite storie Ultima modifica di Everyman : 18-01-2007 alle 15:57. |
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