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#21 |
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Bel personaggio pure Visco...
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#22 | ||
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Ma poichè sono finite le utili marionette quali l'ineffabile Scaramella o lo scaricatore del mercato ortofrutticolo di Brescia (sedicente conte) non resta altro che...riesumare una vicenda della scorsa estate ![]() Quote:
Questo è già noto dal 28 luglio 2006 .... Non serve molto acume per comprendere qual è lo scopo di riportare articoli ed ipotesi ANTECEDENTI A TALE DATA ![]() Quasi comico il tentativo di dare del padaran ad altri da parte di chi si tiene ben alla larga dal commentare vicende di ATTUALITA' più stretta ben più gravi e concrete che però riguardano i propri beniamini... ![]() Ciao Federico |
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#23 |
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Una prima ricostruzione dei fatti.
http://www.repubblica.it/2007/05/sez...-e-guerre.html Dietro alla vicenda della Guardia di finanza lombarda incroci con il Sismi dell'era Pollari Intrighi e guerre di potere la vera storia del caso Speciale Gli ufficiali da trasferire non si erano mai occupati di Unipol di CARLO BONINI SEMBRA una storia limpida, "il caso Visco". Non lo è. Perché monca e sapientemente manipolata. E, come in tutte le storie manipolate, i fatti ne nascondono un'altra. Che racconta le mosse oblique del vertice della Guardia di Finanza e ne svela le ragioni velenose. È notizia di ieri. Il "Giornale", di proprietà della famiglia Berlusconi, "documenta" un brutto affare. In un verbale del 17 luglio 2006, il comandante generale della Finanza, Roberto Speciale, riferisce all'Avvocatura dello Stato di essere stato oggetto di indebite, insistite e minacciose pressioni da parte del viceministro per l'Economia Vincenzo Visco per trasferire quattro alti ufficiali in servizio a Milano. Quattro ufficiali che, in quel momento "lavorano all'inchiesta" che ha tolto serenità ai Ds, "il caso Unipol". La richiesta di trasferimento non ha nessuna apparente motivazione se non quella, "inconfessabile" di punire servitori dello Stato considerati politicamente inaffidabili dai nuovi inquilini di Palazzo Chigi. Il comandante Speciale resiste coraggiosamente all'arroganza del viceministro e la spunta. I quattro ufficiali restano al loro posto. Il fatto non è nuovo (le cronache del luglio 2006 riferirono diffusamente del conflitto tra comandante generale e viceministro), ma il verbale di Speciale offre pathos, sollecita indignazione. Tra il 13 e il 17 luglio 2006, sembra di vederlo, il generale mentre, assediato nel suo ufficio di viale XXI aprile, prova a spiegare a Visco che non può dare corso immediato a trasferimenti imposti del ministro senza violare la legge. Che esistono delle procedure da rispettare e che a quelle lui starà. Sembra di vederlo ancora, ventilare stoicamente le dimissioni il 17 luglio 2006, quando dall'ufficio del viceministro arrivano arroganti minacce. La cronaca del "Giornale" porta la firma di Gianluigi Nuzzi. E il dettaglio non è neutro. Serve a entrare nella storia del "caso Visco", a ricostruirne con esattezza i passaggi. A illuminarne i protagonisti. Nuzzi ha ottime fonti nella Guardia di Finanza. Ha tenuto dei corsi alla scuola della Guardia di Finanza. Nella Guardia di Finanza ha raccolto il brogliaccio di un'intercettazione mai trascritta che, nel gennaio 2006, documenta la ormai celebre conversazione telefonica tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ("Abbiamo una banca...") che sprofonda i Ds in uno psicodramma. Ma, soprattutto, Gianluigi Nuzzi ha un amico importante nelle Fiamme Gialle: il generale Emilio Spaziante, che della Guardia di Finanza è stato capo di Stato Maggiore dal luglio 2005 al marzo scorso, quando viene nominato vicedirettore del Cesis (organo di coordinamento dei nosti servizi segreti). Nuzzi e Spaziante si conoscono da tempo e insieme, nel 2004, inciampano in una fuga di notizie per un'indagine sui bilanci dell'Impregilo. Vicenda che appare dimenticata, ma che, nel gennaio 2006, quando si consuma la fuga di notizie su Fassino e Consorte, a molti sembra utile ricordare. Estate 2006, dunque. Visco è appena arrivato all'Economia, il generale Emilio Spaziante è a Roma ormai da un anno quale capo di Stato maggiore. Fino all'anno prima, ha comandato la Regione Lombardia. E la Lombardia e Milano sono da sempre il suo "collegio". Non c'è foglia che si muova nei comandi territoriali che lui non sappia. Quando dunque lascia per il comando a Roma, Spaziante impone quale suo successore un amico fraterno, un compagno di corso: il generale Mario Forchetti. Per Spaziante è una garanzia doppia. Non solo per l'amicizia, ma per il network che li lega. Entrambi sono stati ufficiali del "II Reparto", l'intelligence della Guardia di Finanza, l'occhio e l'orecchio che lavora in perfetta osmosi con il Sismi dell'ex generale di corpo d'armata della Fiamme Gialle Nicolò Pollari e da cui Pollari pesca decine e decine di suoi ex ufficiali. Il Sismi di Pollari - la Guardia di Finanza della Lombardia - il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. E' un triangolo d'acciaio che ha il suo baricentro a Milano dove, in quei mesi, molto bolle in pentola. Non solo le inchieste sulle scalate bancarie e sul caso Unipol, ma anche le vicende di Telecom, le singolari intrusioni nelle anagrafi tributarie alla ricerca di qualche buona notizia sullo stato dei patrimoni dei leader del centro-sinistra. Epperò, ecco che nel luglio del 2006, il network sembra doversi improvvisamente spezzare. In giugno, il comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, sollecita il viceministro Visco a dare corso a una cinquantina di avvicendamenti di alti ufficiali stilata nei mesi precedenti. Visco prende tempo e chiede di poter prima compiere un giro di orizzonte. Riunisce i direttori generali delle amministrazioni civili dello Stato, i vertici della Guardia di Finanza, chiedendo che su quella lista di trasferimenti faccia le loro osservazioni non solo il generale Spaziante, ma anche l'allora comandante in seconda Italo Pappa e l'ufficiale che dovrà succedergli, il generale Sergio Favaro. Per quel che ne riferiscono oggi fonti qualificate al ministero dell'Economia, Visco raccoglie da Favaro e Pappa un'opinione condivisa che a Milano e nella Lombradia esista "una criticità". Nessuno aggiunge di più. Ma il network che fa capo a Spaziante non è un segreto per nessuno. Visco chiede dunque al Comandante generale di integrare la lista di trasferimenti già pronta con quattro nomi: il comandante regionale della Lombardia, generale Forchetti; il comandante del Nucleo provinciale Regionale della Lombardia, colonnello Lorusso; il comandante del Nucleo provinciale della polizia tributaria di Milano, colonnello Pomponi; il gruppo dei servizi di polizia giudiziaria, Tomei. I quattro ufficiali da trasferire diventano presto tre (Tomei scompare dall'orizzonte). E il 13 luglio 2006, a leggere il suo verbale pubblicato dal "Giornale", il comandante generale Speciale entra nel suo personale inferno. Curiosamente, però, lo stesso generale omette di riferire cosa accade il 14 di luglio. Con una nota al viceministro Visco, lo informa di aver predisposto l'avvio dei procedimenti di trasferimento. Indica anche a quali nuovi incarichi saranno destinati: Forchetti sarà il nuovo comandante generale della Regione Piemonte; Lorusso il nuovo capo di stato maggiore del comando interregionale di Milano; Pomponi andrà al comando generale a Roma. Passano i giorni e al ministero monta l'irritazione perché non si ha alcun segno che quel che Speciale ha scritto nella sua nota avrà un seguito. Ma lo stallo ha una ragione. Consente di manovrare a chi deve impedire che il triangolo Sismi-Spaziante-Milano si spezzi. Viene costruito un primo falso. Che i tre ufficiali da trasferire paghino il loro coinvolgimento nell'indagine Unipol. In realtà, nessuno di loro vi ha mai messo mano. All'inchiesta (e alle sue intercettazioni) hanno lavorato, a Milano, gli uomini del nucleo di polizia valutaria di Roma. Piuttosto è vero che il brogliaccio dell'intercettazione Consorte (di cui si è avuta "fuga di notizie") è stato redatto nella caserma milanese di via Filzi, sede del nucleo di polizia tributaria (quello comandato da Pomponi). Il resto è un gioco da ragazzi. La notizia dei trasferimenti contesi obbliga l'Avvocatura generale dello Stato ad aprire un fascicolo per conoscere "eventuali addebiti disciplinari" sul conto degli ufficiali in predicato di trasferimento. E il caso viene affidato a Manuela Romei Pasetti, amica di famiglia del generale Spaziante. Che, insieme a Speciale, viene sentito ad horas negli uffici della caserma di via Filzi a Milano. I generali Pappa e Favaro, che pure avrebbero qualcosa da dire, e di diverso, dovranno aspettare settembre e saranno sentiti in Procura. A fine luglio 2006, la partita è chiusa. Spaziante e Speciale hanno vinto. Gli ufficiali da trasferire restano al loro posto. Come i veleni di quella storia. Buoni per essere riproposti ora, che si ricomincia a parlare di un nuovo comandante generale della Guardia di Finanza. (23 maggio 2007) -------------------- Ultima modifica di flisi71 : 23-05-2007 alle 08:41. Motivo: ho inserito un tag [b] mancante nel primo paragrafo |
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#24 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Abano Terme (Padova)
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La notizia non è assolutamente vecchia visto che il verbale del comandante della GdF è stato reso pubblico solo ora...
LE CARTE IMBOSCATE Il governo non ama le critiche. Men che meno che si disturbino i suoi affari. Così, nel tentativo di mettere il silenziatore alla vicenda Visco, il borbottante presidente del Consiglio Romano Prodi ci ha accusato di fare propaganda. Per lui la storia che vede coinvolto il viceministro dell’Economia è già chiarita, roba vecchia, e a tranquillizzarlo è bastata l’assicurazione che il sottosegretario adirà le vie legali. L’ipertiroideo segretario dei Ds Piero Fassino ci ha invece imputato d’organizzare aggressioni e linciaggi mediatici contro il centrosinistra. Banali anche nelle giustificazioni. Le dichiarazioni del capo del governo e del capo del maggior partito di governo – giunte dopo una mattinata e un mezzo pomeriggio d’imbarazzato silenzio – non chiariscono e non spiegano assolutamente nulla dell’oscuro affare che vede coinvolto il signor Fisco. Il Giornale non ha aggredito nessuno e nemmeno ha pubblicato fatti già noti. Semmai ha riportato l’inedita e inquietante testimonianza resa dal comandante della Guardia di finanza. Di fronte all’avvocato dello Stato, l’alto ufficiale, ha denunciato le pressioni di Visco. Con meticolosità il generale Roberto Speciale ha ricostruito gli interventi insistenti che il viceministro dell’Economia aveva esercitato su di lui al fine di ottenere la decapitazione dell’intero vertice delle Fiamme Gialle in Lombardia, ossia dei militari impegnati nell’inchiesta Unipol-Bnl, e nelle indagini sul tesoretto di 50 milioni di euro depositato sui conti del presidente e del vicepresidente della compagnia di assicurazione delle coop rosse. Nel verbale, il comandante della Gdf rivela con chiarezza alcuni fatti. Primo, la sostituzione dei vertici milanesi delle Fiamme Gialle non era né prevista né richiesta da esigenze di servizio. Secondo, il trasferimento non era una promozione, prova ne sia che per gli alti ufficiali non era pronto alcun altro incarico. Terzo, la decisione era stata richiesta, anzi ordinata, da Vincenzo Visco in persona. Quarto, il viceministro voleva che i militari in questione facessero le valigie in 24 ore e aveva una fretta dannata. Quinto, i tentennamenti del generale della Guardia di finanza avevano indotto il viceministro a passare alle minacce. Di fronte a simili accuse, che ipotizzano reati gravi come l’abuso d’ufficio se non addirittura l’intralcio alle attività investigative o il tentato favoreggiamento, il governo non può ricorrere alle frasi scontate. Non può dire che si tratta di propaganda. Gli addebiti sono mossi dal comandante di uno dei più importanti corpi militari dello Stato, non dall’usciere del ministero dell’Economia. E allora Prodi ha il dovere di rispondere senza gorgoglii. Deve dire se sta mentendo il generale Roberto Speciale o se Vincenzo Visco ha tentato un colpo di mano contro degli ufficiali di polizia giudiziaria, intimidendo addirittura il loro superiore. Nel primo caso deve essere rimosso immediatamente il comandante della Gdf, nel secondo se ne deve andare, e in fretta, il viceministro. Terze vie non ne esistono. Già che ci siamo, il capo del governo risponda a un’altra domanda: ci spieghi perché la testimonianza del generale Speciale contro il viceministro Visco, resa il 17 luglio del 2006 dinanzi all’avvocato dello Stato, è rimasta ferma per 10 mesi. Una dimenticanza? Oppure un tentativo di imboscamento? Se così fosse, sarebbe il secondo. E non vorremmo che quando si tratta di Palazzo Chigi e dintorni diventasse un’abitudine. Ho visto in precedenza un utente che ha postato un link a una dichiarazione di Visco su repubblica... Non vedo il motivo per cui le cose scritte da Il Giornale non devono essere nemmeno considerate e quelle di repubblica invece spesso vengono prese come oro colato...i due giornali sono ovviamente e chiaramente schierati politicamente. |
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#25 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
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se è vero, visco per me può pure sparire dalla scena politica.
sempre se è vero, dopo telecom serbia e prodi agente del kgb sulle inchieste del giornale nutro qualche dubbio. nel caso cmq, si levi dalle balle, nessun problema a sostenerlo: ci vuole un parlamento PULITO, da destra a sinistra (anche se ho il sospetto che così diventi vuoto ![]() |
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#26 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: a casa mia
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Una parte di ricostruzione.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...rrarella.shtml Il caso Visco-Guardia di Finanza La ricostruzione «Il generale Speciale raccontò: mi ordinò i trasferimenti senza spiegarmi i motivi» MILANO — Una contesa lunga quasi un anno. Era il 28 luglio 2006 quando, nei comunicati del comandante generale della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale, le «ragioni di servizio» o di «normali avvicendamenti», evocate giorni prima da Visco e dalla stessa Gdf per cambiare l'intera attuale linea gerarchica delle Fiamme Gialle in Lombardia, scoloravano in «assoluta mancanza di motivazioni specifiche» per procedere ai trasferimenti: e il fatto che venissero tutti revocati era stato il risultato già di una prima polemica con il viceministro dell'Economia, accusato in quei giorni dalla Cdl di volersi liberare di ufficiali asseritamente "scomodi" per le indagini su Bnl-Unipol (quelle nelle quali si era verificata nel dicembre 2005 l'uscita sul Giornale dell'intercettazione Fassino- Consorte nè trascritta nè in mano ai magistrati, ma solo in file audio). Erano così restati al loro posto il comandante regionale della Lombardia, generale Mario Forchetti; il capo di Stato maggiore presso il comando interregionale dell'Italia nordoccidentale, generale Leandro Minervini; il comandante del Nucleo regionale di Polizia tributaria, l'allora colonnello (e oggi generale) Rosario Lorusso; il comandante del Nucleo provinciale e referente della Procura di Milano per i servizi di polizia giudiziaria, il colonnello Virgilio Pomponi; il tenente colonnello Tomei. Per la stabilità delle caselle, si erano spesi anche magistrati del pool reati economici come Francesco Greco; e non mettere a repentaglio la continuità delle indagini era stata l'unica preoccupazione che il procuratore della Repubblica Manlio Minale aveva rappresentato nella lettera scritta al Comandante generale, senza per il resto entrare nella sfera delle decisioni di competenza dei vertici Gdf. L'Avvocato generale Manuela Romei Pasetti, non convocando a Palazzo di Giustizia ma andando a trovare nella caserma milanese di via Melchiorre Gioia il comandante Speciale e il capo di Stato maggiore Emilio Spaziante aveva ascoltato questi e altri ufficiali. A Romei Pasetti, Speciale (ha riportato ieri Il Giornale) disse: «Visco mi ha impartito l'ordine di avvicendare gli ufficiali (...) senza indicarne le motivazioni (...). Visco mi disse che se non avessi ottemperato a queste direttive erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro. Alla mia obiezione che sarebbe stato opportuno informare l'autorità giudiziaria di Milano, Visco mi ha risposto categoricamente che non avrebbe costituito alcun problema il non avvertirla o farlo successivamente... Poi incontrai il procuratore Minale che mi disse di essere quanto mai sorpreso e allarmato... e mi annunciò l'invio di una sua missiva per chiedere delucidazioni. Il 17 luglio il vice ministro mi disse di non aver rispettato alcuna regola deontologica per non aver dato esecuzione istantanea a quanto mi era stato da lui ordinato». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it 23 maggio 2007 -------------------- |
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#27 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Ribadisco, senza possibilità di smentita, che in un modo o nell'altro il fatto in oggetto non si è mai concretizzato.... Altro? Ciao Federico |
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#28 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2006
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in uno dei due casi c'è un conflitto di interessi. quale?
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"Non sono narcisista, nè egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso". "E chi saresti stato?". "Giove"
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#29 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
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Una analisi della situazione attuale. Si noti la ricorrenza dei soliti nomi: Speciale, Spaziante e Pappa.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C..._rancori.shtml Resa dei conti a ridosso del voto Stellette, nomine e vecchi rancori Il governo deve decidere, ora la sostituzione di Speciale appare più vicina. I rapporti difficili tra la Finanza e gli uomini di Visco ROMA — È la resa dei conti. L'epilogo di uno scontro che va avanti ormai dall'estate scorsa e che adesso pone il governo di fronte alla decisione cruciale: decidere se confermare nel suo incarico il comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale. Il rapporto di fiducia con il referente politico, che è appunto il viceministro Vincenzo Visco, appare irrimediabilmente compromesso come ha spiegato lui stesso annunciando la volontà di «ricorrere alle vie legali» e sottolineando che «quegli avvicendamenti furono chiesti proprio dal generale». La scelta fatta ieri dal premier Romano Prodi di manifestare «piena fiducia» al numero due del Tesoro fornisce indicazioni chiare su quale sia l'intenzione di Palazzo Chigi. Ma la partita appare tutt'altro che chiusa. Perché la sostituzione rischia adesso di innescare nuove polemiche con l'opposizione e il timore — come fanno intuire in via XX Settembre — è che questa vicenda possa pesare anche sulle elezioni amministrative previste per domenica prossima. LA SCELTA DI CAMBIARE - In realtà un avvicendamento era previsto già da mesi. Dopo il cambio dei direttori dei servizi segreti avvenuto nel novembre scorso, il ministro della Difesa Arturo Parisi aveva lasciato intendere che anche gli altri capi degli apparati di sicurezza sarebbero stati rinnovati. Poiché il nuovo comandante dei carabinieri è arrivato lo scorso luglio, le ultime caselle da mettere a posto sono quella del capo della polizia e, appunto, quella del comandante della Finanza. Proprio in quegli stessi giorni di autunno il ministro dell'Interno Giuliano Amato, a chi gli chiedeva quale fosse il destino del prefetto Gianni De Gennaro, aveva risposto: «Nessun alto dirigente dello Stato deve rimanere in carica più di sette anni, perché supererebbe il presidente della Repubblica», rinviando tutto a giugno. Quella scadenza è arrivata e c'è chi ritiene che la decisione di rendere noti i verbali di Speciale di un anno fa possa avere l'obiettivo di farlo rimanere al suo posto. «Con questa mossa — spiegano nell'entourage di Visco — chiunque potrà ora dire che la sua sostituzione è stata una vendetta, anche perché il generale andrà in pensione soltanto nel marzo 2008». Ma c'è anche un'altra lettura della vicenda, secondo la quale la pubblicazione degli atti potrebbe essere stata agevolata da chi voleva mettere in difficoltà proprio il comandante e saldare così vecchi conti in sospeso. Una lotta di potere che si è consumata in questi mesi con trasferimenti e avvicendamenti all'interno della stessa Finanza dove ognuno ha cercato di piazzare i suoi uomini nei posti migliori. GLI SCONTRI INTERNI - Un ruolo certamente da protagonista l'ha giocato Emilio Spaziante, che — dopo aver trascorso parte della sua carriera proprio a Milano — di Speciale è diventato il vice e da qualche mese è stato nominato numero due del Cesis. Un posto che, dicono le indiscrezioni, non avrebbe pienamente soddisfatto le sue aspettative. Ma vecchi rancori ci sono anche tra l'attuale vertice delle Fiamme Gialle e alcuni collaboratori di Visco, primo fra tutti il generale Italo Pappa. Al Tesoro l'alto ufficiale è stato chiamato dopo essersi dimesso da capo dell'Ufficio Indagini della Federcalcio. Una scelta resa obbligata dall'indagine sul calcio truccato: il suo vice Francesco Attardi era stato indagato perché accusato di aver passato notizie riservate a Luciano Moggi. Da allora i suoi rapporti con Speciale sono sempre stati pessimi e durante la sua audizione Pappa avrebbe fornito una versione sui trasferimenti dei quattro ufficiali in servizio a Milano opposta a quella offerta dal comandante generale. A tutto questo, si aggiungono i malumori interni. Il primo luglio diventeranno operativi alcuni incarichi assegnati nelle ultime settimane. Un giro di poltrone che è stato vissuto da molti finanzieri come l'ultimo atto di una gestione che ha sempre mirato a riservare i posti più ambiti ai «fedelissimi», talvolta senza tenere conto dei meriti acquisiti sul campo da chi si occupa esclusivamente di attività investigativa. LE PROTESTE DEL COCER - È la posizione presa dal Cocer ad esprimere quanto profondo sia il malessere della «base». I toni del comunicato diffuso nel pomeriggio sono espliciti e suonano come una presa di distanza forte dall'attuale vertice: «Se l'autorità giudiziaria ha ritenuto di indagare, è sua facoltà, e attendiamo gli esiti: ma utilizzare i fatti per fini di bassa speculazione politica e tentare di determinare una crisi nei rapporti tra la Guardia di Finanza e il vice ministro è inaccettabile. La pubblicazione di questo atto giudiziario in un momento nel quale la vicenda appariva superata, considerato che tali trasferimenti non sono avvenuti e, a quanto a conoscenza di questo organismo, nessuna formale imputazione è stata mossa dall'autorità giudiziaria a chicchessia, rischia di trascinare nuovamente l'istituzione e coloro che vi lavorano al centro di una polemica politica assolutamente inaccettabile». Il generale Domenico Minervini, presidente della rappresentanza sindacale, lo dice chiaramente: «Rivendichiamo di non esserci mai schierati né con l'una, né con l'altra parte e dunque protestiamo di fronte a una vicenda che danneggia gravemente chi ha come unico obiettivo quello di combattere l'illegalità economica e l'evasione fiscale, chi chiede gli strumenti per poterlo fare nel migliore dei modi e vorrebbe che i politici non si occupassero della Finanza soltanto quando si tratta di risolvere beghe interne». Fiorenza Sarzanini 23 maggio 2007 ----------------- |
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#30 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Modena
Messaggi: 517
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![]() PS: Sul fatto di Alitalia fino a che c'è al Governo prodi non mi stupirei se gli desse anche casa mia. ![]() |
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#31 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Abano Terme (Padova)
Messaggi: 1205
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la repubblica è da sempre ufficiosamente l'organo di stampa del partito del centrosinistra e per quanto riguarda a inchieste risoltesi in flop o addirittura false la repubblica non è seconda a nessuna... |
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#32 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Modena
Messaggi: 517
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Mi fa veramente piacere notare come per la sinistra attuale il "tentato qualchecosa" non sia più un reato (anche solo morale). Spero la stessa magnanimità sia fin d'ora riservata in tutti i millemila topic invocanti la "pena di morte" per Berlusconi su processi per presunti tentato questo tentato quello... PS: Se leggo il Giornale so che è di Berlusconi e quando leggo una notizia faccio le considerazioni del caso. Almeno però ste schifezze saltano fuori. Saluti. |
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#33 | |
Junior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Messaggi: 28
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Che la cosa poi vada chiarita e spiegata è un altro aspetto. Mi sono imposto di NON replicare sulle vicende giudiziare di Berlusconi. |
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#34 | ||
Member
Iscritto dal: Feb 2006
Messaggi: 287
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"Non sono narcisista, nè egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso". "E chi saresti stato?". "Giove"
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#35 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: a casa mia
Messaggi: 900
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1) i trasferimenti al centro della polemica non si sono mai concretizzati; 2) il presunto tentativo di Visco è testimoniato dal solo Speciale, mentre ad esempio Pappa fornì a suo tempo una versione diametralmente opposta; 3) l'Avvocatura generale dello Stato, sentite le testimonianze delle parti, NON ha mosso alcuna formale imputazione a chicchesia. A fronte di questo cosa hai di concreto a sostegno del presunto reato morale? Quote:
Se invece si volesse rimanere nel qualunquismo, che secondo me non porta a niente, si potrebbe auspicare che anche i fans più sfegatati del partito-azienda dimostrino la stessa capacità critica adottata adesso su fatti presunti anche nelle numerosi altre discussioni dove invece difendono a spada tratta il loro beniamino, con il corredo di orologi e altra paccottiglia. Quote:
Contraccambio i saluti. Ciao Federico |
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#36 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Modena
Messaggi: 517
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2) e 3) Speciale è il comandante della Guardia di Finanza e non sono testimonianze ma è una deposizione. Per accuse di una signora qualunque vi sono stati in Italia processi contro il Berlusca andati avanti anni e anni. Sicuro che torni tutto? Quote:
![]() Guardati alcuni delle decine di topic sulle accuse a qualunque esponente della destra e trovami la stessa disponibilità a dubitare delle accuse dimostrata in questo, in tal caso mi rimangio quanto detto. Quote:
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#37 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Ok, mettiamo che sia la solita bufala confezionata a tavolino per sputtanare l'avversario politico e cambiamo leggermente tema: non fu Visco a trasferire l'uomo che ideò il software che permette di monitorare in tempo reale i movimenti dei terminali dell'Agenzia delle Entrate, riducendo così drasticamente la corruzione periferica o quantomeno le manipolazioni di cartelle sotto compenso, software che vengono a studiarci dall'estero? La stessa persona oltre che trasferita, non fu retrocessa da direttore a vice direttore? Il caso è stato anche citato da Report, se qualcuno recuperasse il nome di quel funzionario e qualche fonte farebbe un favore.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#38 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
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Messaggi: 1633
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http://www.report.rai.it/R2_popup_ar...072467,00.html Quote:
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#39 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Sempre puntuale, grazie mille.
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#40 | |
Senior Member
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