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Caso Unipol-Bnl, così Visco cercò di fermare la Finanza
«Un avvicendamento unicamente riconducibile a esigenze di servizio». «Cambi del tutto ordinari». «Trasferimenti concordati, pianificati dal comando generale della Guardia di finanza, senza contare che per alcuni degli ufficiali in partenza è una promozione».
Non risparmiò le parole Vincenzo Visco quel 17 luglio di un anno fa. Sorpreso dalla bufera politica che stava montando dopo la decapitazione dell’intero vertice della Gdf in Lombardia, il viceministro dell’Economia si affrettò a gettare acqua sul fuoco, negando che quei trasferimenti fossero punitivi, smentendo d’esserne l’ispiratore, ma soprattutto respingendo qualsiasi relazione tra l’allontanamento di generali e colonnelli e l’inchiesta Unipol. In una parola: mentiva, se è vero ciò che ha riferito ai magistrati il comandante generale della Guardia di finanza Roberto Speciale. Il Giornale è in grado di riportare integralmente il verbale dell’interrogatorio. Se è vero ciò che racconta Speciale, l’azzeramento dell’intero vertice delle Fiamme gialle della Lombardia e di Milano non era frutto di promozioni, e non lo era nemmeno di ordinari avvicendamenti. Visco - come spiega il nostro Gianluigi Nuzzi - ordinò al comandante in capo di rimuovere senza indugi il generale Forchetti e i suoi collaboratori e indicò personalmente i nomi degli ufficiali che dovevano fare le valigie. Secondo Speciale, al viceministro non importava assolutamente nulla di ciò che avrebbero fatto in futuro i militari rimossi, bastava che fossero spediti il più in fretta possibile lontano da Milano. La colpa di cui si erano macchiati agli occhi di Visco non è conosciuta, ma certo si sa che gli alti ufficiali avevano svolto le indagini sui furbetti del quartierino e sugli ancor più furbetti uomini delle Coop rosse. Anzi, su questi ultimi stavano ancora indagando e, proprio prima dell’estate, in Procura a Milano c’era un certo attivismo. Visco ordinò un trasferimento in tutta fretta, intervenendo di persona, telefonando con insistenza. E, siccome il comandante generale tergiversava perché non trovava ragione alcuna per quella improvvisa rimozione, il viceministro diessino giunse a minacciarlo, facendogli intendere che se non avesse dato il via immediato ai trasferimenti ne avrebbe sopportato le conseguenze. In pratica, la sua carriera sarebbe stata irrimediabilmente compromessa. Se dobbiamo dar retta alla testimonianza del numero uno della Guardia di finanza, lo scontro al vertice fu molto duro e inconsueto. Speciale, alla fine, fu costretto ad adeguarsi. Soltanto l’esplodere delle polemiche dopo la diffusione dei provvedimenti fermò la decapitazione delle Fiamme gialle. La presa di posizione della Procura di Milano e le interrogazioni parlamentari indussero Visco a indietreggiare, ma soprattutto a negare un suo intervento per bloccare l’inchiesta Unipol. Ma delle vaghe giustificazioni del viceministro non resta in piedi nulla dopo aver letto la testimonianza del generale Speciale, che meticolosamente ha annotato ogni passaggio dell’oscura vicenda e lo ha riferito ai giudici. Restano due domande. La prima: perché Visco aveva così fretta di cacciare i vertici della Gdf della Lombardia? Cosa temeva? Perché quegli ufficiali non potevano restare ai loro posti un giorno di più? A questa domanda risponderà la Procura. La seconda domanda è più politica: può un viceministro restare al suo posto dopo aver tentato, con pressioni e minacce, di far trasferire ufficiali che indagavano sugli affari rossi? A questa so rispondere anch’io: no, non può. Ultima modifica di EarendilSI : 22-05-2007 alle 09:41. |
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#2 |
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Il verbale dell'interrogatorio
"Il viceministro minacciò conseguenze se non avessi agito"
Ecco il verbale dell'interrogatorio del comandante generale della Guardia di Finanza generale Roberto Speciale sulle ingerenze del viceministro Vincenzo Visco nella Guardia di Finanza, per azzerarne il vertice della Lombardia. «L'anno 2006, addì 17 luglio 2006, alle ore 16.10 presso gli uffici del Comando Regionale Lombardia della Guardia di Finanza, viene redatto il presente verbale. Avanti all’Avvocato generale dottoressa Manuela Romei Pasetti è presente il Generale di Corpo d’Armata Roberto Speciale che dichiara. «Via quei comandanti» «Il giorno 13 luglio alle ore 15.00 circa il mio Capo ufficio, Colonnello Michele Carbone, mi ha informato che ero stato convocato alle ore 17.30 dello stesso giorno dal vice ministro Visco. In un secondo tempo lo stesso ufficialemi ha riferito di aver appreso, solo in quel momento che Visco avrebbe ricevuto, prima di me, il Comandante in Seconda del Corpo, Generale Italo Pappa (ore 15.30) e l’Ispettore per gli Istituti di Istruzione,Generale Sergio Favaro (ore 16.00). Recatomi all'appuntamento il Vice Ministro Visco mostrandomi un appunto dattiloscritto recante quanto segue: * Comando Regionale Lombardia Generale Forchetti * Comando Nucleo Regionale Lombardia Colonnello Lorusso *ComandoNucleo Provinciale PT Milano Colonnello Pomponi * Gruppo servizi Polizia Giudiziaria Tenente Colonnello Tomei Mi ha impartito l’ordine di avvicendare i suddetti ufficiali e di avanzargli delle alternative proposte di impiego. Visco inoltreha disposto perentoriamente di concertare, da quel momento in poi, ogni decisione d’impiego con i generali Pappa e Favaro. Alla miaobiezione che prima di effettuare detti provvedimenti sarebbe stato opportuno informare l’Autorità Giudiziaria di Milano, Visco mi ha risposto categoricamente che non avrebbe costituito alcun problema il non avvertirla o informarla successivamente. Rientrato in ufficio ho ricevuto i Generali Pappae Favaro. Il Comandante in Seconda mi ha detto che il Vice Ministro gli aveva parlato della sua intenzione di avvicendare i comandanti dei reparti del Corpo alla sede di Milano senza indicarne le motivazioni alla base; ha inoltre aggiunto che sarebbe stato auspicabile arrivare ad un'ipotesi d'impiego condivisa all’unanimità, onde evitare che ognuno, così come richiesto da Visco in caso di disaccordo, avesse dovuto presentare la propria proposta. Dopo tali premesse il generale Pappa mi ha illustrato le ipotesi di avvicendamento, già da lui concordate con il generale Sergio Favaro. Su queste proposte sono intervenuto al fine di razionalizzare le ipotesi di impiegodel generale Mario Forchetti, proponendo di destinarlo a un comando regionale di pari livello, onde salvaguardarne il profilo di carriera e del colonnello Lorusso allo scopo di lasciarlo a Milano, per delicati problemi familiari a me noti, nell’incarico di capo di stato maggiore del Comando Interregionale di corso Sempione». Giudici in allarme «Il 14 luglio tali proposte sono state oggetto della comunicazione che hoinviato alla persona del Vice Ministro. Alle 15 circa dello stesso giorno ho contattato il procuratore della Repubblica di Milano, dottor Manlio Minale, che mi aveva precedentemente chiamato in ufficio. Lo stesso mi ha riferito di essere quanto mai sorpreso ed allarmato da voci circa il presunto avvicendamento dell’attuale gerarchia della Guardia di Finanza di Milano, rappresentandomi che la stessa godeva della indiscussa fiducia della propria Procura e che tale improvviso avvicendamento avrebbe determinato serie problematiche alla prosecuzione delle delicate investigative in corso. Ho risposto che il piano impiego dei dirigenti era stato approvato e definito nel mesedimarzoe che in tale pianononc'era traccia di trasferimenti interessanti la sede milanese, in quanto non ve ne era alcuna necessità. Ho quindi aggiunto di essere stato convocato dall’Autorità Politica la quale, invece, mi ha dato precise indicazioni nominative sugli ufficiali che dovevano con immediatezza essere avvicendati da Milano. A conclusione il dottor Minale mi ha preannunciato l’invio di una sua missiva contenente richiesta di delucidazioni che allego in copia». Le pressioni di Visco «Alle ore 15.20 dello stesso giorno, il generale Pappa mi ha informato di aver ricevuto, per il tramite del gen. Zanini (vice capo gabinetto Vice Ministro Visco, ndr), una busta chiusa a me indirizzata, da parte del Vice Ministro. Dopo averla aperta me ne riferiva il contenuto. Alle 17.42 circa, arrivato a Bari, - dove mi ero recato per prendere parte alle celebrazioni del centenario di istituzione della Legione Allievi della Guardia di Finanza -, il vice capo di gabinetto di Visco, generale Flavio Zanini,mi ha riferito di aver appreso da Giovanni Sernicola, caposegreteria particolare del vice ministro, che quest’ultimo si aspettava la diramazione degli ordini di trasferimento, di cui alla missiva del 14 luglio. In risposta ho riferito di trovarmi a Bari e di non poter essere a Roma, prima del pomeriggio del giorno successivo, nonché di aver già concordato con il Gen C.A. Italo Pappa la fissazione di una riunione di Stato Maggiore avente per oggetto la tempistica dei movimenti in questione, datenersi la settimana successiva. Alle 17.57 il Generale Zanini mi ha comunicato che Visco, a seguito della propria lettera indirizzatami nello stesso giorno, considerava i trasferimenti in parola esecutivi e che, quindi, doveva partire il messaggio. Al riguardo ho ribadito di essere alla sede di Bari e di non poter rientrare a Roma che il giorno dopo». GdF commissariata «Alle 19.21 il gen. Zanini ha fatto sapere al maggior Cosentino che Visco voleva parlarmi. Alle ore 19.22 il vice ministro mi ha riferito che i trasferimenti dovevano essere eseguiti immediatamente. Alle 19.40, l'Aiutante di Campo del comandante in seconda, maggiore Mario Salerno ha rappresentato al maggiore Casentino che il generale Pappa desiderava parlarmi. Alle ore 20.06 Pappa mi ha proposto di diramare i trasferimenti degli ufficiali in questione, senza fissare nel relativo messaggio le rispettive decorrenze. In merito gli ho manifestato la necessità di rispettare le norme amministrative in materia che prescrivono la partecipazione dei destinatari di eventuali trasferimenti al processo decisionale. Alle ore 20.15hodato ordine al comandante in Seconda di diramare i messaggi di comunicazione di avvio del procedimento amministrativo di impiego. In data 15 luglio 2006, rientrato a Roma, alla presenza del generale Spaziante, ho incontrato nelmio ufficio il generale Pappa a cui ho mostrato la lettera (di richiesta di chiarimenti, ndr) ricevuta dal procuratore capo di Milano. Il generale Pappa ha minimizzato l'accaduto sostenendo che di lettere come quella di Minale ne arrivano tante. Ho chiesto a Spaziante di contattare Zanini al fine di incontrare il prima possibile il vice ministro Visco. Dopo aver sentito il predetto ufficiale generale, Spaziante mi ha riferito che l'incontro non sarebbe stato possibile prima del lunedì successivo, 17 luglio e che comunque Zanini insisteva nell'avere assicurazione della partenza del messaggio dei movimenti definitivi. Nella serata di domenica 16 luglio 2006, alle 22.50 circa ho ricevuto una telefonata da parte del generale Zanini che mi ha riferito della notizia Ansa, di cui allego copia e che in proposito Visco sollecitava da parte mia, una immediata smentita alla notizia, con riferimento alla sua connessione alla vicenda Unipol. Alle 23.20 sono stato ricontattato nuovamente da Zanini che mi ha chiesto di accelerare l’uscita della smentita alla notizia Ansa nei termini di cui sopra. Ho convocato di conseguenza il Capo di Stato Maggiore e il Sottocapo. A mezzanotte circa Zanini mi ha informato telefonicamente che Visco aveva provveduto personalmente alla smentita e che si aspettava altrettanto dal sottoscritto. Dopo una consultazione con il capo e il sottocapo di Stato Maggiore ho ordinato di provvedere alla diramazione di un comunicato stampa, nel quale si precisavano i reali termini del provvedimento da me adottato. Pronte le dimissioni Alle ore 9.26 del 17 luglio 2006 sono stato informato dal colonnello Carbone che il colonnello Ortello lo aveva chiamatoriferendogli che avrei dovutochiamare subito il vice ministro Visco. Contattatolo immediatamente questi mi ha riferito di ritenermi responsabile di quanto accaduto, di non aver rispettato alcuna regola deontologica non avendo dato io esecuzione istantanea a quantomiera statoda lui ordinato, di riunirmi subito con i generali Pappa e Favaro per dare a quegli ordini esecuzione immediata e di concordare con loro una risposta da dare alla Procura di Milano. Il vice ministro Visco ha aggiunto che se non avessi ottemperato a queste direttive, erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro. Preso atto, ho risposto al vice ministro che l’osservanza delle regole è stata da sempre il faro della mia vita, di non poter, pertanto, assecondare queste sue ultime richieste e che, piuttosto, ero pronto a rassegnare il mandato. L’intera conversazione telefonica è avvenuta alla presenza del colonnello Carbone e del maggiore Cosentino. Alle ore 12.00 circa del 17 luglio 2006 il generale Spaziante mi ha informato che con due distinte telefonate sia Pappa sia Favaro gli hanno riferito che, su disposizione del vice ministro Visco, loro pervenuta per il tramite del generale Zanini, il contenuto della lettera di risposta, da inviare al procuratore di Milano, sarebbe dovuto essere preventivamente concertato con entrambi i suddetti generali di Corpo d’Armata. In conclusione non è mai emersa alcuna motivazione che potesse concretizzare addebiti per comportamenti tenuti dagli ufficiali di Milano. Anzi devo precisare che mi era stata comunicata verso la metà di giugno la nota n. 2094/06 datata 1 giugno 2006 a firma del procuratore capo della procura di Milano, Manlio Minale, indirizzata al Comandante Regionale Lombardia, generale Forchetti, il cui contenuto evidenzia la grandeprofessionalità degli ufficiali in questione nell’attività di servizio. Fatto, letto, chiuso alle ore 17.30 in data 17/07/2006 e nel luogo come sopra». |
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#3 |
Senior Member
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Solo il comandante può decidere le nomine
Nel luglio del 2006 il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco esercitò ripetute e pressoché quotidiane pressioni sul comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, e gli pose un perentorio aut aut affinché azzerasse senza motivazioni l’intero vertice della GdF della Lombardia. Ufficiali impegnati, tra l’altro, in delicate indagini come quelle sulla scalata a Bnl da parte di Unipol e coop rosse.
Visco aprì quindi una crisi istituzionale con il vertice del Corpo militare, arrivando a pronunciare un’oscura minaccia al comandante generale. La mette a verbale lo stesso Speciale: «Visco mi disse - ha dichiarato nell’interrogatorio reso all’avvocato generale Manuela Romei Pasetti - che se non avessi ottemperato a queste direttive erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro». Pubblicamente, invece, il vice ministro in quegli stessi giorni cercava di stemperare ogni polemica. Liquidando il caso come «avvicendamenti unicamente riconducibili ad esigenze di servizio». Il Giornale ricostruisce invece, ora dopo ora, la storia di questa ingerenza, dell’intromissione del potere politico su un corpo militare. Con un vice ministro che prima ordina al capo della GdF di rimuovere ufficiali, quando per i trasferimenti c’è un apposito iter procedurale interno. Poi dispone di concordare le scelte con due sottoposti, facendo saltare lo stesso ordine gerarchico della Finanza. Fino al 17 luglio quando Speciale ventila le dimissioni: «Risposi al vice ministro che l’osservanza delle regole è stata da sempre il faro della mia vita. Di non poter pertanto assecondare queste sue ultime richieste e che pertanto ero pronto a rassegnare il mandato». La storia inizia alle 17 di giovedì 13 luglio quando, durante un drammatico incontro, Visco sventola sotto il naso del comandante generale un foglietto indicante i nomi dei quattro ufficiali da mandare via da Milano. Senza nemmeno preavvisare, come avviene invece di rito chiedendo persino un parere, la procura che coordina le indagini degli ufficiali coinvolti. Non solo. Visco dispose anche «perentoriamente», a detta di Speciale, di concertare ogni decisione d’impiego futura direttamente con due sottoposti, i generali Italo Pappa e l’allora capo dei reparti d’istruzione Sergio Favaro. Che il Vice Ministro aveva appena incontrato. Insomma, una sorta di «commissariamento», pregiudicando le prerogative e l’autonomia del comandante generale. Visco ordina quindi a Speciale di spostare i gradi vertice della Lombardia e di coinvolgere Favaro e Pappa. E così, sempre stando alla ricostruzione dello stesso Speciale, Pappa e Favaro prima si incontrano tra di loro, predisponendo le ipotesi di avvicendamenti. Poi Pappa va dal numero uno con il piano operativo. Ma arriva l’intoppo non previsto. Scende in capo il procuratore capo di Milano, Manlio Minale che, allarmato, chiede ragione delle voci su azzeramenti della GdF in Lombardia. Teme «serie problematiche alla prosecuzione delle delicate indagini in corso». Ovvero, Unipol, Bnl, Antonveneta e Telecom. Speciale dice chiaro e tondo che è stato Visco a ordinare, aprendo così uno scontro tra diversi poteri. Minale è allibito, chiede a Speciale «delucidazioni scritte», coinvolge la Procura generale e l’Avvocato generale. Che apre un fascicolo e lunedì 17 interroga in gran segreto sia Speciale che il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. Prima però, venerdì, Speciale ricorda di esser stato sottoposto a pressioni di ogni tipo. Visco telefona, manda lettere, cerca il numero uno, fa chiamare dal proprio staff. Quei trasferimenti s’hanno da fare. Basta leggere qui a fianco il verbale del comandante generale per capire la portata di questa ingerenza. Speciale prende tempo, sa benissimo che se dispone i trasferimenti, compie un abuso. Deve seguire le norme, coinvolgendo gli interessati. Alle 20.15 trova una mezza misura: ordina a Pappa di far partire gli avvisi di avvio dei procedimenti di trasferimento. La situazione precipita domenica notte. Alle 22.50 l’Ansa dà notizia dell’azzeramento della Gdf mettendo in collegamento con le indagini Unipol. Visco s’infuria, chiede «immediata smentita» a Speciale. E intanto alle 24 ci pensa lui: normali avvicendamenti. In piena notte il comandante generale convoca d’urgenza i suoi collaboratori più stretti, Spaziante e il sottocapo Poletti. Più tardi la GdF esce con un imbarazzato comunicato. Ma ormai il vice ministro deve sentire che la vicenda sta sfuggendo di mano. L’indomani mattina si scontra con Speciale perché temporeggia, gli ordina ancora di trasferire gli ufficiali, pronuncia oscure minacce. Alle 12 Pappa e Favaro si rifanno vivi con il numero uno dicendogli di concordare con loro quanto scrivere a Minale. Ordine di Visco. Ma ormai la vicenda ha assunto una dimensione pubblica e politica: le indiscrezioni sono già sui giornali. Ma gran parte della storia non viene riportata dai media. Speciale blocca i trasferimenti. L’avvocatura generale di Milano interroga Speciale, Spaziante, Pappa e Favaro. Senza risposta la domanda cruciale: Visco perché voleva azzerare a ogni costo la gerarchia militare a Milano? |
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#4 |
Junior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Messaggi: 28
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Pur provenendo dal Giornale, che 'sto thread affondi senza repliche, non è corretto.
Ci sono smentite con riferimenti da parte di Visco? |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Messaggi: 2689
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Lasciamo perdere il solito teatrino sulle fonti anzichè sulla notizia, che in questo caso mi pare estremamente dettagliata e circostanziata (si vede che il comandante Speciale aveva capito subito che di inghippo si trattava... telefonate riportate al minuto esatto!): mi ricordo della faccenda, se ne parlò anche qui sul forum, non mi ricordo come andò a finire ma posso avanzare un'ipotesi: in vacca, come succede ogni volta che si tocca una parte politica cara a qualcuno dei supporter che qui dilagano
![]() Presa visione di quello stralcio del verbale, direi che delle smentite di Visco non ce ne può fregare di meno - l'intero avvicendamento aveva causato scalpore già ai tempi e senza alcuna testimonianza, essendo altamente sospetto per tempistica, persone implicate, fretta immotivata ed inchieste in corso, figuriamoci adesso che c'è tanto di inchiesta in Procura e testimonianza di un comandante della Finanza (non il primo pirla che passa: questo si gioca, o più probabilmente si è già giocato con questa testimonianza, la carriera): come fa a smentire? Erano risibili già allora le scuse addotte per un tale provvedimento, a fronte di questo verbale diventano indifendibili. Anche la Procura di Milano era insorta dichiarando il trasferimento coatto come immotivato e penalizzante per le inchieste coop-unipol... L'unico dubbio è su cosa ne sia stato dell'inchiesta che stavano conducendo gli ufficiali "trasferiti d'ufficio", ma facendo due calcoli posso avanzare una prevedibilissima ipotesi...
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#6 |
Junior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Messaggi: 28
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La notizia slegata dalle fonti assume spesso un significato diverso. E il Giornale non è sia questo campione di imparzialità.
Ma comunque sono cose su cui fare chiarezza. Da qui il mio up. A proposito fatti un giro anche qui. Anche questa notizia non è male. |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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#8 | |
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#9 |
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![]() se permetti, invece, io inizierei il "teatrino" proprio dalle "fonti"... ovvero il "giornale di partito" della famiglia berlusconi... quello stesso giornale che ha tirato fuori lo "scandalo" Telekom Serbia... ![]() sostenuto nientemeno che da Igor Marini ![]() ![]() ma passiamo allo "scandalo" per cui si dovrebbe chiedere la "testa" di Visco... la "presunta" richiesta di allontanamento di alcuni funzionari della GDF, PERALTRO MAI AVVENUTO... http://www.repubblica.it/2006/07/sez...-bloccati.html e con "conseguenze minacciate" ma che mai sarebbero state messe in atto... quindi ? stiamo parlando del nulla? quando ci sono fatti un "pelino" più gravi di cui discutere ??? http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1473177 http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1477301 ![]()
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“Oggi ci vogliono due qualità: l’onestà e il coraggio. Quindi l’appello che faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti prima di tutto. La politica dev’essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo, se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato” ... Sandro Pertini. |
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
Messaggi: 2689
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Come previsto, la levata di scudi, con conseguente clichè del tentativo di dirottamento, dei pasdaran non si è fatta attendere
![]() Lasciamo perdere, se non siete in grado di commentare il fatto senza scendere nei "eh ma quelli là invece..." vuol dire che con voi ogni prosieguo è inutile. Come sempre.
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#11 | |
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Iscritto dal: Jan 2006
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ma. ![]() In ogni caso bello schifo.
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Mi chiedete perchè non posso prendere sul serio questa Europa? Perchè il grado di sviluppo e maturità dei cocomeri va determinato in modo congruo e l'indice rifrattometrico della polpa, misurato al centro della polpa, nella sezione massima normale dell'asse deve essere uguale o superiore all'8° brix. |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
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Quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere - Twitter ![]() |
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#13 | |
Junior Member
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#14 | ||
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Iscritto dal: Feb 2006
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peraltro a me basta la superiorità culinaria. forse un pochino quella artistica. tornando in tema, sbaglio o Visco è uno di quei condannati che non avrebbe potuto nè essere eletto alla Camera nè ricoprire incarichi di governo?
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"Non sono narcisista, nè egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso". "E chi saresti stato?". "Giove"
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#15 |
Senior Member
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#16 | |
Senior Member
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Certo che la questione Unipol è abbastanza intrecciata...
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#17 | |||
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![]() Questa come me la chiami? Ah già, un link con la smentita di Visco non fa di 10 righe 10 più due link ad argomenti che non c'entrano una benemerita mazza per dire "eh ma quelli là invece..." OT, giusto? Quote per specificare (parte in topic in grassetto) Quote:
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#18 | ||
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#19 | |
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![]() Comuque chiarezza va fatta visto che non sono un sostenitore di Visco, peraltro condannato pure lui per abusivismo edilizio a 10 giorni di arresto e 20 milioni di multa. La smentita su Repubblica è un'informazione in più. Vedremo se la Magistratura aprirà un'indagine per abuso d'ufficio. |
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#20 | ||
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