PC-1: la proposta VIA per i paesi in via di sviluppo

PC-1: la proposta VIA per i paesi in via di sviluppo

Da sempre attenta a sviluppare soluzioni PC a basso consumo, la taiwanese VIA è da tempo attiva in iniziative che mirino all'informatizzazione in aree in forte via di sviluppo. L'India è l'emblema di questo sforzo, e l'area nella quale sono stati annunciati i primi PC PHD

di pubblicato il nel canale Sistemi
 

I 4 elementi base di un PC PHD

VIA propone le soluzioni PHD quale elemento base della massiccia informatizzazione di queste nazioni in via di sviluppo, puntando sull'avere a disposizione non un PC per ogni famiglia o per ogni utilizzatore, ma un PC per ogni contesto nel quale vi siano disponibili potenziali utenti. E' per questo motivo che l'utilizzo di un PC in community access è il modello di utilizzo di riferimento almeno in una fase iniziale, così da dare possibilità di accesso al più ampio numero possibile di persone.

Quali sono gli elementi alla base di un computer PHD?

  • Funzionamento continuo e stabile: è indispensabile che un sistema di questo tipo sia caratterizzato da una piena funzionalità anche in condizioni di funzionamento critiche, dove i tradizionali PC fallirebbero in quanto pensati per contesti ben differenti.
  • Efficienza complessiva: fare in modo che il sistema abbia un ridotto consumo complessivo e sia in grado di bilanciare al meglio la potenza elaborativa, in termini di capacità di utilizzare tutte le applicazioni disponibili.
  • Prestazioni: non si tratta di prestazioni velocistiche elevate in senso assoluto, come siamo abituati a pensare nel contesto PC. L'eiemento di maggiore importanza è la capacità di utilizzare la maggior parte delle applicazioni disponibili sul mercato, cercando di mantenere la piena compabilità con tutto il software in commercio.
  • Non possiamo inoltre dimenticare l'elemento della dimensione dei PC, il form factor. In nazioni in via di sviluppo è importante che una soluzione possa essere facilmente trasportabile, con ridotte dimensioni complessive e la massima integrazione dei componenti.

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VIA basa il PHD su buona parte della propria tecnologia legata alle soluzioni EPIA. Il produttore taiwanese, del resto, da anni sta sviluppando soluzioni che siano caratterizzate dal ridotto consumo complessivo del sistema, tali da poter essere utilizzate con sistemi di raffreddamento anche passivi o di ridotte dimensioni assolute. All'interno di questi sistemi PC-1 troviamo quindi soluzioni EPIA, con differenti abbinamenti in termini di dotazione di memoria, frequenza di clock del processore e sottosistema storage che possono essere liberamete variati a seconda delle esigenze del particolare cliente.

Non sono solo questi gli elementi sui quali VIA può intervenire; le piattaforme PHD Appliance, infatti, possono essere modificate per l'utilizzo quale Wireless Mesh Server Appliance oppure Broadcast Server Appliance, inserendo gli appositi accessori richiesti per tali ambiti di utilizzo. Una piattaforma PHD, quindi, può operare in una rete quale server che fornisce connettività, o opera quale stazione di storage per i thin client sprovvisti di storage locale.

Per queste piattaforme VIA identifica 3 elementi base:

  • power (potenza): il sistema è configurato in modo tale che possa passare automaticamente dall'alimentazione di rete a quella a batterie, nel caso in cui la corrente di rete debba mancare (eventualità molto frequente in nazioni in via di sviluppo). In alcuni test VIA è riuscita a raggiungere le 20 ore di autonomia con alimentazione da batteria automobilistica tradizionale.
  • heat (calore): l'utilizzo di processori a basso consumo non solo ha benefici in termini di consumo complessivo e durata delle batterie, ma anche di possibilità di funzionamento in ambienti dove la temperatura possa essere un problema.
  • dust (polvere): i sistemi sono sprovvisti di ventole di raffreddamento e hanno pochissime parti in movimento, in buona sostanza limitate al solo hard disk. Questo permette di ridurre al minimo il rischio di malfunzionamento dei sistemi anche in presenza di polvere nell'ambiente. Pensando alla polvere presente nei villaggi rurali, ben si capisce come un tradizionale PC pensato per standard occidentali non possa funzionare correttamente e continuativamente in condizioni estreme come queste, ma ordinarie per uno sterminato numero di persone.
    Dust, o polvere, riguarda non solo la polvere "fisica", ma anche quella indicabile come " polvere digitale": con questo termine si indicano i virus che possono infettare il sistema e causarne un malfunzionamento. Una struttura con thin client semplificato permette di meglio proteggere il sistema da attacchi esterni, soprattutto rimuovendo le possibilità di storage locali spostandole in remoto in server accessibili via broadband.

L'utilizzo di tradizionali piattaforme della famiglia EPIA permette di avere accesso a tutte le applicazioni che siano compatibili con l'architettura x86; questa è una scelta fondamentale, in quanto soluzioni PC-1 diventano compatibili con la totalità delle applicazioni disponibili sul mercato per piattaforme Windows o Linux.

 
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