Storica prima immagine di un buco nero: ma è quello di M87!

Finalmente, dopo due anni di lavoro e diversi di studio, è arrivata la prima immagine di un buco nero. Tutti si aspettavano fosse Sagittarius A*, invece si tratta di quello al centro della galassia M87! Che spettacolo.
di Mattia Speroni pubblicata il 10 Aprile 2019, alle 17:01 nel canale Scienza e tecnologiaUn giorno importante per l'astrofisica ma anche per il genere umano! Come già anticipato, nella giornata di oggi si è tenuta una conferenza "a reti unificate" in diverse parti del Mondo per mostrare la prima immagine di un buco nero.
Molte le sorprese e tra queste quella che il buco nero ritratto nell'immagine non è Sagittarius A* (conosciuto anche come Sgr A*) al centro della Via Lattea, quanto piuttosto quello della galassia M87 che si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra (nell'ammasso di galassie della Vergine).
Non si tratta comunque di una sconfitta, anzi, ma di un risultato straordinario dal quale sono arrivate conferme sulle leggi fisiche che già conoscevamo e i cui dati saranno utili anche in futuro.
Prima immagine di un buco nero: ecco come ci si è arrivati
Il lavoro per ottenere la prima immagine di un buco nero è stato lo sforzo di più nazioni e di più agenzie nel progetto Event Horizon Telescope (EHT) che ha utilizzato ben 8 radiotelescopi che hanno lavorato insieme per riuscire a risolvere un oggetto di dimensioni veramente modeste ma decisamente interessante. Lavorando insieme si è potuta realizzare la tecnica chiamata very-long-baseline interferometry (VLBI) che sfrutta i telescopi di diverse parti del Mondo e la rotazione terrestre per creare un unico grande telescopio virtuale.
Dopo due anni di lavori, con il 2018 che non è stato particolarmente fortunato dal punto di vista delle osservazioni per via delle cattive condizioni climatiche, si è arrivati al successo (grazie al lavoro di oltre 200 ricercatori).
Quello che vediamo nell'immagine è quindi il buco nero di Messier 87 (conosciuta anche come M87) con una massa stimata di 6,5 miliardi di volte quella del Sole.
Un buco nero, per via della sua natura, è impossibile da osservare direttamente (né la singolarità né ciò che è oltre l'orizzonte degli eventi). Per via della presenza di un disco di accrescimento creato da gas incandescente che gli ruota attorno è possibile però la creazione di una sorta di ombra (già predetta nella Relatività Generale di Einstein) che permette di conoscere molte informazioni su ciò che non possiamo vedere.
Fino a oggi non era stato mai osservato questo fenomeno ma solamente predetto dalle simulazioni, mentre con l'immagine catturata dai radiotelescopi è stato finalmente possibile dare un "volto" a questo fenomeno fisico. L'orizzonte degli eventi (compreso nell'ombra scura al centro) nel caso del buco nero di M87, è di 2,5 volte inferiore a quello dell'ombra pari a circa 40 miliardi di chilometri.
Grazie alle osservazioni sappiamo che al rotazione è di tipo orario mentre la struttura dell'ombra è sferica: dati importanti perché si conciliano con le simulazioni teoriche fatte fino a ora (oltre che concordi con la Relatività Generale). Per esempio la parte più chiara e "spessa" nell'immagine è quella più vicina alla Terra, mentre quella più lontana appare più sottile.
Heino Falcke della Radboud University (Paesi Bassi) ha spiegato che "quest'ombra, causata dalla flessione gravitazionale e dalla cattura della luce dall'orizzonte degli eventi, rivela molto sulla natura di questi oggetti affascinanti e ci ha permesso di misurare l'enorme massa del buco nero di M87".
Per capire lo sforzo, anche tecnologico, basti pensare che per raccogliere i dati correttamente e "creare" l'immagine del buco nero è stato necessario sincronizzare i telescopi tramite orologi atomici all'idrogeno ma non solo.
I ricercatori hanno raccolto 350 TB di dati per ogni giorno di osservazione (al ritmo di 16 Gb/s) archiviati su hard disk in atmosfera di elio che poi sono stati portati fisicamente, con un peso stimato di mezza tonnellata di carico, nei centri di calcolo in Germania e USA (non è stato possibile spedirli "via rete").
Cosa ci aspetta in futuro? Il progetto non si è fermato e l'obiettivo è tentare di migliorare la risoluzione con l'aggiunta di nuove antenne di altri radiotelescopi. Inoltre si tenterà di catturare i dati di Sagittarius A* che attualmente non sono ancora stati rilasciati in quanto meno "fermo" e quindi più difficile da catturare per immagini di quello di M87.
69 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info(E che sbattimento assurdo per riuscire a realizzare questa foto)
E' comunque una immagine che resterà nella storia
Evento eccezionale, storico! Spero il primo di una lunga serie
bellissimo davvero!
che impegno per una foto veramente storica
ricorda un po' "gargantua" il buco nero dei INTERSTELLAR
[SIZE="1"][COLOR="LemonChiffon"]c'è ancora qualcuno che parla di quel film pacchiano..[/COLOR][/SIZE]
Ovvio che per terrapiattisti vari e per chi ha un interesse nella scienza pari a quello che ho io per il calcio questa immagine sara' una vaccata pazzesca, ma chi ha un quoziente intellettivo nella norma non puo' che provare un'emozione, per quanto piccola, nel vedere questa immagine...
Io mi son domandato chi si è preso la briga di creare un buco di 100 miliardi di chilometri.
Penso che sia più semplice pensare che la materia è sempre esistita e bon.
Tutto sommato, è un po' come ce lo immaginavamo, ma il bello è che siamo passati dalla simulazioni e dalla teoria, a qualcosa di "tangibile" da osservare, sebbene quel "grosso buco", per fortuna, è a distanza di sicurezza
Hanno analizzato una mole enorme di dati ed è stato davvero impegnativo mi auguro che in futuro certe problematiche tecniche possano essere più facilmente superate (basti pensare ai "pacchi" di TB di hdd che hanno viaggiato per il mondo).
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