TSMC e Stati Uniti formalizzano l'accordo sul CHIPS Act per il sito produttivo in Arizona

L'amministrazione Biden-Harris ha annunciato che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha assegnato a TSMC Arizona fino a 6,6 miliardi di dollari in finanziamenti diretti nell'ambito del CHIPS Act. Gli incentivi sosteranno l'investimento di oltre 65 miliardi di dollari in tre fabbriche di semiconduttori a Phoenix, in Arizona.
di Manolo De Agostini pubblicata il 15 Novembre 2024, alle 12:01 nel canale ProcessoriTSMC
L'amministrazione Biden-Harris ha formalizzato l'assegnazione degli incentivi finanziari a Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) nell'ambito del CHIPS Act, la legge volta a rafforzare la competitività americana nella produzione di chip e a ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri. Il CHIPS Act è stato approvato nel 2022 e mette a disposizione fondi per un totale di 52 miliardi di dollari.
L'aggiudicazione avviene dopo la firma del memorandum preliminare annunciata l'8 aprile 2024, e il completamento della due diligence del Dipartimento del Commercio.
TSMC ottiene fino a 6,6 miliardi di dollari di sussidi diretti, a cui si aggiunge la possibilità di accedere a prestiti a tassi agevolati fino a 5 miliardi di dollari. La società, inoltre, prevede di richiedere crediti d'imposta fino al 25% per la spesa in conto capitale nel sito che sta sorgendo in Arizona.
TSMC ha previsto di investire oltre 65 miliardi di dollari in tre fabbriche all'avanguardia a Phoenix, in Arizona. Il Dipartimento erogherà i fondi in base al completamento delle tappe del progetto.
Si prevede che i tre stabilimenti di TSMC creeranno complessivamente circa 6.000 posti di lavoro diretti ad alta tecnologia e ad alto salario, ma non solo: si parla di oltre 20.000 posti di lavoro totali nel settore edile e decine di migliaia di posti di lavoro indiretti.
Il primo stabilimento di TSMC Arizona inizierà a produrre con tecnologia a 4 nm nella prima metà del 2025. Il secondo stabilimento si concentrerà sui processi a 3 e 2 nanometri, il primo con transistor FinFET e il secondo con transistor GAAFET, a partire dal 2028. La terza fabbrica realizzerà chip con processi a 2 nm o più avanzati entro il 2030.
"Due anni fa, poco dopo aver firmato il CHIPS & Science Act, ho visitato l'Arizona per annunciare l'impegno di TSMC a investire in America, creare posti di lavoro americani e rafforzare le catene di fornitura americane. Quel giorno, ho parlato di come gli Stati Uniti abbiano inventato i semiconduttori e siano soliti produrre quasi il 40% dei chip del mondo, ma ora ne producono quasi il 10% e nessuno dei chip più avanzati. Sono entrato in carica determinato a cambiare le cose e da allora abbiamo mantenuto quella promessa, catalizzando quasi 450 miliardi di dollari di investimenti privati nei semiconduttori, creando oltre 125.000 nuovi posti di lavoro nell'edilizia e nella produzione e riportando in patria tecnologie critiche per rafforzare la nostra sicurezza nazionale ed economica", ha affermato il presidente Joe Biden.
L'espansione della produzione di semiconduttori negli Stati Uniti non è solo una questione economica; è anche una questione strategica. In un contesto geopolitico in evoluzione, dove le tensioni tra Stati Uniti e Cina continuano a crescere, rafforzare la capacità produttiva interna è cruciale per garantirsi l'indipendenza tecnologica a fronte di possibili cambi di scenario.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoZero di zero non è vero, produciamo comunque molti microchip anche se non con le tecnologie più avanzate, ma comunque roba necessaria in dispositivi elettronici di consumo, veicoli elettrici, applicazioni industriali etc. Con ad esempio ST e GF fra i principali produttori europei. E ci sono finanziamenti tipo il chips act americano. Il vero problema è che l'europa vuole aumentare la percentuale di chip che produce, ma vuole riuscirci investendo meno di quanto investano gli altri, e questo mi fa immaginare che non riuscirà nel suo intento.
Io parlavo appunto di investimenti per la produzione di chip con tecnologie e processi avanzati, ovvero tutto ciò che in breve futuro sarà sempre più necessario e soppianterà i vecchi processi.
Inoltre sviluppare e produrre chip avanzati significa maggiore redditività e valore aggiunto per una migliore sostenibilità del business e della filiera.
Produrre chip " vecchi " per elettronica di consumo significa solamente essere alla mercé dei produttori cinesi che possono vantare costi ben più bassi.
Non mi pare che, nonostante l'European Chips Act, i maggiori player mondiali in ambito semiconduttori stiano facendo a cazzotti per produrre in Europa.
Inoltre sviluppare e produrre chip avanzati significa maggiore redditività e valore aggiunto per una migliore sostenibilità del business e della filiera.
Produrre chip " vecchi " per elettronica di consumo significa solamente essere alla mercé dei produttori cinesi che possono vantare costi ben più bassi.
Non mi pare che, nonostante l'European Chips Act, i maggiori player mondiali in ambito semiconduttori stiano facendo a cazzotti per produrre in Europa.
Si produce ancora moltissima roba con processi produttivi nell'ordine dei 100nm, difficilmente verranno soppiantati a breve. Anche perchè esistono varie tipologie di transistor, alcune delle quali hanno funzionamenti basati proprio sulle loro dimensioni, transistor a 2nm non ti consentono di gestire potenze nell'ordine delle decine (o centinaia) di volt richieste da certe applicazioni (vedi automotive), oppure transistor in grado di amplificare il segnale in ingresso, oppure i dispositivi MEMS che lavorano con masse in movimento non ha senso farli troppo piccoli. Non esistono solo i transistor per microchip di calcolo (CPU GPU etc), e anche in questi casi ci sono ambiti dove le prestazioni non contano nulla (perchè devono fare solo operazioni banali) e il costo è prioritario, quindi processi vecchi vanno benissimo.
E' verissimo che la cina è un pericolo per questi ambiti, ma sta facendo passi avanti anche sui processi più avanzati e non rimarrano fermi a guardare.
Si stanno portando avanti per stimolare TSMC a spostare parte della produzione in America dato che la difesa di Taiwan sembrerebbe non essere tra le priorità del nuovo presidente.
https://www.digitimes.com.tw/tech/d...JIJEAS&ct=d
la motivazione è sostanzialmente politica
Inoltre potrebbe esserci un azione legale dei lavoratori usa per discriminazione:
https://www.forbes.com/sites/sarahe...discrimination/
Articolo non in abbonamento:
https://www.trendforce.com/news/202...ion-in-arizona/
Dopo miliardi in perdita e il più grande taglio del personale, ti domandi e queste?
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