Intel negli smartphone? Non è un problema, secondo ARM
L'ingresso di Intel nel mercato degli smartphone, annunciato al CES di Las Vegas, non sembra preoccupare l'azienda che è la forza dominante in questo interessante settore
di Paolo Corsini pubblicata il 14 Gennaio 2012, alle 10:01 nel canale ProcessoriIntelARM










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36 Commenti
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Uno nell'SSD, scritto a caratteri cubitali da indilinx,
Uno nel router, ma non è proprio il pc
gli altri???
magari intende anche i processorini del mouse e delle tastiere senza fili
e magari anche quelli dei monitor e dell impianto audio digitale
e magari anche quelli dei monitor e dell impianto audio digitale
O magari intendeva che per ogni pc con cpu x86 venduto vengono venduti almeno 3 aggeggi contenenti un processore ARM (telefono, router o ssd che sia)
Uno nell'SSD, scritto a caratteri cubitali da indilinx,
Uno nel router, ma non è proprio il pc
gli altri???
la scheda di rete ad esempio....e quella webcam che usi su msn? ovviamente ha una cpu arm dentro
e parliamo di quella fighissima scheda audio della creative? chiaramente tutto arm
e quell'ups? molto probabile che abbia un microcontrollore arm dentro
e quel simpatico lettore di sd-card? manco a dirlo, c'è arm
occhio ai controller e-sata, a volte armeggiano pure loro
no no, quelli sono a parte
è che arm, senza saperlo, ce l'abbiamo infilato dappertutto proprio nei pc x86
la logica di controllo dell'hard disk? ovviamente arm pure quella
ci sono pochi componenti per pc che non abbiano un micro arm all'interno e quei pochi usano chipset intel
Capiamoci, ci potranno essere mille problemi per questa piattaforma, ma sicuramente il più grande non è quello dell'uso di un core x86.
Per chi riaccende la solita diatriba RISC vs CISC: i core x86 moderni internamente non sono né l'uno né l'altro, quanto piuttosto architetture post-RISC, nel senso che hanno accorpato tutte le funzioni di tipiche dei primi (pipeline superscalari, cache di dimensioni generose, istruzioni interne di lunghezza fissa, ecc.) ma fornendo una micro-isa interna molto più articolata di quanto possibile in un processore RISC puro.
Gli stessi core ARM, per quanto di indubbia derivazione RISC, non sono definibili come RISC "puri" nel vero senso della parola.
Ciao.
molto inferiori ad un arm a parità di consumi
[QUOTE=shodan;36732243]
i core x86 moderni internamente non sono né l'uno né l'altro, quanto piuttosto architetture post-RISC,
più che post, sono un risc con un'isa cisc sopra + retrocompatibilità a manetta
un vero incubo
è proprio quello il problema, troppa complessità, che genera problemi di consumi, difficoltà di progetto, debug, ecc...
di risc puro ormai c'è rimasto ben poco, ma il punto è che intel ha puntato sulla retrocompatibilità, arm sulla semplicità
ognuna delle due scelte ha pro e contro, quella di intel implica consumi enormi e calore a manetta ( vedi gli ultrabook e chi ha un macbook air sa di cosa parlo )
si vabbè
ok arm contro x86 lo vedremo solo nei server...Come mai l'unico tentativo di costruire un server ARM è un progetto sperimentale e non commercialmente distribuito?
Perchè x86 è meglio..
Per ora è meglio (64bit)
ARM (Cortex A15) consuma meno a parità di prestazioni?
Si certo, mi ci fai un server, io ci installo debian, e vediamo un po' cosa dice il benchmark...
Intel va bene nei cellulari?
Ok, mi ci fai un telefono e vediamo quanto dura la batteria.....
Scusami, hai letto i valori di consumo riportati da Anand? Sono _inferiori_ a quelli di un un dual core A9 @ 1.2 Ghz, mentre le prestazioni dell'Atom sono superiori.
Non mi riferivo a questo, quanto al fatto che anche il core "RISC" interno ormai non è più riferibile come tale, e nelle letteratura sono anni che si accenna a "post-RISC" o termini simili. Il motivo è duplice:
- da un lato, le micro-operazioni che vendono eseguite dal core sono molto più potenti rispetto alle semplici load/store/arithmetic, e quindi anche la micro-ISA interna è più flessibile / compatta rispetto a una RISC pura (alcune microistruzioni fanno un read-modify-write del dato, effettivamente equivalendo a 3 operazioni RISC). Intel e AMD usano terminologia differente e a volte confusionaria, ma entrambe si sono mosse in questa direzione ormai da anni;
- tutte le istruzioni vettoriali (SIMD) aggiunte nel corso del tempo hanno esteso moltissimo l'ISA originaria, e la micro-ISA interna è stata estesa alla stessa maniera. In definitiva, la "vecchia" definizione di x86 = decoder CISC + core RISC non è più accurata come ai tempi del PPro / K6 (anche se rimane una buona approssimazione).
E' un incubo solo per il decoder, tutti gli altri stage possono lavorare al meglio delle proprie capacità. Anzi, forse anche di più, in quanto il codice CISC ha una compattezza irragiungibile per quello RISC, portando a un migliore utilizzo della cache istruzioni.
L'ISA esterna, dal punto di vista dei consumi, è quasi irrilevante, o per lo meno pesa molto di meno di quello che si voglia far credere. Consiglio questo thread molto interessante: http://www.realworldtech.com/forums...FTOKEN=49190965
Certo, poi ci sono casi e casi: Larrabee, con i suoi 48 core, avrebbe pagato uno scotto abbastanza salato per 48 decoder, ma era un caso particolare. Inoltre Intel si è già mossa con decisione per eliminare l'overhead dato dai decoder, rimuovendo la loro funzione dal critical path della maggior parte delle istruzioni: si guardo il Loop Detector nei processori di classe Nehalem e, soprattutto, la Trace Cache dei Sandy Bridge (capace, a detta di Intel, di eliminare la necessità del decoder nell'80% dei casi).
ognuna delle due scelte ha pro e contro, quella di intel implica consumi enormi e calore a manetta ( vedi gli ultrabook e chi ha un macbook air sa di cosa parlo )
Le vecchie istruzioni arcaiche sono microcodate, e non vanno ad appesantire né i decoder veri e propri, né il core di esecuzione stesso. La maggior produzione di calore dei chip Intel è dovuta alle alte prestazioni messe in gioco, il cui aumento non è sempre lineare (per capirci: raddoppiare le prestazioni di un processore potrebbe richiedere un aumento >2X della produzione di calore). E' anche per questo che le nuove regole di design di Intel prevedono l'implementazione di una nuova feature solo se il rapporto prestazioni/calore è di 2:1 in favore delle prestazioni.
Infine, un ultimo test in cui un dual core A9 viene confrontato con altri processori x86 in ambiente Linux: http://www.phoronix.com/scan.php?pa...rd_es&num=4
Come potete vedere, l'A9 viene nettamente superato dal più lento degli Atom in praticamente tutti i test. Certo, l'Atom in questione consuma di più, ma il Medfield oggetto della news di hardware upgrade mantiene più o meno le stesse alte prestazioni, consumando però _meno_ di un SoC ARM.
Un'ultima nota: tutto questo non significa che la piattaforma Intel avrà successo. Ci sono mille altri motivi, molto più seri (di cui solo alcuni tecnici), per i quali potrebbe non essere adottata. Semplicemente, quello che voglio dire è che l'ISA x86 non è un fattore così penalizzante come si voglia far credere, per lo meno dal punto di vista dei consumi.
Ciao.
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