Intel, guai in Cina: accusata di violazione di brevetto sui transistor FinFET

Intel, guai in Cina: accusata di violazione di brevetto sui transistor FinFET

Intel non riesce a uscire da un procedimento legale che in Cina la vede sul banco degli imputati per violazione di brevetto sulla tecnologia dei transistor FinFET dal 2018. Per l'azienda un nuovo no dalla corte di Pechino alla richiesta di invalidare il brevetto, ma si ricorrerà in appello.

di pubblicata il , alle 13:01 nel canale Processori
IntelCoreXeon
 

Dal 2018 Intel è invischiata in Cina in una causa legale per infrazione di brevetto che riguarda la tecnologia dei transistor FinFET. Questo tipo di transistor, introdotto dall'azienda statunitense nel 2011 con le CPU a 22 nanometri Ivy Bridge, è il tassello fondamentale dei microprocessori realizzati da allora fino a oggi - all'epoca Intel parlava di "tri-gate transistor".

Nell'attesa che nei prossimi anni Intel introduca un transistor più avanzato con una nuova struttura (come si vociferava a giugno), il colosso statunitense deve far fronte alle rimostranze di un laboratorio di ricerca e sviluppo cinese, secondo il quale la tecnologia di Intel violerebbe un suo brevetto sui FinFET. Intel ha contestato la validità del brevetto cinese, ma stando ai media locali (via TH) ha perso l'ennesima battaglia presso il China Patent Reexamination Board. Il rischio è che, prima o poi, la scure di un "ban" si abbatta sulla vendita dei suoi processori nel Paese.

A portare in tribunale Intel presso l'Alta Corte di Pechino nel 2018 è stato l'Institute of Microelectronics of the Chinese Academy of Sciences (IMECAS), con una richiesta ben precisa: 200 milioni di yuan di risarcimento danni (31 milioni di dollari, bazzecole per Intel) più i costi processuali. Alla parte economica si sommava però anche la richiesta di vietare la vendita della famiglia dei chip "Core" di Intel almeno fino a quando le due parti non avrebbero raggiunto un accordo di licenza. Intesa che ovviamente il colosso dei microchip non vuole raggiungere, sia perché ritiene di aver inventato le proprie tecnologie sia perché potrebbe costarle caro.

Interrogato da Tom's Hardware sul procedimento, un portavoce di Intel ha spiegato che "la decisione è soggetta ad appello e Intel attende con impazienza l'equilibrata considerazione da parte dei tribunali sulle contestazioni di invalidità di Intel al suddetto brevetto".

IMECAS ha depositato altre due cause per infrazione di brevetti e al momento Intel non è in grado di stimare la potenziale portata dei danni. L'azienda statunitense ha provato a far spostare la disputa presso l'Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti (USPTO), ma quest'ultimo non ha voluto occuparsi della faccenda lasciando la controversia nelle mani delle autorità cinesi, cosa non certo positiva per Intel - specie a fronte delle forti tensioni geopolitiche e commerciali tra USA e Cina.

La causa si concentra sul brevetto 457 (CN 102956457), anche noto come "brevetto FinFET". Intel è riuscita a far invalidare alcune rivendicazioni basate sul brevetto, ma una parte sostanziosa delle rimostranze di IMECAS è ancora "sul tavolo" e quindi il procedimento continua. IMECAS ha depositato anche altre due cause per violazione di brevetto relative alla vendita e alla produzione dei processori Intel Core i3, tirando in ballo la tecnologia MOSFET e chiedendo ingiunzioni, rimborsi per le spese processuali, oltre a un danno di importo non specificato.

In attesa di vedere l'esito di questa battaglia legale, probabilmente non alle porte, se volete restare al passo con ciò che offre il mercato delle CPU vi invitiamo a consultare la guida sui migliori processori, dove trovate le migliori proposte suddivise per casi d'uso.

12 Commenti
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kamon20 Settembre 2021, 13:52 #1
Ogni volta che sento di cause su violazioni dei diritti di qualsivoglia cosa in Cina, mi viene da ridere... Una risata alla joker però, piena di carica omicida.
sminatore20 Settembre 2021, 14:30 #2
Secondo questo ragionamento non dovremmo lamentarci se all estero finiamo vittima di qualche mafia locale
canislupus20 Settembre 2021, 14:34 #3
Beh diciamo che la Cina non è famosa per il rispetto dei brevetti... fa un po' strano quindi vedere che si lamentano di un problema che spesso sono i primi a creare...
kamon20 Settembre 2021, 15:30 #4
Originariamente inviato da: sminatore
Secondo questo ragionamento non dovremmo lamentarci se all estero finiamo vittima di qualche mafia locale


Non è un po presto per gli alcolici?
sminatore20 Settembre 2021, 16:36 #5
Originariamente inviato da: kamon
Non è un po presto per gli alcolici?


Se non capisci quello rallentato sei te :-)
Sandro kensan20 Settembre 2021, 17:05 #6
Dovrà pagare se vuole esportare i propri processori in Cina.
supertigrotto20 Settembre 2021, 17:35 #7
Il sistema dei brevetti mondiali andrebbe modificato e fatto rispettare da tutti i paesi,Cina compresa,idem protezione dei marchi e falsi annessi.
Detto ciò,ho letto "interrogato da Tom's hardware" ed immagino la testata americana, perché quella italiana è diventata talmente penosa che non la guardo più da tempo,per fortuna Manolo De Agostini è passato ad Hwupgrade.
supertigrotto20 Settembre 2021, 17:37 #8
PS: anche gli americani non rispettano gli altri,entrate in un supermercato statunitense e vi renderete conto quanti falsi made in Italy ci sono.
kamon20 Settembre 2021, 17:51 #9
Originariamente inviato da: sminatore
Se non capisci quello rallentato sei te :-)


Non sei rallentato, sei proprio brillo.
nickname8820 Settembre 2021, 19:27 #10
Se il brevetto violato fosse cinese allora possono anche fargliela passare liscia.
Il solo fatto che sia la Cina a parlare di violazione brevetti fa ridere, dovrebbe essere sanzionata solo per aver avanzato l'accusa.

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