Fab 52 e Fab 62, parte la costruzione dei nuovi impianti produttivi di Intel in Arizona

Fab 52 e Fab 62, parte la costruzione dei nuovi impianti produttivi di Intel in Arizona

Sono stati avviati i lavori di costruzione di due nuovi impianti produttivi di Intel in Arizona. Entrambi gli stabilimenti, soprannominati Fab 52 e Fab 62, dovrebbero essere completi e operativi nel 2024. Costo dell'operazione? 20 miiardi di dollari.

di pubblicata il , alle 08:35 nel canale Processori
Intel
 

Mentre in Italia bramiamo un investimento da parte Intel, l'azienda inizia a mettere in atto quanto promesso lo scorso marzo, ossia ha avviato la costruzione di due nuove fabbriche per la produzione di chip all'avanguardia presso il campus di Ocotillo a Chandler, in Arizona. Con questo piano di espansione da 20 miliardi di dollari, Intel porta a oltre 50 miliardi di dollari l'investimento in Arizona dall'apertura del sito produttivo 40 anni fa.

Durante la cerimonia inaugurale (qui il video) alla presenza di alti funzionari governativi e rappresentanti della comunità, il CEO di Intel Pat Gelsinger ha celebrato l'inizio della costruzione del più grande investimento privato nella storia dello stato e ha ribadito l'impegno dell'azienda a investire nella leadership dei semiconduttori negli Stati Uniti.

I due impianti prenderanno il nome di Fab 52 e Fab 62, portando a sei il totale delle fabbriche produttive nel campus Ocotillo di Intel. Secondo l'azienda, l'investimento creerà oltre 3000 posti di lavoro ad alta specializzazione e salario, ma non solo: serviranno 3000 persone per la costruzione degli impianti e si creeranno fino a 15.000 posti di lavoro legati all'indotto nella comunità locale.

Quando saranno pienamente operativi nel 2024, i nuovi stabilimenti produrranno chip con le tecnologie più avanzate di casa Intel, tra cui il processo Intel 20A con le innovazioni RibbonFET e PowerVia.

L'investimento serve a Intel per concretizzare la sua strategia IDM 2.0, che la vedrà produrre chip anche per altre società. Pat Gelsinger, CEO dell'azienda dal 15 febbraio di quest'anno, vuole che Intel si ponga come un'alternativa per tutte quelle realtà che non vogliono dipendere troppo dalla filiera asiatica. L'Occidente si è accorto tra COVID-19 e le crescenti tensioni USA-Cina che spostare la produzione totalmente in Asia può rappresentare un problema, specie in questo momento di grande domanda e conseguente shortage.

"La capacità domestica di realizzare di chip avanzati è fondamentale per il bene sia dell'economia che della sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti hanno perso terreno nella produzione di semiconduttori e rischiano di restare sempre più indietro. Con la sua nuova strategia IDM 2.0, Intel sta facendo la sua parte per aiutare a ricostruire la leadership degli Stati Uniti e portare più equilibrio nella filiera globale", sottolinea l'azienda esortando un'azione governativa a supporto del settore. "Esortiamo entrambe le camere a inviare un disegno di legge bipartisan al presidente Biden volto a rafforzare la competitività americana e ad investire nella produzione avanzata di semiconduttori e nella ricerca e sviluppo", si legge in una nota.

Le Fab 52 e 62 su unisco ad altri siti negli Stati Uniti situati a Hudson (Massachusetts), Rio Rancho (New Messico), Hillsboro (Oregon), mentre al di fuori degli USA Intel opera a Leixlip (Irlanda), Gerusalemme (Israele), Kiryal Gat (Israele) e Dalian (Cina). Infine, vi sono anche siti di assemblaggio e di test a Shanghai (Cina), Chengdu (Cina), San Jose (Costa Rica), Kulim (Malesia), Penang (Malesia) e Ho Chi Minh (Vietnam).

0 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info

Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".

La discussione è consultabile anche qui, sul forum.
 
^