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#1 |
www.hwupgrade.it
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 75173
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Link alla notizia: http://www.hwupgrade.it/news/lnx/14586.html
Novell ha dichiarato di essere particolarmente interessata al mercato cinese in cui vuole conquistare una considerevole fetta di market share in ambito Linux Click sul link per visualizzare la notizia. |
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#2 |
Member
Iscritto dal: Oct 2004
Messaggi: 255
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Niente di inaspettato, il mondo asiatico è il mercato del futuro (molto prossimo)
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: provincia di Siracusa
Messaggi: 7277
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Quote:
E noi invece lo saremo sempre meno. ![]() ![]()
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i5 3570K@4700Mhz@Corsair H100i Gigabyte Z77X UD3H Corsair Vengeance 1600Mhz 16Gb HD 7950 Windforce 3@1200/1600Mhz SSD Samsung 840 Pro 128Gb + SSD Verbatim 128Gb + 9,5 Tb storage su h.d. Corsair TX850W Scythe Kaze Q8 CM HAF 922 Benq GW2750HM CM Storm Trigger Logitech MX518 TRATTATIVE SUL MERCATINO ![]() |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2005
Città: Castiglione Olona
Messaggi: 22637
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Essendo un mercato relativamente nuovo, le possibiltà di espansione sono maggiori anche per aziende che non detengono il "quasi" monopolio nel resto del mondo.
Quindo Novell si è "buttata a pesce" su questa realtà, e IMHO ha fatto bene. |
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Messaggi: 783
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chissà se anche la cina è tanto preoccupata per le importazioni? l'europa vende un sacco in cina, limitare le loro importazioni da noi (come vuole tanto la lega) vuol dire sfavorire le imprese che esportano in cina e toglierci dal mercato che nei prossimi anni sarà il piu ricco.
Se si spingesse un po' seriamente sull open source, magari nascerebbe qualche impresa italiana e questo sarebbe un bene per l'economia, specie per il fatto che nel futuro dei mercati c'è linux. |
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: San Vendemiano (TV) - Non lo conosci? Chiedi a Del Piero
Messaggi: 3178
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Quote:
Ehm, forse ti è sfuggito che quello che viene importato dalla Cina costa (all'importatore o all'azienda europea che ha la fabbrica laggiù) 10-100 volte meno che se fosse realizzato sul territorio dell'Unione. E questo "probabilmente" perchè un operaio lì costa 10 cent all'ora invece che 10 euro o più (e lavora 12-16 ore al giorno senza ferie e riposi, e senza sciperi...)... senza contare che qui ci si deve adeguare a leggi, leggine regolamenti e quant'altro (vedi la 626 per citarne una, che in Cina manco sanno cos'è...). Secondo te, come convinci un'azienda a mantenere l'unità produttiva in Europa a queste condizioni? E non sperare nelle spese di spedizione... Far viaggiare un container via nave costa sui 2000 euro; una vera sciocchezza! Gli USA hanno imposto i dazi per l'acciaio importato da oltre confine... guarda caso il settore della produzione acciaifera interno si è rilanciato immediatamente. L'Europa (e non l'Italia da sola...) deve fare altrettanto, altrimenti prima o poi tutte le grosse realtà produttive si sposteranno in quelle zone, con tutte le ovvie ripercussioni sull'indotto e quindi sull'occupazione. E' inevitabile quanto lapalissiano... Non mi pare auspicabile voler essere presenti sul mercato asiatico pagando il prezzo di un crollo dell'occupazione qui da noi. Meglio cercare di "equilibrare" la situazione, anche forzando la mano attraverso dazi e balzelli vari sull'importazione di beni prodotti laggiù (anche perchè poi vengono venduti allo stesso prezzo che se fossero prodotti qui!). Ciauz |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1825
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#8 |
Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Busto Arsizio
Messaggi: 144
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Fanno bene lanciarsi nel mercato cinese: magari, in questa modo e con quei numeri un giorno riusciranno a riequilibrare il mercato.
Per quanto riguarda imp/exp cinese: guardate che la loro moneta (legatissima al dollaro) è svalutata del 60%. Anche questo è uno dei motivi del basso costo della loro produzione... |
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Città: provincia di Siracusa
Messaggi: 7277
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: San Vendemiano (TV) - Non lo conosci? Chiedi a Del Piero
Messaggi: 3178
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Cos'è, vivi fuori dalla reatà? Per fortuna la mia azienda non ha subito la recessione, ma i clienti eccome... Attuare politiche protettive in questo momento è necessario, altrimenti sì che le cose non faranno altro che peggiorare! A meno che tu non sia dell'idea di ridurre diciamo del 99% il salario dei dipendenti, di innalzare l'orario di lavoro da 40 a 80-100 ore settimanali, di ridurre le ferie a 1-2 giorni l'anno, di eliminare le contribuzioni previdenziali e antinfortunistiche, di evitare l'adeguamento dei posti di lavoro alle minime regole sulla sicurezza, ecc. ecc. ecc. Ultima alternativa, chiuduamo tutte le sedi produttive europee e ci spostiamo tutti in Cina a lavorare. Mah, difficile scegliere, eh? Ciauz |
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#11 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Città: Milano - Udine
Messaggi: 9418
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2) la Microsoft con la sua politica di imposizione dei prezzi e la sua ingombrante presenza sul mercato appare agli occhi dei cinesi come una sorta di nuovo impero colonialista, anche se commerciale. Di conseguenza sn +ttosto malvisti agli occhi dei cinesi, intesi come consumatori, i quali è bene ricordare hanno un fortissimo spirito nazionalista. |
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#12 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1825
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Peccato che la lungimiranza sia un dono raro.. |
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#13 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: San Vendemiano (TV) - Non lo conosci? Chiedi a Del Piero
Messaggi: 3178
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Quote:
E' più egoistico comunicare a centinaia di dipendenti "ciao belli io vado in Cina a produrre e voi arrangiatevi" o cercare soluzioni a difesa dell'occupazione, soprattutto nazionale, ma non solo, anche se "di stampo medievale" (sic!)? Come fai a dire che ci torrebbe competitività? Già adesso non siamo più competitivi; produrre in Europa costa troppo, c'è poco da dire, è sotto gli occhi di tutti. La tecnologia e l'innovazione non servono a nulla se son fini a sè stesse. Per generare ricchezza vanno affiancate alla produzione, ma se questa è in Cina, qui al massimo con quelle riempi le tasche di quei pochi che lavorano in poche aziende che di questo si occupano, non certo degli operai rimasti "a piedi". Quote:
Ah ecco. I dazi sono misure "medievali", mentre sfruttare la manovalanza a basso costo adesso diventa il non plus ultra della civiltà e dello sviluppo economico equo. Come fa l'economia a risollevarsi se diventiamo (come dici tu) una nazione (o un continente) di "cervelloni"? Vivaddio c'è chi è portato per lavori "di testa" e chi "di mano"! Se fossimo tutti "colletti o camici bianchi", che peso avrebbe la preparazione? Nessuno, perchè l'eccesso di offerta fa calare il prezzo, e questo vorrebbe dire che avresti sfilze di "sapientoni" sottopagati perchè "tanto ce n'è finchè voglio..." . E poi cosa fai? Li spedisci tutti di là a insegnare ai "poveri cinesi ignoranti" come si lavora sul serio? Credi sia questa la strada? Forse non lo sai, ma più di un'azienda che ha seguito questa strada si è presa una bella inc..ata. Hanno portato di là linee, ingegneri e dirigenti e poi, quando i cinesini hanno acquisito il know-how (perchè son tutt'altro che stupidi, anzi, imparano alla grande...), si son ritrovati sbattuti fuori senza tanti complimenti, col solo risultato di aver creato un competitor inarrivabile in qunto padrone delle stesse tecnologie e con costi ridicoli. Vieni tu a spiegare agli operai (ex, anzi) che so, della DeLonghi, le tue teorie sulla manovalanza cinese; vediamo cosa ne pensano. Prova a spiegarle ai dipendenti della Geox, anch'essa in odore di trasferimento... Vuoi venire a vedere lo stabilimento principale dellla Lotto (sì, proprio quella dell'abbigliamento sportivo)? Sai cosa c'è dentro? Una linea automatizzata per la cellophanatura dei prodotti e per l'inscatolamento; operai alla linea? 2 o 3 al massimo Basta; la produzione è in Romania (per ora...). E di esempi ce n'è a iosa... Se il discorso dazi non piace si potrebbe seguire un'altra strada: imporre che le merci importate in Europa siano prodotte "secondo criteri europei", in materia di sicurezza, previdenza, antinfortunistica, salario, ferie, orario di lavoro, ecc. ecc. L'adeguamento innalzerebbe sicuramente i costi alla fonte e così magari ci guadagnano tutti: noi ci teniamo le nostre industrie e i nostri posti di lavoro e i cinesi lavorerebbero in condizioni "umane". Comunque qualcosa bisogna fare. Giocare solo sulla qualità (spesso più presunta che reale) non è sufficiente. Siamo sicuri che tutti sono disposti a spendere il doppio (minimo) per una qualsiasi cosa solo perchè "di qualità europea"? Mah, ho i miei seri dubbi; i soldi son soldi, per tutti. Ciauz Ultima modifica di grendinger : 12-05-2005 alle 13:12. |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1825
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Do' solo degli spunti perchè sta diventando una discussione sterile.
- Non ho detto di esportare cervelli nè tecnologia, solo lavoro che richiede bassa preparazione - E' vero che se abbiamo troppi colletti e camici bianchi essi verrebbero pagati meno, ma almeno avrebbero più lavoro che se fossero operai. - Non ho detto che è una transizione da fare all'istante. Nessun operaio da mandare a casa! Semplicemente i figli degli operai di adesso sarebbero sempre meno operai. Una lenta transizione verso la specializzazione di alto livello insomma. - Non so bene se possa essere uno sviluppo equo come mi fai notare. MI verrebbe però da pensare che forse un operaio cinese pagato da un'azienda italiana starebbe meglio che se fosse dipendente di un azienda cinese. |
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#15 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: San Vendemiano (TV) - Non lo conosci? Chiedi a Del Piero
Messaggi: 3178
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Do' solo degli spunti perchè sta diventando una discussione sterile.
>E' uno scambio di opinioni; se restiamo in un tono civile, secondo me può solo portare un contributo. - Non ho detto di esportare cervelli nè tecnologia, solo lavoro che richiede bassa preparazione >Il punto è che la cosa è iniziata così, ma poi, visto che anche la "fase hi-tech" costa molto meno in Cina, le aziende hanno deciso di spostare di là anche quella parte. E continuano a farlo. Sento spesso di gente che ha due alternative: o si trasferisce in Cina o cambia lavoro. Parliamo di 40enni ingegneri (o dirigenti) con moglie e figli... Se non vanno, che alternative hanno? - E' vero che se abbiamo troppi colletti e camici bianchi essi verrebbero pagati meno, ma almeno avrebbero più lavoro che se fossero operai. >Non si può avere solo la specializzazione, la ricerca, lo sviluppo, perchè senza la produzione "bassa", nel momento in cui dall'altra parte acquisiscono know-how, si rimane a piedi, perchè le competenze non sono più necessarie. - Non ho detto che è una transizione da fare all'istante. Nessun operaio da mandare a casa! Semplicemente i figli degli operai di adesso sarebbero sempre meno operai. Una lenta transizione verso la specializzazione di alto livello insomma. >Come sopra. Certo è augurabile che una parte della forza lavoro sia sempre più specializzata, ma non può esserlo tutta, nè subito, nè con il tempo. - Non so bene se possa essere uno sviluppo equo come mi fai notare. MI verrebbe però da pensare che forse un operaio cinese pagato da un'azienda italiana starebbe meglio che se fosse dipendente di un azienda cinese. >Il problema è che qualunque sia la nazionalità dell'azienda, questa si adegua ai canoni della realtà in cui si trova. Questo vuol dire che gli operai saranno trattati allo stesso modo, dovunque lavorino. Magari otterranno più "rispetto", ma non certo stipendi più alti, più garanzie o orari più decenti. E non vedo quale imprenditore farebbe questo di sua iniziativa... Ah, non che l'idea di balzellare di quà e di là mi sconfiferi poi tantissimo, ma nella contingenza della situazione può essere un tampone, un freno alla discesa dell'economia. Temporaneo, s'intende... Sono necessari interventi strutturali e progetti a lungo termine, questo è pacifico, ma purtroppo non possiamo permetterci di aspettarne gli effetti (sì e no sono in attuazione...) . CIAUZ |
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