L'amministrazione Trump investe in Intel: 8,9 miliardi di dollari per il 10% della società
Il governo USA investe 8,9 miliardi di dollari in Intel, con l'obiettivo di spingere l'acceleratore sulla produzione di semiconduttori made in USA: una mossa dall'importante valenza politica
di Paolo Corsini pubblicata il 23 Agosto 2025, alle 08:03 nel canale ProcessoriIntel
Intel e il governo USA annunciano una importante partecipazione della seconda nel capitale della prima: circa 8,9 miliardi di dollari saranno investiti dal governo USA in Intel nell'acquisto di azioni ordinarie, cosa che lo porterà a detenere circa il 10% del capitale sociale dell'azienda americana.
L'operazione prevede l'acquisto di 433,3 milioni di azioni ordinarie Intel al prezzo di mercato di 20,47 dollari: si tratta di un valore per azione inferiore alle quotazioni di questa settimana, ma allineato a quello dell'ultimo periodo.
La partecipazione del governo USA nell'azionariato Intel sarà di tipo completamente passivo: non ci sarà un rappresentante nel consiglio di amministrazione di Intel e il governo si impegna a votare in accordo con il CDA Intel quelle decisione che richiedono approvazione da parte degli azionisti, con una serie di eccezioni limitate che non sono state però meglio specificate.
Il governo USA, inoltre, si garantisce la possibilità di acquistare un ulteriore 5% delle azioni Intel ad un prezzo predefinito di 20 dollari ad azione, opzione esercitabile solo nell'ipotesi che Intel possa non detenere almeno il 51% del proprio business legato alla produzione di semiconduttori.
L'investimento del governo USA prevede l'utilizzo di una somma di 5,7 miliardi di dollari dello U.S. CHIPS and Science Act, cifra che era stata in passato pianificata per Intel ma non ancora erogata. Una cifra di 3,2 miliardi di dollari è invece associata al programma governativo Secure Enclave del governo americano.
Al momento attuale Intel ha già ricevuto una cifra di 2,2 miliardi di dollari dal governo USA attraverso il programma CHIPS: in totale quindi l'investimento dell'amministrazione americana in Intel ammonta a 11,1 miliardi di dollari.
Lip-Bu Tan, CEO di Intel, ha affermato che "in qualità di unica azienda di semiconduttori che svolge attività di ricerca e sviluppo e produzione di soluzioni logiche all'avanguardia negli Stati Uniti, Intel è profondamente impegnata a garantire che le tecnologie più avanzate al mondo siano realizzate in America. L'attenzione del Presidente Trump sulla produzione di chip negli Stati Uniti sta determinando investimenti storici in un settore vitale, fondamentale per l'economia e la sicurezza nazionale del Paese. Siamo grati per la fiducia che il Presidente e l'Amministrazione hanno riposto in Intel e non vediamo l'ora di lavorare per promuovere la leadership tecnologica e manifatturiera degli Stati Uniti".
L'investimento del governo USA in Intel ha quale motivazione alla base la volontà dell'amminstrazione Trump di rafforzare e consolidare la capacità produttiva made in USA in settori chiave dello sviluppo economico. Il forte legame creato con Intel dovrebbe permettere a quest'ultima di meglio operare nel contesto attuale, portando a compimento il proprio piano di investimento e sviluppo di sedi produttive sul territorio americano.
I piani attuali di Intel prevedono investimenti di oltre 100 miliardi di dollari nei prossimi anni, pensati per espandere la capacità produttiva dell'azienda nelle proprie sedi in USA.
Analizzando in dettaglio l'annuncio congiunto emergono alcune considerazioni pratiche: il governo USA aveva già stanziato gli 8,9 miliardi di dollari con i quali verranno acquistate le azioni Intel. Al posto di fornire quell'importo attraverso i programmi associati, quelli U.S. CHIPS and Science Act e Secure Enclave, il governo investirà questa somma nell'acquisto di azioni della società: su più ampia scala nulla di diverso da quello che potrebbe fare qualsiasi investitore tradizionale decidendo di acquistare azioni di una società.
Al posto di un investimento a fondo perso, il governo USA guadagna una presenza azionaria che ha una importante valenza politica. Intel, invece, perde importanti somme che l'amministrazione le avrebbe erogato a fondo perso attraverso i propri programmi e si ritrova un azionista con poca ricaduta operativa nella gestione ordinaria, ma dal peso tut'altro che trascurabile.
Il Presidente Trump ha già anticipato sui social che questo è solo il primo di una serie di accordi simili che verranno stretti con altre aziende, con il fine di riportare capacità tecnologica e produttiva direttamente sul suolo americano. Un cambio di passo importante dell'amministrazione e in quella che è sempre stata la via americana alle attività d'impresa, per le quali la partecipazione governativa è sempre stata esclusa fatta eccezione per casi specifici e straordinari come quelli del mondo bancario nel periodo 2008-2009 a seguito della crisi economica dei mutui subprime e al rischio di collasso dell'intero sistema bancario.










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35 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnche perché se si trattasse di un acquisto sul mercato ad Intel non arriverebbe un quattrino.
*quelli che shortano intel e speravano di vederla sotti i 15$ nel breve periodo. se veramente si vuole rischiare la vita asd si apre la posizione short prima della chiusura e si aspetta la mattina successiva il colpo di culo.. quando si è sicuri sono soldi che piovono gratis, questo lo faccio anche io, per divertimento, però è come giocare ai cavalli..
Se al tempo di fiat,il governo italiano avesse preteso azioni in cambio di aiuti,gli Elkann non avrebbero affossato i marchi italiani,almeno così credo e nemmeno portato all' estero molte produzioni.
Se al tempo di fiat,il governo italiano avesse preteso azioni in cambio di aiuti,gli Elkann non avrebbero affossato i marchi italiani,almeno così credo e nemmeno portato all' estero molte produzioni.
Si può discutere sul metodo ma la salvaguardia delle aziende strategiche e che producono nel territorio dovrebbe essere un dovere per ogni nazione che si rispetti, e ovviamente l'Italia viene subito a mancare.
Lo avessero fatto in Cina avremmo un fila di post contro il comunismo brutto e cattivo, ma essendo USA è chiaro che è bontà allo stato puro.
Come il GNL ed il petrolio, prodotti per opera pia e portato in UE come opera caritatis per 750mld futuri ad esclusiva convenienza degli europei. A riprova l'acquisto ci è stato imposto a minaccia di nuovi dazi, così anche volendo non potremo perdere questo affare.
Bisogna dividere o stato dall'economia esattamente come avviene tra stato e chiesa.
che poi lo sanno tutti che finché non finisce la siesta nessuno scavalca
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