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#1 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Roma
Messaggi: 1654
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P2P, partite le richieste di risarcimento dei famosi 4000 utenti.
Se non lo sapete non molto tempo fà una società discografica tedesca a richiesto e ottenuto ben 3636 nominativi
di utenti italiani colpevoli di aver condiviso o scaricato attraverso il software p2p emule dei brani della società discografica medesima, qui l'articolo : http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1925032 ora in data ordierna sono cominciate a fioccare le raccomandate dallo studio legale della società discografica, tale Mahlknecht & Rottensteiner ha inviato raccomandate chiedendo di riumuovere gli incriminati file e di pagare 330 euro entro 14 giorni altrimenti procederà per vie penali ( cosi come previsto dalla legge italiana ), l'articolo di oggi qui : http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1979488&r=PI Ora, al di la della palese violazione della privacy, quello che mi chiedo io e che a me sembra una specie di estorsione pseudo legalizzata, con quale criterio una società privata, usando un software privato può ( tramite ISP ) risalire all'IP dell'ipotetico computer incriminato, senza neanche sapere se il file in questione risiedeva o riesiede ancora sul pc medesimo? ![]() ![]()
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Puffo Programmatore su Puffolandia Groups Il Software è come il Sesso, è meglio quando è Libero ![]() |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 1831
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Non farti tante domande:in questa storia NIENTE è normale.Estorsione,violazione della privacy,il garante che casualmente se ne sta zitto,il rischio concreto di processi penali.Il tutto per qualche mp3 di cantanti improbabili,scaricati con tutta probabilità da ragazzini.
Schifo e ancora schifo
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Membro fondatore dell'Hardware Upgrade Aerospace Group Viva lo StronZio |
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2003
Città: Torino
Messaggi: 6840
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quoto |
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#4 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 2164
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ma se qualcuno partisse con una controdenuncia per violazione privacy? e anche per estorsione, in fondo di questo si tratta. una società non ha alcuna voce in capitolo per richiedere risarcimenti così a casaccio
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IN ANUBIS WE TRUST
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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artistoni!!!
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Napoli
Messaggi: 2407
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Quote:
![]() il resto della storia mi lascia assolutamente perplesso...il bello è che un magistrato ha dato il via libera ad una società estera di effettuare una ricerca violando privacy e interpellando i provider...mah.. ![]()
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fufol2 |
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#7 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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Significa che qualcuno dall'estero, puo' richiedere dati sensibili a una societa' italiana, su cittadini italiani, fottendosene delle leggi italiane? della magistratura italiana...
strano perche quando ci stava da approvare a livello europeo: il mandato di cattura europeo, allora si che qualcuno fece valere le leggi italiane...e il propio culo...italiano..
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח - ![]() |
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Roma
Messaggi: 1654
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Quote:
Roma - C'è preoccupazione in rete per il recepimento italiano approvato con un singolare iter d'urgenza dal Parlamento a Camere sciolte, un provvedimento che secondo gli esperti che lo stanno esaminando mette in mezzo i provider riducendo ulteriormente gli spazi di libertà degli utenti italiani. Pone al centro la protezione della proprietà intellettuale, questa l'accusa che viene formulata in queste ore, senza curarsi di come funziona la rete e, dunque, schiacciando ancora una volta sotto normative di parte le promesse di sviluppo offerte da Internet. Tutto questo nasce dal recepimento della direttiva Frattini sulla proprietà intellettuale (2004/48), che nella versione italiana subisce però particolarissime modifiche che offrono ai detentori dei diritti di proprietà intellettuale la possibilità di muoversi con ancora maggiore dinamismo sugli abusi che ritengono vengano commessi in rete. Il decreto legislativo con cui viene recepita la direttiva non definisce con esattezza una serie di concetti fondamentali, dall'equiparazione della proprietà industriale con la proprietà intellettuale alla definizione di "intermediario" per chi presta servizi a chi viola la proprietà intellettuale: una vaghezza che, come sempre nella storia normativa italiana, si traduce in una conseguente incertezza del diritto. Le conseguenze sono potenzialmente enormi. Ad allertare sulla criticità della normativa era stato nei giorni scorsi il solo senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, con una denuncia che viene ora rilanciata da ALCEI, l'associazione italiana che si batte per le libertà digitali. Secondo ALCEI il recepimento italiano è stato manipolato affinché le norme, pur non esplicitamente rivolte alla rete, siano applicabili a provider ed utenti. I primi, infatti, saranno costretti a "immolare" i propri abbonati, per dirla con le parole di ALCEI, per non subire pesanti richieste di risarcimento. La manipolazione, secondo ALCEI, risulterebbe evidente tanto nella traduzione in italiano del testo originale della direttiva, quanto per l'omissione nel recepimento di una serie di disposizioni che riguardano doveri e responsabilità dei titolari dei diritti. "Un esempio di uso strumentale degli errori di traduzione - spiega ALCEI in una nota diffusa nelle scorse ore - è la trasposizione dell'art. 6 della direttiva, che fissa le condizioni alle quali il giudice può concedere un provvedimento di urgenza in caso di violazioni. L'articolo in questione è intitolato nel testo portoghese prova, nel testo spagnolo pruebas, nel testo francesce preuves, nel testo tedesco beweise, e nel testo italiano elementi di prova. Ma il legislatore italiano ha preferito affidarsi al solo testo inglese che usa la parola evidence (che quando è definita circumstantial può essere intesa come indizio) per inserire nel testo del decreto legislativo il significato sbagliato. Così facendo è possibile ottenere provvedimenti di urgenza senza dover fornire troppe spiegazioni. C'è infatti una differenza sostanziale tra indizi e prove. Ma la parte indubbiamente più preoccupante del recepimento per il futuro della rete italiana è quella che prende di mira gli intermediari, così considerati tutti coloro che, come accennato, prestano servizi a chi viola la proprietà intellettuale. Non solo quindi, ad esempio, un corriere espresso che trasporta merce contraffatta spedita da un proprio cliente ma anche, spiega ALCEI, un provider attraverso la cui rete vengano commessi degli illeciti. Un provvedimento che mette gli ISP in una situazione del tutto scomoda: per evitare pesanti sanzioni dovranno agire. Il problema è capire come, una questione su cui già nelle prossime ore le associazioni degli ISP italiani intendono intervenire. A Punto Informatico più di un operatore ha espresso vivissima preoccupazione per il futuro stesso della propria attività. "Sarebbe stato necessario - sottolinea l'associazione ? come peraltro si accenna nella direttiva, specificare che la norma si applica solo a chi volontariamente e consapevolmente mette a disposizione servizi internet per fini illeciti". Che il tutto sia un parto frettoloso e forse voluto dai "soliti noti", come li definisce ALCEI, sembra dimostrato dal fatto che si tenti di utilizzare le normative sul diritto d'autore per regolamentare Internet. Soprattutto, lo si fa quando proprio la direttiva Frattini dichiara espressamente che non sono comprese nella direttiva né le questioni sul software né quelle sul diritto d'autore nella Società dell'informazione. Siamo dunque, spiegano coloro che stanno esaminando ora il provvedimento, dinanzi ad un nuovo "recepimento all'italiana", tanto più che la direttiva rimanda per le questioni relative alle nuove tecnologie ad un'altra direttiva, già recepita in Italia (decreto legislativo 68/03). Non solo, un altro decreto legislativo, il 70/2003, che recepisce un'ulteriore direttiva, già si occupa delle responsabilità dei provider. Di interesse anche il fatto che nel testo italiano sia letteralmente scomparsa la parte della direttiva che consentiva a chi subiva ingiustamente un'azione dei titolari dei diritti di rivalersi e di chiedere i danni. "E' inevitabile il sospetto - conclude ALCEI - che tutte queste manipolazioni siano intese a favorire con poco comprensibile fretta ristretti e specifici interessi privati a danno continuo e sistematico di tutti i cittadini e delle imprese che tengono in piedi l'internet italiana. Si predica tanto su innovazione e sulla società dell'informazione, ma poi sono queste ? ancora una volta - le assurde costrizioni che vengono imposte". http://punto-informatico.it/p.aspx?i=57936
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#10 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Nella bassa: BO - FE
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che schifo
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Concluso con: Boso - Fallen Angel - tcianca - sycret_area - carver - serbring - emax81 - Cluk Si chiude una porta.. si apre un portone |
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#11 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2000
Città: Prov. Bari
Messaggi: 1771
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Le lobbies agiscono a livello europeo facendo approvare quel che gli pare da deputati ignoranti in materia, che si fidano di quel che viene detto loro e basta.
Vi consiglio di seguire questa discussione, in cui intervengono molti sfortunati raggiunti dalla ridicola raccomandata. http://www.p2pforum.it/forum/showthread.php?t=185269
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Слава Україні! |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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ma senza usare questi metodi, chiunque utilizzi il p2p per scaricare file illegalmente non può essere punito, perchè a meno che i carabinieri non vengano a casa tua come scoprono che scarichi?
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...continuate a morire finchè non viene giorno... ...forse solo uno che si erge con la spada infranta dalla più profonda disperazione... |
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#13 |
Member
Iscritto dal: Jul 2003
Messaggi: 145
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Puoi sempre affidarti a servizi di anonimizzazione (ad es. www.relakks.com)
Ormai siamo alla giungla e credo sia ora di tutelarsi perché tanto nella giungla lamentarsi è inutile.
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L'amore non ha mai detto di essere eterno. (Osho) |
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#14 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Roma
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Io pero' chiedo sempre di tornare alla domanda di fondo: "avete pagato per quegli mp3 scaricati"?
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#15 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Roma
Messaggi: 1654
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Quote:
che si appoggia su un software proprietario che per quanto mi riguarda potrebbe anche restituire dati falsi, se sono cosi sicuri di aver ragione potevano procedere direttamente per vie LEGALI, invece la cosa a me suona tanto da estorsione, ti mandiamo una lettera di diffida perchè secondo noi ti abbiamo preso con il sorcio in bocca, se paghi entro 14 giorni non ti denunciamo, non so mica quanto sia legale una cosa del genere ![]()
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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infatti anche tu hai ragione...ma io volevo parlare del paradosso...insomma, la legge vieta di scaricare file protetti da copyright (giusto?), ma la lagge sulla privacy impedisce di rintracciare chi scarica...(rigiusto?)
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Roma
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 2164
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Quote:
e nel caso, uno butta via l'hd e sfido chiunque a provare chissà cosa.. con un log? i log si scrivono col notepad
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#19 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Roma
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![]() coperto da copyright, piuttosto io discuto sul metodo applicato ![]()
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#20 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Roma
Messaggi: 1609
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Quote:
E quoto CoreDump. Loro intanto mandando la raccomandata e quelli meno "scafati" pagano per stare tranquilli. Poi, in caso, la societa' discografica vedra' se denunciare i restanti utenti che non hanno cacciato una lira. Cosa di cui, sinceramente, dubito.
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