Memorie DDR3 e processori Intel Sandy Bridge

Le CPU Intel della famiglia Sandy Bridge permettono di utilizzare agevolmente memorie DDR3 con frequenze di clock ben superiori a 1.600 MHz, mantenendo i restanti parametri del sistema con funzionamento di default.Ne abbiamo analizzato il comportamento al variare dei parametri di funzionamento della memoria, ricercando il miglior compromesso tra frequenza, timings e costo
di Paolo Corsini pubblicato il 14 Gennaio 2011 nel canale MemorieIntel
Benchmark applicativi al variare della frequenza di clock
Passiamo ora ad analizzare quanto effettivamente possa incidere, con processori Sandy Bridge, la frequenza di clock della memoria sulle prestazioni velocistiche con varie tipologie di applicazioni.
Cinebench e Povray evidenziano differenze tra le diverse tipologie di memoria di fatto pressoché trascurabili; sono queste applicazioni molto più dipendenti dalla frequenza di clock e dall'architettura della CPU, oltre ovviamente dal numero di core che questa mette a disposizione.
AutoMVK non permette di evidenziare differenze significative tra le varie configusrazioni di memoria; discorso differente per il benchmark x264 HD, con il quale nel first pass i frames al secondo aumentano in misura interessante al crescere della frequenza di clock della memoria benché di fatto da DDR3-1600 vi sia un completo livellamento. Discorso differente per il second pass, con frames che variano ma in modo ancor più contenuto.
L'aumento della frequenza di clock della memoria porta benefici con alcuni dei titoli 3D inseriti in questo confronto; anche in questo caso evidenziamo come il miglior connubio sia con memorie DDR3-1600, oltre le quali la frequenza di clock addizionale non permette di evidenziare un netto margine di vantaggio prestazionale.
I test di compressione dati mostra buona scalabilità delle prestazioni all'aumentare della frequenza di clock della memoria DDR3, a conferma di come questa tipologia di applicazioni sia molto dipendente dalla bandwidth della memoria di sistema. 7-Zip permette inoltre di evidenziare come nella decompressione dei dati il ruolo della frequenza di clock della memoria sia marginale, con risultati che variano tra le differenti tipologie di moduli più per la variabilità intrinseca del test che per un reale vantaggio di una configurazione sull'altra.