TikTok reagisce: pronta a trascinare l'amministrazione Trump in tribunale

TikTok e l'amministrazione Trump sono ormai ai ferri corti: la piattaforma di micro-vlogging è prossima a contestare in tribunale l'ordine esecutivo del Presidente USA
di Andrea Bai pubblicata il 24 Agosto 2020, alle 14:41 nel canale WebTikTok
La piattaforma di micro-vlogging TikTok ha intenzione di intraprendere un'azione legale contro l'amministrazione Trump per il potenziale ban che potrebbe trovarsi a fronteggiare nel caso in cui non ottemperi all'ordine esecutivo firmato dal Presidente USA nelle passate settimane.
TikTok è infatti sorro pressione per decidere se cedere le proprie operazioni sul territorio statunitense ad un'altra realtà Americana (i contendenti paiono essere Microsoft e, più recentemente, Oracle) oppure sarà di fatto impossibilitata a continuare ad operare negli USA poiché nell'ordine esecutivo firmato da Trump c'è il divieto per qualsiasi azienda con sede negli USA di condurre transazioni con TikTok dopo la metà di settembre.
Nel corso del fine settimana TikTok ha dichiarato di aver cercato per un anno un confronto con l'amministrazione USA, sottolineando però la mancanza di un giusto processo e che l'amministrazione non presta "alcuna attenzione ai fatti". Un portavoce di TikTok ha affermato che la società sta considerando la possibilità di percorrere le vie legali per assicurarsi che essa e gli utenti siano trattati in maniera equa: "Per garantire che lo Stato di diritto non venga ignorato e che la nostra azienda e gli utenti siano trattati in modo equo, non abbiamo altra scelta se non quella di contestare l'ordine esecutivo mediante il sistema giudiziario".
TikTok non è l'unica realtà a recarsi in tribunale contro gli ordini esecutivi di Trump: un gruppo di utenti di WeChat, altra app che potrebbe essere oggetto di restrizioni, ha intentato una causa in un tribunale federale di San Francisco. Il gruppo di utenti, WeChat Users Alliance, afferma che l'ordine esecutivo di Trump sarebbe in violazione di molti dei loro diritti costituzionali.
L'amministrazione Trump ha accusato TikTok di raccogliere ampie quantità di informazioni degli utenti e inviarle in Cina. Bytedance, proprietaria di TikTok, ha ripetutamente negato queste accuse. Gli USA attualmente rappresentano il principale mercato dell'app con oltre 80 milioni di utenti: primato guadagnato qualche mese fa quando l'India, dove gli utenti di TikTok erano circa 200 milioni, è stato bandito.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA parti invertite, fosse stata la Cina a ordinarne la vendita e TikTok fosse americana, altro che tribunali, avrebbero fatto la fine dei protestanti di Honk Kong.
A parti invertite, fosse stata la Cina a ordinarne la vendita e TikTok fosse americana, altro che tribunali, avrebbero fatto la fine dei protestanti di Honk Kong.
Non è una vendita, è un esproprio.
Ti risulta che i cinesi abbiano fatto lo stesso con aziende americane? Ad Apple, Facebook, Twitter e Google hanno detto "O collaborate col governo oppure state fuori". Apple ha collaborato ed è rimasta, le altre hanno rifiutato e se ne sono andate.
In nessun momento hanno mai detto "O vendete tutto a noi, oppure ve ne andate", come stanno facendo gli americani.
Detto in termini più semplici:
- La Cina rispetta la proprietà privata altrui
- Gli Stati Uniti NON rispettano la proprietà privata altrui
Bloccano anche alcuni film e serie tv.
Alla fine il dover "vendere" la filiale USA, al posto di chiuderla in poche ore non è una soluzione tanto cattiva.. se paragonato ad altri casi.
Ricorda molto il caso del social russo VK.
Ti risultano espropri cinesi a danno di aziende americane?
Veramente c'è poco da ridere. Il trend, in occidente, è la distruzione della proprietà privata. Soprattutto negli USA è visibile.
BLM che minaccia i bianchi e pretende che gli consegnino le loro case e i conti in banca.
I globalisti che fanno takeover di multinazionali, fatte prima fallire apposta, per comprarle a due soldi. Il risultato finale è che il mondo industriale sta finendo tutto nelle mani di 4-5 famiglie.
Del vecchio capitalismo liberale, non c'è rimasto quasi più niente.
E deve attivare un campanello d'allarme, il fatto che un Paese comunista rispetti la proprietà privata più di quanto facciano le "democrazie liberali".
Ormai la dittatura plutocratica è nuda, nemmeno cerca di nascondersi sotto il manto di una pseudo-democrazia.
BLM che minaccia i bianchi e pretende che gli consegnino le loro case e i conti in banca.
I globalisti che fanno takeover di multinazionali, fatte prima fallire apposta, per comprarle a due soldi. Il risultato finale è che il mondo industriale sta finendo tutto nelle mani di 4-5 famiglie.
Del vecchio capitalismo liberale, non c'è rimasto quasi più niente.
E deve attivare un campanello d'allarme, il fatto che un Paese comunista rispetti la proprietà privata più di quanto facciano le "democrazie liberali".
Ormai la dittatura plutocratica è nuda, nemmeno cerca di nascondersi sotto il manto di una pseudo-democrazia.
Tutto quello che scrivi è vero, ma se non scendi ad accordi con il CCP in Cina non puoi fare assolutamente nulla.
Dipende da cosa fai. Nascono tante startup a Shenzhen, ogni giorno e nessuna ha accordi col governo.
Ovvio che non diventi Huawei, senza avere amici nel governo. Ma vale lo stesso ovunque. Se guardi il documentario Shadowgate ( per il quale la giornalista ed autrice è stata pure arrestata!! meno male che siamo in democrazia ), è un troiaio di aziende private, create da personaggi che passano tra pubblico e privato ( per esempio l'ex direttore della CIA Brennan ). E queste aziende private hanno accesso ai network di NSA e compagnia, ma coi dati ci fanno quello che gli pare e addirittura li hostano in Paesi terzi.
Una commistione orribile.
Ma abbiamo pure il caso nostrano, ovvero Telecom, che si scoprì essere legata ai servizi militari ( quando scoppiò lo scandalo del Tiger team ).
Alla fine, non esiste da nessuna parte, che si possa creare la propria mega-azienda, senza avere amicizie in alto loco. O senza che quella gente ti venga a cercare, per chiederti favori.
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