Parler, il 'covo' dei sostenitori di Trump, fuori dall'App Store e senza hosting Amazon

Parler, piattaforma social su cui moltissimi sostenitori di Trump sono migrati dopo le restrizioni di Twitter e Facebook, è all'angolo: dopo Google anche Apple ha rimosso l'app dal suo store. Amazon ha sospeso l'hosting del servizio.
di Manolo De Agostini pubblicata il 10 Gennaio 2021, alle 12:01 nel canale WebAnche Apple ha rimosso l'app di Parler dall'App Store, seguendo la decisione di Google delle scorse ore. Parler è un social media molto usato dai sostenitori di Donald Trump dopo le misure restrittive di Twitter e Facebook, finita più volte al centro delle polemiche per la propagazione di fake news. Nelle scorse ore sull'app hanno trovato terreno fertile commenti da parte degli utenti che incitavano alla violenza, prima e dopo l'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti.
"Abbiamo sempre sostenuto diversi punti di vista su App Store, ma sulla nostra piattaforma non c'è posto per minacce di violenza e attività illegali. Parler non ha adottato misure adeguate per affrontare la proliferazione di queste minacce alla sicurezza delle persone. Abbiamo sospeso Parler dall'App Store fino a quando non risolveranno questi problemi", ha dichiarato Apple, la cui azione segue un ultimatum.
Parler ha proposto alcuni interventi ad Apple, ma ciò non è bastato a evitarle la sospensione. "I processi che Parler ha messo in atto per moderare o prevenire la diffusione di contenuti pericolosi e illegali si sono rivelati insufficienti" e Parler ritornerà nell'App Store solo quando avrà "dimostrato la sua capacità di moderare e filtrare efficacemente contenuti pericolosi e dannosi".
Il CEO di Parler, John Matze, ha attaccato il mondo delle big tech. "Apple, Google e il resto del gruppo anticoncorrenziale dei grandi tiranni tecnologici coordinano le loro mosse e lavorano insieme per soffocare la concorrenza sul mercato", ha dichiarato Matze aggiungendo che il social è cresciuto "troppo e troppo velocemente".
Purtroppo per Parler, le brutte notizie non arrivano mai da sole. Amazon ha sospeso l'hosting al servizio e questo, secondo sempre il CEO Matze, farà andare il sito offline per al massimo una settimana, tempo utile per spostarsi su un altro servizio. Amazon Web Services (AWS) ha comunicato a Parler che i post violenti sulla piattaforma erano in contrasto con i suoi termini di servizio.
"Poiché Parler non può rispettare i nostri termini di servizio e rappresenta un rischio molto reale per la sicurezza pubblica, abbiamo in programma di sospendere l'account di Parler a partire da domenica 10 gennaio alle 23:59 PST". Nei giorni scorsi un gruppo di dipendenti aveva chiesto ad Amazon di interrompere il suo rapporto con Parler "fino a quando non avrà rimosso i post che incitano alla violenza".
451 Commenti
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un discorso molto lungo...
in realtà i big (google, facebook, twitter) sono stati messi sotto accusa già dopo la vittoria di trump. e ne sono venuti fuori anche degli scandali tipo cambridge analityca ...con sonore multe. a me sembra che i big sono un pò obbligati a prendere delle iniziative in tal senso e poi ovviamente si espongono a concorrenza di concorrenti che vedono la situazione come una ghiotta occasione per ritagliarsi un pò di spazio...
Siamo sempre più vicini a quell'ufficio del Ministero della Verità in cui si correggevano le informazioni per legittimare un'unica narrazione e si cancellavano tutti i vecchi riferimenti, così che a lungo andare anche la gente questionasse i suoi ricordi e non avesse alcuna scelta che accettare quella finta realtà.
Non so come funzioni Pulse ma non credo che far passare i messaggi inviati attraverso un IA di filtro fosse così complicato.
Non so come funzioni Pulse ma non credo che far passare i messaggi inviati attraverso un IA di filtro fosse così complicato.
Il problema non è la difficoltà, ma la volontà. Parler è volutamente senza moderazione.
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