Xiaomi: nel primo trimestre 2019 il fatturato cresce del 27%
Xiaomi ha rilasciato ufficialmente i risultati fiscali per il Q1 2019 (primo trimestre) riportando numeri decisamente interessanti. Parte del successo va al mercato degli smartphone, ma anche l'IoT ha dato il suo contributo.
di Mattia Speroni pubblicata il 21 Maggio 2019, alle 13:21 nel canale TelefoniaXiaomiRedmi
A inizio Maggio erano state rilasciate le prime cifre ufficiali per le spedizioni degli smartphone Xiaomi. La società cinese ha rilasciato in queste ore i risultati fiscali per il primo trimestre 2019 con diversi dettagli e informazioni. Riassumendo quanto scritto dal CEO della società asiatica, il produttore non si può lamentare dell'andamento dei propri risultati sia per quanto riguarda gli smartphone ma soprattutto per tutto l'ecosistema Mi.
Partendo proprio dagli smartphone Xiaomi, stando a quanto riportato, sono stati vendute 27,9 milioni di unità facendo del produttore cinese la quarta forza del mercato (dietro a Samsung, Huawei e Apple). A fare da traino a questi risultati ci hanno pensato la serie Mi 9 e Redmi Note 7 con la prima che ha superato le 1,5 milioni di unità spedite e il secondo le 4 milioni di unità.
Il fatturato di Xiaomi, anche grazie all'espansione ufficiale in mercati al di fuori della Cina, ha toccato quota i 5,7 miliardi di euro con una crescita anno-su-anno del 27,2% (e superando le stime degli analisti). L'utile netto è stato invece pari a oltre 272 milioni di euro.
Ma il successo non è tutto merito degli smartphone. Come spiegato da Xiaomi è l'associazione "smartphone + IoT" ad aver portato a questi risultati più che positivi (nonostante il mercato degli smartphone non sia più quello di un tempo).
In particolare l'IoT e dispositivi per la casa hanno portato nelle casse di Xiaomi 1,5 miliardi di euro con una crescita del 56,5% anno su anno. Le smart TV in particolare hanno riscontrato un ottimo gradimento in Cina (così come i notebook). L'ecosistema IoT del produttore, senza quindi considerare smartphone e notebook, ha toccato i 170 milioni di dispositivi connessi (+70% anno-su-anno).
25 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoXiaomi non produce infrastrutture di rete, e non ha importanti brevetti sul 5G.
In realtá, qualunque Nazione mediamente importante dovrebbe avere il controllo delle sue infrastrutture strategiche, soprattutto quelle di telecomunicazioni.
Affidare il controllo ad un'azienda cinese STRETTAMENTE legata al Partito Comunista (e, quindi, al Governo), tutt'altro che trasparente, non mi sembra esattamente la mossa giusta. Ma ho smesso di aver fiducia nell'intelligenza di chi prende determinate decisioni giá da un po'.
Affidare il controllo ad un'azienda cinese STRETTAMENTE legata al Partito Comunista (e, quindi, al Governo), tutt'altro che trasparente, non mi sembra esattamente la mossa giusta. Ma ho smesso di aver fiducia nell'intelligenza di chi prende determinate decisioni giá da un po'.
bel discorso ma le prove? ...
ops... non ci sono!
se fosse un caso in tribunale avrebbe vita molto breve, huawei ci ha provato a ""fare ricorso"" andando contro il dipartimento di Stato se non erro, ci ho sperato molto, ma la giustizia USA è stata così imparziale
da essersi assicurata che non arrivasse ad alcun tribunale. bello questo concetto di democrazia (imparato dai cinesi immagino, almeno loro non mettono il naso negli affari di mezzo mondo)
Trump lo segheranno prima.
Con tutte le minchiate che ha fatto non lo rieleggeranno mai.
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