Trump ci ripensa: le aziende USA possono commerciare con Huawei

Al G20 in Giappone Trump avrebbe affermato delle intenzioni contrarie alla Entity List che impedisce alle aziende USA di fare accordi commerciali con Huawei
di Nino Grasso pubblicata il 01 Luglio 2019, alle 11:31 nel canale TelefoniaHuawei
Lo scorso mese Huawei è starta aggiunta alla controversa "Entity List", una lista del Department of Commerce USA che impedisce alle aziende americane di fare affari con le aziende presenti. In questo modo Huawei non può vendere o acquistare prodotti o servizi dalle compagnie americane, e viceversa, a meno che non abbiano ricevuto l'approvazione governativa. Huawei ha progressivamente perso il supporto di Google, fatto che potrebbe avere un impatto di decine di miliardi di dollari nel fatturato della multinazionale cinese.
Sono passate diverse settimane, ma sembra che - come prevedibile - si intraveda una luce alla fine del tunnel. Durante il Summit G20 tenuto in Giappone sembra che il Presidente USA Donald Trump e il Premier cinese Xi Jinping abbiano trovato un accordo attraverso il quale riavviare i contatti commerciali fra le due superpotenze. In aggiunta, anche se non c'è niente di ufficiale e Huawei è ancora presente nella Entity List, Trump ha esplicitamente dichiarato che alle aziende americane verrà concesso di vendere i propri prodotti a Huawei.
È una svolta epocale, anche se già attesa soprattutto da chi pensava che la manovra di Trump fosse principalmente un bluff per ottenere accordi commerciali più vantaggiosi a favore degli USA. Sebbene alcune compagnie avessero promesso di continuare a supportare i prodotti Huawei, la fiducia degli utenti intorno al marchio cinese aveva iniziato a vacillare anche per il reparto hardware. Sembra tuttavia che, con le nuove affermazioni di Trump, le preoccupazioni si possano iniziare a sedare, almeno in parte.
Non solo Trump ha ammesso che le compagnie americane "non sono state proprio felici che non avrebbero più potuto vendere a Huawei", ma ha anche affermato che le aziende USA avevano commercializzato con la multinazionale cinese "un enorme quantitativo" di prodotti e servizi, che "continueranno a essere venduti" in futuro. Sarà interessante vedere come Huawei reagirà alle recenti affermazioni del Presidente USA, anche perché di fatto in contrasto con l'attuale Entity List che presenta ancora il nome della multinazionale.
È chiaro che la nuova atmosfera di apertura potrà far respirare un sospiro di sollievo agli utenti dei prodotti Huawei, visto che la situazione sembra sciogliersi progressivamente settimana dopo settimana. Il primo passo verso la rimozione del trade ban a Huawei sembra essere stato compiuto, per una questione che è sembrata fin dal principio solo un bluff.
28 Commenti
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Tanto rumore per nulla !
Tanto rumore per nulla !
condito magari con "opportuni" affari sulle azioni in borsa, che prima si fanno crollare e poi risalire con semplici "dichiarazioni"...
qualche nazione non sta a guardare e risponde.. altre nazioni come quelle europee invece si fanno solo fregare e tacciono..
tutto qua.. ma non èun bluff.. si chiama finanza..
Huawei non costruirà mai le reti di telecomunicazione strategiche americane. Non si può può far costruire le infrastrutture di comunicazione ad una azienda fondata dal partito comunista cinese e che serve a fare gli interessi strategici del governo cinese. Tutti i paesi NATO e alleati orientali si comporteranno allo stesso modo, solo così la sicurezza delle informazioni sarà maggiormente al sicuro dall'incombente minaccia cinese.
Bè quel gioco è stato inventato nello stesso momento in cui è stata inventata la "borsa".
Ma quale incombente minaccia cinese, alla Cina, come agli USA interessa far crescere le proprie industrie e migliorare la propria economia. Qui ognuno fa i propri interessi senza guardare in faccia a nessuno e spesso gli "amici" sono quelli che ci fregano di più, basti pensare ai dazi USA alla UE che, tra l'altro, colpirebbero soprattutto noi.
Se gli USA trarranno vantaggi da questa vicenda, ben per loro, ma per noi USA o Cina sono uguali.
a me sembra che la guerra conto il mondo la stiano facendo da decenni le multinazionali.
Non è certo la cina che ha "costretto" i produttori occidentali a delocalizzare da loro: siamo "noi" (o meglio le nostre multinazionali assetate di profitti a scapito di tutto) che abbiamo trasferito le nostre produzioni a casa loro, e ora paghiamo il conto...
Se gli USA trarranno vantaggi da questa vicenda, ben per loro, ma per noi USA o Cina sono uguali.
Se se, io non ho mai visto delocalizzare aziende italiane negli USA.
La cina ha distrutto l'economia dell'Europa e noi non abbiamo fatto nulla per impedirlo.
La cina ha distrutto l'economia dell'Europa e noi non abbiamo fatto nulla per impedirlo.
Tipica mentalita' capitalistica: pagare la forza lavoro il meno possibile. Ieri conveniva delocalizzare in Cina, oggi in Bangladesh....
Poi se c'e' disoccupazione o il reddito della fascia medio bassa e' ai minimi storici, chissenefrega....
Ma d'altronde... se l'operaio italiano devi pagarlo 1200 euro al mese e il cinese 200....
invece noi le infrastrutture le abbiamo date a USA, Francia e compagnia bella che oltre a spiarci, bombardano la libia, ci creano problemi con l'immigrazione, abbattono i nostri DC9, uccidono Mattei perchè l'ENI alza la testa...
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