Linux e il software a 32 bit su sistemi a 64 bit: la proposta di Fedora

Fedora propone di dismettere completamente il supporto alle CPU a 32 bit senza istruzioni i686, di fatto rendendo i pacchetti a 32 bit ideali per l'impiego in sistemi a 64 bit in modalità di compatibilità
di Riccardo Robecchi pubblicata il 29 Giugno 2018, alle 08:41 nel canale Sistemi OperativiLinux
La gestione del software a 32 bit su sistemi a 64 bit è stata oggetto di discussioni e problemi sin dagli albori dei processori x86_64: non esiste un unico modo di affrontare l'esecuzione del software a 32 bit su un sistema a 64 bit e infatti sistemi operativi diversi l'hanno affrontata in modi diversi. La proposta di Fedora spariglia un po' le carte in tavola.
La distribuzione Linux infatti vorrebbe transitare a un modello in cui i pacchetti RPM compilati per l'architettura i686 facciano riferimento esplicitamente al software a 32 bit che vada a essere seeguito su sistemi x86_64, anziché sulle CPU i686 vere e proprie.
La differenza principale sta nel fatto che le "vere" CPU i686 non hanno il supporto alle istruzioni SSE2, ad esclusione di alcuni modelli di Pentium 4. Questo significa che è possibile ottimizzare la compilazione di tali pacchetti per CPU con istruzioni SSE2 nel modello di Fedora.
La distribuzione sta già progressivamente abbandonando il supporto alle CPU a 32 bit da diversi anni, scatenando non poche discussioni. Con Fedora 29 verrebbe completamente abbandonato il supporto alle CPU a 32 bit senza il supporto alle istruzioni SSE2.
Questo modello segue, in realtà, la naturale evoluzione tecnologica: da ormai circa 15 anni il mondo dele CPU si è spostato verso i 64 bit e sono sempre meno i processori a 32 bit in commercio e in uso attivo per i quali è necessario l'aggiornamento costante del sistema operativo. La proposta quindi andrebbe a penalizzare gli utenti di tali sistemi, ma avvantaggerebbe gli utenti dei sistemi a 64 bit che utilizzino le librerie multiarchitettura (necessarie, per citare un esempio noto, per eseguire Steam sui sistemi Linux).
Altre distribuzioni potrebbero seguire quest'esempio, nell'attesa che tutto il software sia completamente a 64 bit e non siano più necessarie librerie a 32 bit. macOS, ad esempio, si sta già muovendo in questa direzione e dal prossimo anno non sarà più possibile eseguire applicazioni a 32 bit.
Un bel grattacapo per alcuni utenti e sistemisti, ma forse un passo necessario per lasciarsi indietro un'eredità del passato tecnologico.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIn Cosmos benché il kernel sia - al momento - solo 32 bit abbiano deciso di non supportare più CPU che non abbiano supporto ad SSE2, il codice per la FPU x87 l'ho cancellato personalmente con somma gioa
vero che rh non è un attore secondario, ma non vuol dire che decida per tutti
in realtà cmq una svecchiata ci può pure stare, femro restando che ci sono, e ci saranno, altre distro più 'permissive', non ho dubbi su questo
ps: come ce ne sono altre meno permissive, ad es la arch (di cui sono utilizzatore) che ha cassato i 32 bit completamente, da diversi mesi
cosa che, ripeto, ci può pure stare (ma dipenderà dai casi)
e ad ogni modo da vedere se la distro farà da apripista, è possibile ma non scontato
es tornando alla arch di cui sopra, l'abbandono dei 32 bit è stato giustificato da motivi simili, troppo tempo richiesto a manutenere entrambe le famiglie
Redhat mette solamente forza lavoro, non forza in alcun modo le scelte tecnologiche.
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