Voyager 2: il Deep Space Network ha inviato dei comandi alla sonda spaziale

Voyager 2: il Deep Space Network ha inviato dei comandi alla sonda spaziale

La sonda spaziale Voyager 2 sta vivendo giorni piuttosto complicati dopo che un invio errato ha modificato l'orientamento dell'antenna che consente di connettersi con il Deep Space Network sulla Terra. Ora è stato inviato un nuovo comando.

di pubblicata il , alle 18:46 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

Un paio di giorni fa avevamo scritto della vicenda che riguarda la sonda spaziale Voyager 2 che, a causa di un invio errato di dati, avrebbe potenzialmente perso il corretto orientamento dell'antenna che punta verso la Terra e sarebbe stata quindi incapace di comunicare con il centro di controllo. Fortunatamente la situazione sembrerebbe meno grave del previsto (per quanto non raccomandabile considerando le distanze e l'anzianità del progetto).

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A pochi giorni dall'annuncio dell'invio dei dati errati era emersa la possibilità che l'antenna DSS43 (Deep Space Station 43) del centro di controllo e comunicazione del Deep Space Network in Australia avesse intercettato un segnale portante da parte della sonda confermando che sarebbe in buona salute e starebbe continuando la sua missione come previsto. La conferma è stata poi data da altri account ufficiali della NASA confermando così l'avvenuto contatto.

Il Deep Space Network ha inviato dei dati alla sonda Voyager 2

Da una situazione che sembrava almeno parzialmente "grave" (per quanto mitigata dal fatto che la sonda a ottobre avrebbe comunque eseguito automaticamente un riallineamento dell'antenna), ora invece sembrerebbe esserci un po' più di ottimismo senza dover necessariamente aspettare fino a ottobre per tornare ad avere un segnale ottimale.

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La notizia è stata diffusa proprio dal centro di Canberra del Deep Space Network che ha riportato come, circa un giorno fa, abbia inviato una serie di comandi alla sonda spaziale Voyager 2. Nel messaggio rilasciato pubblicamente si legge che "la Deep Space Station 43 stava trasmettendo a Voyager 2 questa mattina, come parte del processo per ristabilire il contatto con la sonda spaziale. A 20 miliardi di km dalla Terra, il tempo di andata e ritorno del segnale radio impiegherà quasi 37 ore per raggiungere Voyager 2 e tornare a casa".

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Come precisato successivamente, la sonda invia continuamente dati verso la Terra in quanto non ha la capacità di poterli salvare in una memoria interna per poi inviarli quando più opportuno. Il JPL ha confermato che se questo invio di dati non sortirà l'effetto sperato (quindi di far puntare nuovamente e correttamente l'antenna della sonda verso Terra) bisognerà attendere fino a ottobre 2023 per la procedura automatica che consentirà di ripristinare la situazione come in passato. Non è la prima volta che Voyager 2 ha dei problemi. Per esempio successe anche a gennaio 2020 (risolto poi a marzo dello stesso anno) mentre a novembre 2020 ci fu il primo contatto con l'antenna di Canberra aggiornata.

4 Commenti
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Rubberick04 Agosto 2023, 08:24 #1
Premesso che ovviamente si cercherà di fare il possibile per tenerle attive il più possibile ma la nasa non ha in cantiere una nuova missione di esplorazione per lo spazio profondo? magari con un lancio con velocità maggiori e strumenti più nuovi e aggiornati, per i prossimi decenni, almeno se la mandiamo ora...

in realtà converrebbe inviarne a cadenza regolare...
inited04 Agosto 2023, 09:59 #2
Originariamente inviato da: Rubberick
Premesso che ovviamente si cercherà di fare il possibile per tenerle attive il più possibile ma la nasa non ha in cantiere una nuova missione di esplorazione per lo spazio profondo? magari con un lancio con velocità maggiori e strumenti più nuovi e aggiornati, per i prossimi decenni, almeno se la mandiamo ora...

in realtà converrebbe inviarne a cadenza regolare...
Figurarsi, volevano ibernare New Horizons per contenere i costi, e non è escluso che lo facciano, ancora. Quando hai delle sonde funzionanti in quegli ambienti DEVI tenerle in funzione, bisogna calcolare almeno 10 anni per il viaggio e altrettanti per poter avere il progetto pronto a partire, con questi tempi non ci si può permettere di sprecare risorse.
Investimenti sulle nuove tipologie di propulsione lasciano ben sperare, un paio d'anni fa ricordo un thread su Twitter di Alan Stern sulle prospettive a "breve"-medio termine per l'adozione di propulsori ionici che mettessero in grado gli stadi finali di nuove sonde di dimezzare i tempi di arrivo e forse perfino permettere una decelerazione e messa in orbita attorno anche a corpi piccoli, c'è un progetto per un lander e orbiter per Plutone e per un orbiter per Nettuno o Urano, ma vai a far capire l'enorme rilevanza di questi studi a gente preoccupata di riempire le tasche dell'industria petrolifera o di quella bellica.
MorgaNet04 Agosto 2023, 10:07 #3
Magari mi sbaglio, ma la velocità delle Voyager è un parametro relativo. Quando sei nello spazio profondo le distanze diventano talmente grandi che anche raddoppiare la velocità non ti porterebbe ad arrivare da nessuna parte IMHO.
Bisognerebbe avere un salto tecnologico che aumentasse di qualche ordine di grandezza le velocità per rendere conveniente inviare ulteriori sonde nello spazio profondo.
biometallo04 Agosto 2023, 10:14 #4
Originariamente inviato da: Rubberick
in realtà converrebbe inviarne a cadenza regolare...


Non ha senso parlare di convenienza senza valutare, anche grossolanamente gli aspetti economici, da quel che so il motivo per cui nonostante il successo delle prime due sonde Voyager non ce ne sono state altre è proprio perché alla NASA hanno trovato più conveniente puntare su sonde più economiche (vedi programma Pioneer) in modo da poter fare più missioni e raccogliere più dati sul sistema solare.

Del resto anche le due sonde Voyager avevano lo scopo primario di raccogliere dati sui pianeti che girano attorno al sole, mentre il fatto che successivamente si sia deciso di tenerle in vita per studiare lo spazio interstellare sia stato "solo un effetto collaterale" tanto che, da quel che so fino a pochi anni fa non si credeva nemmeno possibile mantenere i contatti radio per così tanto tempo a si credeva che le sonde avrebbero dovuto ormai essere fuori dalla portata del Deep Space Network

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