Ristabilito il contatto con la sonda spaziale NASA Voyager 1, dopo una breve interruzione

Negli scorsi giorni la sonda spaziale NASA Voyager 1 aveva smesso di comunicare correttamente con la Terra. Gli ingegneri hanno scoperto che il sistema di protezione è entrato in funzione diverse volte, ignota la causa.
di Mattia Speroni pubblicata il 30 Ottobre 2024, alle 01:29 nel canale Scienza e tecnologiaNASA
Le sonde spaziali Voyager sono attualmente le uniche due a poter inviare segnali all'esterno dell'eliosfera. Un viaggio iniziato nell'ormai lontano 1977 e che le ha portate a oltre 20 miliardi di chilometri dalla Terra non prima di aver raccolto moltissimi dati scientifici e immagini mozzafiato dei giganti gassosi. Pur avendo completato le rispettive missioni primarie, le due sonde gemelle stanno continuando a operare (seppur con diverse limitazioni) superando di gran lunga le aspettative degli ingegneri. Negli ultimi anni sia NASA Voyager 1 che Voyager 2 sono andate incontro ad alcune problematiche oltre all'esaurirsi del materiale fissile all'interno dell'RTG (generatore termoelettrico a radioisotopi) che ha limitato l'energia disponibile per gli strumenti di bordo.
Recentemente avevamo scritto dello spegnimento definitivo di uno strumento di Voyager 2 mentre gli ingegneri avevamo messo in atto una nuova strategia per la gestione dei propulsori di NASA Voyager 1. Quest'ultima aveva anche visto il presentarsi di un serio problema nella trasmissione corretta dei dati che è durato diversi mesi, presentandosi alla fine del 2023 e venendo completamente risolto solo a giugno 2024. Negli scorsi giorni si è però presentata una nuova problematica.
NASA Voyager 1 non comunicava più con la Terra, problema risolto
Secondo quanto riportato dal blog ufficiale della missione la sonda spaziale aveva smesso di comunicare con la Terra, connessione poi ristabilita il 24 ottobre. Stando alle informazioni ufficiali, NASA Voyager 1 avrebbe spento uno dei due trasmettitori facendo perdere così il segnale al Deep Space Network.
La causa è ancora in fase di accertamento, ma la buona notizia è che il team è riuscito a ripristinare una connessione con la sonda spaziale, seppur con un segnale più debole di quello solitamente impiegato. Una delle ipotesi al vaglio della squadra è che il trasmettitore radio sia stato spento automaticamente dalla sonda spaziale e in particolare dal sistema di prevenzione dei guasti. Uno degli esempi per un comportamento di questo tipo sarebbe un assorbimento anomalo di energia che porterebbe a far "scattare la protezione" disattivando i sistemi non critici.
La cronologia degli eventi indica come il team avesse inviato il 16 ottobre un comando per accendere uno dei riscaldatori. Nonostante l'energia presente fosse sufficiente, il sistema ha attivato la protezione dai guasti spegnendo il trasmettitore. Tra l'invio del segnale e la rilevazione della risposta passano però quasi due giorni a causa della distanza dalla Terra. Per questo la squadra si è accorta che qualcosa non andava solamente il 18 ottobre, quando il Deep Space Network non ha rilevato alcuna risposta da parte di NASA Voyager 1.
Una volta che la squadra si è accorta della mancata risposta ha ipotizzato che il sistema automaticamente avesse abbassato la velocità del segnale in banda X, perché questa modalità impiega meno energia. Una volta individuato il segnale (sempre il 18 ottobre) che indicava come la situazione fosse stabile, gli ingegneri hanno iniziato a pensare alle possibili cause.
Il 19 ottobre la comunicazione sembrava invece essersi persa del tutto mentre non era ancora chiara l'origine del problema. A questo punto gli ingegneri hanno ipotizzato che il sistema di protezione guasti fosse intervenuto altre volte spegnendo il trasmettitore in banda X e passando automaticamente a quello in banda S.
Questa banda è stata impiegata l'ultima volta nel 1981 mentre successivamente le comunicazioni sono avvenute solo in banda X. Il problema della banda S è che, pur richiedendo meno energia per l'invio dei dati, è anche molto più debole e per una sonda a quasi 24,8 miliardi di km dalla Terra potrebbe essere un problema. La squadra preferirebbe tornare a operare con la banda X il prima possibile così da rendere la comunicazione più chiara, prima però dovrà determinare la causa del problema e quindi pensare a come risolverla. Nel frattempo, il 22 ottobre, gli ingegneri hanno inviato un segnale per capire se il trasmettitore in banda S potesse essere affidabile, ricevendo risposta positiva. Ora la squadra si concentrerà sull'origine del guasto sperando di poter tornare presto a utilizzare la modalità di comunicazione più veloce e affidabile.
1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".