Nuove conferme per la futura stazione spaziale russa ROSS attesa dopo il 2025

La nuova stazione spaziale russa conosciuta come ROSS non avrà la stessa inclinazione orbitale della ISS. A confermarlo è stato Dmitry Rogozin che ha anche ricordato come questo nuovo avamposto orbitale funzionerà in maniera automatica.
di Mattia Speroni pubblicata il 09 Giugno 2022, alle 14:44 nel canale Scienza e tecnologiaRoscosmos
Recentemente si è parlato molto della nuova stazione spaziale russa ROSS che, nelle intenzioni di Roscosmos, dovrebbe permettere alla Russia di continuare ad avere cosmonauti in orbita dopo la fine della collaborazione per la Stazione Spaziale Internazionale. Il primo modulo, chiamato NEM, è in fase di allestimento e sarà intorno a quello che sarà assemblata ROSS.
Sempre negli scorsi giorni si è anche scritto delle possibili caratteristiche che potrebbe avere la nuova stazione spaziale con Dmitry Rogozin (direttore generale dell'agenzia spaziale) che ha fatto alcune precisazioni rispetto a quelle che fino a quel momento erano solo speculazioni. In particolare ci si è concentrati sulle traiettorie orbitali e più in generale sulle caratteristiche che avrà una volta assemblata.
La stazione spaziale russa ROSS e le ultime novità
Negli scorsi giorni si era parlato diffusamente di due possibilità: far orbitare ROSS con un'inclinazione di 51,6° come nel caso della ISS oppure sceglierne una a 96°-98° che permetterebbe diversi vantaggi (dal punto di vista della Russia). Nel primo caso sarebbe stato possibile separare i moduli Nauka e Prichal dalla ISS per sfruttarli come base sulla quale realizzare la stazione spaziale russa. Con quell'inclinazione però viene coperto meno del 15% del territorio russo e le informazioni relative alla vita di un essere umano in quelle condizioni sono già note agli scienziati russi (secondo quanto riportato).
Per questo lo stesso Rogozin ha confermato che è stata scelta ufficialmente un'inclinazione orbitale di 96°-98°. Non potranno essere impiegati i moduli già presenti sulla ISS ma si potrà coprire buona parte della Russia e una parte significativa dell'Artico. Questo consentirà di impiegare ROSS anche come fosse un satellite di osservazione terrestre considerando anche che per molto tempo sarà senza equipaggio.
Il direttore generale ha confermato infatti che la stazione funzionerà principalmente in maniera automatica ma potranno esserci di volta in volta cosmonauti a bordo. Questi ultimi dovranno installare nuove strumentazioni ad alta tecnologia (nella zona esterna), ripararle o riportarle sulla Terra in caso di bisogno. Si tratta principalmente di sensori a infrarossi e radar per il monitoraggio del territorio.
Rogozin ha anche sottolineato che lanciando le navicelle dal cosmodromo di Vostochny verso la nuova stazione spaziale russa queste percorreranno una buona parte del viaggio sulla terraferma e non sull'oceano, come accade ora riducendo i rischi per l'equipaggio in caso di situazioni di emergenza.
Le tempistiche indicano come la Rocket and Space Corporation (RKK) Energia dovrebbe completare la progettazione preliminare nel terzo trimestre del 2023 per poi passare alla fase di sviluppo. In generale, come scritto in precedenza, è difficile pensare che la stazione spaziale russa ROSS possa essere pronta prima del 2026 (se non oltre).
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