Intel, una vittoria a metà nel caso VLSI: la battaglia contro il troll dei brevetti continua

Un nuovo atto della battaglia legale tra Intel e VLSI Technology segna una parziale vittoria per il colosso dei microchip statunitense: di due brevetti è stata riconosciuta la violazione di uno solo. Secondo la corte, però, la cifra dei danni richiesti va ricalcolata.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Dicembre 2023, alle 08:31 nel canale MercatoIntel
Intel continua ad affrontare la battaglia contro il troll dei brevetti VLSI Technology e, per sua fortuna, nei giorni scorsi ha ottenuto una vittoria, seppur parziale, davanti alla Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Circuito Federale.
Come riportato da Reuters, la corte ha dato ragione a Intel, ribaltando una sentenza del 2021 secondo la quale la casa di Santa Clara avrebbe dovuto versare a VLSI la somma di 2,18 miliardi di dollari.
Che le cose stessero andando per il verso giusto, almeno per quel procedimento dei diversi aperti con VLSI, si era capito a giugno, quando il tribunale statunitense dei brevetti ne invalidò uno dei due apparentemente violati e per il quale, da solo, VLSI richiedeva 1,5 miliardi di dollari.
Adesso la corte ha posto un'ulteriore pietra tombale su quella proprietà intellettuale, rimandando il caso alla corte federale del Texas per avviare un nuovo processo per determinare quanto Intel deve pagare per aver infranto un secondo brevetto VLSI.
VLSI Technology, lo ricordiamo, è un'azienda che in realtà non esiste più come entità a sé stante e che, soprattutto, non realizza alcun progetto da tempo (insomma, è un troll dei brevetti): nel giugno 1999 venne acquisita da Philips Electronics per 1 miliardo di dollari e nel 2006 divenne parte di NXP Semiconductors, ex Philips Semiconductors.
VLSI è legata al Fortress Investment Group, precedentemente sotto il controllo della giapponese SoftBank e ora passato al fondo Mubadala Investment Co di Abu Dhabi, il quale ha acquisito la maggioranza di Fortress quest'anno.
Un portavoce di Intel ha espresso soddisfazione per il verdetto, sottolineando che nel nuovo processo per danni si cercherà di evidenziare come la proprietà intellettuale di VLSI rimasta nel caso sia "di scarso valore". VLSI richiedeva il pagamento di 675 milioni di dollari.
A essere definitivamente stralciato dal procedimento è un brevetto, il '759' di SigmaTel, relativo alla gestione della frequenza, mentre il secondo ('373') è stato originariamente depositato da Freescale e riguarda una tecnologia per ridurre la tensione operativa della memoria.
La corte d'appello ha concluso che Intel ha violato il brevetto 373, sostenendo però che l'ammontare dei danni richiesti vada ricalcolato, indi per cui è necessario un nuovo procedimento per determinare il giusto risarcimento. Non è chiaro se Intel potrà fare appello.
Intel ha sconfitto VLSI in un'altra causa in cui le venivano richiesti danni per oltre 3 miliardi di dollari. Una giuria separata ad Austin, in Texas, ha invece stabilito che VLSI ha diritto a quasi 949 milioni di dollari da Intel per la violazione di altre proprietà intellettuali.
Le società hanno successivamente concordato di archiviare un altro potenziale procedimento multimiliardario nel Delaware. Un altro processo nel nord della California inizierà nel 2024. Le cause sono molte e la situazione è complessa: non è chiaro se e quando Intel e VLSI sotterreranno l'ascia di guerra, né chi alla fine la spunterà.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon é scritto da nessuna parte che VLSI ha infranto la legge, l'articolista ha sottolineato il fatto che l'azienda non produce nulla da molto tempo.
conta solo quantificare il reale vantaggio ottenuto da Intel senza regolare licenza per le proprietà intellettuali di VLSI
Non ho detto che VLSI ha infranto la legge. Ho detto che nell'articolo mi sembrava di percepire che le cose andassero "nel verso giusto" se c'era l'assoluzione di Intel
Io non giudico trol chi registra un brevetto intellettuale, perchè per la maggior parte sono realizzati da persone o società che non avendo le possibilità finanziarie di realizzare materialmente il loro progetto, lo brevettano sperando che vi siano aziende che leggendo quel brevetto ci credano e che lo portino a compimento, ed è giusto che paghino chi ha brevettata l'idea.
In fin dei conti il tribunale ha deciso se ciò che ha realizzato Intel l'ha fatto sull'idea di chi l'ha brevettato, e visto che il tribunale ha reputato che Intel abbia violato il brevetto almeno in 1 caso, definire trol mi pare lesivo.
Tra l'altro, verissimo che Intel abbracciando svariati settori "elettronici" abbia a che fare con molti più brevetti rispetto ad altre aziende, ma è anche vero che Intel ha il guinnes dei primati in fatto di cause in tribunale (ha pressochè avuto cause legali con chiunque) ed il più delle volte ne esce pulita solamente perchè ha uno staff legale con i fiocchi e grazie allke sue "influenze".
Non a caso un giudizio conclamato di colpevolezza da parte della UE ai danni di AMD, quello di 1,2 miliardi di $ per concorrenza sleale, alla fine è stato cancellato.
Non per ultimo, e certamente meno importante, è come sia possibile che una Intel sia passata indenne al putiferio delle falle nelle CPU, quando palesemente le sue CPU acquistate non erano in grado di svolgere il lavoro X con le stesse prestazioni per le quali erano state acquistate.
Credo che qualsiasi altra azienda avrebbe avuto una class action che l'avrebbe disintegrata.
Lo stesso lo trovi nel software, dove ci sono 2 propositi fondamentali, uno è quello che il software debba essere gratuito e condivisibile/sviluppabile da chiunque, e l'altro che deve essere a pagamento remunerando gli sforzi intellettuali di chi l'ha creato.
Le 2 opzioni sono condivisibile entrambe, e potrebbero pure coesistere se la differenza in money fosse minima... tra l'altro pure a nostro danno visto ad esempio che gli OEM impongono il pagamento di un S.O. (visto che ad esempio il mobile al 99% non è offerto con linux), e con un giro di miliardi di $, a pro degli OEM e di Microsoft e a danno dei clienti.
Il tuo concetto lo condividerei se il guadagno di chi utilizza l'idea dei brevetti intelettuali fosse "normale", ma qui parliamo di ditte che ci guadagnano soldoni su idee di altri senza manco voler riconoscere una percentuale infinitesimale ai medesimi. E no, qualcosa devi riconoscere.
A me viene in mente ScoUnix e Rambus ma tanti anni fa c'era un'azienda insignificante che ogni giorno faceva causa a qualche società per violazione di brevetti.
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