ARM, un consorzio per il dopo NVIDIA? Intel pronta a parteciparvi

Il CEO di Intel è aperto al possibile ingresso in un consorzio per garantire il ruolo neutrale di ARM. Nel frattempo l'azienda statunitense punta forte sull'espansione produttiva per i prossimi anni, a danno dei margini. E nel futuro di Intel potrebbe non esserci solo l'Europa, ma anche l'India tramite l'acquisizione di Tower Semiconductor.
di Manolo De Agostini pubblicata il 22 Febbraio 2022, alle 08:01 nel canale MercatoARMIntel
L'addio di NVIDIA all'acquisizione di ARM a causa delle rilevanti sfide normative che hanno impedito il completamento della transazione è stato accolto dall'industria hi-tech con un sospiro di sollievo. Si temeva infatti che NVIDIA avrebbe, prima o poi, mutato il ruolo neutrale del progettista britannico, a danno di migliaia di aziende che ne sfruttano le architetture.
La casa madre di quella che è stata ribattezzata la "Svizzera dei semiconduttori", SoftBank Group, sta meditando di procedere con una IPO (offerta pubblica d'acquisto) per portare ARM sui listini e consentirle di ottenere i finanziamenti utili a sostenerne la crescita anche negli anni futuri.
Il ruolo di ARM è così centrale in questo momento che da tempo nell'industria circola l'ipotesi di creare un consorzio formato da aziende del settore che ne mantengano la neutralità oggi riconosciuta e allo stesso tempo ne alimentino lo sviluppo. A parlarne per prima fu Qualcomm mesi fa, ma anche Intel si era detta interessata.
Tale opzione - anche se la decisione è tutta nelle mani di SoftBank - circola ancora ed è stata nuovamente affrontata da Pat Gelsinger, CEO di Intel. "Non siamo grandi utilizzatori di ARM, ma ne facciamo uso. Diventeremo utenti di ARM poiché la inseriremo nella nostra strategia legata alla produzione di chip", ha dichiarato all'agenzia di stampa Reuters. "Quindi, se emergesse un consorzio, saremmo probabilmente molto favorevoli a parteciparvi in qualche modo".
Dal ritorno di Gelsinger nel ruolo di CEO, Intel ha iniziato a scommettere pesantemente sul fronte della produzione annunciando diversi investimenti miliardari negli Stati Uniti per la creazione di nuovi impianti di produzione e confezionamento dei chip. L'ultima mossa è stata l'acquisizione dell'israeliana Tower Semiconductor per 5,4 miliardi di dollari, una decisione nel solco della strategia IDM 2.0 che mette Intel in competizione con TSMC, Samsung e altre realtà nella produzione per conto terzi.
La buona notizia è che l'investimento su Tower non cambia in alcun modo i piani d'investimento in Europa; presto ci sarà un annuncio e si spera che in qualche modo sarà coinvolta anche l'Italia, se non con una fabbrica produttiva che sembra destinata alla Germania con qualche polo legato al packaging e alla ricerca e sviluppo.
Nel frattempo, proprio Tower Semiconductor è in trattativa con il governo indiano per aprire un impianto produttivo nel Paese. "Da quando il governo ha annunciato lo schema di incentivi legati alla produzione (PLI) il 15 dicembre, il nostro piano per creare un impianto di semiconduttori in India è tornato in auge", ha affermato una fonte vicina all'azienda. "Il governo conosce le nostre raccomandazioni, posizioni e consigli. Abbiamo discusso e consultato il governo per oltre 10 anni. Spero che questa volta il processo sia più veloce".
Intel potrebbe quindi trovarsi "indirettamente" ad avere anche un polo produttivo in India nei prossimi anni, anche se legato a settori differenti da quelli che l'hanno vista protagonista sin qui. Un impianto che però potrebbe esserle utile per soddisfare la domanda da parte del settore automobilistico e non solo.
Per questo e tutti gli altri investimenti tecnologici in agenda, Intel si aspetta un calo dei margini di profitto quest'anno. Il margine si manterrà stabile per gli anni a venire e dovrebbe iniziare a risalire nel 2025. "Instilleremo la disciplina finanziaria in tutta società", ha dichiarato David Zinsner, nuovo direttore finanziario, promettendo un aumento delle entrate e dei profitti. In quest'ottica Intel ricorrerà maggiormente a capitali esterni per la sua espansione e farà affidamento sugli incentivi messi a disposizione dai vari Paesi e governi locali.
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