La Corte di Giustizia dell'Unione Europea conferma: Apple deve restituire 13 miliardi di Euro di tasse arretrate all'Irlanda

La sentenza della Corte non è impugnabile e conferma la restituzione all'Irlanda, da parte di Apple, di 13 miliardi di tasse non pagate (che sono già state versate negli scorsi anni in un fondo di garanzia)
di Andrea Bai pubblicata il 10 Settembre 2024, alle 14:36 nel canale AppleApple
La disputa fiscale che vede da lungo tempo contrapposte Apple e l'Unione Europea ha trovato l'epilogo con la sentenza emessa quest'oggi, martedì 10 settembre, dalla Corte di giustizia dell'Unione Europea. La società di Cupertino dovrà versare 13 miliardi di euro (14,4 miliardi di dollari) di tasse arretrate all'Irlanda. La sentenza rappresenta una vittoria significativa per l'Unione Europea nella sua lotta sistematica contro gli accordi fiscali vantaggiosi di alcune giurisdizioni che sono stati sfruttati spesso come scappatoie da varie aziende internazionali per riuscire a pagare meno tasse.
La vicenda ha origine nel 2014 con l'avvio di un'indagine da parte della Commissione Europea sulle tasse pagate da Apple in Irlanda, dove la società di Cupertino ha la sede centrale europea. Gli esiti di quell'indagine hanno portato nel 2016 il commissario per la concorrenza della Commissione Europea, Margrethe Vestager, a muovere accusa contro l'Irlanda per aver concesso ad Apple benefici fiscali "illegali", che avrebbero dirottato in maniera iniqua investimenti da altri Paesi europei verso l'Irlanda stessa. Allora la Commissione stabilì che il governo Irlandese avrebbe dovuto recuperare 13 miliardi di euro di tasse arretrate.
Today is a huge win for European citizens and tax justice.
— Margrethe Vestager (@vestager) September 10, 2024
👉In its final judgment, @EUCourtPress confirms @EU_Commission 2016 decision: Ireland granted illegal aid to @Apple.
Ireland now has to release up to 13 billion euros of unpaid taxes.
In particolare ad essere messo sotto accusa è stato il regime fiscale
conosciuto con il nome di "Double Irish", che consentiva alle
multinazionali di ridurre drasticamente i loro contributi fiscali, anche
su somme incamerate all'estero, talvolta a percentuali a singola cifra.
Apple divideva di fatto le sue operazioni tra gli Stati Uniti e il resto
del mondo, con tutti i profitti del resto del mondo che passano attraverso
la sua sede centrale in Irlanda. Dal 2004, anno in cui è stato stipulato
l'accordo, sia Apple che l'Irlanda hanno continuamente protestato che
l'importo delle tasse pagate era legale ed equo.
L'accordo prevedeva una complessa struttura aziendale in base alla quale
una multinazionale poteva incanalare i ricavi non tassati verso una
sussidiaria irlandese che poi versava il denaro a un'altra società
registrata in Irlanda ma tassata altrove, spesso in un paradiso fiscale. Apple
aveva sfruttato una versione di questo schema fino al 2014, quando
l'Irlanda, sotto pressione dell'UE e degli Stati Uniti, decise di
chiudere questa scappatoia.
Nel 2019 Apple e l'Irlanda hanno presentato ricorso contro la decisione
della Commissione e nel 2020 la Corte generale dell'UE ha accolto il
ricorso, rigettando la decisione della Commissione e schierandosi a
favore di Apple, affermando che non è stato dimostrato che il
governo irlandese avesse concesso ad Apple un vantaggio fiscale. E' bene
osservare che nel 2018, poco prima di presentare ricorso, Apple
e il governo Irlandese hanno trovato un accordo per la restituzione dei
13 miliardi di tasse non versate, che sono già state corrisposte da
Apple in un fondo di garanzia che sarebbe stato sbloccato successivamente
al pronunciamento della Corte Europea. Dal momento che la Corte Europea ha
dato ragione ad Apple e la Commissione ha presentato ricorso alla Corte di
Giustizia, il capitale versato è rimasto nel fondo di garanzia senza che
nessuno potesse accedervi, fino alla sentenza emessa oggi.
"La Commissione Europea sta cercando di modificare retroattivamente le regole e ignorare che, come richiesto dal diritto fiscale internazionale, i nostri profitti erano già soggetti a tasse negli Stati Uniti", ha affermato Apple in una dichiarazione all'agenzia stampa Reuters. Il governo irlandese ha affermato che il caso Apple "riguardava una questione che ora è solo di rilevanza storica", aggiungendo che la sua posizione è sempre stata quella di "non concedere un trattamento fiscale preferenziale a nessuna azienda o contribuente". Il governo ha inoltre sottolineato che darà avvio al processo di trasferimento degli asset presenti nel fondo di garanzia, che diventeranno ora a disposizione dello stato irlandese. Al momento non è noto come il governo irlandese intenda impiegare quei capitali, che verranno probabilmente inseriti in un fondo sovrano che è stato istituito lo scorso anno per investimenti in infrastrutture e servizi statali.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon potevano tramutarli in multa e girarli all'interno della UE per altri utilizzi? Tanto all'Irlanda non servono/interessano...
Io direi di multare l'olanda di 26 miliardi,tanto da farle capire un po' di cosette,anche rispetto agli altri stati europei.
Magari potrebbero farci qualcosa per le politiche abitative, per evitare che i loro giovani siano costretti a emigrare.
https://it.euronews.com/2023/07/06/...one-sacrificata
https://it.euronews.com/2023/07/06/...one-sacrificata
Quello è un problema diffuso in molti Paesi europei, compresa l'Italia soprattutto nelle grandi città
Se guardi anche gli Usa:
https://eyeonhousing.org/2024/02/yo...te-differences/
https://edition.cnn.com/2024/01/25/...home/index.html
Negli Stati dove gli affitti sono più alti, aumenta la percentuale di chi vive con i genitori o viene supportato economicamente anche dopo esserne uscito.
Sono numeri più bassi dell'Europa, ma in aumento.
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