La Commissione europea contro Apple: distorce il mercato dello streaming musicale

La Commissione europea contro Apple, su imbeccata di Spotify, per il sistema di pagamento imposto agli sviluppatori e l'impossibilità di informare i consumatori su alternative di acquisto più economiche.
di Manolo De Agostini pubblicata il 30 Aprile 2021, alle 14:06 nel canale AppleAppleSpotifyiOSiPadiPadOSiPhone
Distorsione della concorrenza nel mercato dello streaming musicale tramite l'abuso della sua posizione dominante nella distribuzione di app sull'App Store. È questa la posizione della Commissione europea, dopo le indagini partite lo scorso giugno su sollecitazione di Spotify, sul modus operandi di Apple. Si tratta al momento di contestazioni preliminari, a cui la società statunitense potrà rispondere, prima di un eventuale procedimento antitrust formale.
La Commissione contesta l'uso obbligatorio del meccanismo di acquisto in-app di Apple imposto agli sviluppatori di app di streaming musicale affinché possano stare all'interno dell'App Store (IAP, in-app purchase). Come noto, Apple incamera il 30% da ogni transazione. L'Europa si dice inoltre "preoccupata" per le restrizioni che la casa di Cupertino impone agli sviluppatori di app, i quali non possono informare gli utenti di iPhone e iPad dell'esistenza di possibilità di acquisto alternative e più economiche.
"Gli app store svolgono un ruolo centrale nell'economia digitale di oggi", ha dichiarato Margrethe Vestager, responsabile della politica sulla concorrenza dell'UE. "Ora possiamo fare acquisti, accedere a notizie, musica o film tramite app anziché visitare siti web. Le nostre indagini preliminari ci hanno portato a scoprire che Apple rappresenta un filtro per gli utenti di iPhone e iPad tramite l'App Store. Con Apple Music, Apple compete anche con i fornitori di streaming musicale. Imponendo regole severe sull'App Store che svantaggiano i servizi di streaming musicale concorrenti, Apple priva gli utenti di opzioni più economiche e distorce la concorrenza. Ciò viene fatto addebitando commissioni elevate su ogni transazione nell'App Store ai concorrenti e vietando loro di informare i propri clienti di opzioni di abbonamento alternative".
Ufficialmente l'App Store è l'unico varco che gli sviluppatori possono attraversare per raggiungere i consumatori che acquistano i dispositivi mobile di Apple. Si tratta in tutto e per tutto di un "ecosistema chiuso", con Apple che controlla ogni aspetto dell'esperienza utente su iPhone e iPad. "La Commissione", si legge in una nota stampa, "ha riscontato che gli utenti dei Apple sono molto fedeli al marchio e non cambiano facilmente. Di conseguenza, al fine di servire gli utenti iOS, gli sviluppatori devono distribuire le loro app via App Store, soggetti alle regole obbligatorie e non negoziabili di Apple".
"Sebbene Apple consenta agli utenti di usare abbonamenti musicali acquistati altrove, le sue regole impediscono agli sviluppatori di informare gli utenti su tali possibilità di acquisto, che di solito sono più economiche. La Commissione teme che gli utenti di dispositivi Apple paghino prezzi notevolmente più alti per i loro servizi di abbonamento musicale o che non possano acquistare determinati abbonamenti direttamente nelle loro app". Secondo le indagini preliminari "la maggior parte dei fornitori di servizi in streaming" ha fatto pagare quel 30% trattenuto da Apple "agli utenti finali aumentando i prezzi".
Nel caso in cui Apple dovesse essere riconosciuta colpevole, potrebbe ritrovarsi a pagare una multa fino al 10% del suo fatturato annuo, ossia fino a 27 miliardi di dollari se prendiamo il bilancio del 2020. Inoltre, Apple potrebbe dover apportare modifiche al suo modello di business (cosa che risulterebbe più dolorosa per la società di una multa, per quanto grande).
Our preliminary conclusion: @Apple is in breach of EU competition law. @AppleMusic compete with other music streaming services. But @Apple charges high commission fees on rivals in the App store & forbids them to inform of alternative subscription options. Consumers losing out.
— Margrethe Vestager (@vestager) April 30, 2021
"Garantire che la piattaforma iOS funzioni in modo equo è un compito urgente con implicazioni di vasta portata", ha dichiarato Horacio Gutierrez, a capo del dipartimento legale di Spotify. "La comunicazione degli addebiti della Commissione europea è un passo fondamentale per ritenere Apple responsabile del suo comportamento anticoncorrenziale, al fine di garantire una scelta significativa a tutti i consumatori e condizioni di parità per gli sviluppatori di app".
Apple dal canto suo non ci sta. "Spotify è diventato il più grande servizio di abbonamento musicale al mondo e siamo orgogliosi del ruolo che abbiamo giocato in questo traguardo. Spotify non paga ad Apple alcuna commissione su oltre il 99% dei suoi abbonati e paga solo una commissione del 15% su quegli abbonati rimanenti che ha acquisito tramite l'App Store. Al centro di questo caso c'è la richiesta di Spotify di poter pubblicizzare offerte alternative sulla loro app iOS, una pratica che nessuno store al mondo consente. Ancora una volta, vogliono tutti i vantaggi dell'App Store ma non pensano che dovrebbero pagare qualcosa. La tesi della Commissione per conto di Spotify è l'opposto della concorrenza leale".
35 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMi sembra giusto e sacrosanto
Non è una polemica sterile, sul serio mi sfugge il senso; all'utente finale non frega niente se Apple incamera il 30% o il 50% o zero acquistando ad un prezzo che è reputato conveniente per il singolo.
"Al centro di questo caso c'è la richiesta di Spotify che dovrebbe essere in grado di pubblicizzare offerte alternative sull'app per iOS, una pratica che nessun negozio digitale al mondo consente"
Non è una polemica sterile, sul serio mi sfugge il senso; all'utente finale non frega niente se Apple incamera il 30% o il 50% o zero acquistando ad un prezzo che è reputato conveniente per il singolo.
Se compro Apple non vuol dire che mi interessa esclusivamente l'ecosistema della mela. Anzi, tra i pochi casi del genere probabilmente la totalità sarebbero esaltati senza alcun motivo per Apple.
Se scelgo iOS al posto di Android (o viceversa) è dopo aver soppesato le varie caratteristiche di entrambi (tralasciando chi sceglie a caso o senza cognizione di logica). Questo non vuol dire che tutto quello che è appannaggio della controparte non mi interessa.
Ci sono una marea di app e servizi che NON sono di Apple ma che gli utenti Apple utilizzano: dai social network, alle chat, i videogiochi, le app di vario genere.
La scelta poi di cosa scegliere dovrebbe essere dell'utente, cui devono essere presentate tutte le possibilità senza oscurarne altre, o renderne impraticabili altre. Altrimenti se si giustificano certi comportamenti, è ipocrita continuare a lamentarsi di Microsoft (per dire) quando all'epoca fu multata per il discorso di IE o il Media Player.
Giuridicamente il discorso fila e negli ambiti in cui Apple ha servizi in concorrenza che possono distorcere il mercato (vedasi Apple Music) probabilmente dovrà fare a meno del 30 per cento o avvisare prima dell’acquisto che è possibile procedere comunque all’acquisto del servizio in abbonamento presso il sito di riferimento di turno. Ci sta.
Mi hai frainteso, quello che volevo intendere è che chi entra nel recinto Apple ha i prodotti che loro propongono ai prezzi che loro propongono, a casa loro. Se non vanno bene, non piacciono i prezzi o non trovo i prodotti che voglio semplicemente cambio recinto (chiaramente fin quando ci saranno "recinti" tra cui scegliere).
Giuridicamente il discorso fila e negli ambiti in cui Apple ha servizi in concorrenza che possono distorcere il mercato (vedasi Apple Music) probabilmente dovrà fare a meno del 30 per cento o avvisare prima dell’acquisto che è possibile procedere comunque all’acquisto del servizio in abbonamento presso il sito di riferimento di turno. Ci sta.
mah in realtà adesso non è così, nel senso che Spotify non ti fa proprio pagare sull'app iOS quindi a Apple da 0, non il 30% (che diventa 15% per gli abbonamenti)
stesso discorso Netflix e altri che non ti fanno abbonare dentro l'app iOS per evitare di dare la percentuale
quindi in questo momento l'utente Apple non sta pagando il 30% in più, ma si trova in una posizione assurda per cui usa un'app ma non può iscriversi da dentro l'app e non è nemmeno consentito menzionare questa possibilità
quello che probabilmente accadrà e mi vede d'accordo è che Apple sarà obbligata a fornire questo tipo di alternativa alle app presenti sullo store, per cui se paghi con IAP Apple si tiene la percentuale, ma sei libero di rimandare l'utente sul tuo sito e farlo iscrivere da lì
ad oggi questo non è possibile perché se provi a caricare un'app sullo store dove scrivi clicca qui per pagare e lo rimandi a un sito Apple ti cassa l'app
ci sarebbero in sostanza due metodi di pagamento, uno IAP gestito da Apple e quello gestito dal fornitore dell'app
nulla ti vieterebbe a quel punto di fare lo sconto del 30% se uno si iscrive tramite il tuo sito piuttosto che in app, se l'utente non è stupido fa due conti e sceglie te altrimenti paga di più e tu guadagni uguale
i piccoli sviluppatori probabilmente continuerebbero con IAP perché non è così scontato che uno metta la sua c/c sul sito del signor nessuno, ma i vari Spotify e Netflix sarebbero a posto
ad oggi questo non è possibile perché se provi a caricare un'app sullo store dove scrivi clicca qui per pagare e lo rimandi a un sito Apple ti cassa l'app
uhm secondo te apple dovrebbe scrivere "paghi da noi comodamente per 10 euro o paghi scomodamente da loro per 7 euro"
non so, improvvisamente mi sa che la scomodità piacerà a molti/tutti e apple si ritroverebbe a offrire uno store praticamente gratis
stesso discorso Netflix e altri che non ti fanno abbonare dentro l'app iOS per evitare di dare la percentuale
quindi in questo momento l'utente Apple non sta pagando il 30% in più, ma si trova in una posizione assurda per cui usa un'app ma non può iscriversi da dentro l'app e non è nemmeno consentito menzionare questa possibilità
quello che probabilmente accadrà e mi vede d'accordo è che Apple sarà obbligata a fornire questo tipo di alternativa alle app presenti sullo store, per cui se paghi con IAP Apple si tiene la percentuale, ma sei libero di rimandare l'utente sul tuo sito e farlo iscrivere da lì
ad oggi questo non è possibile perché se provi a caricare un'app sullo store dove scrivi clicca qui per pagare e lo rimandi a un sito Apple ti cassa l'app
ci sarebbero in sostanza due metodi di pagamento, uno IAP gestito da Apple e quello gestito dal fornitore dell'app
nulla ti vieterebbe a quel punto di fare lo sconto del 30% se uno si iscrive tramite il tuo sito piuttosto che in app, se l'utente non è stupido fa due conti e sceglie te altrimenti paga di più e tu guadagni uguale
i piccoli sviluppatori probabilmente continuerebbero con IAP perché non è così scontato che uno metta la sua c/c sul sito del signor nessuno, ma i vari Spotify e Netflix sarebbero a posto
Sapevo di netflix, ma adesso ho appena controllato ed hai perfettamente ragione. Quindi sono assolutamente d’accordo con te, la soluzione più equa sarà quella di lasciare la possibilità di essere reindirizzati al sito del produttore dall’app stessa. Questo Apple non potrà evitarlo in nessun modo.
Non è una polemica sterile, sul serio mi sfugge il senso; all'utente finale non frega niente se Apple incamera il 30% o il 50% o zero acquistando ad un prezzo che è reputato conveniente per il singolo.
Perche' non puoi scegliere. Il tuo punto di vista e' esattamente analogo a Windows con Internet Explorer. Potevi utilizzare un altro sistema operativo; potevi anche installarti il browser che volevi. Ma intanto tu metti dei paletti che poi la maggior parte della gente non puo' o non vuole aggirare, vuoi per limiti tecnici, vuoi per pigrizia, vuoi perche' te lo impediscono (e Apple lo impedisce al contrario di Microsoft con l'internet explorer).
Nessuno sta dicendo che Apple Store deve sparire, e' un pezzo molto importante e sarebbe da stupidi negarlo. MA se io voglio utilizzare un'applicazione che non e' nell'apple store, magari non perche' e' dannosa, ma non rispetta i suoi dettami (ad esempio ci sono immagini di donne in topless), perche' non devo poterlo fare? Se io voglio usare l'apple store per visibilita' e per i pagamenti ok, ma se voglio pubblicare la mia applicazione senza dover per forza dare il 30% dei miei ricavi all'apple store perche' non devo poterlo fare? Non e' l'apple store in se' ad essere criticato, ma la mancanza di alternativa.
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